Il responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti : “Non si comprende come questo Governo si accanisca con mere ed esclusive questioni di bilancio su persone che hanno realmente bisogno”
Genova - “È deprecabile l’atteggiamento del Governo nei confronti delle persone non autonome, indegno il fatto che non siano versati i 400 milioni destinati al fondo per la non autosufficienza. In questa maniera è a rischio in Liguria, come evidenziato dai quotidiani, l’assistenza di 6800 persone di cui 5000 anziani e 1800 disabili”. Commenta con queste parole, senza nascondere preoccupazione, Maurizio Ferraioli, responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, il mancato stanziamento economico che pone in serio pericolo il sostentamento mensile alle famiglie liguri che hanno in casa una persona non più autosufficiente. “È veramente indegno di un paese civile – prosegue l’esponete del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , non si può far mancare l’assistenza a questi cittadini, benché minimo, l’assegno riconosciuto mensilmente è una boccata di ossigeno essenziale in un periodo di grande crisi, soprattutto per coloro che hanno già diverse problematiche da affrontare nella vita quotidiana”.
Desta altrettanta preoccupazione nell’esponente del movimento anche il mancato rinvio delle contribuzioni per i cittadini di Varazze e Genova Sestri Ponente, vittime delle alluvioni dello scorso ottobre: “Altra notizia deprecabile – sottolinea Ferraioli - è la non minima assistenza per gli alluvionati dell’ultimo 4 ottobre, i quali non godranno della proroga delle tasse che scadevano il 15 dicembre. Non si comprende come questo Governo si accanisca con mere ed esclusive questioni di bilancio su persone che hanno realmente bisogno nel quotidiano, perché già segnate dagli eventi della vita e su persone che loro malgrado, hanno dovuto subire eventi atmosferici catastrofici, trovandosi poi in un grande disagio economico e sociale. L’Italia dei Diritti – conclude determinato Ferraioli - si schiera ovviamente della parte di questi cittadini e auspica un ripensamento da parte del Governo, affinché un moto di sensibilità gli faccia riconsiderare il fatto di versare questi fondi per i disabili e per gli anziani”.
Il responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti raccoglie le proteste dei cittadini e dichiara : “Non è più possibile assistere a delle piccole discariche a cielo aperto durante tutta la mattinata. Questa è la nostra città e chiunque alza la voce quando si accorge che le cose non vanno merita di essere ascoltato”
Genova – “In quanto responsabile regionale per la Liguria dell’Italia dei Diritti ho sempre promosso e difeso a spada tratta la raccolta differenziata essendo tra l’altro uno dei promotori della raccolta porta a porta. Lo smaltimento diversificato è , in una corretta politica della gestione dei rifiuti, essenziale, e deve gradualmente diventare un imperativo in tutte le case degli italiani. Gli Spezzini, stanno manifestando un grande impegno con lo scopo di migliorare l’ambiente e forse un po’ egoisticamente, arrivare a delle tariffe della tassa sulla nettezza urbana meno onerose. Purtroppo però girando per le vie della città, si notano ancora molte anomalie. I cassonetti per la carta e la plastica sono spesso stracolmi e concedono a noi ed ai visitatori, un’immagine degradante di una città meravigliosa tanto da indurre i cittadini a domandarsi se valga la pena impegnarsi ed istruire i propri familiari in una raccolta differenziata che , almeno dal punto di vista dell’immagine e dell’incuria, non da un segnale di miglioramento della situazione cittadina.”
Le parole di Maurizio Ferraioli, mettono in luce una realtà diversa da quella superficialmente ottimistica delineata dall’ amministrazione locale. Scaturiscono dopo numerose segnalazioni fatte dai residenti della Spezia e dai commercianti della piazza del mercato cittadino i quali, numerosi, rivolgendosi direttamente al responsabile ligure del movimento presieduto da Antonello De Pierro, sperano in un repentino miglioramento della situazione, seriamente preoccupati anche per la salubrità della zona.
