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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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La cassa integrazione raddoppia nel Lazio, l’intervento della Sassone

La viceresponsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti: “È  un chiaro e inevitabile segno di come il Governo non sia riuscito a realizzare un piano di sviluppo adeguato

 

Roma - Corden Pharma, Videocon, Herla, Nexans, Ritel, Ams sono solo alcune delle storiche industrie dell’area laziale, travolte anch’esse dalla crisi globale e costrette a presentare le proprie vertenze sui tavoli dei sindacati. Se non si troverà nessuno disposto ad investire nuove risorse per sfruttare i siti industriali non più produttivi o a riconvertire le maestranze disponibili, saranno centinaia gli operai destinati alla cassa integrazione. Nel Lazio si registra un aumento preoccupante del 30% al ricorso degli ammortizzatori sociali e solo nella zona del frusinate, la cassa integrazione interessa quasi l’11% del totale della forza lavoro.

 

“La cassa integrazione, sia ordinaria sia straordinaria, si è rivelata essere l’unico strumento utile per far fronte a questo momento di crisi, poiché il Governo non è riuscito a sviluppare un piano adeguato per far fronte a questo periodo di difficoltà. Chiaramente il tema riguarda soprattutto il Ministero dello Sviluppo Economico”. Questo è il primo commento espresso sulla questione da parte della viceresponsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti, Antonella Sassone. “Inoltre – continua –, la cassa integrazione è sì un ammortizzatore sociale fondamentale, ma in ogni caso non può fungere da mero strumento ordinario per far fronte alla crisi. Ora cominceranno a terminare i periodi delle Cig iniziate quasi 3 anni fa e i lavoratori privi di ammortizzatori sociali, seppure inseriti nelle liste di mobilità, non riceveranno nessuna chiamata perché purtroppo non ci sono posti di lavoro disponibili”.

 

L’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro rivela la sua completa sfiducia verso un Governo che non ha saputo far fronte con degli strumenti adeguati a questo momento di grave difficoltà per il Paese e denuncia “una mancata riforma del Fisco, che proprio dopo l’evidente situazione di difficoltà che investe il Governo Berlusconi, è stata rimessa in gioco. Si tratta di una circostanza nella quale le imprese, soprattutto quelle di piccole e media grandezza, sono sottoposte ad un sistema fiscale penalizzante. È qui che si inserirebbe una riforma fiscale efficace che dovrebbe puntare ad una tassazione maggiore su quelli che sono semplici movimenti di capitale, i quali non producono nessuna ricchezza, e contrariamente a quanto avviene, detassare e quindi alleggerire un sistema tributario che grava pesantemente su quelle imprese, le quali invece producono ricchezza per il nostro Paese”.

Regioni contro maxiemendamento, la Infelise boccia il Governo

La responsabile per l’Economia e le Finanze dell’Italia dei Diritti: “È urgente aprire formalmente la crisi, individuare una nuova guida e riprendere in mano le redini del Paese”

 

Roma  – I presidenti delle Regioni italiane si oppongono fermamente al maxiemendamento del Governo contenuto nella legge di Stabilità (Finanziaria 2011), poiché “non risponde alle necessità di dare una serie di servizi fondamentali per le persone, le famiglie e le imprese”, dichiara Vasco Errani, numero uno dei governatori. Questi ultimi sono contrariati sia perché da settimane chiedono, senza ottenerlo, un incontro con Palazzo Chigi, sia perché la situazione economica regionale, nel suo complesso, si è fatta “insostenibile”. I nodi del contendere restano i tagli al trasporto pubblico e alla sanità che, senza le idonee coperture finanziarie, costringerebbero le istituzioni regionali ad aumentare ticket e tasse locali, con effetti allarmanti sui bilanci del 2011.

 

“Nella relazione tecnica governativa al maxiemendamento si afferma che ‘il reperimento delle risorse restanti’ è rinviato a ‘successivi provvedimenti’. Continua la navigazione a vista, non sono permesse scelte che incidano sulle ragioni strutturali della crisi, non c’è più tempo per i protagonisti dell’attuale compagine di governo e non è neppure possibile arrecare scossoni alle alleanze con i poteri forti e illiberali, predisponendo meno risorse laddove sarebbero auspicabili e possibili. Ecco allora i tagli alla scuola, alla ricerca, all’università, alla sanità, ai servizi sociali, ecco il soffocamento delle autonomie locali, ganglio vitale della nostra democrazia e della vita civile e partecipativa”. Così la responsabile per l’Economia e le Finanze dell’Italia dei Diritti, Lilia Infelise, ha spiegato la linea di pensiero del movimento creato da Antonello De Pierro, intervenendo sulla delicata questione.

