Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “È in questo modo che il centrodestra sta dimostrando come intende dare risposte ai cittadini e ai giovani in cerca di occupazione”
Roma – “Non si tratta di casi sporadici. Ciò che è venuto fuori in quest’ultimo periodo rientra in un sistema di intrighi e di clientelismo messo a regime da un centrodestra che ha evidenziato il suo modo di gestire il potere”. Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, si esprime senza mezzi termini sugli scandali che stanno travolgendo nelle ultime settimane il sindaco Alemanno e la sua Giunta.
Subito dopo la vicenda Atac, l’inquilino del Campidoglio è chiamato a rispondere sulle strane coincidenze legate alle ultime assunzioni dell’Ama, la società che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti a Roma. Infatti, a partire dal 2008, questa ditta ha assunto un migliaio di persone, tra cui numerosi parenti di stretti collaboratori del primo cittadino della Capitale. “In oltre due anni di gestione di queste aziende da parte della Giunta comunale - sottolinea Soldà -, è risultato più che evidente lo straripamento di potere dei massimi vertici delle municipalizzate che in questo modo hanno dimostrato un’enorme arroganza e senso di impunità”.
Critico l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro che conclude dichiarando: “Con questi atteggiamenti il centrodestra ha mostrato chiaramente in che modo intende dare risposte ai cittadini ed in particolar modo ai giovani in cerca di occupazione. Se non si cambierà rotta, non ci si meravigli dell’aumento della disaffezione da parte di questi ultimi nei confronti della politica”.
Il responsabile per Lavoro e Occupazione dell’Italia dei Diritti: “Se si prosegue in questa direzione, siamo lontani da un’effettiva ripresa economica”.
Roma, 7 dicembre 2010 – “La preoccupazione per le difficoltà economiche in cui versa il Paese è ormai giunta ai massimi livelli”.
È questo il primo commento di Giuseppe Criseo, responsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti, riguardo alle amare previsioni espresse dalla Nidil Cgil sulla perdita di alcune migliaia di posti di lavoro in diversi settori della Pubblica Amministrazione. In base ai calcoli effettuati dalla struttura sindacale rappresentativa dei lavoratori in somministrazione e di quelli atipici, il decreto 78/2010 colpirà, nel 2011, 3250 precari e interinali del pubblico impiego. A farne le spese, in particolare, saranno 1.800 impiegati dell’Inps, 1.300 funzionari del ministero dell’Interno e 150 unità dell’Inpdap.
L’esponente del movimento extraparlamentare ha proseguito: “I numerosi tagli a vari settori, come alla cultura e alle politiche sociali, non trovano una reale giustificazione visto che stanno mettendo a rischio la qualità della vita e la sicurezza del cittadino. L’alto tasso di disoccupazione – ha concluso l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ci fa capire che se si prosegue in questa direzione, siamo lontani da un’effettiva ripresa economica.”
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Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Salari del genere sono uno schiaffo a chi fatica per arrivare a fine mese. La riduzione dei costi si può ottenere allontanando la partitocrazia dalla tv pubblica”
Roma – “Di fronte a questi compensi corrisposti con denaro pubblico resto interdetto. È un vero scandalo, anche perché tra coloro che contribuiscono a pagare tali stipendi faraonici ci sono anche precari, cassintegrati, spesso licenziati, e ricercatori retribuiti con salari da fame. Una vera beffa per tutte queste persone che vedono alcuni personaggi televisivi condurre una vita da nababbi con soldi statali”. Il leader dell’Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, parla a ruota libera con tono severo degli esorbitanti cachet che ricevono presentatori e personaggi televisivi della Rai. In un momento di grave crisi economica come quello che sta vivendo il Paese, fa un certo effetto leggere cifre astronomiche erogate dal servizio radiotelevisivo pubblico, quindi con il contributo di tutta la collettività nazionale, alla quale poi si chiede di sopportare gravosi sacrifici finanziari.
