Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti:”Un dato allarmante che ci fa capire come la sicurezza sia un problema sociale ancora da risolvere”
Roma – Un bottino di 2 milioni di euro ed oltre 200 colpi messi a segno nel solo periodo del 2010. Sembrerebbero i tabaccai una delle categorie commerciali più frequentate dai rapinatori. La Fit, l'associazione che raggruppa le tabaccherie della Confcommercio, denuncia il dato allarmante che riguarda più di cinquemila esercizi nel Lazio di cui tremila nella sola Capitale. Dal 1993 ad oggi arriva a 20 il numero degli esercenti uccisi nel corso di rapine in tutto il territorio nazionale.
“La situazione è allarmante per questi lavoratori che portano avanti una propria attività. Oltre a rischiare l’onere e tutte le conseguenze economiche dovute ad una rapina c’è anche quello personale e fisico poiché di fatto si mette in pericolo la propria incolumità”. Così interviene il vicepresidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà, nell’esprimere il suo parere sulla questione. “ In questo modo si rischia di mettere in ginocchio le categorie commerciali già largamente colpite da una congiuntura economica sfavorevole e da una crisi di livello nazionale e mondiale” .
“Il problema ci pone davanti anche a dei temi delicati come quello della sicurezza.- continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro. “Il dato denunciato ci fa capire come purtroppo questa sia una questione alla quale non si è data ancora una risposta, una parola priva di contenuto. Se questa è la situazione, sommandola a tanti altri fatti, di conseguenza si capisce come la percezione che il cittadino ha sulla sua sicurezza è tutt’altra cosa rispetto ai dati ufficiali che ci vengono normalmente descritti”.
Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti:“Il conflitto vero che viviamo ogni giorno, sopito e non manifesto, non è tra poveri italiani e stranieri, ma tra bisognosi che non hanno diritti e furbacchioni che godono di privilegi”
Roma – Al contrario di quanto diffuso inizialmente da alcuni giornali locali, il manovale romeno di 62 anni di Fabrica di Roma, in provincia di Viterbo, che la sera del 10 ottobre scorso è stato denunciato per lesioni personali dal conducente di un carro attrezzi, ex-poliziotto, chiamato dai carabinieri per portare via l’auto di un suo amico connazionale in divieto di sosta, sarebbe la vittima e non l’autore dell’aggressione. Questo è quanto si desume dal video filmato con il telefonino dallo stesso protagonista della vicenda, diffuso su internet e ripreso da alcuni telegiornali nazionali.
Sullo spiacevole episodio è intervenuto il responsabile per la provincia di Viterbo dell'Italia dei Diritti, Gualdo Anselmi: “Non la ritengo una storia di razzismo, ma di malcostume, che potrebbe capitare a qualsiasi normale cittadino. Se l'auto fosse appartenuta a una persona ‘importante’ forse ci sarebbe stato un epilogo a lieto fine”.
“Nei mesi e negli anni precedenti a Fabrica di Roma – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – ci sono stati altri episodi di contrasti più o meno violenti tra romeni e italiani. Attualmente i cittadini stranieri sono quasi un migliaio in un paese di 8.000 abitanti e credo fermamente che sia più ragionevole smorzare i toni e non gettare benzina mediatica sul fuoco, ossia non prendere a pretesto questi fatti per accusare da una parte di razzismo e da quell’altra di sciovinismo. Il conflitto vero che viviamo ogni giorno, sopito e non manifesto, non è tra poveri di qualsiasi nazionalità, ma tra bisognosi che non hanno diritti e furbacchioni che godono di privilegi”.
“L'Italia dei Diritti – conclude Anselmi – s’impegna in prima linea per combattere i quotidiani soprusi di una casta politica che aizza i contrasti tra cittadini, allo scopo di poter continuare indisturbata a fare i propri affari”.
Il viceresponsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti: “Occorre raccogliere le denunce e presentarle al Garante per inibire questa scorretta prassi contrattuale.”
