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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

Il Premier e lo strano rituale del “Bunga Bunga”, la condanna di Soldà

Il  vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Chi detiene un fondamentale ruolo istituzionale non può accostare il suo nome, nemmeno in modo ipotetico, a comportamenti dallo scarso valore etico”



Roma, 29 ottobre 2010 –  “Al di là dei successivi e necessari accertamenti giudiziari che verranno, non possiamo tollerare l’ennesima illazione sulla strana vita privata del Premier” questo è il commento di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, all’indomani della  scoperta del cosiddetto Bunga Bunga, strano rituale raccontato da una minorenne marocchina che vedrebbe coinvolto Silvio Berlusconi. “Chi detiene un fondamentale ruolo istituzionale – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - non può accostare il suo nome, nemmeno in modo ipotetico, a comportamenti dallo scarso valore etico. Condanno anche la compartecipazione, in questa ancora non ben delineata vicenda, di personaggi della ribalta televisiva, che emergerebbero come fiancheggiatori di uno stile di vita che appare sicuramente poco edificante”.

La fiducia nella giustizia è uno dei presupposti da cui parte Soldà: “Attendiamo le indagini con la certezza che gli eventuali illeciti saranno giustamente puniti”.

 

Sindaco vuole fuori da Parma stranieri non registrati in anagrafe. L’ira di Leporati

Il viceresponsabile per la provincia di Parma dell’Italia dei Diritti:”Annuncio spot preelettorale, serve più tolleranza e una spinta nuova per l’integrazione multietnica”

 

 

Parma, 29 ottobre 2010 –  In un recente comunicato il sindaco di Parma Pietro Vignali ha dichiarato che gli stranieri che soggiornano in città per più di tre mesi che risultano non  iscritti all’anagrafe comunale devono essere allontanati. Questa proposta avrebbe lo scopo di ridurre la prostituzione e i vari reati registratisi nel capoluogo.

“L’allontanamento forzato dal territorio non risulta essere compito dell’Amministrazione Comunale ma della Questura – così a tal riguardo dichiara Paolo Leporati, viceresponsabile per la provincia di Parma dell’Italia dei Diritti – Dobbiamo, per forza di cose, registrare questa proposta come un mero spot elettorale, in attesa delle elezioni dell’anno prossimo”.

L’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro, sostiene inoltre che: “Chi viene eletto in una lista civica, deve mantenere fede al patto programmatico che lo ha espresso. Tali provvedimenti appaiono circondati da un fumo ideologico leghista e questo non va bene”.

L’analisi di Leporati non dimentica di lanciare un appello a istituzioni e cittadinanza: “Bisogna superare i pregiudizi nei confronti di coloro i quali vengono nel nostro paese per sfuggire ad una vita di miseria e povertà. Quella italiana sta diventando sempre più una realtà multietnica per cui dobbiamo prendere spunto da nazioni quali la Francia e l’Inghilterra, dove il processo di integrazione si trova ad un livello più avanzato. In Italia le leggi, efficaci per intraprendere un percorso virtuoso esistono, basta metterle in pratica”.

 

Grazie all’Italia dei Diritti 7 mln di euro per Adsl in Basilicata

Antonello De Pierro, presidente del movimento extraparlamentare: “Era ora che il Governo ci ascoltasse dopo le nostre denunce, ma ora spero che non ci siano ulteriori ritardi nel raggiungere le aree ancora sprovviste della banda larga”


Roma – “Esprimo soddisfazione per questa notizia che arriva dopo due anni di denunce da parte nostra della condizione in cui versano alcuni comuni della Basilicata. Ci erano giunte anche numerose segnalazioni da parte di cittadini lucani esasperati e trattati dalla Telecom come italiani di serie B, proprio in un’epoca in cui il pluralismo dell’informazione è vitale e si fonda sulla rete, visto l’ingente numero di organi mediatici asserviti al potere costituito”. Così il presidente dell’Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, manifesta il suo gradimento per la prevista estensione della copertura del servizio Adsl anche nei piccoli paesi della Basilicata, come testimonia lo stanziamento di 7 milioni e 700 mila euro di risorse statali messe a disposizione del Piano di sviluppo rurale lucano, volto ad agevolare la diffusione della banda larga nelle aree più marginali entro il 2015. Il problema dell’arretratezza tecnologica della regione è stato più volte portato alla luce dall’organizzazione extraparlamentare, che si è prodigata in sopralluoghi e indagini nel territorio, soprattutto in quei paesi tuttora sprovvisti non solo della connessione veloce, ma in alcuni casi anche delle reti di telefonia mobile, come a Roccanova, in provincia di Potenza, e nei comuni limitrofi.

