Antonello De Pierro, presidente del movimento extraparlamentare: “Era ora che il Governo ci ascoltasse dopo le nostre denunce, ma ora spero che non ci siano ulteriori ritardi nel raggiungere le aree ancora sprovviste della banda larga”
Roma – “Esprimo soddisfazione per questa notizia che arriva dopo due anni di denunce da parte nostra della condizione in cui versano alcuni comuni della Basilicata. Ci erano giunte anche numerose segnalazioni da parte di cittadini lucani esasperati e trattati dalla Telecom come italiani di serie B, proprio in un’epoca in cui il pluralismo dell’informazione è vitale e si fonda sulla rete, visto l’ingente numero di organi mediatici asserviti al potere costituito”. Così il presidente dell’Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, manifesta il suo gradimento per la prevista estensione della copertura del servizio Adsl anche nei piccoli paesi della Basilicata, come testimonia lo stanziamento di 7 milioni e 700 mila euro di risorse statali messe a disposizione del Piano di sviluppo rurale lucano, volto ad agevolare la diffusione della banda larga nelle aree più marginali entro il 2015. Il problema dell’arretratezza tecnologica della regione è stato più volte portato alla luce dall’organizzazione extraparlamentare, che si è prodigata in sopralluoghi e indagini nel territorio, soprattutto in quei paesi tuttora sprovvisti non solo della connessione veloce, ma in alcuni casi anche delle reti di telefonia mobile, come a Roccanova, in provincia di Potenza, e nei comuni limitrofi.
“Era ora che il Governo ci ascoltasse dopo i nostri molteplici interventi sulla questione, perché per l’Italia dei Diritti non esistono cittadini di serie A e di serie B. Noi teniamo molto ai residenti della Basilicata che, non avendo ancora il collegamento veloce alla rete, non possono fruire della tecnologia video del web, uno strumento molto importante su internet, e perciò hanno diritto a essere considerati come tutti gli altri italiani, cosa che purtroppo finora non è stata”, afferma De Pierro, sottolineando l’importante risultato conseguito dal movimento dopo diversi anni di battaglia civile e tanti solleciti avanzati, spesso disattesi dagli organi competenti. Almeno fino alla notizia che il programma regionale per il superamento del “digital divide” dovrebbe partire a breve, consentendo alle zone rurali della Basilicata un rapido accesso alla rete telematica. Tuttavia, il leader movimento nazionale non manca di rimarcare come la vicenda non si chiuda certo qui: “Noi resteremo vigili – dice –. Mi auguro che questi soldi servano a portare benefici a una fetta cospicua di popolazione lucana, affinché possa fruire di un’informazione non pilotata dal regime. Infatti – dichiara ancora De Pierro – spero che, tra ritardi e lungaggini burocratiche, il completamento della rete a banda larga non subisca ulteriori rinvii, e soprattutto che nessuno cerchi di dilatarne i tempi, in quanto sarebbe interesse dell’attuale Esecutivo mantenere disinformata molta gente per prolungare il letargo delle coscienze”.
La vittima, accompagnata presso la caserma dell’Arma dal presidente del movimento Antonello De Pierro, è stata invitata a presentare querela nonostante i presunti reati fossero perseguibili d’ufficio
Roma – 700 euro al mese per un monolocale di 25 metri quadrati nel quale vivere in 4-5 persone. Gli abusi riguardanti il prezzo e le condizioni degli affitti nei quartieri di Roma non fanno più notizia ormai. Specie quando gli inquilini sono migranti ed extracomunitari, come nel caso di una donna di 42 anni, originaria dello Sri Lanka e regolarmente in Italia, che, oltre alle disagevoli condizioni di cui sopra, racconta di essersi vista piombare in casa il proprietario dell’appartamento, il quale con l’ausilio di due energumeni assistenti, ha portato via dall’abitazione una rete e un materasso, quest’ultimo successivamente ritrovato in un cassonetto della spazzatura. Motivo: il locatore non vorrebbe letti nell’abitazione, ma solo divani letto, onde evitare, in caso di controlli delle forze dell’ordine, di dimostrare quante persone risiedono effettivamente nel medesimo stabile.
