La viceresponsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti Federica Mariotti: “Un luogo così importante per la nostra memoria deve essere assolutamente preservato dalla chiusura, in modo che le nuove generazioni possano conoscere cosa è successo durante la guerra”
Dal 2 gennaio 2011 il Museo di via Tasso non avrà più la copertura finanziaria necessariaper proseguire la sua attività, nonostante l’enorme crescita di visitatori registrata negli ultimi anni. La struttura museale è un ex carcere nazista gestito dal maggiore SS Kappler, dove vennero torturati molti ebrei e partigiani.
“Un luogo così importante per la nostra memoria deve essere assolutamente preservato dalla chiusura, in modo che le nuove generazioni conoscano cosa è successo durante la guerra, nel nostro paese – così Federica Mariotti viceresponsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti che prosegue : ”E’ importante anche a livello simbolico che si incentivi la conoscenza, per evitare che episodi così oscuri, abbiano a ripetersi”.
Il parallelo dell’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro va subito al disastro di Pompei: “La poca cura di un governo, con i suoi tagli, si esplicita qui a Roma in chiusure museali e a Pompei con il crollo di un antico palazzo romano, diversi esiti ma frutti dello stesso degrado istituzionale. E’ come se – continua la Mariotti – una porta del nostro passato si chiudesse per sempre, tristemente, per questo, ora più che mai è necessario un nuovo impegno”.
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Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Il presidente del Consiglio non può esimersi da un obbligo imposto dalla legge solo perché capo del Governo”
Roma - “Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, deve assoggettarsi a quelli che rappresentano degli obblighi imposti dalla legge, senza nessuna riserva. Se i soldi dei contribuenti vengono utilizzati in maniera impropria, solamente per soddisfare i suoi vizi, certamente i cittadini hanno il diritto di saperlo”. Dura la replica del vicepresidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà, nell’esprimere il suo parere in merito all’invito a riferire rivolto al capo del Governo dal Copasir.
Durante un’intervista rilasciata sul canale La7 dal presidente dell’organo di controllo dei servizi segreti, Massimo d’Alema, al direttore del Tg Enrico Mentana, l’esponente del PD sottolinea come il presidente del Consiglio non abbia intenzione di presentarsi di fronte al Parlamento e di come al contrario ci sia un legge vigente che lo impone. Questa legge stabilisce il diritto e il dovere da parte di tale organo di convocare il premier, che tuttavia in questi anni si è dimostrato un po’ refrattario alle ripetute convocazioni fatte pervenire anche dall’ex presidente Francesco Rutelli.
L’invito rivolto dall’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro è chiaro: “Questa non è l’Italia che vogliamo, è necessario che il presidente del Consiglio attui un drastico cambiamento di stile di vita evitando di abusare dei mezzi messi a disposizione dai cittadini. Oltretutto questi atteggiamenti distolgono l’attenzione su quelle che sono le reali tematiche, come la sanità o il lavoro, che in questo momento preoccupano non poco il nostro Paese”. Soldà aggiunge anche, in tono sarcastico e quasi provocatorio, che “l’unico vizio che forse non graverebbe sul bilancio dello Stato e che eventualmente si potrebbe concedere al presidente Berlusconi è al massimo quello della sigaretta”.
Celebrazioni per il quattro novembre a Roma, le considerazioni di Soldà
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Festa molto importante per la nostra comunità nazionale. Tuttavia, dovremmo attentamente ripensare la missione delle nostre Forze Armate all’estero”
Si è tenuta a Roma la celebrazione della festa delle forze armate. Il programma della manifestazione ha visto il classico sorvolo delle Frecce Tricolore, l’inaugurazione di un’area espositiva tematica con tanto di taglio del nastro ad opera del sindaco Alemanno, tutto ciò alla presenza del governatore Polverini. In occasione di questo evento il Governo ha diffuso sui principali media anche uno spot celebrativo.
Al di là dell’evidenza sfarzosa della ricorrenza tuttavia, continua l’escalation di feriti e di morti che coinvolgono il contingente italiano in missione all’estero. “Evento molto importante, che sottolinea il nostro legame nazionale, che tuttavia viene rovinato da quanto avviene alle nostre divisioni in cosiddette azioni di pace – così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti – Il consuntivo ci deve far preoccupare e riflettere. La pace non c’è dove ci sono perdite di vite umane siano queste civili o militari”.
