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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Soldà inorridito per la tragica morte di Sarah Scazzi

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Un crimine così cruento commesso tra le mura di casa deve farci riflettere sul degrado al quale la nostra società ci sta abituando”

 

Roma – “Un crimine così feroce commesso tra le mura di casa, deve farci riflettere sul degrado al quale la nostra società ci sta abituando. Sono vicino alla mamma di Sarah, ai familiari e a tutti i suoi amici e spero vivamente che avvenimenti come questo spariscano definitivamente dalle pagine dei giornali”. Le parole del vicepresidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà, esprimono il rammarico e lo sconcerto vissuto in questi giorni in tutta Italia per la tragica scomparsa di Sarah Scazzi, la giovane uccisa dallo zio, Michele Misseri, lo scorso 26 agosto ad Avetrana, in provincia di Taranto.

 

“Sono inorridito da quanto è accaduto, e lo sarò ancor di più se verrà accertato quanto confessato dall’omicida riguardo la violenza sessuale consumata dopo la morte della ragazza. Purtroppo sempre più spesso la famiglia stessa diviene teatro di tragedie incomprensibili anche per la mente umana – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, e senza alcun dubbio questo dovrebbe farci riflette. I ragazzi sono costretti a difendersi perfino nelle proprie abitazioni e la società ci restituisce un’immagine di decadimento sociale e morale che non dovrebbe esistere neanche lontanamente. Mi chiedo quale sarà il futuro per i nostri figli, non possiamo permetterci altre morti sulla coscienza”.

Nuova provocazione di Brunetta contro i medici, la risposta di Caporale

 Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Il deficit strutturale sanitario nel Lazio è dovuto alla cattiva gestione amministrativa che dura da oltre vent’anni”

 

Roma – “Il problema di base è semplice e facilmente individuabile: troppo spesso si punta il dito contro i medici, parlando di deficit strutturale della Sanità nella Regione Lazio, ma è un modo come un altro per nascondere in realtà quello che oramai ci portiamo avanti da più di vent’anni, ovvero una cattiva e inadeguata gestione amministrativa, sia del centrodestra sia del centrosinistra”. Duro il commento del responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, Manlio Caporale, alla nuova provocazione lanciata dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta, che durante un intervento pubblico ha spiegato il flop riscontrato sul nuovo sistema di trasmissione on-line dei certificati sanitari, accusando i medici di badare troppo al denaro e non al lavoro.

 

“Se gli ospedali crollano per le scosse di terremoto è perché le cose vengono gestite e organizzate malamente – continua l’assalto Caporale –. Brunetta parla di medici assatanati di soldi, ma se arriva la peste bubbonica in Italia, i parlamentari sono i primi a rinchiudersi in un bunker sotto terra e sono i dottori a rischiare la vita. Il pericolo di essere denunciati ogni giorno da pazienti, infermieri, persino dalla stampa, è elevatissimo. Nessuno prende in considerazione che purtroppo gli incidenti possono accadere, ma se i medici commettono un errore, vengono additati come criminali comuni. Ascoltando le parole di Brunetta – continua il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, mi viene spontaneo pensare che non ha alcuna familiarità con il peso e con la responsabilità professionale che grava sugli addetti ai lavori”.

 

Poi, Caporale conclude il suo intervento non senza una vena di sarcasmo: “Forse la domanda da porre è quanto guadagna il ministro Brunetta e quanto si adopera affinché la casse dello Stato vengano risanate”.  

Disagi per i lavori alla stazione Termini di Roma, Soldà critica i responsabili

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “La stazione Termini, essendo uno dei più  grandi nodi  ferroviari  europei, dovrebbe assicurare dei servizi di circolazione eccellenti e non situazioni ingestibili come queste”

 

Roma – Nei sotterranei della stazione Termini vige il disordine più totale  a causa dei lavori di ammodernamento delle uscite della metropolitana sulle linee A e B. A margine di un’inchiesta del quotidiano “La Repubblica” sulla qualità delle stazioni della metropolitana di Roma, è emersa un immagine pressoché poco edificante della Capitale: infatti campeggiano scale, rampe, strettoie e tornelli  mal funzionanti, i quali ostacolano il libero movimento dei passeggeri. In merito al degrado che non sembra arrestarsi, ha espresso un parere Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti. “C’è una corresponsabilità di chi gestisce i lavori in questione,   iniziati  ad aprile e non ancora terminati. La stazione Termini, essendo uno dei più grandi nodi ferroviari europei, dovrebbe assicurare dei servizi di circolazione eccellenti e non situazioni ingestibili come queste”.