A difesa dei sui interessi violati, la badante cingalese si è rivolta all’Italia dei Diritti per segnalare questo spiacevole episodio. Il movimento nazionale per la tutela dei cittadini, nella persona del suo presidente Antonello De Pierro, l’ha accompagnata dai Carabinieri della stazione di Casal Palocco, nel XIII municipio, dove alla donna è stato suggerito di presentare una querela all’Autorità Giudiziaria. Così oltre al danno anche la beffa. Infatti, i reati di cui sarebbe stata vittima la signora dovrebbero essere perseguibili d’ufficio. Stando sempre a quanto da lei dichiarato sembrerebbero ravvisabili gli illeciti di violazione di domicilio, violenza privata, danneggiamento e furto in abitazione, tutti aggravati. Invece di invitare a sporgere una querela, che nel caso di una persona straniera dall’italiano incerto implicherebbe l’ausilio di un avvocato, cosa che la signora non può di certo permettersi, i Carabinieri avrebbero dovuto raccogliere la denuncia con l’obbligo di avviare l’azione penale, considerata la perseguibilità d’ufficio delle trasgressioni subite.
“Si tratta di un fatto che ci lascia molto perplessi – afferma sbigottito De Pierro –. Questa persona ha fatto bene a rivolgersi a noi ed è stata fortunata perché ora, grazie ai nostri avvocati, possiamo darle una mano. Infatti, provvederemo a sporgere la denuncia-querela per suo conto. Ma cosa accade a tutti quei cittadini stranieri che ogni giorno sono vittime di ingiustizie e poi si trovano a fare i conti con simili episodi? Probabilmente si arrendono e subiscono passivamente tanti soprusi, come avrebbe fatto anche la donna cingalese se non avesse trovato un valido sostegno nel nostro movimento”.
In relazione all’accaduto, l’Italia dei Diritti si è attivata contattando l’ufficio stampa del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, che tuttavia ha preferito non pronunciarsi nel merito. Su tutta la vicenda il leader dell’organizzazione extraparlamentare rimarca la sua netta contrarietà: “Queste cose non devono accadere – tuona piccato –. Esistono tanti balordi che ogni giorno si macchiano di gravissimi crimini e poi non vengono severamente puniti come meritano, perché la legge si rivela morbida nei loro confronti. Invece uno straniero regolare, onesto, lavoratore deve patire inqualificabili prevaricazioni senza che i principi basilari del nostro ordinamento giuridico provvedano a salvaguardare i suoi diritti più elementari, alla stregua di un qualsiasi cittadino italiano. Perciò – prosegue De Pierro –, il nostro appello ai Carabinieri e a tutte le forze di polizia è quello di essere più disponibili verso gli immigrati e di impegnarsi al fine di non lasciare impuniti tali reati, con il rischio che simili atteggiamenti superficiali possano far perdere credibilità alle forze dell’ordine, che invece tutti i giorni lottano strenuamente per garantire la sicurezza della comunità”.
Al monito lanciato dal numero uno dell’Italia dei Diritti fanno eco le parole di Antonino Lo Verde, viceresponsabile per l’Immigrazione del movimento: “La vicenda è una delle più classiche che quotidianamente accadono ai cittadini stranieri – dice –, i quali nutrono grande rispetto e fiducia per i rappresentanti delle forze dell’ordine, che in via teorica dovrebbero tutelare tutti, ma nei fatti, forse perché oberati di lavoro, forse perché impegnati in altre faccende, fanno rimbalzare da destra a sinistra gli immigrati che a loro si appellano”. Analizzando l’episodio Lo Verde fa notare che probabilmente si è trattato di “un caso di leggerezza e superficialità, poiché le forze dell’ordine sono preposte a garantire e difendere i diritti violati, pertanto non vi era motivo di suggerire alla donna dello Sri Lanka di querelare il suo locatore. In quei casi di rimpalli o di rinvii a presentarsi nei giorni seguenti sarebbe opportuno per le persone straniere insistere e pretendere di essere ascoltate”, chiosa convinto l’esponente del dipartimento Immigrazione dell’IdD.