Roma ,– Sembrerebbe che ultimamente i clienti della compagnia telefonica Vodafone siano colpiti da una strana attivazione delle promozioni. Sulla base delle denunce pervenute all’Italia dei Diritti, tali promozioni, in genere già attive, si rinnoverebbero automaticamente senza alcuna possibilità di disattivazione da parte dell’utente. A quanto pare, infatti, i tentativi di disattivazione non verrebbero recepiti dal 42100, numero indicato agli utenti via sms, a causa di un ulteriore disservizio.
“Come già accaduto con le fatturazioni errate – dichiara Emiliano Varanini, viceresponsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti – si ripete un’ illecita condotta della Vodafone che viola tutti quei canoni di comportamento – conclude l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro – volti alla tutela del soggetto debole. Occorre raccogliere le denunce e presentarle al Garante per inibire questa scorretta prassi contrattuale.”
Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “Lo Stato ha dimostrato ancora una volta la sua debolezza”
Roma – Ennesima strage senza colpevoli. Dopo trentasei anni, il massacro di piazza della Loggia a Brescia, che provocò otto morti e più di cento feriti, resta privo di mandanti ed esecutori. “Bruttissima pagina d’ingiustizia nazionale”. Così commenta a freddo la notizia un amareggiato Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti.
Dopo quasi vent’anni di indagini e 166 udienze in circa due anni di dibattimento, i giudici della Corte d’assise di Brescia hanno assolto i cinque imputati per insufficienza di prove. “Da questo processo si è evinta chiaramente una mano politica nei fatti - continua Girlando -. Al di là dell’insufficienza di prove, dai rapporti di Zorzi e Maggi con diversi personaggi politici, venuti a galla durante il dibattimento, era palese la connessione tra l’estrema destra e lo Stato”.
Dunque, assoluzione oltre che per l’ex esponente dell’Msi Pino Rauti, già richiesta dalla stessa procura di Brescia, anche per il generale dei carabinieri Francesco Delfino, per l’ex ordinovista Carlo Maria Maggi e per il collaboratore dei servizi segreti Maurizio Tramonte. Revocata, infine, la misura cautelare per l’altro neofascista coinvolto, Delfo Zorzi, ormai cittadino giapponese. “Lo Stato ha dimostrato la sua debolezza - conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -, la quale rimarrà tale fino a quando non si cancellerà definitivamente il segreto di Stato sulle stragi nazionali”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “La maggioranza è incapace di governare. In vista delle elezioni, è necessaria una nuova legge elettorale per ripristinare i rapporti tra elettori e Parlamento.”
Roma, – Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, convocherà in giornata i presidenti della Camera e del Senato per verificare la continuità, o meno, dell’attività parlamentare messa in crisi dopo le dimissioni presentate dai ministri di Futuro e Libertà. Di fronte a tale situazione, la soluzione auspicata dal PDL, riunitosi ieri ad Arcore, è quella di andare avanti per ultimare i lavori sulla finanziaria e sul federalismo. Nelle previsioni della maggioranza, un’altra possibilità è data dallo scioglimento della Camera e dalla convocazione delle elezioni qualora il Governo ottenga il via libera dal Senato. In caso contrario, si potrebbe verificare ciò che invece spera l’opposizione, ovvero la mozione di sfiducia e la fine del berlusconismo.
“Quello che stiamo osservando negli ultimi mesi è inaudito, dichiara Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, analizzando la crisi politica in cui versa il Paese. “Alle problematiche inerenti a una maggioranza ormai incapace di governare – prosegue Soldà – si aggiungono le richieste degli italiani i quali chiedono una nuova legge elettorale, che in questi ultimi anni è mancata, inibendo, così, la scelta della preferenza parlamentare ed eliminando di fatto quel rapporto storico tra cittadini-elettori e parlamento. Comunque sia – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – le parole del presidente Napolitano saranno sagge. Per non portare danni alla macchina dello stato bisognerebbe approvare prima il patto di stabilità, che tutti vogliamo, ma subito dopo il voto.”
La viceresponsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti: “Piena e incondizionata solidarietà ad una donna degna di essere definita tale”
Roma – “Noi tutte dovremmo sentire il peso della vergogna ricaduta sul genere femminile ogni volta che ci capitano davanti immagini come quelle descritte dalla Zanardo, praticamente ventiquattro ore al giorno, fatti alla mano”. Così Francesca Scoleri, viceresponsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti, in merito alla lotta contro l’uso maschilistico del gentil sesso in tv portata avanti da Lorella Zanardo, autrice del documentario “Il corpo delle donne”.
“L’unità a cui fa appello è giusta, saggia, indice di coscienza matura, sensibile alla mortificazione - evidenzia la Scoleri -. Il punto cruciale è che non è colpa degli uomini se la condizione della donna è cosi tristemente degenerata, al punto da essere sempre più spesso rappresentate da bambole gonfiabili. No, la colpa è delle donne e questa è una battaglia fra donne. Fra coloro che vogliono cadere nella trappola dell’apparire a scapito della dignità e coloro che ritengono che l’apparire ha senso solo se in armoniosa presenza di corpo e anima, di cuore e cervello”. Dunque, sostegno massimo dell’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro alla tesi della documentarista, secondo la quale si è arrivati al paradosso che tra donne si commenta il proprio aspetto fisico, attraverso quello che credono essere lo sguardo dell’uomo.
“Diffondiamo l’appello - conclude la Scoleri, sulla controrivoluzione prospettata dalla Zanardo -. Diffondiamolo in televisione, nelle piazze, ovunque, purché si possa risollevare l’indegna rappresentanza, troppo spesso origine di violenza incontrollata da parte di uomini brutali”.
Alemanno vuole più uomini armati in metro a Roma, la reazione della Sassone
La viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti: “Alemanno ha vinto la campagna elettorale facendo leva proprio sul tema della sicurezza. Una volta vinte le elezioni, però, ha tagliato i fondi alle forze dell’ordine.”
Roma, – Per garantire la sicurezza nella Capitale è stata presentata in Campidoglio, dal sindaco Gianni Alemanno e dall’amministratore delegato dell’Atac, Maurizio Basile, un nuova misura anti-criminalità. Lo scopo della proposta è quello di intensificare alla vigilanza nelle stazioni metropolitane più a rischio attraverso un complesso sistema di controllo, operativo tutti i giorni dalle 7 alle 23. Di fatto, verranno introdotte cinque pattuglie di vigilantes nel tratto ferroviario Roma-Lido; 14 squadre, suddivise in due sottogruppi di 7 guardie ciascuna, saranno impiegate per sorvegliare le linee metropolitane A e B, mentre 12 saranno chiamate a ricoprire i percorsi Roma-Viterbo e Roma-Pantano.
“ Anzitutto, dal punto di vista della sicurezza – commenta Antonella Sassone, viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti – Alemanno ha vinto la campagna elettorale facendo leva proprio su questo discorso. Una volta aggiudicate la vittoria elettorale, però, ha tagliato i fondi alle forze dell’ordine incurante delle gravi conseguenze. Non a caso a Roma è prevista la chiusura di 19 commissariati nonostante la protesta dei cittadini. Senza tralasciare la circostanza – ha aggiunto la referente dell’Italia dei Diritti – che anche i commissariati aperti hanno poche risorse a disposizione. La sicurezza deve inoltre essere demandata alle forze dell’ordine che sono garanzia e espressione della volontà statuaria, mentre i vigilantes sono semplicemente dei mercenari. Quanto alla questione del perché si verificano problemi di sicurezza – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – la risposta è che Roma non ha politiche sociali intese, non solo come integrazione degli stranieri e incentivazione della cultura del vivere civile, ma anche come controllo e coscienza sociale che ad oggi non vengono incoraggiate da modelli istituzionali adeguati.”
