Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti : “Si continua a danneggiare gli utenti che vengono trattati come animali e non come esseri umani. Giusta la mobilitazione degli amministratori locali.”
Roma - Il popolo dei 20.000 pendolari della tratta laziale Nettuno – Roma si è mobilitato con una raccolta firme per avviare una class-action, ovvero una richiesta di danni, diretta a Trenitalia. L’iniziativa potrebbe presto diffondersi e trovare il plauso di passeggeri di altre linee anch’essi alle prese con le difficoltà giornaliere patite durante il tragitto ferroviario.
“Si cerca in ogni caso – interviene Roberto Soldà vicepresidente dell’Italia dei Diritti – di alleggerire il traffico invitando i cittadini a non prendere l’auto propria e ad usare il trasporto pubblico. Per le linee più distanti però, in cui lo spostamento si effettua tramite un mezzo come metropolitana o come in questo caso treno, i passeggeri devono sopportare numerosi disagi, non del momento ma da anni. I vagoni sovente sono insufficienti per quanti sono costretti a prendere i treni per andare al lavoro, a scuola, o comunque per muoversi. Le carrozze sono fredde d’inverno e moltissime non climatizzate nel periodo estivo. Tutto questo crea un danno e un disagio ai cittadini fruitori che vengono trattati come animali e non come esseri umani”.
La sollevazione,sta raccogliendo l’appoggio di alcuni consiglieri regionali e soprattutto dei sindaci del città litoranee maggiormente coinvolte : Enrico De Fusco per Pomezia, Carlo Eufemi per Ardea e Alessio Chiavetta per Nettuno, i quali stanno pensando ad un confronto tra le giunte e Trenitalia.
“Si sta creando – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – una giusta mobilitazione degli amministratori delle varie città che sono al confine col comune di Roma, per segnalare in modo inconfutabile questo stato di stress e di disagio che ormai dura da anni. Come si fa – conclude Soldà – ad incentivare il mezzo pubblico e il suo uso, specialmente quello su rotaia se poi non soddisfa le esigenze di un paese civile come il nostro il quale, con cadenza quasi giornaliera, si trova di fronte a ritardi, treni sporchi e superaffollati?”.
La responsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti: “Sono diversi i paesi in cui il rispetto delle donne non viene al primo posto, è doveroso un intervento più incisivo e immediato da parte dell’Onu e di tutta la società civile”
Roma – A nulla sono valsi gli appelli provenienti dal mondo occidentale e dall’Italia: Sakineh Mohammadi Ashtani, la donna iraniana accusata di adulterio e di complicità nell’omicidio del marito sarà giustiziata con impiccagione. Ad annunciarlo il procuratore generale dell’Iran, Gholam-Hossein Mohseni-Ejei, il quale afferma che la donna è stata condannata per il secondo dei due capi d’imputazione e pertanto la morte non avverrà più per lapidazione, punizione prevista dalla legge islamica.
Immediata la reazione della responsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti, Patrizia Lusi: “La condanna a morte di Sakineh è solo l'emblema di un sistema giudiziario, quello iraniano, che parte da una discriminazione di fondo tra i generi. La comunità internazionale non può rimanere impassibile di fronte a processi sommari celebrati contro le persone di sesso femminile per le quali sono individuati dei reati specifici diversi da quelli attribuiti a quelle di sesso maschile. L'intervento della comunità internazionale deve essere rivolto nei confronti di tutti i paesi che applicano ancora la pena di morte e lo stesso presidente degli Stati Uniti d'America, che è stato insignito del premio Nobel della Pace, dovrebbe intervenire con forza per evitare tale violenza ai diritti umani”.
L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro continua nel suo ragionamento e afferma: “La palese discriminazione che in Iran colpisce le donne, e le vede protagoniste di pene simbolicamente disumane, spinge tutto il mondo occidentale a chiedere a questo Stato e al suo presidente di iniziare un serio processo di rigenerazione culturale. Ma questo non vale solo per l’Iran. È di questi ultimi giorni infatti, un video girato da un cellulare e diffuso in tutto il mondo, che riprende l'esecuzione di una sentenza di condanna a morte per lapidazione nei confronti di una donna pakistana accusata di aver semplicemente ‘parlato’ con un uomo. Sono diversi i paesi in cui il rispetto delle donne non viene al primo posto – conclude la Lusi –, è doveroso un intervento più incisivo e immediato da parte dell’Onu e di tutta la società civile alla quale apparteniamo”.
Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Quando il ritardo è catastrofico il ritardatario merita biasimo e nessun apprezzamento”
Roma – Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha annunciato l’emanazione di un’ordinanza cittadina per impedire un’ulteriore proroga alla legge nazionale che stabiliva, già a partire dal 2010, la completa sostituzione dei sacchetti per la spesa in plastica con quelli biodegradabili. Tale misura potrebbe alleggerire la Capitale di un quantitativo enorme di plastica inquinante, sull’esempio dei molti Comuni in cui è già stata adottata. “Meglio tardi che mai – ha commentato Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti –, ma quando il ritardo è catastrofico il ritardatario merita biasimo e nessun apprezzamento. La situazione per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti di Roma – prosegue Marinelli – è analoga a quella di Napoli, con l’unica differenza che lì la camorra è più chiara ed evidente nelle sue manifestazioni, mentre nella Capitale è più sotterranea. Premesso ciò, in entrambe le ‘capitali’ dell’Italia peninsulare, vista la prossima divisione bossiana, si va a passo di carica verso il disastro irreversibile. Le discariche di Roma sono infatti nelle stesse condizioni di quelle partenopee. Fa specie, quindi, che il sindaco Alemanno rivendichi come un moto di ecologismo una decisione che è in realtà imposta dall’Unione Europea, ultima anch’essa nel recepire le istanze dei cittadini europei più evoluti che da tempo al supermercato usano le retine o ‘shopper’ di amido di mais o di altre sostanze biodegradabili. Già qualche operatore privato, a onor del vero, aveva fornito alla propria clientela un’alternativa più ecologica alla plastica. È chiaro, però, che dev’essere la politica a imporrre le regole e a fornire ai cittadini il buon esempio. Ma dal Silvio nazionale alle strade di Napoli invase ancora una volta di rifiuti – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – l’esempio non è dei migliori e il sindaco Alemanno con i suoi tardivi proclami è in perfetta sintonia con tale scenario”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Non riuscendo ad esprimere concetti interessanti, è costretto a pronunciare stupide battute per poter fare politica ”
Roma – Non accennano a diminuire le polemiche sorte dopo la battuta contro il popolo romano che il leader del Carroccio, Umberto Bossi, ha pronunciato durante una serata dedicata alle selezioni di Miss Padania a Lazzate, comune a cavallo tra Monza e Como, parlando della possibilità di dar vita a un Gran premio di Formula Uno anche nella Capitale.
Dalla destra alla sinistra piovono condanne e reazioni indignate: tra le tante, il PD annuncia una mozione di sfiducia nei confronti del ministro delle Riforme, il sindaco di Roma chiama in causa il presidente del Consiglio e la governatrice della Regione Lazio pretende più rispetto per i suoi cittadini.
Anche Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, interviene prontamente sull’argomento esprimendo il suo disappunto sulla vicenda: “Il ministro Bossi non si smentisce. Il suo atteggiamento oramai rasenta l’arroganza, la sua spocchia è arrivata a livelli mai superati. Non riuscendo ad esprimere concetti interessanti – afferma l’esponente del movimento presieduto dal Antonello De Pierro –, è costretto a pronunciare stupide battute per poter fare politica, enfatizzando problemi inesistenti. Sono contento e meravigliato che anche i politici di destra si siano mobilitati per frenare questo egocentrismo dilagante e spero che finalmente il problema Bossi smetta di infastidire e soprattutto di ledere la dignità di Roma e dei suoi cittadini. La nostra pazienza ha un limite”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Questi soggetti infangano la divisa che portano”
Roma – “Quanto accaduto porta con sé sicuramente una nota di rammarico dovuta al fatto che qualcuno tra le forze dell’ordine va controcorrente infangando la divisa che porta”. Così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, commenta l’arresto per narcotraffico di un poliziotto della Polaria di Fiumicino e di due finanzieri in servizio presso lo stesso aeroporto. I tre, arrestati nell’ambito di un’indagine su un presunto traffico di droga dall’Ecuador, sono stati rinchiusi nel carcere di Regina Coeli. Un quarto elemento, un poliziotto in pensione, è scappato rendendosi irreperibile. “Meno male che tra la forze dell’ordine ci sono persone che hanno restituito il giusto valore alla divisa che indossano – continua Soldà –. Come in tutte le situazioni esistono mele marce, anche se sarebbe sbagliato generalizzare. È importante aver fermato un carico di droga che altrimenti sarebbe stato immesso sul mercato generando ulteriori vittime, quindi non posso che esprimere la mia soddisfazione per il lavoro encomiabile di quanti ogni giorno tutelano i valori della legalità e della giustizia. Per contro – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – ritengo che chi veste una divisa e viene coinvolto in questo tipo di reati dovrebbe avere una pena ancor più severa”.