 

“Era ora che il Governo ci ascoltasse dopo i nostri molteplici interventi sulla questione, perché per l’Italia dei Diritti non esistono cittadini di serie A e di serie B. Noi teniamo molto ai residenti della Basilicata che, non avendo ancora il collegamento veloce alla rete, non possono fruire della tecnologia video del web, uno strumento molto importante su internet, e perciò hanno diritto a essere considerati come tutti gli altri italiani, cosa che purtroppo finora non è stata”, afferma De Pierro, sottolineando l’importante risultato conseguito dal movimento dopo diversi anni di battaglia civile e tanti solleciti avanzati, spesso disattesi dagli organi competenti. Almeno fino alla notizia che il programma regionale per il superamento del “digital divide” dovrebbe partire a breve, consentendo alle zone rurali della Basilicata un rapido accesso alla rete telematica. Tuttavia, il leader movimento nazionale non manca di rimarcare come la vicenda non si chiuda certo qui: “Noi resteremo vigili – dice –. Mi auguro che questi soldi servano a portare benefici a una fetta cospicua di popolazione lucana, affinché possa fruire di un’informazione non pilotata dal regime. Infatti – dichiara ancora De Pierro – spero che, tra ritardi e lungaggini burocratiche, il completamento della rete a banda larga non subisca ulteriori rinvii, e soprattutto che nessuno cerchi di dilatarne i tempi, in quanto sarebbe interesse dell’attuale Esecutivo mantenere disinformata molta gente per prolungare il letargo delle coscienze”.

 

Violenza contro disabile a Tor Bella Monaca. Ferma condanna dell’Aprile

La responsabile per l’VIII Municipio di Roma dell’Italia dei Diritti: “Questo episodio va ad iscriversi in una sequenza di violenza innescata dal degrado sempre più evidente”

 

 

Roma, 29 ottobre 2010 –  “Condanno ogni episodio di violenza, soprattutto quando questi hanno per vittime persone disabili.” Questa è la dichiarazione di solidarietà di Antonella Aprile responsabile per l’VIII Municipio di Roma dell’Italia dei Diritti, all’indomani dell’aggressione subita da un portatore di handicap, da parte di un giovane di 25 anni per futili motivi nel quartiere di Tor Bella Monaca – Questo episodio va ad iscriversi in una sequenza di violenza innescata dal degrado crescente in cui sta scivolando il quartiere”.

L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro si sofferma a commentare, inoltre,  l’iniziativa del sindaco Alemanno che prevede una ricostruzione integrale della zona per far fronte a questi problemi sociali: “Dobbiamo ricordare che la violenza nasce dalla qualità della vita sempre più bassa a cui sono costretti gli abitanti, con la carenza di strutture ricreative e di aggregazione, di possibilità di impiego e vita comune. Abbattere per ricostruire risulterà un paliativo che non sconfiggerà la violenza dilagante”.

 

Italia dei Diritti denuncia comportamento anomalo Carabinieri a Roma per furto subito da donna cingalese

La vittima, accompagnata presso la caserma dell’Arma dal presidente del movimento Antonello De Pierro, è stata invitata a presentare querela nonostante i presunti reati fossero perseguibili d’ufficio


Roma – 700 euro al mese per un monolocale di 25 metri quadrati nel quale vivere in 4-5 persone. Gli abusi riguardanti il prezzo e le condizioni degli affitti nei quartieri di Roma non fanno più notizia ormai. Specie quando gli inquilini sono migranti ed extracomunitari, come nel caso di una donna di 42 anni, originaria dello Sri Lanka e regolarmente in Italia, che, oltre alle disagevoli condizioni di cui sopra, racconta di essersi vista piombare in casa il proprietario dell’appartamento, il quale con l’ausilio di due energumeni assistenti, ha portato via dall’abitazione una rete e un materasso, quest’ultimo successivamente ritrovato in un cassonetto della spazzatura. Motivo: il locatore non vorrebbe letti nell’abitazione, ma solo divani letto, onde evitare, in caso di controlli delle forze dell’ordine, di dimostrare quante persone risiedono effettivamente nel medesimo stabile.