Il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “I fondi comunitari servono per affrontare le priorità impellenti, non per finanziare spettacoli televisivi”
Napoli – Gli ispettori inviati dal ministero dell’Economia hanno evidenziato nel loro dossier di 236 pagine che gran parte dei fondi europei arrivati nelle casse regionali non sono stati utilizzati per attenuare il forte debito pubblico della regione, bensì per finanziare eventi culturali come la serata di Mare Moda Capri 2007, parte dello sceneggiato Capri 3, il premio Charlot e partecipazioni a fiere a livello europeo come Vinitaly, la Bit di Milano, il Vinexpo di Bordeaux, il Fruit logistica di Berlino, il Prowein di Dusseldorf.
“La nostra Regione ha da tempo delle priorità impellenti da affrontare e partecipare a fiere o finanziare serate e sceneggiati televisivi non credo siano tra queste. Troppo spesso i fondi europei sono utilizzati per attività poco produttive e fini a se stesse” ha sottolineato Angelo di Mauro Viceresponsabile dell’Italia dei Diritti per la Campania .
“L’unica giustificazione che si potrebbe dare ad un simile errato comportamento è che in Campania i fondi che arrivano sono pochi rispetto alla reale necessità del nostro territorio” ha proseguito l’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro “ Bisognerebbe poter avere un salvadanaio in cui congelare il denaro ricevuto per poi poterlo utilizzare nel momento del bisogno, ma le leggi comunitarie prevedono che i fondi arrivati vengano utilizzati entro un determinato periodo di tempo, dopo il quale tornano automaticamente nelle casse europee ”.
La viceresponsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “Chi siede in una posizione privilegiata non guarda più da dove è venuto e perde di vista chi sono gli interlocutori”
Milano – “Il Partito Democratico deve fari i conti, ancora una volta, con un risultato che non aveva previsto e che, di certo, non si augurava”, questo il primo commento di Maruska Piredda, viceresponsabile lombarda dell’Italia dei Diritti, sull’esito delle primarie indette dal centrosinistra per designare il candidato della coalizione alle prossime elezioni comunali milanesi.
“Credo – ha aggiunto la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che questo sia un segnale molto forte, che deve valere come monito per l’intera politica. Troppo spesso, infatti, - ha proseguito - si perde il collegamento con la base, il filo diretto con i bisogni reali dei cittadini e, quando si siede in una posizione privilegiata, non si guarda più da dove si è venuti e chi sono gli interlocutori.”
Quanto alla decisione del segretario regionale Maurizio Martina, del segretario cittadino Roberto Cornelli e del capogruppo Pierfrancesco Majorino di rimettere i propri mandati, la Piredda ha dichiarato: “È sicuramente un atto di coerenza politica e di grande responsabilità”.
La responsabile per l’Economia e le Finanze dell’Italia dei Diritti: “Ciò che serve è una politica che intervenga concretamente, ma in Italia è la grande assente”
Roma, 16 novembre 2010 – L'Eurozona è sempre più in crisi. Irlanda e Portogallo, secondo gli economisti, saranno i prossimi a richiedere assistenza finanziaria al c.d. fondo salva stati istituito dall’Unione Europea lo scorso maggio, con sede a Lussemburgo. Ma il rischio default non preoccupa solo Dublino e Lisbona, infatti all’inaugurazione della due giorni di vertice comunitario, oggi si riunisce l’Eurogruppo e domani l’Ecofin, i dati Eurostat sono impietosi per tutti i Paesi dell’eurozona.
“Sono tempi difficili, il vecchio continente è in grande difficoltà e siamo tutti spaventati”, ha commentato Lilia Infelise, responsabile per l’Economia e le Finanze dell’Italia dei Diritti. Che ha aggiunto: “I paesi emergenti dell'Asia continuano a guidare la ripresa, in questa area saranno creati 14 milioni di nuovi posti di lavoro nei prossimi cinque anni. Stiamo attraversando la crisi del mondo industrializzato. L'Europa è la più colpita, con una disoccupazione che si attesta su 9-10% e che non accenna a ridimensionarsi, un deficit intorno al 7-8% del Pil e un indebitamento pubblico stimato sopra il 100% del Pil, sino al 2014.”