Alla pessima situazione perpetrata ai danni dei viaggiatori, si aggiunge la cartellonistica scritta quasi esclusivamente in italiano e arrivati ai tornelli, la traversia più difficile: scampare alla strettoia dei cantieri, i quali intralciano pesantemente il passaggio degli utenti e riducono lo spazio nella stazione. “I viaggiatori hanno il diritto di protestare e non è la priva volta che si viene a conoscenza di tali disagi -  conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, e nel momento in cui si attuano dei lavori come questi è indispensabile tenere conto delle difficoltà oggettive e logistiche dei passeggeri”.

No deciso dell’Italia dei Diritti alla chiusura del Pronto Soccorso di Frascati

Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento, accusa la giunta Polverini per questa “decisione dissennata” e si dice pronto a scendere in piazza per tutelare tutti i cittadini che subiranno gli effetti nefasti di tale scelta


Roma – L’Italia dei Diritti interviene nettamente per esprimere la sua contrarietà alla imminente chiusura del Pronto Soccorso dell’ospedale “San Sebastiano” di Frascati, come stabilito dal Piano di Riordino della Sanità nel Lazio, voluto dalla governatrice Renata Polverini, che prevede il trasferimento dei reparti di Ortopedia, Cardiologia-Utic, Psichiatria e, appunto, le unità dedicate alla medicina di urgenza dal nosocomio frascatano a quello di Marino. Tuttavia, desta parecchio stupore il fatto che, in nome del ripianamento del dissesto sanitario regionale, si possa avallare una simile operazione, che in realtà palesa evidenti contraddizioni proprio dal punto di vista finanziario: infatti, solamente un anno fa il Pronto Soccorso di Frascati è stato ristrutturato con una spesa pari a circa 500.000 euro, e più di recente sono stati impiegati 80.000 euro per realizzare un’efficiente area di sosta per le ambulanze. Investimenti che verrebbero vanificati in un colpo solo.


L’organizzazione extraparlamentare presieduta da Antonello De Pierro punta il dito contro gli autori di questa scelta, che sembrerebbe dettata da motivazioni politico-elettorali, eventualmente volte ad agevolare l’amministrazione di Marino (centrodestra) ai danni del Comune di Frascati (centrosinistra). “Si tratta di un atto vile e di bassa politica – tuona furioso Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento –, un vero e proprio mercato delle vacche”. In relazione agli svantaggi e ai probabili disservizi per l’utenza che da anni si rivolge alle strutture del “San Sebastiano”, Celardo prosegue deciso: “Tutti i cittadini di Roma sud e dei Castelli Romani conoscono la realtà dell’ospedale di Frascati, che da sempre spicca per la professionalità, la competenza, l’eccellenza delle prestazioni offerte, per anni esso ha rappresentato un’ancora di salvezza per gli abitanti del X Municipio capitolino, prima che sorgesse il polo di Tor Vergata, e, in generale, per tutti i residenti delle zone circostanti. Smantellare questo centro sanitario di prim’ordine, per il quale si sono spese di recente somme ingenti, e trasferire le attività di primo soccorso nel piccolo e poco funzionante ambulatorio di Marino mi sembra una decisione dissennata”.

 

Esistono anche problemi geografici e logistici non indifferenti, poiché il nosocomio di Frascati sorge in una posizione strategica favorevole anche dal punto di vista della viabilità, essendo a disposizione di un bacino d’utenza molto più ampio rispetto a quello di Marino, proprio per la sua maggiore facilità di accesso. Il pericolo sollevato da più parti è che numerosi fruitori di questa struttura, in caso di chiusura di alcuni reparti, potrebbero ripiegare sul Policlinico di Tor Vergata, che rischierebbe il collasso a causa delle tante richieste di servizi e delle lunghissime liste di attesa. A tal proposito Celardo specifica che “grazie alla via Tuscolana è possibile raggiungere il PS frascatano in pochi minuti, invece arrivare a Marino implicherebbe passare per la congestionata via Appia o, peggio ancora, attraverso l’inadeguata arteria viaria di Grottaferrata-Squarciarelli”.