“Come segnalato recentemente da un cittadino – dichiara Ferraioli - , piazza Cavour ‘Piazza del Mercato’, è un esempio, oberata di sporcizia durante la mattinata e nell’immediato pomeriggio prima delle operazioni di pulizia a fine giornata lavorativa, fatto che denota anche una difficile situazione dal punto di vista igienico in un’area dove vengono venduti alimenti. Tale condizione è insopportabile e all’Amministrazione chiedo di farsi carico e parte diligente, non solo nel pubblicizzare un incremento della percentuale della raccolta differenziata, ma anche nell’organizzare i servizi di ritiro con un maggior controllo del territorio ed un’eventuale segnalazione, quando i cassonetti sono pieni, alle società preposte alla raccolta. Non possiamo pensare – prosegue - che la produzione dei rifiuti sia costante e, come si opera con interventi straordinari quando necessario, si adotti lo stesso metodo intervenendo ‘ad bisognam’, restituendo agli spezzini una città più pulita Ugualmente concordo con la comunicazione del cittadino che richiede un costante passaggio nella piazza del mercato degli operatori ecologici, al fine di mantenere un ambiente igienicamente consono alla vendita di generi alimentari ”.
Lo sviluppo e la diffusione della raccolta differenziata porteranno sicuri vantaggi a lungo termine per gli abitanti della Spezia ma attualmente i disagi arrecati dalla gestione non proprio eccellente dello smaltimento del pattume, colpiscono i residenti e quanti passeggiano per la città.
Le lamentele giunte all’Italia dei Diritti non sono state trascurate da Ferraioli che ribadisce il suo impegno in merito : “Non è più possibile assistere a delle piccole discariche a cielo aperto durante tutta la mattinata. Questa è la nostra città e chiunque alza la voce quando si accorge che le cose non vanno merita di essere ascoltato ed a tal fine invito tutti i cittadini a continuare a segnalare eventuali disagi, per poter insieme sollecitare interventi all’Amministrazione che è spesso, forse, con lo sguardo rivolto altrove. Tali mie considerazioni sono effettuate con spirito collaborativo ma sempre ed esclusivamente nell’interesse e dalla parte dei cittadini.”
La responsabile per la Toscana dell’Italia dei Diritti: “Mi preme sapere quale sarà l’impatto della ristrutturazione aziendale in atto sui servizi sanitari e se ci sarà un maggiore disagio a carico dei cittadini”
Firenze – “Senz'altro sull’Asl di Massa Carrara la Regione Toscana è stata molto chiara e netta. Il governatore Rossi ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica massese contro gli autori del dissesto finanziario, e ha chiesto il risarcimento danni anche alla società di revisione contabile, assicurando tra l’altro che l’amministrazione regionale coprirà il buco sino all’ultimo euro. Quindi fino a qui, tutto bene”. Con queste parole, la responsabile per la Toscana dell’Italia dei Diritti, Emanuela Ferrari, espone chiaramente la sua opinione in merito al clamoroso deficit emerso negli ultimi bilanci dell’Asl apuana.
“Le mie perplessità rimangono sulle modalità della scoperta del disavanzo e sul suo accadimento negli anni precedenti, data la portata della cifra accertata – continua nel suo ragionamento l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –. È quanto mai necessario approfondire il fatto che nessuno se ne sia accorto prima, tantomeno l'allora assessore alla Sanità Rossi, e con lui tutti coloro preposti al controllo sia interno che esterno”.
“ Ritengo inoltre che siano da accertare le cause delle perdite, se le stesse abbiano avuto un impatto più generalizzato anche sulle altre Asl toscane e se ci siano debiti potenziali ancora ignorati. Spero che l'attuale assessore Scaramuccia – afferma la Ferrari – stia facendo un’attenta analisi degli acquisti di attrezzature e macchinari, del loro effettivo utilizzo e delle assunzioni del personale e la relativa incidenza sia in termini di costo sia in termini di professionalità, affinché non emerga uno sbilanciamento di figure necessarie al buon andamento della ‘cura’. Mi riferisco ad esempio alla possibilità di collocare troppi impiegati o pochi medici e infermieri”.
“In ultimo, ma non per importanza – conclude la responsabile regionale del movimento extraparlamentare –, mi preme sapere quale sarà l’impatto della ristrutturazione aziendale in atto sui servizi sanitari. Se ci sarà un maggiore disagio a carico dei cittadini, con la conseguenza di un aumento dei tempi di attesa o del ticket, e se dopo il prosciugamento del tesoretto messo a disposizione della Regione e il taglio di finanziamenti a livello statale, sia ancora pensabile e fattibile costruire un ospedale unico in provincia di Massa Carrara, con un dispendio inutile di risorse”.
Il viceresponsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti : “È un esempio da seguire”
Roma – “L’amministrazione della regione Umbria si è resa conto di una opportunità commerciale che poteva essere vantaggiosa economicamente per i cittadini, la quale permette loro, nonostante i tempi, di mantenere il proprio potere d’acquisto e contemporaneamente consente di promuovere una politica ecologicamente compatibile”.