L’invito dell’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro è esplicito: “Dovremmo attentamente rivalutare l’opportunità di mantenere le nostre truppe in quegli scenari”.
Soldà, inoltre, coglie l’occasione per sottolineare un altro aspetto che attualmente mina quell’immagine di paese unito e solidale: “Una breve osservazione va fatta sulla attuale situazione del premier: tutte le notizie bislacche e le dichiarazioni compromettenti che quotidianamente provengono dai suoi comportamenti minano le fondamenta di quel riconoscimento che si vorrebbe recuperare con parate e sfarzo apparente”.
Il viceresponsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti: “Il Governo lancia un segnale negativo rispetto alle direttive dell’Unione Europea”
Roma – Secondo quanto denunciato da un Rapporto del Wwf Italia, i fondi destinati al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare saranno ridotti del 60 per cento. La cosiddetta “Legge di stabilità” (o ex Finanziaria) ha predisposto per il 2011 un taglio secco ai finanziamenti per il settore: da un miliardo e 649 milioni di euro stanziati nel 2008 ad appena 513 milioni. Inoltre, nel triennio successivo i soldi indirizzati alla tutela di quello che rappresenta il patrimonio naturale del Belpaese saranno ulteriormente diminuiti fino ad arrivare a 504 milioni nel 2012 e 498 milioni nel 2013.
“Questi tagli decisi alla tutela dell’ambiente rappresentano un vero e proprio segnale negativo nei confronti di quelle che sono le direttive europee in materia di sviluppo di un sistema più ecosostenibile”, commenta a tal riguardo il viceresponsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti, Marcello Ribera. “Il Governo deve prestare maggiore attenzione a queste tematiche fondamentali e soprattutto cosi delicate per un territorio come il nostro che vanta un patrimonio naturale e ambientalistico unico. Oltretutto i segnali che l’Esecutivo manda sono assolutamente controcorrente rispetto alle linee indicate da Bruxelles e lasciano l’Italia indietro rispetto a tutti gli altri Paesi dell’Unione”.
A tal proposito l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro prende spunto per ricordare che “l’Italia dei Diritti insieme con l’ IdV si stanno particolarmente attivando a favore di una proposta di legge di iniziativa popolare a sostegno delle fonti rinnovabili presentata da Legambiente, per l’attuazione del Protocollo di Kyoto e del pacchetto clima 20-20-20 che si prefigge di abbattere del 20% le emissioni di gas-serra entro il 2020”.
Il viceresponsabile per la provincia di Parma dell’Italia dei Diritti: ” Ingente danno inflitto alla cittadinanza perbene che attende che i funzionari pubblici si comportino come seri incaricati del popolo”
La Procura della Repubblica di Parma ha inviato sette avvisi di garanzia ad importanti esponenti politici dello stesso Comune emiliano, l’ipotesi di reato prospettata è abuso d’ufficio. Le indagini riguardano tra gli altri il primo cittadino Pietro Vignali.
“Siamo d’accordo con l’apertura dell’inchiesta in quanto già da tempo era evidente una palese violazione del decreto emesso da Brunetta, che prevedeva un giro di vite nel numero delle pubbliche assunzioni – così a tal riguardo dichiara Paolo Leporati, viceresponsabile per la provincia di Parma dell’Italia dei Diritti - Nella città ducale erano previste 6 assunzioni, invece delle effettive 18 stipulate in un periodo che va dal 2005 al 2008, ognuna delle quali remunerata da stipendi d’oro valutati tra i 50.000 e i 200.000 euro”.
In un periodo in cui di certo la politica non spicca per grandi dimostrazioni etiche e di fiducia, l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, non perde l’occasione per lanciare un invito alla serietà: “Siamo di fronte ad un ingente danno inflitto alla cittadinanza perbene che attende che i funzionari pubblici si comportino come seri incaricati del popolo, e giorno dopo giorno, purtroppo è costretta a vedere la propria fiducia calpestata”.
“Ricordando che qualche sussurro di una partecipazione del sindaco ai menage del premier emergerebbe da dichiarazioni di sedicenti escort – conclude Leporati – l’auguro che si può rivolgere al sindaco è quello di dimostrare la propria innocenza e finalmente concentrarsi sul lavoro necessario e urgente, tuttavia finora dimenticato, per Parma e la sua cittadinanza”.