“La nostra posizione contraria in merito alla sproporzione di questi stipendi è netta e irremovibile”, dice ancora il presidente del movimento nazionale. Infatti, dalle voci trapelate attraverso organi di stampa e on-line, sono emersi alcuni degli emolumenti più onerosi che mamma Rai versa nelle tasche dei suoi figli più fortunati: Antonella Clerici, dopo la conduzione dell’ultimo “Festival di Sanremo”, ha strappato un nuovo contratto da 1,8 milioni di euro all’anno. Il suo successore sul palco dell’Ariston, Gianni Morandi, dovrebbe intascare invece 1,1 milioni di euro per cinque serate. Simona Ventura, presentatrice di “Quelli che il calcio” e de “L’Isola dei Famosi”, guadagnerebbe intorno a 1,5 milioni di euro annui. Carlo Conti, mattatore di molte trasmissioni Rai, percepirebbe all’incirca 1,3 milioni di euro a stagione, mentre l’anchorman Bruno Vespa dovrebbe accontentarsi, si fa per dire, di soli 1,2 milioni di euro.
Discorso particolare quello del popolarissimo Fabio Fazio: a fronte delle polemiche sorte sui cachet degli ospiti di “Vieni via con me”, alcuni dei quali, come Roberto Benigni, costretti a partecipare a titolo gratuito, il buon Fazio si porterebbe a casa qualcosa come due milioni di euro all’anno, ergendosi in assoluto a primo della lista dei “paperoni” di viale Mazzini. In posizioni intermedie ma comunque molto redditizie si collocano Pippo Baudo con 900 mila euro di entrate annue, il discusso Michele Santoro (715 mila euro), Serena Dandini (700 mila euro). Tra i “più poveri”, invece, spiccano i giornalisti di Rai Tre Giovanni Floris con 450 mila euro e Milena Gabanelli, ultima della classifica con il suo cachet di “appena” 150 mila euro a stagione.
Davanti a queste cifre le parole di De Pierro sono inequivocabili: “Stipendi del genere, spesso non meritati, rappresentano uno schiaffo morale a chi fatica per arrivare a fine mese, anche per tutti coloro appartenenti allo staff che permette ai faraoni del video di poter godere di tali privilegi pecuniari. La riduzione di questi costi deve essere un imperativo imprescindibile e si può attuare solo dopo aver allontanato i tentacoli sempre più avvolgenti della partitocrazia dalla televisione pubblica. Non serve fare riferimenti nominativi, è il sistema intero ad essere sbagliato. Basta fare mente locale e porre l’attenzione sul fatto che nelle redazioni giornalistiche della tv di Stato lavorano con professionalità impeccabile centinaia di dipendenti che potrebbero condurre magistralmente le stesse trasmissioni, evitando di sprecare tanto denaro per accontentare chi spesso è in quota a questa o a quella formazione politica”.
“Purtroppo – continua il numero uno dell’Italia dei Diritti, ampliando lo spettro della sua analisi –, il problema Rai si trascina annoso da lunghissimo tempo, per favorire quello che è stato l’avvento di Berlusconi e poi del berlusconismo, che ha avuto magari anche qualche piccolo lato positivo, ma tuttavia perso in un oceano di elementi socialmente deleteri. Per tanti anni si è evitato di legiferare in materia radiotelevisiva e si è contribuito a creare un monopolio privato, salvo poi legalizzare l’illegittimo, dopo varie pronunce della Consulta, a colpi di decreti e questioni di fiducia, e mi riferisco ancora alla Prima Repubblica. Le responsabilità di tutto ciò ricadono sulle coscienze di personaggi che ancora imperversano nel panorama politico, anche esponenti di sinistra, che ora fanno finta di opporsi alle gestioni governative berlusconiane. Ciò ha comportato un degrado morale e culturale che l’Italia e diverse generazioni hanno dovuto pagare come conto di politiche non nell’interesse collettivo, ma volte a salvaguardare la tutela affaristica di pochi. Una Rai lottizzata dai vari partiti, nessuno escluso o quasi, che ha avuto il grande merito nei primi decenni successivi al secondo conflitto mondiale, di favorire l’unificazione glottologica degli italiani, laddove la scuola aveva fallito. Quella stessa Rai – chiosa De Pierro – che col tempo è stata sempre più allontanata dal ruolo predominante di veicolo culturale, sempre più mercificata e sacrificata sull’altare degli interessi dei mercanti del tempio”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti sul gesto estremo dei dipendenti Gesip: “Non basta la solidarietà, servono atti concreti per ridare serenità a tutti quei lavoratori in cui l’oggettiva difficoltà è stata così manifestata.”