Commenta con queste parole, Marco Ristori, viceresponsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti,
l’approvazione in Umbria della prima legge regionale che riconosce e finanzia i G.A.S. P. ossia i gruppi d’acquisto solidali e popolari. Una regolamentazione precisa, che fissa a 15 il numero dei partecipanti per gruppo, impedisce la speculazione sui beni e circoscrive la sovvenzione al consumo di derrate a chilometri zero. “È un esempio da seguire – prosegue Ristori - , i miei complimenti vanno alla regione Umbria che ha attuato questo provvedimento. Sviluppando il ritorno alla filiera corta, comprando prodotti della zona, migliorerà certamente la salubrità dell’ambiente perché si avranno meno trasporti, aumenterà la qualità della merce e si avrà un maggiore risparmio. Seguendo quindi i principi del buon senso, come opportuno in questi momenti di crisi, si otterranno molteplici risultati : un guadagno ecologico ambientale e un profitto per le tasche dei cittadini umbri.”
Coinvolti concretamente nel testo di legge regionale anche i gestori delle mense pubbliche, i quali beneficeranno, in caso di attuazione della filiera corta, della priorità nei bandi di gara comunali. “Ritengo - conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro commentando quest’ultimo punto - , che attraverso le linee guida dettate dalla Regione agli enti locali, vi sarà una maggiore attenzione dei comuni che saranno vigili e controlleranno fermamente i destinatari di questi fondi”.
Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “Siamo davanti all’ennesima legge- bavaglio che mira ad annientare l’indipendenza della Magistratura e dei pubblici ministeri”
Roma – “Siamo davanti all’ennesima legge-bavaglio che mira ad annientare l’indipendenza della Magistratura e dei pubblici ministeri”. Non si fa attendere il commento del responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, Giuliano Girlando, in merito alla notizia della proposta di legge presentata dal parlamentare e avvocato del Pdl, Luigi Vitali, che ha l’intento di inserire un nuovo articolo nel codice di procedura penale, il 315 bis, per risarcire chi è sottoposto a “ingiusta intercettazione”.
“Con questi sotterfugi ideati dai colleghi del presidente del Consiglio dei ministri – continua con decisione l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, si rischia di indebolire ulteriormente il lavoro del magistrato, minando tutte le attività investigative che vengono attuate per contrastare reati molto gravi come quello di mafia, di riciclaggio di denaro e di traffici illeciti”.
“Attendiamo al più presto una decisione definitiva da parte del ministro Angelino Alfano, che ha il compito fondamentale di tutelare il vero significato di giustizia, senza creare inutili ostacoli nei confronti di chi lavora onestamente per garantirla”.
Il responsabile per la provincia di Milano dell’Italia dei Diritti: “Si vuole dare un segnale di ascolto verso la gente che si sente sempre più ignorata dalle istituzioni”
Milano – Il Consiglio comunale di Sesto san Giovanni, ha approvato all’unanimità una mozione anti-burqa presentata dalla Lega. Nel testo approvato si legge che "il burqa e altre forme simili di vestiario che coprono integralmente il viso delle persone costituiscono, secondo la nostra cultura, una forma di integralismo oppressivo della figura femminile e di costrizione della libertà individuale". Ora spetterà al sindaco adottare i provvedimenti necessari per far rispettare la mozione votata.
“Le amministrazioni cercano di rispettare il più possibile il volere dei cittadini, cercando di contrastare il malumore generale che si estende nella nostra nazione”. Con queste parole, apre il suo intervento il responsabile per la provincia di Milano dell’Italia dei Diritti, Claudio Telari.“Sesto San Giovanni e’ una località che assume una certa rilevanza nella provincia milanese e con questa azione si vuole dare un segnale di ascolto verso la gente che sempre più si sente ignorata dalle istituzioni”.
L’esponente del movimento extraparlamentare fondato da Antonello de Pierro prosegue la sua analisi: “La gente non ama più di tanto le manifestazioni estreme come segno distintivo di appartenenza ad una determinata classe o religione, le quali poi chiaramente risultano avere un impatto troppo forte su quelli che sono i costumi della gente comune. Queste iniziative hanno come intento quello di evitare la diffusione di un malcontento da parte di chi vive nel nostro paese da sempre”.
“In Italia c’è una perfetta integrazione degli extra comunitari - conclude il suo intervento l’esponente locale del movimento – e si vuole cercare di abituare i cittadini stranieri a inserirsi in una mentalità europea che ha migliaia di anni, spingendo a dare segnali di una reciproca collaborazione e comprensione”.
