Main menu

Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

Ue disposta a salvare Pompei, soddisfatta la Mariotti

La viceresponsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti: “Bondi intervenga al più presto per salvaguardare il patrimonio artistico italiano”


Napoli – “È evidente che l’Unione Europea vuole salvaguardare un patrimonio che non è soltanto italiano, ma anche europeo e mondiale”. Così Federica Mariotti, viceresponsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti, sulla disponibilità europea a finanziare i lavori di restauro presso il sito archeologico di Pompei.

 

Tuttavia, l’Italia tace e, se da Bruxelles dimostrano sbalordimento per il crollo della Domus dei Gladiatori verificatasi lo scorso sabato, c’è chi non la pensa allo stesso modo sui soldi da investire in questo momento nel Bel Paese. Luca Zaia, governatore del Veneto, protesta: “I soldi il governo li deve dare prima al Veneto, poi a Pompei. Si possono fare tutte e due le cose, ma qui abbiamo mezzo milione di persone sott’acqua”.

 

Intanto, il ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi ed alcuni suoi colleghi ministeriali incolpano, per l’accaduto, il nubifragio che si è abbattuto negli ultimi giorni sul Sud Italia. “Bondi dovrebbe finalmente iniziare ad occuparsi dei siti archeologici - ribadisce l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -. Non è possibile far ricadere la colpa dell’accaduto esclusivamente sull’abbondanza di piogge che si sta verificando al Meridione. È evidente che bisogna fare un censimento dei siti a rischio e risolvere immediatamente il problema”.

 

Cascone solidale con corteo degli immigrati a Bologna

Il responsabile per l’Emilia Romagna dell’Italia dei Diritti: “Giusta la manifestazione in un momento particolarmente complesso”


Bologna – “Bologna è una città estremamente democratica e questo tipo di manifestazioni sono ampiamente sostenute e caldeggiate”. Così esordisce Massimo Cascone, responsabile per l’Emilia Romagna dell’Italia dei Diritti, in merito alla manifestazione degli immigrati, in programma nel capoluogo emiliano il prossimo sabato.

 

“A Bologna ci sono diversi centri di prima accoglienza che vivono situazioni pesanti - ribadisce Cascone -. A questo si aggiunge un forte problema relativo alla sicurezza e al fatto che non è stato ancora eletto il nuovo sindaco. Il commissario fa quel che può, ma la situazione  resta molto delicata”. Infatti, i manifestanti chiederanno, tra l’altro, la chiusura dei due centri regionali di identificazione ed espulsione di Bologna e di Modena.

 

In particolar modo, il corteo sfilerà nelle strade emiliane contro la crisi e le politiche del governo ed è strettamente connesso con la protesta degli immigrati di Brescia. “In Lombardia la mobilitazione è vibrata e coinvolge non solo gli stranieri - conclude l’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro -. La questione è universale ed il malcontento dei lavoratori è relativo alle politiche del governo”.

Per Sacconi aiuti solo alle famiglie naturali, la critica di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Le politiche pubbliche devono fare gli interessi di tutti i cittadini italiani”

 

Roma - All’indomani della Conferenza nazionale della famiglia, tenutasi a Milano, si aprono le polemiche sulle dichiarazioni espresse dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. Al centro del dibattito vi è l’atteggiamento discriminatorio del governo che mira a tutelare la famiglia naturale, a  scapito della convivenza more uxorio, mediante la rivisitazione dell’Isee e la creazione di un “casellario delle famiglie”.  Per chi ha scelto di non legittimare formalmente la propria unione, il ministro si limita a osservare che “le politiche pubbliche si occupano della famiglia naturale basata sul matrimonio e della natalità più in generale, anche di quella fuori dal matrimonio”. Non è chiaro, però, quali sia l’impegno pragmatico che il governo  vuole predisporre per  queste relazioni affettive inquadrate attualmente sotto  una dimensione privatistica, a fronte di una maggiore chiarezza d’intenti per i nuclei con figli a carico o appartenenti alle fasce più deboli, che vedranno ridotta la pressione fiscale e verranno agevolati nell’accesso ai servizi.