Il responsabile per la provincia della Spezia dell’Italia dei Diritti: “Abbiamo bisogno di una politica che operi attraverso mezzi onesti e che sia in grado di ottenere risultati concreti ”
Genova – Il sindaco di Riomaggiore, Gianluca Pasini, e il presidente del Parco delle Cinque Terre, Franco Bonanini, sono stati arrestati nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica della Spezia e condotta dalla squadra mobile. Le accuse vanno dall' associazione a delinquere alla truffa ai danni dello Stato, e dal falso all’abuso d'ufficio. Le manette sono scattate anche per il comandante della polizia locale di Riomaggiore e per il capo dell'ufficio tecnico. Interviene sulla vicenda il responsabile per la provincia della Spezia dell’Italia dei Diritti, Gennaro Saltalamaccchia, che si dice perlomeno meravigliato dal comportamento del presidente del Parco delle Cinque Terre: “Credevo fosse un elemento di valore con idee brillanti e innovative, soprattutto per questa parte della Liguria che deve affrontare numerosi problemi, come quelli causati dalla franosità del terreno. Bonanini ha portato con il suo lavoro ricchezza e turismo, ma noi dell’Italia dei Diritti abbiamo il dovere di condannare e lottare contro qualsiasi sopruso commesso ai danni dei cittadini, indipendentemente dal colore politico prediletto. Aspettiamo naturalmente il decorso della giustizia, ma una vicenda come questa – conclude il responsabile del movimento presieduto da Antonello De Pierro – ci riporta inesorabilmente ad una realtà che dobbiamo contrastare per garantire una necessità primaria: quella di una politica che operi attraverso mezzi onesti e che sia in grado di ottenere risultati concreti”.
La responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Mi auguro che I sacrifici imposti dal piano di rientro non colpiscano solo i cittadini ma anche i dirigenti e i consulenti delle varie Asl con consistenti riduzioni dei vari emolumenti”
Bari – Non si arrestano i tagli in materia di sanità effettuati dalla Regione Puglia. Secondo quanto predisposto dal piano di rientro sanitario approvato lo scorso 23 settembre, il governo pugliese per obbedire alle pressioni imposte recentemente dall’esecutivo nazionale, ha dovuto ridurre pesantemente i posti letto di vari nosocomi presenti sul territorio. La manovra finanziaria riguarda diversi distretti sanitari: a finire nel mirino dei tagli sono infatti le città di Bari, Foggia, Lecce , Taranto, Brindisi.
Questo stato di cose ha destato la preoccupazione di varie strutture ospedaliere che rischiano di chiudere a causa delle riduzioni imposte dal governo. In riferimento all’ennesima notizia coinvolgente la sanità è intervenuta Patrizia Lusi, responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “I tagli alla sanità pugliese predisposti dal piano sanitario sono stati una risposta al deficit finanziario di quel settore e alla diminuzione dei trasferimenti statali. Detto piano sta creando diverse problematiche che vanno dalla necessità di mantenere i livelli di occupazione dei lavoratori della Sanità pubblica e privata, al diritto alla salute e all'assistenza sanitaria dei cittadini pugliesi. Nonostante alcuni territori saranno privati dei nosocomi e della relativa assistenza sanitaria, attualmente presente, scelte di responsabilità hanno indotto la giunta di Vendola e il Consiglio Regionale a dover individuare le soluzioni più idonee per garantire i servizi sanitari distribuendoli tra varie strutture in grado di accorpare e soddisfare il maggior numero di cittadini possibile. L'auspicio è che l'inevitabile politica di tagli vada a colpire anche incarichi di consulenza rilasciati dai dirigenti delle varie Asl che, in alcuni casi, superano lo stipendio dello stesso presidente Vendola. Insomma, mi auguro che i sacrifici imposti dal piano di rientro – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – non colpiscano solo i cittadini che continuano a pagare le tasse ed hanno diritto ai servizi sanitari, ma anche i dirigenti e i consulenti delle varie Asl con consistenti riduzioni dei vari emolumenti”.