Il viceresponsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti: ”Il governo intraprenda politiche più attente al rispetto di diritti sociali primari come quello della salute”
Roma, 19 ottobre 2010 – “In Italia percepiamo meno il cambiamento climatico rispetto altri paesi come l’Australia o quelli dell’America Latina, il sentore dell’ambiente malato e inquinato, alle nostre latitudini si manifesta attraverso alcune malattie” questo è il commento di Marcello Ribera viceresponsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti, all’indomani della pubblicazione di Ecosistema urbano 2010 l'annuale ricerca di Legambiente sulla sostenibilità delle nostre città.
Nell’ideale classifica della respirabilità dell’aria perdono diverse posizioni le grandi metropoli del nostro paese come Roma e Milano e tutte le più grandi città del sud.
“L’Italia è stata sanzionata dall’Ue per i suoi livelli urbani di Pm10 – prosegue l’esponente del partito presieduto da Antonello De Pierro – e le cause di questa condizione sono da un lato l’uso di combustibili fossili, e dall’altro l’erronea politica di mobilità delle nostre città. Il governo, pertanto, - prosegue Ribera – deve al più presto varare politiche, pur sempre liberali, ma attente ai diritti sociali primari come quello della salute. Bisogna riappropriarsene e strappare questo controllo alle lobby di potere”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti: “A differenza dei goliardici proclami del sindaco Alemanno noi siamo pronti a scendere in strada per una concreta battaglia civile a tutela dei cittadini”
Roma – “L’Italia dei Diritti è pronta a mobilitarsi e a scendere in campo compatta contro questo ennesimo ‘scippo’ alle tasche dei cittadini. Non digeriremo mai tale sopruso legislativo senza lottare per salvaguardare l’intera collettività. Perciò, nel ribadire la nostra dura battaglia contro il pedaggio sul Gra, annunciamo un’imminente protesta che si concretizzerà con una seria di incatenamenti lungo il Raccordo”. Così Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, lancia la sua nuova iniziativa a tutela della più bistrattata categoria sociale italiana: i cittadini contribuenti. Nel caso specifico gli automobilisti, che ogni giorno percorrono le trafficate strade del Grande Raccordo Anulare di Roma, sul quale pende l’intenzione dell’Anas di apporre il pagamento di un dazio per chiunque transiti in entrata o in uscita dalla Capitale.
“Il pedaggio sul Gra è pura follia – insiste irritato De Pierro –. A preoccuparmi di più sono le conseguenze di una simile decisione. Penso a quei pendolari che per evitare l’ingiusto tributo saranno obbligati a ripiegare sulle già congestionate strade consolari. Ma penso soprattutto ai tanti commercianti e rappresentanti di vendita che per lavoro percorrono il Gra diverse volte al giorno, quindi con un esborso economico notevole, e che, per ammortizzare i costi, inevitabilmente faranno ricadere queste loro spese maggiorate sui consumatori finali dei loro prodotti”. Proprio in merito a questo disagio, il numero uno del movimento extraparlamentare mette in risalto come “gli onesti cittadini, oltre ad essere penalizzati dal pedaggio, saranno danneggiati anche dall’aumento dei prezzi per alcuni beni di consumo”.
