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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

Con una battuta Berlusconi attacca il mondo gay, lo sdegno della Lusi

La responsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti: “L’attenzione dell’opinione pubblica a queste notizie è un controsenso rispetto alle grandi questioni dell’economia italiana o della disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile”


Roma – “In un momento in cui le politiche inerenti i diritti civili tengono banco nel Parlamento europeo, l’Italia sembra fare enormi passi indietro tanto da essere definita da El Mundo, il principale quotidiano della destra spagnola, come uno dei paesi più sessisti d’Europa, dove anche le donne sono assenti nei consigli di amministrazione delle imprese e in cariche di rilevanza pubblica e dove le ministre sono solite diventarlo a causa delle loro faccette graziose”. Con questo primo commento la responsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti, Patrizia Lusi, accoglie la notizia delle ultime dichiarazioni rilasciate da Silvio Berlusconi, in merito al caso della giovane marocchina al centro dell'indagine della Procura di Milano su presunte feste a luci rosse organizzate nella villa di Arcore e dove si presume coinvolto il presidente del Consiglio dei ministri. Ironizzando sulla vicenda, il premier ha affermato di preferire le donne, rallegrandosi di non essere gay, scatenando così l’ira di tutta la comunità omosessuale e di altri esponenti della politica e non.

 

“La frase di Berlusconi ha fatto il giro del mondo sulla stampa estera, la quale si dice concorde nel ritenere che considerazioni di questo genere altro non fanno che aumentare il clima di omofobia e razzismo nei confronti di tutto ciò che ancora è percepito come diverso. La totale perdita di lucidità del premier italiano è sotto gi occhi di tutti – continua imperterrita l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, il quale pressato dagli ultimi scandali con la ‘suffragetta’ di turno e incapace di reagire, si sforza di voler dimostrare l’indifferenza nei confronti della vicenda sfoderando il meglio del suo repertorio ‘da macho’, mentre il Parlamento è bloccato sulle grandi questioni civili”.

 

Poi la Lusi ricorda come in Italia non ci sia una legge che tuteli le coppie di fatto e che tutti i tentativi per cercare di realizzarne una, sono stati boicottati dalle forze politiche di centrodestra e dal Vaticano. A questo si deve aggiungere che: “Negli ultimi mesi si sono verificati numerosi attacchi contro gli omosessuali a causa del loro orientamento sessuale, e i pochi che si dichiarano apertamente fanno notizia sul giornale tanto da essere considerati meteore”.

 

 

La rappresentate del movimento extraparlamentare a tutela dei diritti dei cittadini continua nel suo ragionamento: “Lungi dal voler giudicare cosa un uomo faccia tra le mura di casa, episodi di questo genere possono passare in secondo piano, soprattutto nel caso di contesti economici e politici in cui fervono le riforme e le iniziative per stimolare la crescita di un paese lasciato alla sbando. Immaginare che l’attenzione dell’opinione pubblica possa essere distratta da battute o racconti di ‘notti brave’ della  sua classe dirigente è un controsenso rispetto alle grandi questioni non risolte come lo stallo dell’economia italiana o la disoccupazione, soprattutto quella giovanile e femminile, che continua ad avanzare senza sosta”.

Minacciato l’ex ministro Guidi, il parere di Soldà

Il vicepresidente dell’ Italia dei Diritti: “Mi indigno di fronte a questo atto e spero siano individuati i colpevoli”

 

 

Roma – Lunedì scorso sconosciuti hanno fatto irruzione nell’abitazione di Antonio Guidi, ex ministro e ora delegato del sindaco per le Politiche della disabilità, in Via Margutta. Nonostante molti oggetti di valore fossero presenti nell’abitazione, non è stato portato via nulla ma solo un paio di scarpe da ginnastica sono state spostate e messe davanti alla porta d’ingresso. Ancora una minaccia al delegato che si batte da tempo affinché siano rispettati i diritti dei disabili che a Roma vedono  sempre più spesso occupati i posteggi e gli scivoli a loro dedicati da automobilisti  e ambulanti indisciplinati.

 

“Mi indigno per l’atto intimidatorio ai danni del delegato Guidi e mi auguro che siano individuati e perseguiti i colpevoli” commenta Roberto Soldà , vicepresidente dell’ Italia dei Diritti.