 

Decisamente contrario è il punto di vista di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti,  il quale afferma: “Sacconi è il ministro di tutti e nelle sue dichiarazioni dovrebbe tener presente che le politiche pubbliche devono fare gli interessi di tutti i cittadini italiani. Non si può discriminare tra i figli di una famiglia naturale e quelli di una di fatto – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – perché  tutti hanno gli stessi diritti che devono essere considerati in egual misura”.

No di Autostrade a targa per Sandri, l’opinione di Celardo

Il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti:Comprendo le motivazioni che spingono la famiglia di Gabriele a commemorare la sua tragica morte, ma non posso fare a meno di pensare che sia necessario separare l’emotività da quello che spetta di diritto ad ogni cittadino”


Roma – “Comprendo le motivazioni che spingono i familiari di Gabriele a commemorare la sua tragica morte, ma non posso fare a meno di pensare che sia necessario separare l’emotività da quello che spetta di diritto ad ogni cittadino ”. Con questa dichiarazione il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, Carmine Celardo, accoglie il no arrivato da Autostrade per L’Italia SpA, relativamente alla richiesta di collocare una targa in ricordo di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso dall’agente di polizia Luigi Spaccarotella, dopo una rissa all'autogrill di Badia al Pino, in provincia di Arezzo. La petizione è arrivata dal fratello Cristiano, e da 25mila firme raccolte dal comitato ‘Mai più 11 novembre’. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il quale si dice pronto ad appoggiare tale iniziativa per lanciare un messaggio forte affinché simili atti di violenza non si ripetano più.

 

Il responsabile del movimento presieduto da Antonello De Pierro esprime il suo cordoglio alla famiglia Sandri, ribadendo la gravità del crimine avvenuto, ma prende atto delle motivazioni espresse dalla società Autostrade: “Purtroppo le strade d’Italia sono diventante una via crucis: solo negli ultimi vent’anni si contano più di 30mila persone morte in incidenti legati a risvolti giudiziari. Penso ad esempio ad episodi di mancato soccorso o alla rapine finite in tragedia. L’onore di una targa commemorativa non spetterebbe forse anche a queste vittime? Credo sarebbe più onorevole per tutti portare ogni giorno un fiore alla tomba di Gabriele – conclude Celardo –, e il sindaco farebbe meglio a impiegare le sua energia combattendo concretamente i problemi che dilagano nella Capitale”.

 

Monitoraggio dei siti archeologici romani, le osservazioni della Nieddu

La responsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti: “L’errore è rispondere solo in caso di emergenza”

 

Roma - Mentre prosegue la bufera sul ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, in seguito al crollo a Pompei della Domus dei Gladiatori, nella Capitale 32 siti di valore storico-artistico, tra cui il Colosseo e gli scavi di Ostia, vengono posti sotto l’osservazione del commissario delegato per le aree archeologiche, Roberto Cecchi, e della Soprintendenza speciale per i beni archeologici.

 

“Alcuni di questi siti – commenta Anna Nieddu, responsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti – come la Domus Aurea, presentano dei rischi da anni. Parlare di emergenza adesso, dopo il caso di Pompei, risulta essere tardivo. L’errore è rispondere solo quando l’urgenza è già in atto, mentre bisognerebbe stanziare costantemente dei fondi per i beni culturali. Oltre a una costante tutela – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – si dovrebbe garantire la trasparenza del percorso compiuto da queste risorse, ovvero le destinazioni d’uso. Infine, gli interventi dovrebbero essere rapidi e non soggetti ad una burocrazia che ne rallenta i tempi”.