Ribadendo le ragioni del suo dissenso, De Pierro conclude con una critica pungente al primo cittadino dell’Urbe: “A differenza dei goliardici proclami del sindaco Alemanno, che tempo fa aveva platealmente annunciato di sfondare con la propria auto un casello in caso di tassazione sul Gra, noi preferiamo parlare meno e agire di più: i nostri incatenamenti di protesta sull’anello viario capitolino si iscrivono proprio in questa direzione, con la convinzione che i cittadini saranno ancora una volta dalla nostra parte”. Una tangibile dimostrazione di tale appoggio arriva, infatti, dalle migliaia di sostenitori che hanno aderito ai gruppi aperti su Facebook per supportare questa battaglia civile che l’Italia dei Diritti sta conducendo.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Chiunque abusi della sua posizione professionale per commettere reati va punito senza ripensamenti”
Roma, 19 ottobre 2010 – Un ufficiale della Guardia di Finanza di stanza a Pavia è stato posto agli arresti domiciliari per una reiterata serie di accessi non autorizzati agli archivi informatici delle Fiamme Gialle. Lo scopo dell’azione illegale sarebbe stata quella rivendere successivamente le informazioni acquisite al giornalista di Panorama Giorgio Amadori. Soggetti spiati erano, tra gli altri, il Presidente dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro e l’europarlamentare Luigi De Magistris.
“I metodi di contatto e le pratiche stipulate tra le controparti in questione appaiono più come proprie del dossieraggio e non come quelle naturali e fisiologiche dell’informazione, – rileva il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà – pertanto bisogna stare attenti e vigilare affinchè questo stillicidio mediatico tra parti contrapposte a cui stiamo assistendo da troppo tempo, abbia una sua auspicata conclusione”.
Se gli ultimi tempi hanno trasformato il dibattito politico in una ridda di accuse e scoop sottobanco, ciò può esser motivato e causato da un’alta tolleranza sviluppata ormai nei confronti dei rei che pur di sottrarre informazioni “calde”, non si imbarazzano a percorrere strade illegali e questo non sfugge all’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro. “Chiunque abusi della sua posizione professionale per commettere reati – prosegue Soldà - infangando il nome di onesti cittadini, va punito senza ripensamento. La professionalità delle nostre forze dell’ordine è fuor di dubbio ma occorre rimanere vigili per non abbassare la guardia”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “La Gelmini dovrebbe mandare ispettori per risolvere problemi ben più gravi di un simbolo politico”
Roma – “La nostra opinione è chiara e lineare, la Gelmini dovrebbe mandare ispettori per risolvere problemi ben più gravi di una bandiera rossa che sventola una volta l’anno nel retro di una scuola, e per di più con una visibilità pari a zero”.
Con queste parole il vicepresidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà, accoglie la notizia relativa al sopralluogo avviata dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, presso la scuola materna livornese S. Marco, per verificare l’impatto visivo di una bandiera di Rifondazione Comunista, collocata vicino alla targa che ricorda la nascita del PCI nel 1921. I motivi dell’ispezione, secondo quanto dichiarato dal ministro Gelmini, sono da ravvisarsi nel garantire a tutti un'educazione imparziale e autonoma rispetto a qualsiasi orientamento politico.
“L’impegno dovrebbe essere profuso verso altre problematiche – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – come quelle relative all’edilizia scolastica, ai doppi turni, alle risposte attese da tante famiglie scoraggiate e dai numerosi insegnanti precari. Questo a mio avviso – conclude Soldà – è il minimo che si possa fare affinché la scuola italiana possa finalmente adeguarsi ai canoni europei”.
La viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Il danno d’immagine per la nostra nazione è enorme ma ancor più gravi sono le ripercussioni sull’agricoltura e sull’industria locale”
Napoli, 19 ottobre 2010 – Maxisequestro di prodotti derivati dal pomodoro in Campania da parte del Nucleo antifrodi del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari, che ha agito su mandato del Gip del Tribunale di Nocera. Anche se ogni etichetta riportava la dicitura “prodotto italiano” i militari hanno scoperto che si trattava di beni alimentari provenienti dalla Repubblica Popolare cinese. Obiettivo del blitz uno stabilimento di produzione sito ad Angri, provincia di Salerno. Ingenti i quantitativi sequestrati: si trattava di 4.607 quintali di doppio concentrato di pomodoro, che una volta trattati avrebbero fruttato 931.978 barattoli da 150 grammi ciascuno, per un valore complessivo di circa 400mila euro.
