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Nuova provocazione di Brunetta contro i medici, la risposta di Caporale

 Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Il deficit strutturale sanitario nel Lazio è dovuto alla cattiva gestione amministrativa che dura da oltre vent’anni”

 

Roma – “Il problema di base è semplice e facilmente individuabile: troppo spesso si punta il dito contro i medici, parlando di deficit strutturale della Sanità nella Regione Lazio, ma è un modo come un altro per nascondere in realtà quello che oramai ci portiamo avanti da più di vent’anni, ovvero una cattiva e inadeguata gestione amministrativa, sia del centrodestra sia del centrosinistra”. Duro il commento del responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, Manlio Caporale, alla nuova provocazione lanciata dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta, che durante un intervento pubblico ha spiegato il flop riscontrato sul nuovo sistema di trasmissione on-line dei certificati sanitari, accusando i medici di badare troppo al denaro e non al lavoro.

 

“Se gli ospedali crollano per le scosse di terremoto è perché le cose vengono gestite e organizzate malamente – continua l’assalto Caporale –. Brunetta parla di medici assatanati di soldi, ma se arriva la peste bubbonica in Italia, i parlamentari sono i primi a rinchiudersi in un bunker sotto terra e sono i dottori a rischiare la vita. Il pericolo di essere denunciati ogni giorno da pazienti, infermieri, persino dalla stampa, è elevatissimo. Nessuno prende in considerazione che purtroppo gli incidenti possono accadere, ma se i medici commettono un errore, vengono additati come criminali comuni. Ascoltando le parole di Brunetta – continua il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, mi viene spontaneo pensare che non ha alcuna familiarità con il peso e con la responsabilità professionale che grava sugli addetti ai lavori”.

 

Poi, Caporale conclude il suo intervento non senza una vena di sarcasmo: “Forse la domanda da porre è quanto guadagna il ministro Brunetta e quanto si adopera affinché la casse dello Stato vengano risanate”.  

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