 

Poi, l’esponente regionale dell’Italia dei Diritti sferra il suo attacco deciso contro i responsabili di tale operazione, a cominciare dalla presidente del Lazio: “La Polverini si dovrebbe vergognare. Su questa faccenda lei e la sua giunta devono subito fare marcia indietro. Noi ci schieriamo compatti con tutti i lavoratori, le associazioni e l’intera società civile impegnata a salvaguardare l’ospedale di Frascati che, insieme con quello di Genzano, ha un valore di vitale importanza. Perciò – insiste – dobbiamo fermamente opporci a questa situazione e, se necessario, l’Italia dei Diritti scenderà in piazza con presidi e manifestazioni di protesta in difesa dei cittadini, sia di destra sia di sinistra, perché noi non guardiamo al colore politico ma solo alle giuste cause della collettività. Anzi, in questo caso specifico – spiega – tuteleremo anche e soprattutto quegli elettori della Polverini che ora vengono vigliaccamente traditi dai lei, in nome di squallidi giochi politici e di deplorevoli favori al sindaco di centrodestra di Marino”.

 

Infine, con riferimento alle recenti vicende giudiziarie che hanno visto coinvolti alti funzionari della Azienda sanitaria locale Roma H, a cui l’ospedale “San Sebastiano” appartiene, Celardo sottolinea un nuovo aspetto di preoccupazione, lanciando il suo monito: “Non dobbiamo dimenticare ciò che è successo poco tempo fa nella Asl Rm H, ricordando che l’ex direttore generale, Luciano Mingiacchi, è attualmente in carcere con l’accusa di corruzione aggravata. Alla luce dei fatti odierni mi sorge quindi il dubbio su chi abbia veramente gestito i 500.000 euro per ristrutturare il PS di Frascati, se tutto sia avvenuto legalmente o se qualcuno, magari vicino all’ex direttore, ci abbia speculato sopra, sapendo già dei tagli previsti a certi servizi sanitari, e oggi più che mai concretizzati. Pertanto, a causa di questi fatti sospetti, la signora Polverini deve stare bene attenta ai rapporti politici che intrattiene e ai provvedimenti che assume, specie in un terreno minato come quello della Asl Rm H, che getta inquietanti ombre anche su tutta la vicenda. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”, conclude amaro Celardo.

In Puglia ragazza muore per una cisti, la Lusi fa il punto sulla sanità

La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Sarebbe auspicabile che il criterio di selezione delle strutture ospedaliere da preservare si ispiri anche a principi di merito legati al minimo numero di episodi simili”


Bar – È stato aperto dalla Procura di Bari il fascicolo d’inchiesta sulla morte di Antonella Mansueto, una ragazza di Noci di 22 anni deceduta oltre nove mesi fa per l’ennesimo caso di malasanità. La giovane, operata per l’asportazione di una banale cisti al coccige presso l’ospedale di Putignano, viene dimessa il giorno dopo. Passano oltre due mesi ma la ferita non si rimargina e le condizioni generali della ragazza peggiorano drasticamente. La guardia medica di Noci le diagnostica un virus influenzale prescrivendole Tachipirina e Novalgina, ma la febbre continua a salire e si opta per il ricovero presso la struttura ospedaliera Miulli di Acquaviva. Qui resta sedata per 46 giorni, le vengono amputate le gambe e tutte le dita delle mani ad eccezione dei pollici per una grave setticemia che ne causa il decesso il 26 marzo. Le indagini sono partite e i carabinieri stanno ora acquisendo tutte le cartelle cliniche del calvario vissuto da Antonella. “L'ennesimo caso di malasanità riaccende l'attenzione sulle carenze ospedaliere pugliesi – ha commentato Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti –. Senza trascurare il merito del lavoro svolto da tanti sanitari ed ausiliari è innegabile che il tema dell'errore medico e della colpa professionale in campo sanitario acquisisce valenze particolari trattandosi di vite umane. In particolare, dietro ogni storia di questo genere, si cela il dolore di una famiglia privata di una figlia, una madre o un padre la cui esistenza è spezzata per sempre. Il piano di rientro della sanità pugliese predisposto dalla seconda giunta Vendola – chiarisce la Lusi – prevede la chiusura di quei nosocomi la cui presenza in alcuni territori risulterebbe inutile per questioni di densità di popolazione e di effettiva utilità. Sarebbe auspicabile che il criterio di selezione delle strutture da preservare si ispiri anche a principi di merito legati al numero minimo di episodi simili – conclude la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, così da evitare che in futuro si possano verificare di nuovo”.