 

Di Cosmo contro nuova direttiva europea su vivisezione

Il responsabile per la Tutela degli Animali dell’Italia dei Diritti: “Quanto stabilito dall’Ue è un chiaro esempio di come le lobbie farmaceutiche e le multinazionali che sostengono tali esperimenti, abbiano di fatto vinto ancora una volta”


Roma – Nel mese di settembre il Parlamento Europeo ha approvato la nuova direttiva sulla protezione degli animali utilizzati per fini scientifici, e quello che sembrava essere un aggiornamento sulla regolamentazione precedente, si è trasformato in abbrutimento delle pratiche legate alla vivisezione. Per alcune delle nuove disposizioni previste dalla norma infatti, le bestiole potranno essere sottoposte ad esperimenti ripetuti, si potranno impiegare cani e gatti randagi e l’utilizzo della anestesia non sarà necessariamente obbligatorio. Via libera anche all’uso di metodi brutali come l’isolamento totale, il nuoto forzato o altri esercizi che portano inevitabilmente alla morte dell’animale.

 

“Quanto stabilito dall’Unione Europea in merito alla vivisezione è un chiaro esempio di come le lobbie farmaceutiche e le multinazionali che sostengono tali esperimenti, abbiano di fatto vinto ancora una volta”. Questo il primo commento espresso sulla questione dal responsabile per la Tutela degli Animali dell’Italia dei Diritti, Marco Di Cosmo.

 

“Con le nuove regole – continua risoluto l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – si decreta che l’animale vittima di tali torture non abbia la stessa dignità senziente di ogni altro essere vivente, e si ribadisce che l’idea di un progresso tecnologico e scientifico si scontri con un regresso culturale ed etico. Il nostro movimento si batte per preservare i diritti degli uomini, ma soprattutto quelli dei più deboli, e pertanto, in questo caso, di tutti gli animali e della terra che li ospita”.

 

Allarme per i fondi della Provincia di Roma, le preoccupazioni della Nieddu

La viceresponsabileper il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Il problema andrebbe risolto a monte, partendo dalla finanziaria varata da questo governo che mette in ginocchio il Paese”


Roma - Le previsioni economiche per il 2011 sono tutt’altro che rosee. È quanto emerge dalle riflessioni di Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, sulle possibili allocazioni delle risorse che lo portano ad annunciare uno stato di allarme. Fortemente preoccupato per i vincoli imposti dal patto di stabilità, l’inquilino di Palazzo Valentini, sostiene che qualora le scuole presentassero delle situazioni di pericolo, tali da richiedere degli interventi strutturali, l’unica soluzione che si prospetta sarebbe la chiusura dell’istituto. Sempre secondo Zingaretti, a fronte di un blocco dei fondi destinati alla provincia, pari a 200 milioni, il Patto di stabilità prevede una capacità di pagamento per il nuovo anno di soli 30 milioni. Ne consegue la  messa in crisi non soltanto del sistema scolastico ma anche del rapporto con le società che erogano diversi servizi alla provincia. Per le aziende, infatti, si annunciano delle proroghe ai termini di pagamento che vengono posticipati ad un periodo superiore ai sessanta giorni.

 

Su queste problematiche si è espressa Anna Nieddu, viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, la quale afferma: “Condivido l’opinione di Zingaretti poiché i patti di stabilità andrebbero rivisti dato che creano una situazione di pericolo e di profondo degrado. Il problema – sottolinea l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro – andrebbe risolto a monte, partendo dalla finanziaria varata da questo governo che sta mettendo in ginocchio la produttività del Paese”.

 

Berlusconi all’Aquila senza gli Aquilani, parla Barbara Del Fallo

L’Aquila  – Il ritorno all’ Aquila dopo nove mesi di Silvio Berlusconi suscita polemiche e interrogativi. Intervenuto alla premiazione di forze dell’ordine e associazioni per il loro impegno nel dopo - terremoto, il Presidente del Consiglio non ha incontrato i cittadini evitando anche un confronto con i sindaci dei luoghi colpiti dal sisma  , sindaco dell’ Aquila Cialente in testa, che chiedono ancora cosa ne sarà di loro.