Roma, 7 dicembre 2010 – “Per difendere il posto di lavoro e la dignità umana, a Palermo si è giunti ad occupare il Consiglio comunale sperando di veder così confermato un diritto fondamentale.”
Questo è il primo commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti in merito alla notizia dell’irruzione di circa venti operai della Gesip, società di servizi palermitana creata nel 2001, a Palazzo delle Aquile. La forte crisi economica in cui versa l’azienda ha portato i lavoratori a compiere un gesto dettato dall’esasperazione, ovvero il sequestro dei consiglieri comunali affinché autorizzassero, con apposito provvedimento, l’utilizzo dei fondi che il Cipe mette a disposizione dei progetti realizzati da aziende partecipate. La vicenda che si è conclusa con l’approvazione della delibera e con l’intervento della polizia per liberare i consiglieri comunali, porta Soldà a ribadire il proprio sostegno per le fasce deboli della popolazione.
“Un gesto estremo quello degli operari della Gesip, che apparentemente sembra un atto di prepotenza, ma che in realtà si può capire solo quando si vive il dramma della perdita del posto di lavoro. Di fronte a questi casi – dichiara Soldà – la politica ha il compito di intervenire non solo a posteriori, sulle conseguenze, ma soprattutto deve garantire un’azione costante ed esercitare il ruolo di ricettore delle istanze presentate da chi versa in gravi condizioni economiche.”
L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro, conclude affermando: “Non basta la solidarietà, servono atti concreti per ridare serenità a tutti quei lavoratori in cui l’oggettiva difficoltà è stata così manifestata.”
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Ritengo che il risultato prodotto dagli inquirenti debba considerarsi di maggior pregio, considerando la scarsità dei fondi destinati alle nostre forze dell’ordine”
Roma – “Rivolgo il mio solidale ringraziamento all’operato delle forze dell’ordine che ancora una volta hanno sventato un’attività criminale dai risvolti estremamente gravi”. Questo è il primo commento a caldo del vicepresidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà, alla notizia dei 25 arresti eseguiti per i responsabili di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e alla detenzione e porto di armi, anche da guerra, messi a segno dalla Polizia di Caserta, in collaborazione con le Squadre Mobili di Arezzo, Napoli e Pordenone.
“Ritengo che il risultato prodotto dagli inquirenti debba considerarsi di maggior pregio – afferma il numero due del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, considerando anche le innumerevoli difficoltà che questi uomini, i quali lavorano per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, devono sopportare ogni giorno a causa dell’inammissibile mancanza di fondi destinati al servizio d’ordine nel nostro Paese. Mi chiedo – conclude Soldà – quali obiettivi potremo finalmente raggiungere se il Governo collocasse al posto giusto i soldi sborsati da tutti gli italiani”.
La responsabile per Scuola ed Istruzione dell’Italia dei Diritti: “Nella scuola pubblica tutti stanno protestando ma nessuna ascolta le loro richieste di confronto”
Roma - Una cinquantina di universitari si è unita in corteo alla volta del Comune di Torino ieri pomeriggio. L’ irruzione era nell’aria da giorni, da quando Sergio Chiamparino ha bollato come intollerabile la mobilitazione studentesca dei giorni scorsi. La risposta dei ricercatori è arrivata, via posta: si dicono sconcertati per il qualunquismo delle sue dichiarazioni e senza interlocutori .
“Non credo che il sindaco Chiamparino volesse andar contro gli studenti” ha dichiarato Annalisa Martino, responsabile per la Scuola ed l’ Istruzione dell’Italia dei Diritti.
“Quest’azione è solo una delle tante altre che sia a livello locale che a livello nazionale si stanno mettendo in atto. E’ bene che si capisca che il malcontento degli studenti si è acuito nel momento in cui è stato loro negato ogni confronto con il governo centrale che avrebbe dovuto ascoltare le loro richieste.