 

A difesa dei sui interessi violati, la badante cingalese si è rivolta all’Italia dei Diritti per segnalare questo spiacevole episodio. Il movimento nazionale per la tutela dei cittadini, nella persona del suo presidente Antonello De Pierro, l’ha accompagnata dai Carabinieri della stazione di Casal Palocco, nel XIII municipio, dove alla donna è stato suggerito di presentare una querela all’Autorità Giudiziaria. Così oltre al danno anche la beffa. Infatti, i reati di cui sarebbe stata vittima la signora dovrebbero essere perseguibili d’ufficio. Stando sempre a quanto da lei dichiarato sembrerebbero ravvisabili gli illeciti di violazione di domicilio, violenza privata, danneggiamento e furto in abitazione, tutti aggravati. Invece di invitare a sporgere una querela, che nel caso di una persona straniera dall’italiano incerto implicherebbe l’ausilio di un avvocato, cosa che la signora non può di certo permettersi, i Carabinieri avrebbero dovuto raccogliere la denuncia con l’obbligo di avviare l’azione penale, considerata la perseguibilità d’ufficio delle trasgressioni subite.

 

“Si tratta di un fatto che ci lascia molto perplessi – afferma sbigottito De Pierro –. Questa persona ha fatto bene a rivolgersi a noi ed è stata fortunata perché ora, grazie ai nostri avvocati, possiamo darle una mano. Infatti, provvederemo a sporgere la denuncia-querela per suo conto. Ma cosa accade a tutti quei cittadini stranieri che ogni giorno sono vittime di ingiustizie e poi si trovano a fare i conti con simili episodi? Probabilmente si arrendono e subiscono passivamente tanti soprusi, come avrebbe fatto anche la donna cingalese se non avesse trovato un valido sostegno nel nostro movimento”.

 

In relazione all’accaduto, l’Italia dei Diritti si è attivata contattando l’ufficio stampa del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, che tuttavia ha preferito non pronunciarsi nel merito. Su tutta la vicenda il leader dell’organizzazione extraparlamentare rimarca la sua netta contrarietà: “Queste cose non devono accadere  – tuona piccato –. Esistono tanti balordi che ogni giorno si macchiano di gravissimi crimini e poi non vengono severamente puniti come meritano, perché la legge si rivela morbida nei loro confronti. Invece uno straniero regolare, onesto, lavoratore deve patire inqualificabili prevaricazioni senza che i principi basilari del nostro ordinamento giuridico provvedano a salvaguardare i suoi diritti più elementari, alla stregua di un qualsiasi cittadino italiano. Perciò – prosegue De Pierro –, il nostro appello ai Carabinieri e a tutte le forze di polizia è quello di essere più disponibili verso gli immigrati e di impegnarsi al fine di non lasciare impuniti tali reati, con il rischio che simili atteggiamenti superficiali possano far perdere credibilità alle forze dell’ordine, che invece tutti i giorni lottano strenuamente per garantire la sicurezza della comunità”.

 

Al monito lanciato dal numero uno dell’Italia dei Diritti fanno eco le parole di Antonino Lo Verde, viceresponsabile per l’Immigrazione del movimento: “La vicenda è una delle più classiche che quotidianamente accadono ai cittadini stranieri – dice –, i quali nutrono grande rispetto e fiducia per i rappresentanti delle forze dell’ordine, che in via teorica dovrebbero tutelare tutti, ma nei fatti, forse perché oberati di lavoro, forse perché impegnati in altre faccende, fanno rimbalzare da destra a sinistra gli immigrati che a loro si appellano”. Analizzando l’episodio Lo Verde fa notare che probabilmente si è trattato di “un caso di leggerezza e superficialità, poiché le forze dell’ordine sono preposte a garantire e difendere i diritti violati, pertanto non vi era motivo di suggerire alla donna dello Sri Lanka di querelare il suo locatore. In quei casi di rimpalli o di rinvii a presentarsi nei giorni seguenti sarebbe opportuno per le persone straniere insistere e pretendere di essere ascoltate”, chiosa convinto l’esponente del dipartimento Immigrazione dell’IdD.