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La viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti: “È la storia italiana che si ripete. L’omertà ha nascosto problemi nell’edilizia già precedenti alla catastrofe”
L’Aquila – La Procura distrettuale antimafia del capoluogo abruzzese ha interrotto l’attività di tre ditte edilizie impegnate nella ricostruzione post-terremoto, presumibilmente collegate alla ‘ndrangheta. “Le infiltrazioni mafiose erano prevedibili – ha dichiarato Barbara Del Fallo, viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti –, in quanto era chiaro che l’accaduto avrebbe attirato l’interesse dell’edilizia nazionale, ma non è un problema di oggi. La stessa catastrofe è senza dubbio imputabile a responsabilità soggettive e all’omertà dilagante negli uffici preposti, poiché alcuni edifici non sarebbero nemmeno dovuti crollare”.
Delle aziende implicate, due sarebbero settentrionali e una del Sud, quella che al momento risulterebbe maggiormente coinvolta. Osserva la Del Fallo: “Saviano docet: le infiltrazioni mafiose nel ‘settore del mattone’ ci sono sempre state. Le macerie aquilane sono il risultato di un lavoro che nasce nelle mani delle organizzazioni di stampo criminale. L’accaduto è l’effetto di una situazione degradante che gli stessi media hanno sempre taciuto”.
Concludendo, l’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro ribadisce: “La storia italiana ci insegna che la speculazione edilizia e la corruzione sono caratteristiche del nostro Paese e tutti avrebbero dovuto essere più vigili e denunciare precedentemente queste gravi vicende per evitare ciò che poi si è verificato. Ora si parla del post-terremoto, ma la realtà è che quello a cui stiamo assistendo oggi non è altro che la reiterazione di una cattiva abitudine italiana”.
La viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti : “La difficoltà nel reperire personale è collegata alla difficoltà di formare. Esiste un impoverimento in quelle professioni che fino a pochi anni fa erano accessibili a tutti i cittadini”
Savona - Cresce l’allarme nella sanità pubblica savonese, gli operatori socio-sanitari e gli infermieri che attualmente e nei mesi a venire lasceranno il lavoro non potranno essere rimpiazzati da altrettanti colleghi. Una situazione di sofferenza per le strutture pubbliche che preoccupa i sindacati e la Rsu Aziendale i quali, hanno scritto in merito, alle autorità regionali e al direttore generale dell’Asl.
“Sono parecchi anni – analizza Antonella Silipigni viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti - che la situazione si conosce, la difficoltà nel reperire personale è collegata alla difficoltà di formare. In misura sempre maggiore, abbiamo avuto un impoverimento, come da recenti dati di Confindustria, proprio in quelle professioni che fino a pochi anni fa erano accessibili a tutti i cittadini, per le quali ora, attraverso un cambiamento culturale, per via anche di riferimenti che vengono dall’alto si è incentivata una professionalizzazione più accademica che altro, limitando quello che poteva essere un bacino di utenza universitario riferito a questo tipo di occupazione. Voler avere cittadini soltanto avvocati e professionisti – prosegue la Silipigni - è interessante, in definitiva però abbiamo bisogno di artigiani, di infermieri, di lavoratori che si adoprino in professioni considerate umili che umili di fatto non sono.”
Nelle strutture pubbliche, l’evidente penuria di paramedici genera non pochi disagi, gli infermieri costretti loro malgrado alla copertura di più turni, agli straordinari e a rinunciare ai giorni di riposo, fisicamente si affaticano con il rischio che a pagarne le conseguenze siano i pazienti.
“L’incentivo – sottolinea l’esponente ligure- ad ampliare la formazione interna e non, è sempre stato limitato. Quella dell’infermiere è una professione accessibile purché venga presentata nei piani formativi scolastici, se non si parte dall’inizio, è difficile che poi si prenda una decisione in seguito. Questo lavoro, ed è un dato da rilevare, viene sempre più svolto da personale non comunitario o non italiano proprio perché sono coloro che più facilmente accettano di espletare questa attività . A mio avviso però non è così scontato che gli italiani più giovani non abbiano l’aspirazione di farlo. Culturalmente si è un po’ abusata l’idea di avere una nazione di ‘intellettuali’ dimenticando che il nostro è stato certamente un popolo di inventori ma anche di uomini che fisicamente hanno costruito quanto c’è di buono in Italia, partendo dall’artigianato fino alle professioni meno conosciute. Non possiamo – chiosa l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - imputare sempre la colpa ai ragazzi, sovente gli adulti non vanno loro in aiuto, non facendo comprendere l’importanza di professioni diverse da quelle che sono sotto la luce dei riflettori.”