 

La Infelise ha, poi, argomentato la sua analisi, ampliando lo spettro delle considerazioni: “Spero che il maxiemendamento sia l’ultimo drammatico segnale di un sostanziale abbandono delle redini, in un progressivo e pericoloso processo di deriva  del nostro Paese. Tutto questo mentre la Commissione europea invita gli Stati membri  a ‘trasformare l’Europa per il nuovo volto del mondo dopo la crisi’, e sostiene testualmente che ‘le riduzioni sostanziali  degli investimenti in educazione, ricerca e produzione di conoscenza, in questo momento, risultano scelte miopi e riducono i futuri livelli di crescita’. Le Regioni – ha continuato – insorgono tutte, a  prescindere dal quadro di governo, e, dopo il giudizio chiaro del mondo industriale attraverso le parole della Marcegaglia, appare chiara la bocciatura dell’intera squadra di governo e urgente una nuova guida”.

 

Infine, la rappresentante del dipartimento economico dell’IdD ha invocato rapide contromisure da prendere di fronte all’attuale stallo politico-economico: “Oggi aprire formalmente la crisi di governo è atto urgente e dovere alto di chi ha a cuore l’Italia, significa denunciare la preoccupante impasse a briglie sciolte e  imporre la necessità di riprendere in mano con cura le redini del Paese, mediante un grande impegno volto al coinvolgimento dell’intera società italiana”.

 

Ue disposta a salvare Pompei, soddisfatta la Mariotti

La viceresponsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti: “Bondi intervenga al più presto per salvaguardare il patrimonio artistico italiano”


Napoli – “È evidente che l’Unione Europea vuole salvaguardare un patrimonio che non è soltanto italiano, ma anche europeo e mondiale”. Così Federica Mariotti, viceresponsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti, sulla disponibilità europea a finanziare i lavori di restauro presso il sito archeologico di Pompei.

 

Tuttavia, l’Italia tace e, se da Bruxelles dimostrano sbalordimento per il crollo della Domus dei Gladiatori verificatasi lo scorso sabato, c’è chi non la pensa allo stesso modo sui soldi da investire in questo momento nel Bel Paese. Luca Zaia, governatore del Veneto, protesta: “I soldi il governo li deve dare prima al Veneto, poi a Pompei. Si possono fare tutte e due le cose, ma qui abbiamo mezzo milione di persone sott’acqua”.

 

Intanto, il ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi ed alcuni suoi colleghi ministeriali incolpano, per l’accaduto, il nubifragio che si è abbattuto negli ultimi giorni sul Sud Italia. “Bondi dovrebbe finalmente iniziare ad occuparsi dei siti archeologici - ribadisce l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -. Non è possibile far ricadere la colpa dell’accaduto esclusivamente sull’abbondanza di piogge che si sta verificando al Meridione. È evidente che bisogna fare un censimento dei siti a rischio e risolvere immediatamente il problema”.

 

Ue condanna Italia per caccia in deroga, Di Cosmo attacca le regioni


Il responsabile per la Tutela degli Animali dell’Italia dei Diritti: “Veneto e Lombardia danneggiano le rotte migratorie degli uccelli alla stregua di come sfruttano i flussi degli immigrati”

 

Roma – Nuova condanna dell’Ue per l’Italia relativa alla caccia. La Corte di Giustizia europea, che nel luglio scorso aveva già punito una legge della Lombardia sulla materia, ha dato definitivamente parere negativo su una procedura di infrazione del 2005 contro la Regione Veneto, che chiedeva eccezioni all’attività venatoria sul suo territorio. Ora da Lussemburgo è arrivata la sentenza sfavorevole: le frequenti deroghe venete violano le direttive comunitarie, per questo motivo l’Italia dovrà pagare delle sanzioni all’Unione europea.

 

“È incredibile che per la protezione di una delle più grandi risorse del nostro Paese come la biodiversità serva la Commissione europea. Quello che sta accadendo in Veneto, cioè le sanzioni per il non rispetto delle leggi e di alcune razze di volatili, è la dimostrazione di come l’Italia vada sempre più verso una grave situazione che io non definirei più deregulation, bensì degenerazione”. Con queste parole Marco Di Cosmo, responsabile per la Tutela degli Animali dell’Italia dei Diritti, commenta la notizia.