“Mi unisco al plauso comune nei confronti di magistratura e forze dell’ordine - così all’indomani il commento di Licia Palmentieri viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti – L’economia della nostra regione, che non avrebbe alcuna necessità di importare prodotti grezzi da altri paesi, subisce danni ingentissimi da quelle che stanno diventando le nuove frontiere del malaffare, ovvero le frodi alimentari, la contraffazione dei farmaci e di altre tipologie merceologiche”.
Non sarebbe la prima volta che in Italia vengono riscontrate sofisticazioni simili, tuttavia, l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro ci fa intravedere scenari nuovi e preoccupanti: “Anche se non si è fatta menzione alcuna di un eventuale legame tra il proprietario dell’azienda in questione e la camorra locale, non dobbiamo dimenticare che la malavita si sta dedicando a tempo pieno all’attività di import-export, quasi a dimostrare che il traffico di droga, il racket e le rapine siano diventate attività criminali secondarie”.
“Il danno d’immagine per la nostra nazione è enorme – prosegue la Palmentieri – ma ancor più gravi sono le ripercussioni che a cascata incidono sull’agricoltura e sull’industria locale , penalizzando la componente onesta della società”.
Il responsabile per la provincia di Livorno dell’Italia dei Diritti: “I cittadini devono essere rassicurati attraverso un adeguato piano di comunicazione, capace di riferire puntualmente dei provvedimenti effettuati a tutela dell’ambiente”
Firenze – Da mesi oramai nell’ex-cava di Monte La Poggia in provincia di Livorno, è guerra: dopo la notizia giunta dalla famiglia Bellabarba, proprietaria dell’area, della realizzazione di una discarica di rifiuti industriali, i residenti e i proprietari dei piccoli appezzamenti di terreno limitrofi, si sono riuniti in protesta per fermare i lavori, preoccupati per il degrado ambientale che la zona potrebbe subire e per l’inevitabile perdita di valore degli immobili costruiti. E dopo manifestazioni di dissenso, raccolta di firme per il “no” al nuovo impianto, e cartelloni stradali collocati dai residenti per evitare il passaggio dei camion al lavoro, la disputa tra i cittadini e il proprietario dell’ex-cava non accenna a diminuire.
Interviene sulla questione, Marco Ristori, responsabile per la provincia di Livorno dell’Italia dei Diritti: “Posso da subito affermare che sono tre gli interessi entrati in gioco nella questione: quello dei residenti preoccupati lecitamente per il danno ambientale che subirà la zona, quello del proprietario Bellabarba che non intende fermare i lavori, e quello, da non sottovalutare, di alcuni personaggi che hanno costruito abusivamente sul territorio e che ricorrono a tali disordini per ottenere un condono”.
Il responsabile locale del movimento presieduto da Antonello De Pierro riferisce poi degli interventi attivati dal Comune e dalla Provincia affinché vengano ridotti i codici dalla lista di rifiuti ammessi nella futura discarica: “L’amministrazione ha agito in modo concreto e tempestivo, ma i cittadini devono essere rassicurati attraverso un adeguato piano di comunicazione, capace di riferire puntualmente dei provvedimenti effettuati a tutela del territorio. Rispondendo alle domande di tutte le parti in causa – conclude Ristori –, le istituzioni potranno così allontanare la tensioni cresciute in questi mesi”.
La responsabile per il IV municipio dell’ Italia dei Diritti: “E’ inaccettabile che il Comune di Roma proponga un tale disagio ai residenti . Bisognerebbe importare modelli virtuosi di altri Comuni italiani dove la raccolta differenziata è praticata da anni con ottimi risultati secondo modalità più pratiche”
Roma - A Roma nel IV municipio, zona Montesacro, l’Ama ha sostituito i classici contenitori verdi per i rifiuti indifferenziati con i vecchi cassonetti blu per il multimateriale e cassonetti bianchi per la carta . Infatti, i residenti di Sacco Pastore e Conca d’Oro hanno protestato raccogliendo le firme per chiedere al Comune di riportare i bidoni verdi nel quartiere. Sulla spiacevole situazione è intervenuta Federica Menciotti, responsabile per il IV municipio dell’ Italia dei Diritti: “Nel IV municipio faremo appello anche alle Associazione dei Consumatori per promuovere congiuntamente all’ Italia dei Diritti la raccolta delle firme, per dare voce ai cittadini che chiedono all’AMA di sospendere la nuova raccolta che va contro il buon senso, rendendo improponibile specie per anziani e disabili inseguire i punti mobili di raccolta differenziata, per non parlare dei camioncini che si fermano a orari e in vie prestabilite e per quelle famiglie dove entrambi i coniugi lavorano”.