“Roma – aggiunge il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – è ben lungi dal trovare una soluzione al problema delle barriere architettoniche. Incuria, poca organizzazione e scarsa educazione civica sono ancora sotto gli occhi di tutti e nonostante ci sia un delegato del Comune di Roma chiamato ad individuare i problemi dei disabili per poi trovare le soluzioni, i risultati ancora non ci sono”.

Sindaco vuole fuori da Parma stranieri non registrati in anagrafe. L’ira di Leporati

Il viceresponsabile per la provincia di Parma dell’Italia dei Diritti:”Annuncio spot preelettorale, serve più tolleranza e una spinta nuova per l’integrazione multietnica”

 

 

Parma, 29 ottobre 2010 –  In un recente comunicato il sindaco di Parma Pietro Vignali ha dichiarato che gli stranieri che soggiornano in città per più di tre mesi che risultano non  iscritti all’anagrafe comunale devono essere allontanati. Questa proposta avrebbe lo scopo di ridurre la prostituzione e i vari reati registratisi nel capoluogo.

“L’allontanamento forzato dal territorio non risulta essere compito dell’Amministrazione Comunale ma della Questura – così a tal riguardo dichiara Paolo Leporati, viceresponsabile per la provincia di Parma dell’Italia dei Diritti – Dobbiamo, per forza di cose, registrare questa proposta come un mero spot elettorale, in attesa delle elezioni dell’anno prossimo”.

L’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro, sostiene inoltre che: “Chi viene eletto in una lista civica, deve mantenere fede al patto programmatico che lo ha espresso. Tali provvedimenti appaiono circondati da un fumo ideologico leghista e questo non va bene”.

L’analisi di Leporati non dimentica di lanciare un appello a istituzioni e cittadinanza: “Bisogna superare i pregiudizi nei confronti di coloro i quali vengono nel nostro paese per sfuggire ad una vita di miseria e povertà. Quella italiana sta diventando sempre più una realtà multietnica per cui dobbiamo prendere spunto da nazioni quali la Francia e l’Inghilterra, dove il processo di integrazione si trova ad un livello più avanzato. In Italia le leggi, efficaci per intraprendere un percorso virtuoso esistono, basta metterle in pratica”.

 

Emergenza rifiuti anche in Sicilia, Soldà preoccupato

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Bisognerebbe dare un esempio di trasparenza cosicché nessuno possa pensare che intorno alla discarica di Bellolampo ruoti la criminalità organizzata”

 

Roma, 2 novembre 2010 - “A pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini”, questo il primo commento di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, alla notizia che a Palermo, Raisi, Bagheria e in tutti i piccoli comuni che uniscono Punta Raisi al capoluogo siciliano, da giovedì scorso è stata sospesa la raccolta dei rifiuti. Il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Piero aggiunge: “Chi paga la tassa sui rifiuti non dovrebbe trovarsi sotto casa, e per tutta la città, cumuli d’immondizia; avrebbe diritto ad una situazione ben diversa, da Paese civile e non da terzo mondo”.

I commissari straordinari, che hanno in consegna l’Amia, l’S.p.A. che ha come unico socio il Comune di Palermo e si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti della zona, sostengono che si tratti solo di un disagio momentaneo, dovuto ai guasti che hanno messo fuori uso due dei tre, trituratori della discarica di Bellolampo.

“Ci sarà sicuramente una spiegazione per questo disservizio recato ai cittadini siciliani – continua Soldà –, ma non può certo essere un’attenuante, né tantomeno una giustificazione per chi ha il compito di prevenire situazioni di emergenza di questo tipo”. E ancora: “I commissari straordinari, nominati proprio per gestire in modo consono l’Amia, dovrebbero organizzare le risorse disponibili e gestire le capacità professionali necessarie per sistemare al più presto la situazione, sempre che ne siano all’altezza. Quando si parla dei rifiuti – conclude il vicepresidente dell’Italia dei Diritti – si fanno largo sempre situazioni, per così dire, ‘estranee’ che purtroppo, soprattutto nel meridione, fanno dubitare che ci sia una gestione efficiente del settore. Sarebbe opportuno perciò, anche per questa ragione, dare un esempio di trasparenza cosicché nessuno possa pensare che situazioni ‘strane’, come quella che ruota intorno alla discarica di Bellolampo, siano collegate in qualche modo alla criminalità organizzata”.