“La situazione politica nazionale ha suggerito a Silvio Berlusconi di ritorno dal Veneto, una deviazione elettorale all’Aquila  – ha dichiarato Barbara Del Fallo, viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti –, la ricostruzione del capoluogo abruzzese e dei paesi limitrofi è ancora a livelli embrionali e i cittadini protestano ogni giorno senza che politici nazionali e organi di stampa diano loro ascolto. Il fatto che il Presidente del Consiglio non abbia voluto incontrare i politici locali evidenzia la povertà o forse l’inesistenza di risposte da poter o voler dare ”.

 

Concludendo, l’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro ribadisce: “Nonostante una situazione insostenibile a livello sociale ed economico il capo del governo tace sull’emergenza ancora in atto in Abruzzo ed esorta i cittadini italiani al pagamento delle tasse, ma farlo all’Aquila, dove i cittadini sono ancora spaesati e molti senza casa né lavoro risulta alquanto triste e disonesto”.

 

Nuova aggressione subita da donna a Roma. L’accusa di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: Assistiamo tutti i giorni a violenze di ogni tipo e questo dato di fatto, dimostra l’inconsistenza politica delle promesse elettorali del centrodestra, che aveva basato la sua campagna sulla sicurezza”

 

Roma, 8 ottobre 2010 –  Ennesimo atto di violenza ha avuto luogo a Roma nella giornata di ieri. Una giovane donna è stata aggredita e resa oggetto di palpeggiamenti da un uomo che la ha avvicinata con un pretesto. Teatro dell’agguato è stata una via scarsamente frequentata del quartiere di Pietralata. L’episodio va inscriversi in una nuova escalation di violenza registrata in città.

“A Roma, ormai, oltre i classici spot di facciata, per la sicurezza non si è fatto nulla – drastico il commento di Roberto Soldà vicepresidente dell’Italia dei Diritti -. Assistiamo tutti i giorni a violenze di ogni tipo e questo dato di fatto, dimostra l’inconsistenza politica delle promesse elettorali del centrodestra, che aveva basato la sua campagna sulla sicurezza”.

“Quello che emerge è una  lacerazione sociale che attraversa i diversi quartieri dell’Urbe – prosegue Soldà -, solo garantendo il confronto e l’inserimento anche lavorativo di tutte le categorie di cittadini, si potrà studiare un nuovo piano sicurezza, vero e tangibile”.

 

De Pierro contrario a legge Bacchelli per Califano

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Nonostante il suo indubbio spessore non mi sembra ci sia il requisito di artista indigente”

 

Roma – Franco Califano, il noto artista 72enne, al momento convalescente per un grave infortunio domestico che gli impedisce di lavorare, invoca il sostegno finanziario da parte dello Stato. Con grande dignità, l’autore di ‘Tutto il resto è noia’, ha ammesso davanti alle telecamere che i 10 mila euro a semestre percepiti dai diritti Siae non gli sono sufficienti per il suo sostentamento, specie ora che, malato, è impossibilitato a esibirsi sul palco. Da qui l’appello alla legge Bacchelli, cioè l’assegno straordinario vitalizio che lo Stato italiano concede a quei cittadini illustri che si sono distinti nel mondo della cultura e dello spettacolo, ma poi vengono a trovarsi in condizioni di indigenza.

 

Sulla vicenda umana del ‘Califfo’ prende la parola Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti: “Certamente Franco Califano è un persona che soddisfa i criteri artistici e culturali previsti dalla legge Bacchelli, essendo senza dubbio un personaggio di grande spessore che io apprezzo molto, anche in virtù degli articoli e delle interviste che a lui ho dedicato in passato, quando più volte l’ho incontrato. Però – spiega il leader del movimento –, a mio parere non soddisfa il secondo requisito della legge, quello dell’artista indigente. Il suo caso è diverso da quello di altri personaggi, come per esempio Franco Citti, celebre protagonista del film di Pasolini ‘Accattone’, e per il quale anni fa mi sono impegnato in prima persona affinché ricevesse il sussidio statale, considerato che versava in condizioni di vera povertà”.