Al Nord primato raccolta differenziata, il giudizio di Vedova

Il responsabile per l’Ambiente  dell’Italia dei Diritti: “È doveroso guardare agli ottimi risultati ottenuti a livello locale, per poi estendere tali abitudini al resto d’Italia”

 

Roma – “Questi dati non fanno altro che confermare come le regioni del nord d’Italia siano quasi sempre in anticipo rispetto a quelle del sud, anche se in alcuni comuni del Mezzogiorno con bassa densità di popolazione si stanno riscontrando forti miglioramenti a difesa del territorio”. Questo è il primo commento rilasciato dal responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti, Alberto Maria Vedova, a proposito dei dati pubblicati da Federambiente relativamente alle città italiane più ‘virtuose’ nella raccolta differenziata dei rifiuti. Dall’indagine condotta risulta, per esempio, che a Venezia vengono destinati nelle cave solo il 3% degli scarti, a Bologna il 19%, mentre a Roma la quota sale all'80%. A livello regionale, invece, in testa per il riciclo del materiale ci sono Lombardia ed Emilia Romagna, mentre detengono il primato per la percentuale più alta di spazzatura in discarica Campania e Sicilia.

 

“Ritengo fondamentale la volontà di cambiare, e questo sarà possibile non solo attraverso un’adeguata campagna promozionale volta a migliorare la qualità dello smaltimento differenziato degli scarti – continua Vedova –, ma anche attraverso l’avvio della raccolta porta a porta, come avviene già a Milano, e, non per ultima, la messa al bando definitiva dei sacchetti di plastica”.

 

L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro prende poi spunto dal positivo obiettivo raggiunto dal comune di Villanova d’Albenga in provincia di Savona, dovuto al recente primato assegnatogli da Legambiente grazie al superamento della soglia del 45%, della raccolta differenziata: “Esempi come questo ci mostrano come sia doveroso guardare alla buona esperienza prodotta a livello locale, nei quartieri di città o nei piccoli comuni. La strada per espandere tali abitudini anche al resto d’Italia è indubbiamente tortuosa – conclude Vedova – ma non impossibile”.

 

De Pierro annuncia incatenamenti contro pedaggio su Gra di Roma

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “A differenza dei goliardici proclami del sindaco Alemanno noi siamo pronti a scendere in strada per una concreta battaglia civile a tutela dei cittadini


Roma – “L’Italia dei Diritti è pronta a mobilitarsi e a scendere in campo compatta contro questo ennesimo ‘scippo’ alle tasche dei cittadini. Non digeriremo mai tale sopruso legislativo senza lottare per salvaguardare l’intera collettività. Perciò, nel ribadire la nostra dura battaglia contro il pedaggio sul Gra, annunciamo un’imminente protesta che si concretizzerà con una seria di incatenamenti lungo il Raccordo”. Così Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, lancia la sua nuova iniziativa a tutela della più bistrattata categoria sociale italiana: i cittadini contribuenti. Nel caso specifico gli automobilisti, che ogni giorno percorrono le trafficate strade del Grande Raccordo Anulare di Roma, sul quale pende l’intenzione dell’Anas di apporre il pagamento di un dazio per chiunque transiti in entrata o in uscita dalla Capitale.

 

“Il pedaggio sul Gra è pura follia – insiste irritato De Pierro –. A preoccuparmi di più sono le conseguenze di una simile decisione. Penso a quei pendolari che per evitare l’ingiusto tributo saranno obbligati a ripiegare sulle già congestionate strade consolari. Ma penso soprattutto ai tanti commercianti e rappresentanti di vendita che per lavoro percorrono il Gra diverse volte al giorno, quindi con un esborso economico notevole, e che, per ammortizzare i costi, inevitabilmente faranno ricadere queste loro spese maggiorate sui consumatori finali dei loro prodotti”. Proprio in merito a questo disagio, il numero uno del movimento extraparlamentare mette in risalto come “gli onesti cittadini, oltre ad essere penalizzati dal pedaggio, saranno danneggiati anche dall’aumento dei prezzi per alcuni beni di consumo”.

 

Ribadendo le ragioni del suo dissenso, De Pierro conclude con una critica pungente al primo cittadino dell’Urbe: “A differenza dei goliardici proclami del sindaco Alemanno, che tempo fa aveva platealmente annunciato di sfondare con la propria auto un casello in caso di tassazione sul Gra, noi preferiamo parlare meno e agire di più: i nostri incatenamenti di protesta sull’anello viario capitolino si iscrivono proprio in questa direzione, con la convinzione che i cittadini saranno ancora una volta dalla nostra parte”. Una tangibile dimostrazione di tale appoggio arriva, infatti, dalle migliaia di sostenitori che hanno aderito ai gruppi aperti su Facebook per supportare questa battaglia civile che l’Italia dei Diritti sta conducendo.