Denuncia dei falsi elettorali di Formigoni, il richiamo all’ordine di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Se le accuse saranno verificate verranno svelate mistificazioni di una gravità inaudita”

 

 

Roma, 7 ottobre 2010 –  Lo scorso martedì si è tenuta a Milano una conferenza stampa del consigliere regionale Marco Cappato volta a denunciare l’esistenza di circa 2000 firme, raccolte per la presentazione del listino di Formigoni alle ultime elezioni regionali, erano state raccolte prima della riunione programmatica tra i vertici del Pdl tenutasi ad Arcore il 23 febbraio quindi su fogli in bianco. Emergerebbe inoltre l’esistenza di molteplici moduli di raccolta che portano firme che sembrerebbero artefatte dalla stessa mano. Se queste evidenze venissero acclarate la legittimità della nomina dell’attuale Governatore lombardo traballerebbe.

“La raccolta delle firme, che siano per un listino elettorale o per un referendum – ricorda il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà – deve essere corredata da un effettivo e corretto ufficio di verificatori. Non abbiamo sicuramente di chi fa imbrogli, millantando e utilizzando strumentalmente la buona fede dei cittadini, loro elettori e non”.

Attesa per queste ore la pronta smentita e tornata di querele tra il Governatore e Cappato, anche se tuttavia, come esplicita l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “L’accertamento di questa denuncia porterebbe allo svelamento di fatti di una gravità inaudita in quanto si andrebbe a ledere il rapporto fiduciario tra cittadino e istituzione. Mi auguro che ciò non sia vero – conclude Soldà – che sia il frutto di errori e di incomprensioni, ma se così non fosse, avanti tutta!”.

Vaticano infuriato per Nobel a Edwards, Soldà appoggia lo scienziato

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Comprensibile e condivisibile che la comunità scientifica abbia deciso di premiare chi ha portato alla luce bambini di cui altrimenti molte coppie non avrebbero potuto gioire”


Roma – È stato assegnato all’inglese Robert Edwards il premio Nobel per la medicina. L’Accademia di Svezia ha insignito del prestigioso riconoscimento il padre della fecondazione in vitro per essere stato il pioniere di una tecnica che ha avuto fortissime ripercussioni sulla società. La notizia ha suscitato la forte reazione del Vaticano, il quale, tramite monsignor Ignacio Carrasco de Paula, presidente della pontificia Accademia per la Vita, ha giudicato fuori luogo premiare un individuo “senza il quale non ci sarebbero il mercato degli ovociti e un gran numero di congelatori pieni di embrioni che probabilmente finiranno per essere abbandonati o morire”. Sull’argomento è intervenuto anche Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, che ha dichiarato: “Sicuramente l’operato di questo scienziato divide, perché centrato su di un argomento di cui esistono tante visioni ideologiche, etiche e morali che rendono difficile capire il confine tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Una cosa però è sicura: grazie al suo lavoro tante donne hanno avuto dei figli e realizzato una famiglia nel vero senso della parola. Ancora oggi questo è un argomento che dà adito a tante sfaccettature interpretative – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, ma è comprensibile e condivisibile che la comunità scientifica abbia deciso di premiare chi ha portato alla luce bambini di cui altrimenti molte coppie non avrebbero potuto gioire”.

Blitz di mamme nella clinica degli orrori a Roma, indignazione della Del Fallo

La viceresponsabile per le Politiche Sociali dell’Italia dei Diritti:Si tratta di un fatto indecente e vergognoso, se venisse dimostrato un trattamento ingiusto nei confronti dei pazienti, gravi sarebbero le colpe nei confronti dell’azienda che con fondi regionali gestisce la struttura".


Roma, 7 ottobre 2010 – Un gruppo di genitori, nel primo pomeriggio di ieri, ha fatto irruzione nel centro regionale di cura di via Sbricoli a Roma che ospita i loro figli disabili, portatori di diverse patologie. Alcuni ragazzi sembra  tornassero a casa ricoperti di lividi ed escoriazioni, altri mostrando un torpore che fa supporre l’assunzione di psicofarmaci o sedativi. Tutto ciò insieme al divieto di accesso dei parenti nella struttura per verificare il trattamento. Da qui il vero e proprio blitz di ieri.