Sulla questione l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro ha aggiunto C’è un forte bisogno che l’istruzione pubblica ritrovi la sua dignità e non si pensi che le proteste siano solo da parte di facinorosi estremisti. In questo momento storico tutti i livelli della scuola sono scesi in strada a protestare: dal rettore allo studente, dal professore ordinario alla maestra, e questo dovrebbe far riflettere ognuno di noi ma soprattutto chi questo malcontento lo ha sollecitato con la sua politica lontana dalla gente e non sta tenendo in considerazione l’esasperazione che esso esprime”.
La responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “L'umana pietà non è considerata fra i leghisti, anche se si fanno portavoce del crocifisso e di ciò che esso rappresenta”
Milano – La giunta comunale di Bergamo, presieduta dal sindaco Franco Tentorio, ha bocciato la richiesta di assegnare l’onorificenza civica all’associazione di volontariato denominata “Oikos”, che da anni gestisce un ambulatorio di medicina generale per cittadini, in buona parte extracomunitari e senza permesso di soggiorno, non aventi diritto all’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale. L’episodio ha scatenato da subito polemiche tra i rappresentanti dell’opposizione di Palazzo Frizzoni, tra cui il Partito Democratico, l’Italia dei Valori e l’Unione di Centro, i quali hanno accusato Tentorio e alleati di non aver dato il giusto merito all’attività della Onlus solo per assecondare le idee della Lega Nord rispetto alla questione degli immigrati.
“L'umana pietà non è considerata fra i leghisti, anche se si fanno portavoce del crocifisso e di ciò che esso rappresenta – afferma con stizza Francesca Scoleri, responsabile per la provincia di Bergamo dell’Italia dei Diritti –. L’Oikos col suo gruppo di volontari, è simbolo di umana solidarietà, qualcosa che dovrebbe andare oltre le scelte programmatiche di un movimento fondato sul razzismo quale ritengo sia la Lega”.
L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro esprime le sue perplessità riguardo al giudizio dei membri della maggioranza comunale, domandandosi sarcasticamente cosa sia per quest’ultimi meritevole di onorificenza: “Questo ‘no’ è solo l’ennesima dimostrazione di inciviltà e di fanatismo che come un’ombra nera percorre non solo le vie di Bergamo, ma di gran parte del Nord Italia, macchiandone la storia”.
La viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti: “Una buona Amministrazione non sarebbe mai arrivata a questo punto”
Genova – Il bilancio del Comune di Genova deve fare i conti con i tagli della manovra Tremonti, che tolgono alle casse oltre 30 milioni di euro di trasferimenti diretti, e gli effetti finiscono per ripercuotersi in modo pesante sulle tasche dei genovesi. Il biglietto del bus sale a 1,50 euro, ma passa da 90 a 100 minuti, il mensile Amt da 36 euro va a 42 euro più uno. La sosta blu passa da due euro a quattro fasce differenziate, da 2,50 euro a 1 euro, in proporzione dalla distanza dal centro.
“Che ci sia la crisi è indubbio ma non tutto è da imputare a essa”. Ha sottolineato Antonella Silipigni, viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti.
Un sindaco deve essere anche un buon manager della sua città e non può navigare a vista. L’amministrazione di Genova, tra l’altro di sinistra, non è stata in grado di ammortizzare il colpo ricevuto dalla manovra Tremonti, avrebbe dovuto fare in modo di occuparsi dei cittadini, con una politica a favore dello sviluppo del tessuto sociale, mentre ci scontriamo ora con aumenti dei biglietti dei mezzi pubblici ma anche con il taglio di alcune linee del trasporto locale e la drastica riduzione dei buoni di sostegno affitto.
L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro ha poi concluso “Tutto questo sarà visto dagli abitanti come un taglieggiamento da parte del governo cittadino, che porterà all’impossibilità di recuperare un dialogo costruttivo con la politica ”.
La responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti: “È necessario accrescere il senso di responsabilità dei giovani intensificando i controlli, la formazione per una guida sicura e l’informazione sugli effetti delle droghe e degli alcolici”
Catanzaro – “Il principio chiave è quello di accrescere il senso di responsabilità in coloro che si mettono alla guida di un’auto attraverso una intensificazione dei controlli da parte delle forze dell’ordine, della corretta formazione per una guida sicura, e di un’adeguata informazione sugli effetti prodotti dall’uso di sostanze stupefacenti e bevande alcoliche”. Risoluto il commento espresso dalla responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, Pamela Aroi, riguardo la notizia dell’ennesima strage di innocenti avvenuta nella località Marinella a Sant'Eufemia di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, dove un auto ha travolto e ucciso 8 ciclisti. Alla guida dell’auto un giovane di 21 anni di origine marocchina, immigrato regolare, al quale 7 mesi prima era stata ritirata e in seguito restituita la patente per un sorpasso azzardato e che, dai primi esami effettuati in ospedale, è risultato positivo al test della cannabis.
“Sono stati fatti notevoli passi avanti in merito alla questione, anche attraverso campagne di sensibilizzazione sul pericolo degli effetti dell’alcol – conclude l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro –, ma a mio avviso occorre una maggiore comunicazione, anche relativamente ai rischi che i giovani corrono sia per la loro incolumità sia per quella degli altri, quando guidano con imprudenza e sotto l’effetto di droghe leggere, quest’ultime troppo spesso sottovalutate”.
Il responsabile per la provinciale dell’Italia dei Diritti:
“La nostra è una splendida città, la paura è solo un pretesto per certa politica”
Bologna - Bologna ai primi posti nell’annuale classifica del Sole24ore sulla qualità della vita nelle 107 province italiane calcolata sulla base di sei parametri: tenore di vita, affari e lavoro, servizi ambiente e salute, popolazione, ordine pubblico e tempo libero. Quest’annoè ottava assoluta in Italia. Sul fronte dell'ordine pubblico però spicca il dato secondo cui il capoluogo emiliano occupa solo il 100esimo posto (su 107 province)
“La sicurezza è un luogo comune sfruttato da certa politica che la usa per ricevere attenzione e consenso da parte dei cittadini”, ha sottolineato Marcello De Giorgio, responsabile per la provincia di Bologna dell’Italia dei Diritti. “Viviamo in un centro abitato estremamente vivibile in cui io mi sento al sicuro. La paura è un mezzo usato affinché si possano trovare argomenti e colpevoli dell’insofferenza dei cittadini fuori dalle mura comunali”. l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro ha poi ha aggiunto e sono sicuro che tutto questo si acuirà non appena ai cittadini saranno presentati i forti tagli che limiteranno la vita sociale della città”.
La viceresponsabile per
Napoli – “L’impressione è che il sindaco abbia troppo tempo libero che gli consenta di focalizzare la propria attenzione su problemi del tutto marginali”. Così Licia Palmentieri, viceresponsabile campana dell’Italia dei Diritti, ha commentato la nuova ordinanza del sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio, che ha istituito le c.d. “ronde cittadine”.
“Secondo la sua opinione – ha aggiunto
L’iniziativa, infatti, fa seguito al già molto discusso divieto di indossare minigonne, abiti succinti e pronunciare bestemmie che il primo cittadino stabiese ha disposto, di concerto con l’assessore alla Legalità e alla Sicurezza, Luigi Mamone, poco più di un mese fa.
“Stavolta – ha aggiunto la viceresponsabile regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro – ho rilevato giuste obiezioni anche dal centrodestra, il suo stesso schieramento, sulla scarsissima utilità di questo provvedimento per contrastare la vera criminalità. Quando si risiede in un territorio in cui le stesse forze di polizia sono presenti in numero insufficiente e vivono una realtà di disagi e tagli dei finanziamenti, non si capisce come associazioni di ex combattenti ed ecologisti possano essere adeguatamente preparate ad agire”. Infatti, ad occuparsi delle ronde, si legge nell’ordinanza, dovrebbero essere: l’Associazione nazionale Carabinieri Italia, Associazione Protezione Verde pro natura, Associazione nazionale Marinai d’Italia, Associazione nazionale Combattenti guerra liberazione, Associazione Combattenti e reduci, Associazione ecologica culturale Protezione verde e Associazione Reparto operativo soccorso Stabia.
“Perché Bobbio intraprende sempre iniziative così discutibili da suscitare polemiche a livello nazionale? Che cos’è, propaganda? Non sarebbe forse più efficace occuparsi di problematiche più concrete come il drenaggio delle acque piovane o il problema dell’abusivismo edilizio? Insomma – ha concluso