Il responsabile per le Mafie e la Criminalità Organizzata dell’Italia dei Diritti: “Non è tollerabile avere un governatore con un simile curriculum. La politica deve mantenere la schiena dritta”
Roma – “Troppa politica intrecciata con la criminalità organizzata. In alcuni territori ormai la mafia non è più nella politica, ma è la politica. Non è tollerabile avere un governatore come Lombardo, addirittura leader di un partito presente in Parlamento, con un simile curriculum”. Lo dichiara Francesco Barbato, responsabile per le Mafie e la Criminalità Organizzata dell’Italia dei Diritti, commentando le rivelazioni dei pm della Procura di Catania, secondo i quali Raffaele Lombardo, presidente della Regione Sicilia, avrebbe avuto frequenti contatti con i boss delle cosche catanesi. In base alle 583 pagine di richiesta di misure cautelari verso politici e imprenditori presentate dalla Dda di Catania, il segretario dell’MpA risulta indagato, insieme con il fratello, per concorso esterno in associazione mafiosa. I magistrati parlano di “provata esistenza di risalenti rapporti, diretti e indiretti, degli esponenti di Cosa Nostra con Raffaele e Angelo Lombardo”, testimoniati da incontri e riunioni con membri delle famiglie Santapaola ed Ercolano, volti a richiedere loro finanziamenti per la campagna elettorale del 2008.
In merito allo stringente sodalizio tra associazioni di stampo mafioso e istituzioni pubbliche, Barbato esprime la sua preoccupazione: “Al di là della rilevanza penale che possono avere le inchieste della Procura antimafia siciliana, resta il dato di esponenti politici che hanno rapporti, frequentazioni e condivisioni con la criminalità organizzata. La politica, per recuperare il contatto con i cittadini, deve legarsi di più all’etica e alla morale. Come dico spesso – incalza deciso il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – costa tanto non prendere neanche un caffè con determinate persone, ma è l’unica strada per far mantenere la schiena dritta alla politica e riavvicinarla alla comunità nazionale”.
La responsabile per i Trasporti dell’Italia dei Diritti : “È stata fatta una trattativa truffa, in cui a pagare sono stati i dipendenti di un’azienda che è stata accompagnata al fallimento”
Roma - “Sabelli ha fatto una dichiarazione che mette in luce quelle che sono sempre state le intenzioni del Governo riguardo la compagnia aerea di bandiera. È stata fatta una finta trattativa, una trattativa- truffa, in cui a pagare sono stati i dipendenti di un’azienda che è stata accompagnata al fallimento e tutti gli italiani che per molto tempo dovranno continuare a saldare i debiti di Alitalia che sono stati spalmati su tutti i cittadini”.
Sentita e comprensibilmente dura la replica di Maruska Piredda, responsabile per i Trasporti dell’Italia dei Diritti alle parole di Rocco Sabelli, amministratore di Cai-Alitalia. L’a.d. svelando, sostanzialmente, un accordo tra Italia e Francia, ha infatti auspicato e suggerito tra le righe agli azionisti, i quali dal 2013, saranno liberi di vendere le loro quote, la fusione con Air France.
La Cai viene così relegata al ruolo di compagnia di passaggio, contrariamente ai proclami e alle promesse fatte durante la dolorosa trattativa del 2008.
“Ci ricordiamo – prosegue la Piredda - che il presidente del Consiglio durante la sua campagna elettorale aveva sponsorizzato e voluto fortemente la vendita di Alitalia ad un gruppo di imprenditori-amici principalmente per una motivazione politica, asseriamo noi oggi, non certo per un tornaconto economico della compagnia stessa e soprattutto del paese Italia. La compagnia – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro - è stata praticamente regalata alla Cai, è stata svenduta, a questi signori è stato fatto poi un prestito- ponte di 300 milioni di euro e benché certa stampa si preoccupasse di avallare le tesi del premier, a mio parere perché si era in campagna elettorale, i dipendenti gridavano a gran voce il fatto che questo fosse un passaggio di mano temporaneo, messo in atto per garantire una più certa vittoria alle elezioni a discapito del lavoro di centinaia di persone che ad oggi sono ancora in cassa integrazione, di dipendenti che erano precari da 10 anni che non sono stati più richiamati, dell’azzeramento dei diritti dei lavoratori e dell’epurazione da parte dell’azienda di tutti coloro che avevano manifestato contro la cordata, di quanti avevano fatto parte dei sindacati che non avevano firmato l’accordo con la compagnia”.