“Si tratta di un fatto indecente e vergognoso, se venisse dimostrato un trattamento ingiusto nei confronti dei pazienti, gravi sarebbero le colpe nei confronti dell’azienda che con fondi regionali gestisce la struttura – commenta la viceresponsabile per le Politiche Sociali Barbara Del Fallo – L’urgenza di questo intervento dei genitori dimostra che il controllo su queste strutture è scarso e serve maggiore attenzione”.

La struttura in questione è gestita da una cooperativa che riceve finanziamenti regionali e l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro non manca di sottolinearlo: “Nell’ambito sociale e nello specifico sociosanitario c’è qualcosa che non va. In questo paese manca un occhio vigile puntato su tutto ciò che accade nelle strutture sanitarie pubbliche. Non servono soltanto stanziamenti per il funzionamento, ma sicurezza e affidabilità. L’Italia dei Diritti – conclude la Del Fallo – continuerà a raccogliere le testimonianze di tutti coloro che sono o sono stati oggetto di malasanità

Italia dei Diritti al “No B Day 2” con 1000 persone, la soddisfazione di De Pierro

Il presidente del movimento extraparlamentare: “È importante che, terminata la protesta di piazza, chiunque abbia una visione corretta dei fatti parli con più persone possibili, raccontando la verità che ci illumina e senza la quale non esiste democrazia


Roma“La nostra partecipazione alla manifestazione era un dovere civico e politico dal quale non potevamo assolutamente sottrarci, in virtù di quelli che sono i principi fondanti del nostro movimento: difendere i diritti individuali e collettivi che, purtroppo, sempre più spesso, vengono violati nel nostro tessuto sociale”. È questo uno dei passaggi centrali del messaggio che Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, ha lanciato dal cuore della piazza del secondo “No B Day”, la manifestazione di protesta contro il premier Silvio Berlusconi organizzata dal Popolo Viola, svoltasi oggi a Roma. Più di 500 mila persone hanno sfilato in corteo da piazza della Repubblica fino a piazza San Giovanni, teatro dell’evento che ha visto la partecipazione di alcuni importanti leader dei partiti di opposizione quali Antonio Di Pietro (IdV), Nichi Vendola (Sel), Angelo Bonelli (Verdi), delle associazioni come Articolo 21, l’Anpi di Roma, Agende rosse di Salvatore Borsellino, e soprattutto dei movimenti della società civile. Tra questi anche Italia dei Diritti, che ha partecipato con un nutritissimo gruppo di suoi rappresentanti, ha chiamato a raccolta circa 1000 persone tra sostenitori e simpatizzanti dell’organizzazione, e ha esposto le proprie bandiere per unirsi al fermo coro di ‘no’ contro il governo Berlusconi e le sue politiche.

 

A tal proposito De Pierro, spiegando i motivi del malcontento popolare, ha aggiunto perentorio: “Tenuto conto di quello che l’attuale Governo, con il premier Berlusconi in testa, ha creato in questi oltre due anni di legislatura, non si può sottacere il grave nocumento che ha causato all’intera Nazione, pensando solo ed esclusivamente a legiferare per garantire l’impunità del presidente del Consiglio nei vari processi che lo vedono incriminato, oppure in favore di evasori fiscali o di colletti bianchi. Ma mai per la gente, mai per quei cittadini le cui coscienze hanno tentato di anestetizzare in ogni modo, sfruttando la potenza mediatica di tv e quotidiani, nonché la compiacenza di diversi giornalisti alias pennivendoli del potere costituito, che hanno assolto brillantemente il compito di dare massima diffusione alla propaganda del Sultano di Arcore, mistificando le notizie, occultando la realtà storica dei fatti e confezionando perpetuamente verità di comodo”.

 

Molteplici gli slogan e gli inviti a dimettersi dalla carica di primo ministro lanciati dai numerosi partecipanti intervenuti alla coloratissima mobilitazione anti-Berlusconi: un corteo pacifico, democratico, gioioso, che ha visto anche la presenza di molti bambini e, in generale, dei  rappresentanti delle diverse realtà – precari, scuola, lavoro, antimafia – che hanno fatto sentire forte le loro voci polemiche e il loro dissenso contro l’attuale Esecutivo, volto a risolvere più i problemi del premier che quelli del Paese. Sotto il grande striscione “Svegliati Italia” si sono alternati i cori “Licenziamolo”, “Berlusconi dimissioni”, “Fuori la mafia dallo Stato”.