A peggiorare il contesto di incuria generale è il cumulo di sacchetti dell’indifferenziata lasciati per strada, i quali emanano cattivi odori e lasciano una situazione di grave sporcizia per il quartiere capitolino. “E’ inaccettabile che il Comune di Roma proponga un tale disagio ai residenti del IV municipio – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - , anziché, secondo il semplice buon senso, importare modelli virtuosi di altri Comuni italiani dove la raccolta differenziata è praticata da anni con ottimi risultati secondo modalità più pratiche”.
Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “Condanniamo questo sopruso e se necessario, ci mobiliteremo in tanti per difendere la nostra Costituzione”
Roma – Dalla commissione Affari costituzionali del Senato è arrivato ieri il via libera all’emendamento del relatore Carlo Vizzini, che prevede la sospensione con deliberazione parlamentare, dei procedimenti contro le alte cariche dello Stato anche per i fatti precedenti l'elezione. Hanno votato a favore della retroattività del Lodo Alfano 13 senatori del PdL e Lega Nord, assieme al senatore finiano, Maurizio Saia. Dura la reazione dell’opposizione che per voce del segretario del PD, Pierluigi Bersani, definisce il provvedimento vergognoso e del leader dell’IdV, Antonio Di Pietro, che parla di caduta della democrazia e dello stato di diritto.
Nella stessa direzione di marcia è il commento rilasciato dal responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, Giuliano Girlando: “Tolto il fatto che tale provvedimento è senza dubbio una forzatura della Costituzione italiana, si sta usando il Parlamento per evitare i processi al nostro presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ma la questione ancor più grave è che approvando tale ridicolo emendamento – afferma l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – non si fa altro che dimostrare chiaramente i capi di accusa imputati a Berlusconi prima dei suoi incarichi in politica”.
“Noi dell’Italia dei Diritti condanniamo tale sopruso – conclude perentorio Girlando – e se necessario, ci mobiliteremo in tanti per difendere la nostra Costituzione”.
Roma – A Ostia sono stati scoperti 90 bambini ospitati irregolarmente all’interno di otto asili nido abusivi. L’ennesimo fenomeno di abusivismo, è stato smascherato dai tecnici del Comune del XIII Municipio, i quali hanno ispezionato 27 scuole materne. Una media di circa 11 bambini con meno di tre anni, alcuni dei quali di pochi mesi, alloggiati in spazi non consentiti.
In riferimento a questo stato di cose, ha espresso un parere Carmen Rossi, viceresponsabile per il XIII municipio di Roma dell'Italia dei Diritti: “E’ una vergogna. Il sindaco Alemanno aveva promesso la costruzione di nuovi asili nido e invece a più di due anni dalla sua elezione ci troviamo di fronte all’ennesimo episodio di violazione, a vantaggio di chi opera abusivamente e incrementa la criminalità organizzata locale”. I nidi abusivi del litorale laziale non sono stati ancora chiusi e vi è l’ ipotesi che venga data una proroga per attutire i disagi delle famiglie.
“In Italia si fa la politica delle deroghe - chiosa l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - , e chi dirige una scuola per l’infanzia dovrebbe porsi in primis il problema delle famiglie, che ingenuamente si fidano delle istituzioni e sono le prime a pagare le conseguenze di una politica sbagliata, sfociata in questo caso nell’abusivismo. Non bisogna derogare, ma contrastare l’illegalità”.