Una speculazione sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini, uno sviluppo prevedibile di una vicenda annosa che attualmente non pare trovare il giusto spazio nelle cronache mediatiche.
“Air France – conclude la responsabile dell’Italia dei Diritti - avrebbe ridotto perdite del personale di circa la metà e si sarebbe accollata anche i debiti della compagnia stessa, la quale invece è stata furbescamente divisa in full company, regalata agli imprenditori della cordata Cai e – chiosa la Piredda - in bad company, ossia la parte comprendente tutti i debiti della compagnia, che è stata donata a tutti gli italiani”.
Il viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: Pretendiamo da Trenitalia interventi adeguati all’utenza che attende risposte immediate e concrete”
– Ancora disagi per i pendolari che quotidianamente fanno affidamento sul treno regionale Brindisi – Taranto. Sono studenti, professori e lavoratori, per lo più abbonati, provenienti da Lecce, che in molti casi proseguono per Bari. Ieri mattina, infatti, i passeggeri in attesa del treno delle 7,20 alla stazione di Latiano (BR) non sono stati ammessi in vettura dal personale di bordo, in quanto i soli 145 posti erano tutti occupati.
“Le problematiche e i disservizi creati da Trenitalia attraverso l’uso del cosiddetto Minuetto sono ormai quotidiane – nota Vincenzo Anelli, viceresponsabile regionale per la Puglia dell’Italia dei Diritti –. Quello che colpisce maggiormente è che i cittadini devono subire disagi anche a prescindere dai prezzi dei biglietti, dato che anche i Frecciarossa e similari iniziano a registrare ritardi”
L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro rivolge pertanto un invito agli enti locali, gestori della tratta in convenzione con Trenitalia e alla stessa società ferroviaria: “Ci chiediamo se si intenda continuare sulla strada dei tagli, iniziata già da qualche tempo con la cancellazione o il declassamento degli Eurostar dalla Puglia per Roma e Milano, e se quello dei trasporti - continua Anelli – sia da considerarsi un business ormai da privatizzare e da assegnare ai tanti ‘capitani d’industria’, leggi Luca di Montezemolo, o devono rimanere un servizio pubblico”.
A tal proposito la posizione di Anelli è chiara: ”La pubblica fornitura del servizio è fuori discussione e quindi, in quanto tale, vorremmo sapere quali interventi gli enti locali e i nostri eletti intendono fare su Trenitalia per pretendere un radicale cambiamento di gestione ed un trattamento adeguato dell’utenza, che attende risposte immediate e concrete”.
Il responsabile per la provincia di Bologna dell’Italia dei Diritti: “Le agitazioni del Pratello rientrano in un clima di penalizzazione che il nostro Governo porta avanti ostacolando la sopravvivenza di numerose strutture pubbliche e private”
Bologna – “Le agitazioni sindacali che hanno coinvolto di recente il carcere di Pratello, rientrano in un clima di penalizzazione che il nostro governo porta avanti ostacolando la sopravvivenza di numerose strutture pubbliche e private. La Regione non appoggia di certo questo comportamento e forse, per tale motivo, l’Emilia Romagna è sfavorita in maggior misura”. Dure le parole del responsabile per la provincia di Bologna dell’Italia dei Diritti, Marcello De Giorgio, nell’esprime il suo parere in merito al grido di allarme lanciato dai rappresentati dei lavoratori della polizia penitenziaria del carcere minorile bolognese, a causa della condizione di sovraffollamento della struttura e dell’enorme mole di lavoro a carico degli esigui dipendenti. Molti detenuti sono infatti costretti a dormire a terra in quanto non ci sono più posti letto, e gli agenti di polizia si sono visti revocare ferie e permessi per non lasciare la gestione priva di personale.
“Se il centrodestra non intende promuovere un’inversione di tendenza – incalza l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, problemi come quello sorto nella struttura del Pratello, si intensificheranno ancor di più. Mi chiedo se gli eccessivi disagi dei reclusi minorenni non faciliteranno episodi ben più gravi, penso ad esempio ai suicidi. Non mi stupirebbe tutto questo, purtroppo negli altri penitenziari dove i detenuti sono maggiorenni, tragedie del genere sono all’ordine del giorno”.