Soldà appoggia evento pro-Abruzzo organizzato a Roma

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “L’iniziativa realizzata in questi giorni a favore dei terremotati va senza alcun dubbio premiata e mi auguro che il messaggio arrivato sia quello di speranza e di un nuovo inizio”

 

Roma – “L’iniziativa realizzata in questi giorni a favore dei terremotati va senza alcun dubbio premiata e mi auguro che il messaggio arrivato sia quello di speranza e di un nuovo inizio”. Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà, esprime con queste parole il suo giudizio positivo riguardo alla recente manifestazione dal nome ‘L'Ambasciata dell’Aquila a Roma’, promossa dall’Associazione no profit ‘L’Aquila siamo noi’, e organizzata all’interno del Palazzo dell’Aranciera di San Sisto nella Capitale. Nell’arco di tre giorni, dove il tema sulla ricostruzione post-terremoto ha fatto da padrone, si sono svolti dibatti, incontri e confronti dedicati all'economia, allo sport e al sociale, anche con la partecipazione di alcuni rappresentanti politici del Governo e delle istituzioni locali.

 

“Il mio plauso va a favore di questa associazione senza fini di lucro e a tutte le persone che hanno promosso e partecipato all’evento e che puntano a risollevare il tessuto economico e sociale delle aree colpite dal sisma. Sono della convinzione che ogni momento di aggregazione e di riflessione, privo di qualsiasi forma di demagogia, sia fondamentale per avvicinare tutti gli abruzzesi che negli ultimi mesi hanno perso molto. Spero che la risonanza mediatica dell’incontro avvenuto – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – incoraggi il nostro Governo a risolvere concretamente quanto prima una questione così urgente”.  

 

A Livorno sopralluogo in una scuola per bandiera comunista, la reazione di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “La Gelmini dovrebbe mandare ispettori per risolvere problemi ben più gravi di un simbolo politico”

 

Roma – “La nostra opinione è chiara e lineare, la Gelmini dovrebbe mandare ispettori per risolvere problemi ben più gravi di una bandiera rossa che sventola una volta l’anno nel retro di una scuola, e per di più con una visibilità pari a zero”.

Con queste parole il vicepresidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà, accoglie la notizia relativa al sopralluogo avviata dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, presso la scuola materna livornese S. Marco, per verificare l’impatto visivo di una bandiera di Rifondazione Comunista, collocata vicino alla targa che ricorda la nascita del PCI nel 1921. I motivi dell’ispezione, secondo quanto dichiarato dal ministro Gelmini, sono da ravvisarsi nel garantire a tutti un'educazione imparziale e autonoma rispetto a qualsiasi orientamento politico.

“L’impegno dovrebbe essere profuso verso altre problematiche – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – come quelle relative all’edilizia scolastica, ai doppi turni, alle risposte attese da tante famiglie scoraggiate e dai numerosi insegnanti precari. Questo a mio avviso – conclude Soldà – è il minimo che si possa fare affinché la scuola italiana possa finalmente adeguarsi ai canoni europei”.

“Fiat meglio senza Italia”, la Ferrari attacca Marchionne e il Governo

La viceresponsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti: “La politica ha fallito un’altra volta, questo è uno schiaffo in faccia al servilismo dei nostri parlamentari e ministri. L’ad Fiat fa il lavoro sporco per il quale è profumatamente pagato”


Roma – “Non mi sorprende assolutamente quello che dice Marchionne, lui fa il lavoro sporco per il quale è profumatamente pagato. L’unico criterio di guida delle corporation è la massimizzazione a breve termine del rendimento finanziario, nella rincorsa continua al profitto, meglio se extra per dare soddisfazioni trimestrali agli azionisti”. Questo il severo commento di Emanuela Ferrari, viceresponsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti, dopo le parole pronunciate nella trasmissione televisiva “Che tempo che fa” dall’amministratore delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, il quale ha dichiarato polemico che “la Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l’Italia”. Questa frase ha innescato immediatamente un acceso dibattito politico nel quale sono intervenuti i maggiori leader di partiti e sindacati italiani, divisi tra chi condivide e chi critica aspramente le posizioni espresse dal numero uno del Lingotto.