 

Parlando del significato profondo del “No B Day”, che ha bissato il successo dello scorso anno, Antonello De Pierro propone: “Manifestazioni del genere dovrebbero essere organizzate tutti i giorni, anche se il Cavaliere non sarà molto turbato dall’ingente partecipazione di massa a cui noi dell’Italia dei Diritti siamo orgogliosi di aver apportato il nostro considerevole contributo”. Quanto alle priorità di questo evento, il leader del movimento nazionale per la legalità e la trasparenza fa notare: “È importante che, terminata la protesta di piazza in cui è eruttata la rabbia della gente che ogni giorno vede calpestati i propri diritti e la propria dignità, chiunque abbia una visione corretta dei fatti e non si lasci dominare dall’informazione artefatta parli con più persone possibili, cercando non di convincere ma semplicemente di raccontare la verità che ci illumina e senza la quale non esiste democrazia”.

A Pomezia dipendenti senza stipendio da un anno, l’indignazione di Fantauzzi

Il  responsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei diritti: “Una situazione assurda che va a colpire  chi ha bisogno del lavoro e del sostentamento vitale”

 

Roma –I  dipendenti del call center Herla di Pomezia non percepiscono lo stipendio da un anno e nella giornata di ieri, esasperati, hanno occupato i locali della società in segno di protesta. Sull’ennesima notizia riguardante la crisi occupazionale nel Lazio, ha preso parola Brunetto Fantauzzi, responsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti: “Ancora “funamboli” del precariato senza stipendio. Ancora una volta i lavoratori, già precari, sono vittime di mala gestione e di un mercato senza regole che tende allo sfruttamento delle classi deboli”.

Sulla delicata situazione è intervenuto il segretario generale della Cgil-Cdlt Pomezia-Castelli-Colleferro-Subiaco, il quale ha riferito della drammatica condizione dei lavoratori e ha promesso battaglia al consiglio regionale, affinché convochi gli organismi istituzionali per ascoltare e prendere in considerazione la difficile circostanza in cui versano i lavoratori della Herla. “Una situazione assurda – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che va a colpire chi ha bisogno del lavoro e del sostentamento vitale. Lavoratori che, disperati, hanno dovuto mettere in atto forme di protesta plateali mettendo in atto un occupazione”.

Proteste per caro-libri nelle scuole romane, il giudizio di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Bisogna porre rimedio all’emergenza del caro- scuola e sollecitare le istituzioni affinché evitino queste pesanti stangate per le famiglie, già gravemente impoverite dalla crisi che investe il nostro Paese”


Roma –  Testi scolastici troppo cari. Ieri mattina al liceo scientifico Righi di via Campania, numerosi studenti si sono radunati per protestare contro il caro-libri che in alcune scuole capitoline costringe le famiglie a versare centinaia di euro per il materiale didattico. Infatti per legge, il tetto di spesa per i libri imposto classe per classe dal Ministero dell’Istruzione non dovrebbe superare i trecento euro. In merito alla vicenda ha espresso un parere Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Ogni anno si presenta sempre la stessa situazione che ormai non fa più notizia. La politica ministeriale non fa nulla per abbattere i costo dei libri  e i limiti del tetto di spesa vanno rispettati visto che c’è  una legge ad hoc che delimita le spese scolastiche”.

 

Per far fronte a questo meccanismo che impoverisce le tasche delle famiglie italiane, il Movimento studentesco nazionale reclama in primis un organo di vigilanza permanente che non permetta il superamento dei tetti di spesa, un documento affisso sulle bacheche di ciascuna classe che indichi i margini di costo dei libri e quanto realmente viene speso per essi. Inoltre, il Movimento chiede l’abolizione della cosiddetta pratica dei “testi consigliati”, che pur non essendo obbligatori costringono molti studenti a comprarli. “L’acquisto dei testi consigliati dovrebbe essere facoltativo e non obbligatorio. Bisogna porre rimedio all’emergenza del caro- scuola – chiosa l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – e sollecitare le istituzioni affinché evitino queste pesanti stangate per le famiglie, già gravemente impoverite dalla crisi che investe il nostro Paese”.

 

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