Violenza contro disabile a Tor Bella Monaca. Ferma condanna dell’Aprile

La responsabile per l’VIII Municipio di Roma dell’Italia dei Diritti: “Questo episodio va ad iscriversi in una sequenza di violenza innescata dal degrado sempre più evidente”

 

 

Roma, 29 ottobre 2010 –  “Condanno ogni episodio di violenza, soprattutto quando questi hanno per vittime persone disabili.” Questa è la dichiarazione di solidarietà di Antonella Aprile responsabile per l’VIII Municipio di Roma dell’Italia dei Diritti, all’indomani dell’aggressione subita da un portatore di handicap, da parte di un giovane di 25 anni per futili motivi nel quartiere di Tor Bella Monaca – Questo episodio va ad iscriversi in una sequenza di violenza innescata dal degrado crescente in cui sta scivolando il quartiere”.

L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro si sofferma a commentare, inoltre,  l’iniziativa del sindaco Alemanno che prevede una ricostruzione integrale della zona per far fronte a questi problemi sociali: “Dobbiamo ricordare che la violenza nasce dalla qualità della vita sempre più bassa a cui sono costretti gli abitanti, con la carenza di strutture ricreative e di aggregazione, di possibilità di impiego e vita comune. Abbattere per ricostruire risulterà un paliativo che non sconfiggerà la violenza dilagante”.

 

Tè e caffè nei cimiteri di Milano, la Martino critica la Moratti

La responsabile meneghina dell’Italia dei Diritti:“Iniziativa bizzarra e di cattivo gusto. Si occupi delle scuole, piuttosto”

 

 

Milano, 2 novembre 2010 - “Mi lascia perplessa. La trovo un’iniziativa bizzarra e, sotto certi versi, anche di cattivo gusto”. Così la responsabile milanese dell’Italia dei Diritti Annalisa Martino ha commentato, nel giorno della commemorazione dei defunti, l’iniziativa del sindaco di Milano Letizia Moratti di far distribuire da Milano Ristorazione, l’azienda municipalizzata che solitamente fornisce i pasti alle mense scolastiche, oltre diecimila bevande calde a coloro che si recavano in visita presso i quattro cimiteri cittadini tra il 31 ottobre ed il 1° novembre.

 

“La visita ai cimiteri – ha aggiunto l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – dovrebbe essere un momento di raccoglimento intimo, di commemorazione e ricordo; renderlo un evento mediatico è una contraddizione in essere”. Ed ha aggiunto: “Inevitabilmente questo provvedimento del sindaco sa di mossa elettorale che nasce dal bisogno di raccogliere consensi. Ancora una volta – conclude la Martino – Palazzo Marino ha affrontato una spesa che si può definire inutile senza occuparsi di una priorità come la scuola pubblica che versa in condizioni di grandissima difficoltà”.

Al Nord primato raccolta differenziata, il giudizio di Vedova

Il responsabile per l’Ambiente  dell’Italia dei Diritti: “È doveroso guardare agli ottimi risultati ottenuti a livello locale, per poi estendere tali abitudini al resto d’Italia”

 

Roma – “Questi dati non fanno altro che confermare come le regioni del nord d’Italia siano quasi sempre in anticipo rispetto a quelle del sud, anche se in alcuni comuni del Mezzogiorno con bassa densità di popolazione si stanno riscontrando forti miglioramenti a difesa del territorio”. Questo è il primo commento rilasciato dal responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti, Alberto Maria Vedova, a proposito dei dati pubblicati da Federambiente relativamente alle città italiane più ‘virtuose’ nella raccolta differenziata dei rifiuti. Dall’indagine condotta risulta, per esempio, che a Venezia vengono destinati nelle cave solo il 3% degli scarti, a Bologna il 19%, mentre a Roma la quota sale all'80%. A livello regionale, invece, in testa per il riciclo del materiale ci sono Lombardia ed Emilia Romagna, mentre detengono il primato per la percentuale più alta di spazzatura in discarica Campania e Sicilia.

 

“Ritengo fondamentale la volontà di cambiare, e questo sarà possibile non solo attraverso un’adeguata campagna promozionale volta a migliorare la qualità dello smaltimento differenziato degli scarti – continua Vedova –, ma anche attraverso l’avvio della raccolta porta a porta, come avviene già a Milano, e, non per ultima, la messa al bando definitiva dei sacchetti di plastica”.