 

“Fin dai secondi anni ’70  – prosegue la Ferrari approfondendo la sua analisi – la principale forza propulsiva dell’economia mondiale è stata l’incessante tentativo delle grandi imprese di riportare con tutti i mezzi possibili il tasso di profitto ai maggiori livelli di vent’anni prima. Tra questi mezzi rientrano la riduzione del costo del lavoro, l’aumento dei prezzi rispetto alle retribuzioni, l’attacco ai sindacati condotto direttamente dallo Stato, che ha reso questi ultimi parte del sistema, passivi e conniventi, e la delocalizzazione delle unità produttive in zone del mondo dove i salari sono minori. Quindi – si domanda ironica l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro – dov’è la novità? Solo il fatto che Marchionne lo abbia detto in televisione chiaro e tondo davanti a milioni di italiani, dando il benservito al Paese senza andare molto per il sottile?”.

 

A tal proposito la Ferrari rincara la dose puntando il dito contro le strategie industriali dell’attuale Esecutivo: “La politica ha fallito un’altra volta, questo è uno schiaffo in faccia al servilismo dei nostri parlamentari e ministri, i quali per anni hanno pensato che avessimo dei grandi capitani d’industria, mentre sanno benissimo che si tratta solo di società fiduciarie all’estero, dove giacciono patrimoni personali in attesa del prossimo condono,  e  che non hanno  mai rivolto un pensiero al 98% del tessuto economico delle piccole medie imprese industriali, artigiane, commerciali, le quali hanno sempre tirato il carro dell’economia, lottando strenuamente con il sistema bancario e con il delirio di Basilea 2. Lo Stato ha sempre  ignorato e vessato queste aziende con prelievi fiscali iniqui, con pagamenti capestro e con una tassazione del costo del lavoro esosa rispetto alla media europea, quasi a volerle sopprimere fisicamente”.

 

Poi, ritornando sulle dichiarazioni dell’ad di Fiat, Emanuela Ferrari indica la via da seguire: “Il Governo la smetta di pensare ai Marchionne di turno e investa il proprio tempo e le proprie energie per combattere la corruzione e l’evasione fiscale, affinché si possa imprimere fiducia agli investimenti esteri, ricreare occupazione e soprattutto dare ossigeno alle Pmi,  che sono in apnea a causa della crisi, senza perdere tempo ulteriore a rincorrere una gratitudine morale che non ci sarà”.

 

 

Residenti contro nuova discarica di Monte La Poggia, l’opinione di Ristori

Il responsabile per la provincia di Livorno dell’Italia dei Diritti: “I cittadini devono essere rassicurati attraverso un adeguato piano di comunicazione, capace di riferire puntualmente dei provvedimenti effettuati a tutela dell’ambiente”

 

Firenze – Da mesi oramai nell’ex-cava di Monte La Poggia in provincia di Livorno, è guerra: dopo la notizia giunta dalla famiglia Bellabarba, proprietaria dell’area, della realizzazione di una discarica di rifiuti industriali, i residenti e i proprietari dei piccoli appezzamenti di terreno limitrofi, si sono riuniti in protesta per fermare i lavori, preoccupati per il degrado ambientale che la zona potrebbe subire e per l’inevitabile perdita di valore degli immobili costruiti. E dopo manifestazioni di dissenso, raccolta di firme per il “no” al nuovo impianto, e cartelloni stradali collocati dai residenti per evitare il passaggio dei camion al lavoro, la disputa tra i cittadini e il proprietario dell’ex-cava non accenna a diminuire.

 

Interviene sulla questione, Marco Ristori, responsabile per la provincia di Livorno dell’Italia dei Diritti: “Posso da subito affermare che sono tre gli interessi entrati in gioco nella questione: quello dei residenti preoccupati lecitamente per il danno ambientale che subirà la zona, quello del proprietario Bellabarba che non intende fermare i lavori, e quello, da non sottovalutare, di alcuni personaggi che hanno costruito abusivamente sul territorio e che ricorrono a tali disordini per ottenere un condono”.

 

Il responsabile locale del movimento presieduto da Antonello De Pierro riferisce poi degli interventi attivati dal Comune e dalla Provincia affinché vengano ridotti i codici dalla lista di rifiuti ammessi nella futura discarica: “L’amministrazione ha agito in modo concreto e tempestivo, ma i cittadini devono essere rassicurati attraverso un adeguato piano di comunicazione, capace di riferire puntualmente dei provvedimenti effettuati a tutela del territorio. Rispondendo alle domande di tutte le parti in causa – conclude Ristori –, le istituzioni potranno così allontanare la tensioni cresciute in questi mesi”. 

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