Il viceresponsabile meneghino dell’Italia dei Diritti: “Trovo semplicemente incivile che enti pubblici possano gestire un patrimonio collettivo in modo a dir poco clientelare e nepotistico. Gli amministratori di tali beni hanno l'obbligo istituzionale di essere trasparenti nella conduzione di tutto ciò che appartiene ai cittadini”
Milano – “Trovo semplicemente incivile che enti pubblici come il comune di Milano e consoci, possano gestire un patrimonio collettivo in modo a dir poco clientelare e nepotistico. Gli amministratori di tali beni hanno l'obbligo istituzionale di essere trasparenti nella conduzione di tutto ciò che appartiene ai cittadini”. Duro il primo commento del viceresponsabile meneghino dell’Italia dei Diritti, Filippo Monteleone, allo scandalo di affittopoli che ha investito i patrimoni immobiliari amministrati dal comune di Milano, dal Policlinico, e dal Pio Albergo Trivulzio. Da quanto si legge sulle pagine di un giornale nazionale infatti, 3700 tra case, negozi e locali, sono stati affittati non secondo la logica del bisogno, ma favorendo solo alcuni privilegiati, nello specifico professionisti, medici, architetti, giornalisti, amici o parenti di, che pagano delle quote annuali decisamente più basse rispetto al mercato privato, pur vivendo a pochi passi dal centro città.
“La politica di tali scelte a me sembra molto evidente – afferma deciso l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, obiettivo principale è quello di creare e alimentare la forbice della disuguaglianza, snaturare ancor di più quello che non sia già la natura stessa della società civile. In questo modo si creano élite sempre più forti che hanno canali preferenziali per tutto ciò che dovrebbe essere appannaggio della collettività, e che sono disposte all'omertà assoluta pur di mantenere i propri privilegi a scapito di chi ha sempre meno, e sempre meno strumenti per far valere i propri diritti”.
“Spero vivamente che venga aperta un’inchiesta su questo nuovo scandalo milanese – conclude Monteleone –, e che vengano fuori nomi, elenchi, riferimenti chiari, in modo tale che si possa far luce sul torbido che c’è da sempre nella pubblica amministrazione, e che troppo spesso, viene interpretata come privata”.
La responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti: “Un gravissimo episodio a danno di persone già provate da mille difficoltà quotidiane”
Catanzaro– Un incendio doloso, appiccato da ignoti, ha colpito i locali delle Ferrovie dello Stato concessi in uso alla Sottosezione di Reggio Calabria dell’Unitalsi e utilizzati per il deposito delle attrezzature necessarie all’allestimento di un campo estivo, ormai tradizione da parecchi anni, organizzato dall’associazione presso la scuola elementare “Morello” di Bagnara Calabra per consentire a persone disabili, che altrimenti non ne avrebbero la possibilità, di condividere con i volontari un periodo di vacanza al mare. Tutto il materiale (letti, brande, frigoriferi, attrezzature per il mare, carrozzine etc) utilizzato per creare un’atmosfera abitativa confortevole ed accogliente all’interno del plesso scolastico, è stato distrutto dalle fiamme.
“Il gesto deplorevole, quanto immotivato, che ha colpito l’Unitalsi, un ‘associazione di volontariato che ha quale unico scopo la condivisione di esperienze di vita e di servizio tra i più deboli ed i volontari, ha messo in luce fenomeni sociali tra di loro contrapposti”. Durissimo il primo commento della responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, Pamela Aroi che continua il suo intervento: “Una simile vicenda ha inevitabilmente dato rilievo, da un lato, all’indifferenza ed alla superficialità con cui spesso larga parte della società guarda ai disagi altrui, così come alla gratuità e cattiveria di condotte moleste e dannose che, in quanto tali, non possono che essere frutto di ignoranza e prive di significato concreto. Dall’altro però questa vicenda ha scatenato una grande manifestazione di sentimenti e valori positivi quali la solidarietà e la voglia di reagire”.