“In sostanza – ha proseguito la sua analisi la responsabile economica del movimento guidato da Antonello De Pierro – si sta delineando il graduale spostamento del baricentro dell’economia mondiale dall’Atlantico al Pacifico. L’unica soluzione, per noi europei, è trasformare completamente il nostro modello di sviluppo, non rincorrendo la fata morgana dei bassi costi, bensì perseguendo e ribadendo i fondamenti culturali dell’Europa: multiculturalità, coesione ed equità, uguaglianza di genere, ricerca e innovazione al servizio di un nuovo contratto sociale tra territori, tra generi, tra generazioni.”
Guardando in casa nostra, la responsabile per l’Economia dell’IdD ha dichiarato: “Non preoccupano tanto i dati sul debito, destinato a crescere ai livelli limite in tutta Europa, quanto la strutturale debolezza del nostro Paese che è entrato nella crisi con una grave fragilità ed ha disatteso ogni aspettativa di intervento profondo e incisivo, per riforme radicali del fisco, del mercato del lavoro, del credito e della ristrutturazione della spesa pubblica”.
“Ciò che serve in Italia, come in Europa, - ha concluso la Infelise – è una politica che intervenga concretamente sulla bassa produttività del lavoro, gli alti tassi di crescita della disoccupazione ed il crescente divario tra i dati strutturali del mercato del lavoro, tra zone maggiormente produttive e resto del Paese. La politica conta, ma è la grande assente in Italia”.
Ufficio Stampa Italia dei Diritti
Addetti Stampa
Giacomo Caracciolo – Antonella Mancini
Capo Ufficio Stampa
Fabio Bucciarelli
Via Virginia Agnelli, 89 – 00151 Roma
Tel. 06-97606564; cell. 347-7463784
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La viceresponsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “Ci troviamo di fronte ad un esempio plateale di malapolitica”
Milano – Nell’area dell’ex cava-discarica di Geregnano, ai confini ovest della città, tra i nuovi centri direzionali in costruzione e il capolinea della metropolitana di Bisceglie, si sta consumando l’ultimo caso di appalti e concessioni edilizie troppo facili. Difatti, l’area è stata sottoposta ai sigilli della Procura in quanto dagli hotspots piazzati a campione sui terreni, emerge l’elenco dei veleni su cui dovevano sorgere due torri d’appartamenti di 30 piani, un gruppo di uffici di 40 piani, un asilo nido e una scuola materna. Il risultato delle rilevazioni è sconcertante: dibromoetano 1.2, tricloropropano 1.2.3, stirene. Tutte sostanze altamente tossiche e nocive.
Il monito della viceresponsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti, Maruska Piredda, è chiaro: “La politica collusa di questo caso risponde a delle logiche di puro soddisfacimento di quell’elettorato che ha contribuito in maniera decisiva alle campagne elettorali. È impossibile dare concessioni in zone ancora da bonificare e, partendo dal presupposto che chi fa politica è in grado di fare dei ragionamenti logici, evidentemente le motivazioni di scelte di questo tipo sono altre”.
L’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro denuncia inoltre “la drammaticità del fatto. In questo modo la fiducia dell’elettorato viene così disattesa lavorando solamente a discapito dei cittadini. Il ragionamento successivo è chiaro: se questi sono i risultati, ci chiediamo a cosa serve questa politica. Soprattutto viene da domandarsi chi ne trae beneficio, se vengono fatte delle scelte di questo tipo che portano a chi fa politica, come risultato, quello di continuare a farla senza limitazioni”.
Negli anni passati erano già state fatte varie segnalazioni e indagini (un’inchiesta comunale del 1998-99, un parere della Regione Lombardia del 2002, le sospensive e le richieste di integrazione della Conferenza dei servizi) che denunciavano gli alti rischi e ammonivano l’edificazione su quel territorio. A tal proposito, la Piredda conclude commentando che: “Il terreno nocivo era già stato segnalato in precedenza, e gli stessi Comune, Provincia e Regione non riescono a mettersi d’accordo, delegando a vicenda le responsabilità di tale episodio verso quell’elettorato che lo ha legittimato”.