Il presidente Antonello De Pierro annuncia la partecipazione del movimento nazionale alla manifestazione di sabato 2 ottobre contro Berlusconi e dichiara polemico: “Sarebbe necessario scendere tutti i giorni in piazza per protestare contro questa gestione della cosa pubblica”
Roma – “Penso che sia doveroso in questo momento scendere in piazza per manifestare il nostro dissenso a un Governo che da due anni legifera esclusivamente per tutelare gli interessi della casta e, soprattutto, evitare l’avanzamento dei procedimenti giudiziari del premier. È ora di compattarsi e dire ‘no’ non solo a Berlusconi ma anche a quello che il berlusconismo ha creato in questo anni, invadendo l’Italia di principi e concetti deleteri per la convivenza civile e per la democrazia”. Così il presidente dell’Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, annuncia la presenza con le sue bandiere del movimento extraparlamentare per la legalità, la trasparenza e la tutela dei cittadini alla manifestazione del “No B Day 2”, in programma sabato 2 ottobre a Roma. La nuova mobilitazione nazionale contro il premier Berlusconi e il suo governo, organizzata dal Popolo Viola, avrà come slogan un eloquente imperativo: “Licenziamolo”. Alla protesta di piazza hanno già aderito alcuni partiti dell’opposizione parlamentare e non come Italia dei Valori, singoli esponenti del PD, Sinistra ecologia libertà, Federazione della Sinistra, Verdi, e poi numerosi intellettuali, artisti e rappresentanti di associazioni e società civile come per esempio Agende rosse di Salvatore Borsellino, Articolo 21, l’Anpi di Roma, Libertà e giustizia.
“La manifestazione di sabato – incalza deciso il leader dell’Italia dei Diritti – acquista maggior valore in virtù del fatto che, salvo alcune eccezioni, l’opposizione in Parlamento latita, con un PD che sonnecchia di fronte ai vari assalti che l’ordinamento democratico sta subendo da parte di questo Esecutivo”.
Il percorso della manifestazione sarà identico a quello del 5 dicembre 2009, data del primo “No B Day”, quando l’iniziativa nata in rete tramite Facebook e blog, portò in strada circa un milione di persone, che radunatesi in piazza della Repubblica sfilarono in corteo fino a piazza San Giovanni per esprimere la loro disapprovazione alle politiche del Cavaliere, chiedendone esplicitamente le dimissioni. Da allora la situazione politica si è ulteriormente complicata e infuocata, considerati anche gli scandali relativi agli appalti dei Grandi Eventi, alla P3, allo strappo nel PdL con i finiani, ai dossier e ai veleni di un aspro scontro istituzionale ancora in atto, con una crisi di governo quotidianamente dietro l’angolo. Gli organizzatori della nuova adunata anti-Berlusconi sperano di ripetere il successo dello scorso anno, colorando un’altra volta di viola, e non solo, le strade della Capitale.
“Peccato che di “No B Day” ce ne sia soltanto uno all’anno. Sarebbe necessario scendere tutti i giorni in piazza per protestare con forza contro una simile gestione della cosa pubblica”. È questo l’ultimo telegramma tagliente che De Pierro invia al primo ministro e al suo modo di guidare il Paese.
Il responsabile cittadino dell’Italia dei Diritti: “La Regione deve creare una rete di assistenza scolastica più adeguata, poiché anche le strutture che ospitano meno alunni hanno il diritto a usufruire degli stessi benefici delle altre scuole”
Genova- Una scuola materna statale è stata chiusa a Genova a causa dei tagli applicati dalla Regione ai fondi necessari. Sono così rimasti privi del servizio educativo circa quindici bambini, che per giunta non hanno potuto iscriversi ad altre scuole perché la notizia della chiusura è stata data pochi giorni dopo il blocco delle iscrizioni. A commentare la vicenda a dir poco tragicomica è Edoardo Buganza, responsabile per il Comune di Genova dell’Italia dei Diritti: “Non so se la decisione di chiudere la scuola sia dovuta a un segno di protesta per richiamare l’attenzione delle istituzioni affinché prestino più attenzione per le prestazioni scolastiche. Va salvaguardato il diritto allo studio sempre e comunque, al di là delle questioni economiche. La Regione deve creare una rete di assistenza scolastica – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -, poiché anche le strutture che ospitano meno alunni hanno il diritto a usufruire degli stessi benefici delle altre scuole”.