 

I numeri sono impietosi per la regione amministrata da anni dal centrodestra: dal limite massimo consentito di 135 mila esemplari di peppola si è proceduto all’abbattimento di oltre 1,5 milioni, mentre per il fringuello la soglia di 410 mila è stata ampiamente superata fino a raggiungere i 6 milioni di unità.

 

Poi, l’esponente del movimento nato per mano di Antonello De Pierro esprime il suo biasimo per il reiterarsi di una vicenda già nota, aggiungendo: “Oltre al Veneto, anche la Lombardia nel recente passato ha subito la medesima condanna. Da ciò risulta evidente che i governi di queste regioni non solo mal sopportano le discipline comunitarie, non solo sfruttano i flussi migratori degli uomini per la bassa manovalanza in nero, ma adesso hanno deciso di incidere, attraverso un drammatico ridimensionamento delle specie, anche sulle rotte migratorie di peppole e fringuelli”.

 

Cascone solidale con corteo degli immigrati a Bologna

Il responsabile per l’Emilia Romagna dell’Italia dei Diritti: “Giusta la manifestazione in un momento particolarmente complesso”


Bologna – “Bologna è una città estremamente democratica e questo tipo di manifestazioni sono ampiamente sostenute e caldeggiate”. Così esordisce Massimo Cascone, responsabile per l’Emilia Romagna dell’Italia dei Diritti, in merito alla manifestazione degli immigrati, in programma nel capoluogo emiliano il prossimo sabato.

 

“A Bologna ci sono diversi centri di prima accoglienza che vivono situazioni pesanti - ribadisce Cascone -. A questo si aggiunge un forte problema relativo alla sicurezza e al fatto che non è stato ancora eletto il nuovo sindaco. Il commissario fa quel che può, ma la situazione  resta molto delicata”. Infatti, i manifestanti chiederanno, tra l’altro, la chiusura dei due centri regionali di identificazione ed espulsione di Bologna e di Modena.

 

In particolar modo, il corteo sfilerà nelle strade emiliane contro la crisi e le politiche del governo ed è strettamente connesso con la protesta degli immigrati di Brescia. “In Lombardia la mobilitazione è vibrata e coinvolge non solo gli stranieri - conclude l’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro -. La questione è universale ed il malcontento dei lavoratori è relativo alle politiche del governo”.

Dal ministro Tremonti ulteriori finanziamenti per le spese belliche, il monito di Saltalamacchia

Il responsabile per la Difesa e gli Affari Militari  dell’Italia dei Diritti: “ Il Governo attuale si impegna in maniera esagerata sul fronte bellico sprecando tantissime risorse e non sopperisce  ai veri problemi di cui il nostro Paese ha bisogno”

Roma – Il ministro Tremonti ha recentemente annunciato che saranno stanziati ulteriori finanziamenti ai militari, in particolare per le missioni all’estero. Mentre la sanità, il welfare e la scuola vanno in pezzi, grazie ai nuovi soldi del ministro, manderemo altri soldati  in Afghanistan e probabilmente ulteriori  armi per la guerra. Sulla tendenza nota dell’attuale esecutivo a favorire la presenza dei nostri contingenti in zone di guerra è a venire meno ai principi dettati dall’articolo 11 della  Costituzione interviene Gennaro Saltalamaccchia, responsabile per la Difesa e gli Affari Militari dell’Italia dei Diritti: “A quanto pare il Governo attuale si impegna in maniera esagerata sul fronte bellico sprecando tantissime risorse e non sopperisce ai veri problemi di cui il nostro Paese ha bisogno. Lo ha dimostrato il recente disimpegno sui problemi della sanità, della scuola  e della cultura”.

Nella guerra in Afghanistan se ne andranno nel 2011 oltre trecento milioni di euro e al contempo saranno create nuove commesse per il grande scacchiere bellico, chiamata per comodo complesso “militare- industriale”. Sulle cifre sopra citate, l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro aggiunge: “Anziché arricchire le multinazionali che fabbricano armi, – conclude amareggiato  Saltalamacchia - , bisognerebbe creare dei nuovi posti di lavoro efficienti e proficui per la nostra comunità, visto che i dati sull’occupazione sono allarmanti e rischiano di creare un vero e proprio collasso sociale  e quindi, auspico che tutto questo spreco venga ridimensionato per favorire nuove politiche socialmente più sensate”.