 

L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro prende poi spunto dal positivo obiettivo raggiunto dal comune di Villanova d’Albenga in provincia di Savona, dovuto al recente primato assegnatogli da Legambiente grazie al superamento della soglia del 45%, della raccolta differenziata: “Esempi come questo ci mostrano come sia doveroso guardare alla buona esperienza prodotta a livello locale, nei quartieri di città o nei piccoli comuni. La strada per espandere tali abitudini anche al resto d’Italia è indubbiamente tortuosa – conclude Vedova – ma non impossibile”.

 

Ancora morti sospette nelle carceri di Roma, la Bellantuoni chiede chiarezza

La viceresponsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “Dopo più di un episodio, l’abuso di potere non è più soltanto un’ipotesi”


Roma, 2 novembre 2010 – Dopo i casi di Stefano Cucchi e Simone La Penna, il carcere romano di Regina Coeli torna a far parlare di sé con tre decessi sospetti, riconducibili a detenuti annoverati nella cosiddetta lista degli invisibili: carcerati stranieri la cui scomparsa è certificata da una sommaria ricostruzione dei fatti. Nel lungo elenco si ritrovano diversi nominativi come quelli di Marko Hadzovic, Paolo Iovanovic, Mija Diordevic, cittadini dell’ex Jugoslavia aventi delle storie destinate ad alimentare le ombre sul nostro sistema carcerario. I sospetti nascono dalla facilità con cui si preferisce ricorrere all’archiviazione piuttosto che a un’indagine volta ad accertare le responsabilità di chi, in virtù del proprio ruolo, dovrebbe vigilare e garantire la sicurezza nelle carceri.

A tal proposito Manuela Bellantuoni, viceresponsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, osserva come “anzitutto è un bene che si stia facendo luce su questi casi, soprattutto grazie ad alcuni esponenti del nostro parlamento. Dopo più di un episodio, l’abuso di potere non è più soltanto un’ipotesi ma inizia ad essere una conferma delle responsabilità di coloro che lavorano negli istituti penitenziari e dovrebbero essere custodi, non carnefici, dei detenuti. Un sistema omertoso – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – potrebbe coprire le colpe di chi vigila sull’integrità fisica e morale dei reclusi, come accaduto nel caso di Stefano Cucchi, che solo dopo una serie di indagini mediche si è arrivati a scoprire essere stato oggetto di maltrattamenti senza note motivazioni”.

 

Soldà appoggia evento pro-Abruzzo organizzato a Roma

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “L’iniziativa realizzata in questi giorni a favore dei terremotati va senza alcun dubbio premiata e mi auguro che il messaggio arrivato sia quello di speranza e di un nuovo inizio”

 

Roma – “L’iniziativa realizzata in questi giorni a favore dei terremotati va senza alcun dubbio premiata e mi auguro che il messaggio arrivato sia quello di speranza e di un nuovo inizio”. Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà, esprime con queste parole il suo giudizio positivo riguardo alla recente manifestazione dal nome ‘L'Ambasciata dell’Aquila a Roma’, promossa dall’Associazione no profit ‘L’Aquila siamo noi’, e organizzata all’interno del Palazzo dell’Aranciera di San Sisto nella Capitale. Nell’arco di tre giorni, dove il tema sulla ricostruzione post-terremoto ha fatto da padrone, si sono svolti dibatti, incontri e confronti dedicati all'economia, allo sport e al sociale, anche con la partecipazione di alcuni rappresentanti politici del Governo e delle istituzioni locali.

 

“Il mio plauso va a favore di questa associazione senza fini di lucro e a tutte le persone che hanno promosso e partecipato all’evento e che puntano a risollevare il tessuto economico e sociale delle aree colpite dal sisma. Sono della convinzione che ogni momento di aggregazione e di riflessione, privo di qualsiasi forma di demagogia, sia fondamentale per avvicinare tutti gli abruzzesi che negli ultimi mesi hanno perso molto. Spero che la risonanza mediatica dell’incontro avvenuto – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – incoraggi il nostro Governo a risolvere concretamente quanto prima una questione così urgente”.  

