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Morti sospette in casa di riposo nel Viterbese, la riflessione di Anselmi

Il responsabile per la Provincia di Viterbo dell’Italia dei Diritti: “Bisogna tutelare le fasce più deboli e contrastare questi fenomeni”

Roma – Sedici morti sospette nel Viterbese sospette all’interno della casa di riposo “Il Fiordaliso”. A seguito delle recenti indagini che hanno investito la struttura per anziani di Gradoli, chiusa lo scorso 4 novembre dai carabinieri del Nas "per mancanza dei requisiti minimi di idoneità” sembra profilarsi all’orizzonte un dato penalmente rilevante riguardo al decesso di alcuni anziani dovuto a “grave stato di abbandono”. In merito alla vicenda, è intervenuto Gualdo Anselmi responsabile per la Provincia di Viterbo dell’Italia dei Diritti: “Sulla vicenda non bisogna creare allarmismo in quanto c’è un’indagine in corso della magistratura e non sono state ancora accertate le responsabilità”.
Gli inquirenti, stanno valutando quante tra le morti in esame siano dovuti a cause naturali e quante potrebbero essere state determinate dal "grave stato di abbandono" degli ospiti della clinica riscontrato dai militari dell’Arma. “Se ci fossero stati maggiori controlli preventivi, i Nas non sarebbero arrivati a scoperte come questa. Una situazione come questa, è la conseguenza del rifugio al privato che serve solo a fare business e ad arricchire la classe imprenditoriale – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - , che persegue l’interesse privato e non della collettività . Bisogna tutelare le fasce più deboli e contrastare questi fenomeni”.

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