No di Autostrade a targa per Sandri, l’opinione di Celardo

Il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti:Comprendo le motivazioni che spingono la famiglia di Gabriele a commemorare la sua tragica morte, ma non posso fare a meno di pensare che sia necessario separare l’emotività da quello che spetta di diritto ad ogni cittadino”


Roma – “Comprendo le motivazioni che spingono i familiari di Gabriele a commemorare la sua tragica morte, ma non posso fare a meno di pensare che sia necessario separare l’emotività da quello che spetta di diritto ad ogni cittadino ”. Con questa dichiarazione il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, Carmine Celardo, accoglie il no arrivato da Autostrade per L’Italia SpA, relativamente alla richiesta di collocare una targa in ricordo di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso dall’agente di polizia Luigi Spaccarotella, dopo una rissa all'autogrill di Badia al Pino, in provincia di Arezzo. La petizione è arrivata dal fratello Cristiano, e da 25mila firme raccolte dal comitato ‘Mai più 11 novembre’. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il quale si dice pronto ad appoggiare tale iniziativa per lanciare un messaggio forte affinché simili atti di violenza non si ripetano più.

 

Il responsabile del movimento presieduto da Antonello De Pierro esprime il suo cordoglio alla famiglia Sandri, ribadendo la gravità del crimine avvenuto, ma prende atto delle motivazioni espresse dalla società Autostrade: “Purtroppo le strade d’Italia sono diventante una via crucis: solo negli ultimi vent’anni si contano più di 30mila persone morte in incidenti legati a risvolti giudiziari. Penso ad esempio ad episodi di mancato soccorso o alla rapine finite in tragedia. L’onore di una targa commemorativa non spetterebbe forse anche a queste vittime? Credo sarebbe più onorevole per tutti portare ogni giorno un fiore alla tomba di Gabriele – conclude Celardo –, e il sindaco farebbe meglio a impiegare le sua energia combattendo concretamente i problemi che dilagano nella Capitale”.

 

Morti sospette in casa di riposo nel Viterbese, la riflessione di Anselmi

Il responsabile per la Provincia di Viterbo dell’Italia dei Diritti: “Bisogna tutelare le fasce più deboli e contrastare questi fenomeni”

Roma – Sedici morti sospette nel Viterbese sospette all’interno della casa di riposo “Il Fiordaliso”. A seguito delle recenti indagini che hanno investito la struttura per anziani di Gradoli, chiusa lo scorso 4 novembre dai carabinieri del Nas "per mancanza dei requisiti minimi di idoneità” sembra profilarsi all’orizzonte un dato penalmente rilevante riguardo al decesso di alcuni anziani dovuto a “grave stato di abbandono”. In merito alla vicenda, è intervenuto Gualdo Anselmi responsabile per la Provincia di Viterbo dell’Italia dei Diritti: “Sulla vicenda non bisogna creare allarmismo in quanto c’è un’indagine in corso della magistratura e non sono state ancora accertate le responsabilità”.
Gli inquirenti, stanno valutando quante tra le morti in esame siano dovuti a cause naturali e quante potrebbero essere state determinate dal "grave stato di abbandono" degli ospiti della clinica riscontrato dai militari dell’Arma. “Se ci fossero stati maggiori controlli preventivi, i Nas non sarebbero arrivati a scoperte come questa. Una situazione come questa, è la conseguenza del rifugio al privato che serve solo a fare business e ad arricchire la classe imprenditoriale – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - , che persegue l’interesse privato e non della collettività . Bisogna tutelare le fasce più deboli e contrastare questi fenomeni”.

Di Cosmo contro nuova direttiva europea su vivisezione

Il responsabile per la Tutela degli Animali dell’Italia dei Diritti: “Quanto stabilito dall’Ue è un chiaro esempio di come le lobbie farmaceutiche e le multinazionali che sostengono tali esperimenti, abbiano di fatto vinto ancora una volta”


Roma – Nel mese di settembre il Parlamento Europeo ha approvato la nuova direttiva sulla protezione degli animali utilizzati per fini scientifici, e quello che sembrava essere un aggiornamento sulla regolamentazione precedente, si è trasformato in abbrutimento delle pratiche legate alla vivisezione. Per alcune delle nuove disposizioni previste dalla norma infatti, le bestiole potranno essere sottoposte ad esperimenti ripetuti, si potranno impiegare cani e gatti randagi e l’utilizzo della anestesia non sarà necessariamente obbligatorio. Via libera anche all’uso di metodi brutali come l’isolamento totale, il nuoto forzato o altri esercizi che portano inevitabilmente alla morte dell’animale.