Il presidente del movimento Antonello De Pierro: “Organizzeremo clamorose manifestazioni di protesta a partire da un numero infinito di incatenamenti lungo il raccordo anulare”
Roma – “Noi dell’Italia dei Diritti non possiamo stare certo a guardare quello che è l’ennesimo ‘scippo’ alle tasche dei cittadini, visto che sia il nostro dna, sia la nostra ragione sociale, sono rivolti a salvaguardare i diritti in particolar modo delle fasce più deboli”. Con queste parole il presidente del movimento nazionale Antonello De Pierro dichiara guerra aperta all’idea avanzata dall’Anas circa l’istituzione del pedaggio elettronico sul Grande Raccordo Anulare di Roma e sul tratto stradale che collega la Capitale con Fiumicino. “Siamo sbigottiti e scandalizzati – continua De Pierro – di fronte al progetto dell’Anas che, sfruttando perfettamente un assist legislativo fornito su un piatto d’argento dall’ultima finanziaria del governo Berlusconi, sta per introdurre un tale, ignobile, balzello. Non abbiamo mai creduto, neanche per un secondo, all’attendibilità dell’opposizione di Renata Polverini al provvedimento, né ai proclami di Gianni Alemanno che, annunciando azioni plateali come quella di sfondare con la propria auto un casello che non si capisce nemmeno quale sia, dacché si parla di videopedaggi, sta cercando di riconquistare qualche briciola della credibilità persa fortemente per strada nel suo percorso amministrativo. È chiaro che stanno prendendo in giro i cittadini. L’intenzione di istituire il pagamento del pedaggio c’è, e se qualcuno non si opporrà realmente con vigore sarà attuato a breve. Su questo fronte noi non ci lasceremo intimorire e annunciamo battaglia, certi che i cittadini saranno dalla nostra parte. Il copione come sempre è lo stesso: raccontare favole per poi fare assimilare e accettare quasi automaticamente il nuovo esborso, come già accaduto con i parcometri o molto prima con l’Ici”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti, pensando alle conseguenze che il videopedaggio sul Gra avrebbe sulla viabilità della Capitale aggiunge: “Tutto ciò, oltre che essere immorale nei confronti di chi è costretto per lavoro a percorrere il Gra diverse volte al giorno, obbligherà molti a evitare l’ingiusto assalto legalizzato alle proprie tasche riversandosi sulle strade consolari, già abbondantemente intasate. Chi non è di Roma non si senta estraneo e indenne da tale sopruso legislativo – avvisa De Pierro –, in quanto non è da escludere che presto cominceranno a pensare di introdurre pedaggi anche sulle strade statali. A fronte di ingenti somme di denaro sottratte allo Stato da politicanti disonesti, la parola d’ordine sembra essere ormai sempre più fare cassa con i soldi dei contribuenti. Annunciamo perciò clamorose manifestazioni di protesta – conclude il presidente del movimento nazionale –, a partire da un numero infinito di incatenamenti lungo il raccordo anulare”.
Il responsabile cittadino dell’Italia dei Diritti: “La Regione deve creare una rete di assistenza scolastica più adeguata, poiché anche le strutture che ospitano meno alunni hanno il diritto a usufruire degli stessi benefici delle altre scuole”
Genova- Una scuola materna statale è stata chiusa a Genova a causa dei tagli applicati dalla Regione ai fondi necessari. Sono così rimasti privi del servizio educativo circa quindici bambini, che per giunta non hanno potuto iscriversi ad altre scuole perché la notizia della chiusura è stata data pochi giorni dopo il blocco delle iscrizioni. A commentare la vicenda a dir poco tragicomica è Edoardo Buganza, responsabile per il Comune di Genova dell’Italia dei Diritti: “Non so se la decisione di chiudere la scuola sia dovuta a un segno di protesta per richiamare l’attenzione delle istituzioni affinché prestino più attenzione per le prestazioni scolastiche. Va salvaguardato il diritto allo studio sempre e comunque, al di là delle questioni economiche. La Regione deve creare una rete di assistenza scolastica – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -, poiché anche le strutture che ospitano meno alunni hanno il diritto a usufruire degli stessi benefici delle altre scuole”.