 

Invece, a proposito della richiesta avanzata dal cantante nato a Tripoli, De Pierro precisa: “Non va dimenticato che Califano, temporaneamente indisponibile per un infortunio, è un autore Siae e quindi percepisce i diritti per tutte quelle belle canzoni composte per sé e per gli altri. Inoltre – aggiunge –, per gli iscritti Siae è prevista un’assicurazione per gli incidenti che probabilmente gli verrà riconosciuta col tempo”. Il pensiero del numero uno dell’Italia dei Diritti è piuttosto chiaro, come egli stesso fa notare: “Non si può accordare la legge Bacchelli a tutti gli artisti che si ammalano o hanno un infortunio domestico, in quanto tale forma assistenziale dovrebbe prevedere casi di indigenza irreversibile, in particolare quando un professionista non è più in grado di mantenersi e avere alcun tipo di introito dalla sua attività artistica”.

 

“Perciò – dichiara ancora De Pierro –, chi ha il compito di valutare l’assegnazione di tale istituto ausiliario deve  ponderare attentamente l’idoneità del caso, altrimenti si tratterebbe di uno schiaffo in faccia a tutti quegli italiani che versano in situazioni di miseria più nera, costretti a vivere con mille euro al mese per mantenere la famiglia e, talvolta, così disperati da ricorrere finanche al suicidio”.

Sgomberata la gru occupata da immigrati in protesta, la solidarietà dell’Italia dei Diritti

Sulla questione sono intervenuti Grazioli e Loverde rispettivamente viceresponsabile della provincia di Brescia e viceresponsabile per l’Immigrazione del movimento

 

 

 

Questa mattina, poco dopo le 6, l’intervento congiunto di carabinieri e polizia, ha portato allo sgombero del presidio di sei immigrati che da sabato 30 ottobre stazionavano, per protesta su una gru all’interno di un cantiere edile nel Bresciano. L’azione non violenta aveva come scopo l’ottenimento del permesso di soggiorno, per il quale, come dichiara il portavoce, i manifestanti hanno già versato i contributi necessari per la richiesta, ma non hanno ancora ricevuto nulla.

“Queste manifestazioni rappresentano una spia, un segnale della disperazione sociale che attraversa il nostro paese.”così a tal riguardo dichiara Sergio Grazioli viceresponsabile per la Provincia di Brescia dell’Italia dei Diritti. “Anche in altre classi sociali è sempre più visibile questa disperazione - continua Grazioli - legata alla perdita del lavoro e alla conseguente disoccupazione. Evidentemente oggi c’è la necessità di un intervento da parte della classe politica teso a risolvere quello che attualmente è il problema sociale che si pone a monte di tutti gli altri, quello del lavoro”.

La situazione paradossale risiede nell’evidenza che i lavoratori immigrati hanno adempiuto  tutti i passaggi necessari per inoltrare e ottenere un permesso di soggiorno valido, molti di questi hanno pagato cifre molto alte ai loro datori di lavoro, vere e proprie estorsioni. sulla questione è intervenuto anche  Antonino Loverde viceresponsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti: “La sanatoria del 2009 è stata una vera discriminazione nei confronti dei lavoratori immigrati perché rivolta solamente a colf e badanti. Sarebbe stato necessario allargare le tipologie lavorative previste prosegue l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro –, ponendo un tetto massimo per ognuna. Questi lavoratori si trovano in una duplice difficoltà: versano tangenti ai propri datori di lavoro e se li denunciano possono recuperare la loro quota, ma non ottenere la regolarizzazione. Italia dei Diritti è in prima fila a denunciare questi soprusi ed esprime solidarietà ai lavoratori in difficoltà”.

FacebookTwitter