Il viceresponsabile per la provincia di Bergamo dell’Italia dei Diritti : “Necessario capire cosa sia successo veramente e se siano stati rispettati i protocolli "
Bergamo - Un nuovo, presunto, caso di lite tra medici, risalente al gennaio scorso, è stato denunciato dal padre di una bimba nata cieca ed invalida agli Ospedali Riuniti di Bergamo dopo un parto drammatico.
“Sicuramente – interviene Simone Graziosi, viceresponsabile per la provincia di Bergamo dell’Italia dei Diritti – vanno fatte tutte le verifiche del caso, capire cosa sia successo veramente e come possa essere accaduto, conoscere le dinamiche interne alla sala operatoria e se i protocolli siano stati rispettati. Va valutato se sono stati commessi errori di comunicazione, spesso quando ciò accade si rischia di originare un errore, che si protrae e degenera in conseguenze drammatiche”.
Un travaglio lungo due giorni, quello vissuto da Albana Zekaj.
La donna, secondo la ricostruzione del marito Saimir, non solo non sarebbe stata seguita adeguatamente ma avrebbe pagato, con patimenti fisici suoi e del feto che portava in grembo la discussione fra 2 dottoresse, l’una favorevole l’altra contraria all’intervento di taglio cesareo. Operazione poi rivelatasi necessaria ed effettuata dal personale del turno successivo quando ormai era troppo tardi per la salute della neonata, attualmente invalida al 95% e per quella della madre, appena trentunenne, che ha l’utero lacerato e non potrà più avere figli.
“Non essendo ancora in presenza di verifiche – prosegue Graziosi – ritengo esprimere l’urgenza di accertarsi della verità e del reale andamento dei fatti, non affrettando il semplice pensiero che se qualcosa va male si tratti necessariamente di malasanità. E’ però fondamentale, – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – in casi come questi, comprendere se siano stati commessi errori che hanno potuto esser causa della dolorosa vicenda”.