 

“Quanto stabilito dall’Unione Europea in merito alla vivisezione è un chiaro esempio di come le lobbie farmaceutiche e le multinazionali che sostengono tali esperimenti, abbiano di fatto vinto ancora una volta”. Questo il primo commento espresso sulla questione dal responsabile per la Tutela degli Animali dell’Italia dei Diritti, Marco Di Cosmo.

 

“Con le nuove regole – continua risoluto l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – si decreta che l’animale vittima di tali torture non abbia la stessa dignità senziente di ogni altro essere vivente, e si ribadisce che l’idea di un progresso tecnologico e scientifico si scontri con un regresso culturale ed etico. Il nostro movimento si batte per preservare i diritti degli uomini, ma soprattutto quelli dei più deboli, e pertanto, in questo caso, di tutti gli animali e della terra che li ospita”.

 

La Rossi interviene su nuovi disagi ferrovia Roma-Lido

La viceresponsabile per il XIII Municipio di Roma dell’Italia dei Diritti: “Alemanno sia preciso sulla durata e sui costi dei lavori. Vigileremo attentamente su quanto accadrà”


Roma – “Un’altra pessima notizia per i cittadini del litorale. Dal momento che i disagi ci sono già stati diversi anni fa per altri lavori, sono stati gettati i soldi dei contribuenti e non è da escludere che ne verranno gettati altri”. Reagisce così Carmen Rossi, viceresponsabile per il XIII Municipio di Roma dell’Italia dei Diritti, alla notizia di nuovi disagi per gli utenti della ferrovia Roma-Lido.

 

Da ieri fino alla metà del prossimo febbraio resteranno chiuse, infatti, le stazioni di Stella Polare, Castelfusano e Cristoforo Colombo e sarà interrotto il servizio notturno fra Acilia e Ostia Centro. Motivo del provvedimento è l’apertura di due cantieri: il primo all’altezza del viadotto sul canale dei Pescatori e il secondo nei pressi di Ostia Antica. “Il sindaco Alemanno - sostiene la Rossi - deve dar conto ai cittadini della durata precisa dei lavori. Non vogliamo che si tratti della solita propaganda, come quella che costringe i napoletani a vivere ancora nell’immondizia”.

 

L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro ribadisce: “I cittadini hanno il pieno diritto di indignarsi. L’Italia dei Diritti deve vigilare e vigilerà sulla situazione. Monitoreremo quotidianamente quanto accadrà e, soprattutto, chiederemo al sindaco di essere preciso sui costi che tutto ciò comporterà”.

 

Berlusconi all’Aquila senza gli Aquilani, parla Barbara Del Fallo

L’Aquila  – Il ritorno all’ Aquila dopo nove mesi di Silvio Berlusconi suscita polemiche e interrogativi. Intervenuto alla premiazione di forze dell’ordine e associazioni per il loro impegno nel dopo - terremoto, il Presidente del Consiglio non ha incontrato i cittadini evitando anche un confronto con i sindaci dei luoghi colpiti dal sisma  , sindaco dell’ Aquila Cialente in testa, che chiedono ancora cosa ne sarà di loro.

“La situazione politica nazionale ha suggerito a Silvio Berlusconi di ritorno dal Veneto, una deviazione elettorale all’Aquila  – ha dichiarato Barbara Del Fallo, viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti –, la ricostruzione del capoluogo abruzzese e dei paesi limitrofi è ancora a livelli embrionali e i cittadini protestano ogni giorno senza che politici nazionali e organi di stampa diano loro ascolto. Il fatto che il Presidente del Consiglio non abbia voluto incontrare i politici locali evidenzia la povertà o forse l’inesistenza di risposte da poter o voler dare ”.

 

Concludendo, l’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro ribadisce: “Nonostante una situazione insostenibile a livello sociale ed economico il capo del governo tace sull’emergenza ancora in atto in Abruzzo ed esorta i cittadini italiani al pagamento delle tasse, ma farlo all’Aquila, dove i cittadini sono ancora spaesati e molti senza casa né lavoro risulta alquanto triste e disonesto”.

 

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