 

Il Premier e lo strano rituale del “Bunga Bunga”, la condanna di Soldà

Il  vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Chi detiene un fondamentale ruolo istituzionale non può accostare il suo nome, nemmeno in modo ipotetico, a comportamenti dallo scarso valore etico”



Roma, 29 ottobre 2010 –  “Al di là dei successivi e necessari accertamenti giudiziari che verranno, non possiamo tollerare l’ennesima illazione sulla strana vita privata del Premier” questo è il commento di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, all’indomani della  scoperta del cosiddetto Bunga Bunga, strano rituale raccontato da una minorenne marocchina che vedrebbe coinvolto Silvio Berlusconi. “Chi detiene un fondamentale ruolo istituzionale – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - non può accostare il suo nome, nemmeno in modo ipotetico, a comportamenti dallo scarso valore etico. Condanno anche la compartecipazione, in questa ancora non ben delineata vicenda, di personaggi della ribalta televisiva, che emergerebbero come fiancheggiatori di uno stile di vita che appare sicuramente poco edificante”.

La fiducia nella giustizia è uno dei presupposti da cui parte Soldà: “Attendiamo le indagini con la certezza che gli eventuali illeciti saranno giustamente puniti”.

 

“Fiat meglio senza Italia”, la Ferrari attacca Marchionne e il Governo

La viceresponsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti: “La politica ha fallito un’altra volta, questo è uno schiaffo in faccia al servilismo dei nostri parlamentari e ministri. L’ad Fiat fa il lavoro sporco per il quale è profumatamente pagato”


Roma – “Non mi sorprende assolutamente quello che dice Marchionne, lui fa il lavoro sporco per il quale è profumatamente pagato. L’unico criterio di guida delle corporation è la massimizzazione a breve termine del rendimento finanziario, nella rincorsa continua al profitto, meglio se extra per dare soddisfazioni trimestrali agli azionisti”. Questo il severo commento di Emanuela Ferrari, viceresponsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti, dopo le parole pronunciate nella trasmissione televisiva “Che tempo che fa” dall’amministratore delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, il quale ha dichiarato polemico che “la Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l’Italia”. Questa frase ha innescato immediatamente un acceso dibattito politico nel quale sono intervenuti i maggiori leader di partiti e sindacati italiani, divisi tra chi condivide e chi critica aspramente le posizioni espresse dal numero uno del Lingotto.

 

“Fin dai secondi anni ’70  – prosegue la Ferrari approfondendo la sua analisi – la principale forza propulsiva dell’economia mondiale è stata l’incessante tentativo delle grandi imprese di riportare con tutti i mezzi possibili il tasso di profitto ai maggiori livelli di vent’anni prima. Tra questi mezzi rientrano la riduzione del costo del lavoro, l’aumento dei prezzi rispetto alle retribuzioni, l’attacco ai sindacati condotto direttamente dallo Stato, che ha reso questi ultimi parte del sistema, passivi e conniventi, e la delocalizzazione delle unità produttive in zone del mondo dove i salari sono minori. Quindi – si domanda ironica l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro – dov’è la novità? Solo il fatto che Marchionne lo abbia detto in televisione chiaro e tondo davanti a milioni di italiani, dando il benservito al Paese senza andare molto per il sottile?”.

 

A tal proposito la Ferrari rincara la dose puntando il dito contro le strategie industriali dell’attuale Esecutivo: “La politica ha fallito un’altra volta, questo è uno schiaffo in faccia al servilismo dei nostri parlamentari e ministri, i quali per anni hanno pensato che avessimo dei grandi capitani d’industria, mentre sanno benissimo che si tratta solo di società fiduciarie all’estero, dove giacciono patrimoni personali in attesa del prossimo condono,  e  che non hanno  mai rivolto un pensiero al 98% del tessuto economico delle piccole medie imprese industriali, artigiane, commerciali, le quali hanno sempre tirato il carro dell’economia, lottando strenuamente con il sistema bancario e con il delirio di Basilea 2. Lo Stato ha sempre  ignorato e vessato queste aziende con prelievi fiscali iniqui, con pagamenti capestro e con una tassazione del costo del lavoro esosa rispetto alla media europea, quasi a volerle sopprimere fisicamente”.

 

Poi, ritornando sulle dichiarazioni dell’ad di Fiat, Emanuela Ferrari indica la via da seguire: “Il Governo la smetta di pensare ai Marchionne di turno e investa il proprio tempo e le proprie energie per combattere la corruzione e l’evasione fiscale, affinché si possa imprimere fiducia agli investimenti esteri, ricreare occupazione e soprattutto dare ossigeno alle Pmi,  che sono in apnea a causa della crisi, senza perdere tempo ulteriore a rincorrere una gratitudine morale che non ci sarà”.

 

 

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