L’esponente del movimento extraparlamentare fondato da Antonello De Pierro si sofferma con lucidità e fermezza d’intenti sull’accaduto. “Il gravissimo episodio delittuoso – afferma con una nota di rammarico e indignazione l’esponente calabrese - ai danni di persone che, già provate dalle mille difficoltà quotidiane, si sono ritrovate ancora una volta umiliate e destabilizzate. Tuttavia non saranno mai sopraffatte. Difatti questa occasione ha offerto alla comunità (cittadina e non) l’occasione di conoscere realtà fin qui ignote o ignorate, e di ribellarsi alle ingiustizie con gesti concreti e dichiarazioni di affetto. Le numerose proposte – conclude la responsabile per la Calabria - ed iniziative provenienti dalla gente comune, così come dalle varie Istituzioni coinvolte, costituiscono senz’altro un segnale apprezzabile ed estremamente positivo, che auguriamo venga alimentato e tradotto in termini concreti nell’interesse ed a favore, non solo dell’Unitalsi e dei bisognosi, ma più in generale di una comunità che possa dirsi veramente civile”.
Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Solo un piano approfondito e di lungo periodo porterà a sensibili cali nel costo dei trasporti, sia per i residenti sia per i turisti, garantendo realmente il diritto alla mobilità sancito nella Costituzione”
Cagliari – “Il grave aumento delle tariffe marittime da e per la Sardegna, per tutte le categorie di persone, residenti e non, è l'ennesima dimostrazione della mancanza di pianificazione e controllo dell'attuale Giunta regionale di centro-destra”. Questo il primo duro commento del responsabile regionale dell’Italia dei Diritti, Federico Gandolfi, alla notizia del rincaro delle tariffe sui trasporti marittimi verso l’isola sarda.
“È semplicemente incredibile che sia il comune cittadino a scoprire e doversi occupare per primo di tali aumenti, facendo un preventivo su internet – afferma l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, riferendosi ad alcuni dati riportati da un giornale locale on-line –. Oltre la propaganda, sembra quindi non esistere alcuna collaborazione e consultazione con le compagnie di trasporto, il cui contributo è fondamentale per lo sviluppo dell'economia della Sardegna, e non solo del turismo”.
Gandolfi poi continua nel suo ragionamento proponendo alcune soluzioni all’aumento dei prezzi: “È necessario sviluppare al più presto un serio piano di continuità territoriale migliorando il modello aereo, garantire se non ampliare l'attuale offerta disponibile anche con interventi diretti nel salvataggio della Tirrenia, e lavorare subito in giunta e consiglio con nuovi strumenti amministrativi prima di fare la voce grossa coi giornali. Solo un piano approfondito e di lungo periodo – conclude – porterà a sensibili cali nel costo dei trasporti, sia per i residenti sia per i turisti, garantendo realmente il diritto alla mobilità sancito nella Costituzione”.
La responsabile per il Molise dell’Italia dei Diritti: “ La sanità molisana risulta tra le ultime a livello nazionale e ce lo confermano anche i dati sulla degenza pre-operatoria”
Campobasso– Stando ai dati diffusi dall’Eurispes nel Rapporto Italia 2011, nel Molise il ricovero che precede gli interventi chirurgici sembra essere il più lungo d’Italia. Difatti in questa regione sembra che la media sia di 2,33 giorni, quasi il doppio della media nazionale (1,38 giorni). Permanenza che risulta a dir poco eccessiva e alla quale viene contrapposta come prima ragione la poca disponibilità di posti letto che costringe i pazienti a dei ricoveri anticipati al fine di non perdere il turno.
“Il trend negativo che continua a registrare la sanità molisana viene confermato anche dai dati alquanto scoraggianti sulla tempistica per la degenza pre-operatoria nella regione”. Con queste parole interviene sull’argomento la responsabile per il Molise dell’Italia dei Diritti, Anna Aurisano.
Tra i motivi legati all’insoddisfazione dei degenti verso la Sanità, c’è anche il costo del ticket troppo elevato e la poca qualità del servizio erogato che ha portato ad un aumento delle persone che si rivolgono a strutture private in caso di interventi chirurgici.
L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro continua la sua analisi con decisione dichiarando che: “E’ sempre più necessario un forte e radicale rinnovo della dirigenza politica regionale che sta conducendo il Molise sempre più ad essere un fanalino di coda un po’ in tutti i settori rispetto al resto delle regioni italiane”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti polemico sulla gestione sanitaria della Polverini
Roma – Ieri sera, Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti è stato ospite della trasmissione “Eidon: il futuro è ricerca” condotta da Adele Grossi, andata in onda alle ore 23.00 su Televita.
Il programma, dopo una prima parte introduttiva dedicata alle associazioni di ricerca sul cancro, ha visto sviscerarsi alla presenza del professor Leonardo Tamassia, medico ginecologo, del dottor Alfredo Arista,consigliere del IV Municipio, del giornalista Vittorio Gennari e del presidente del movimento De Pierro, un argomento spinoso ma di forte attualità come la gestione della prevenzione medica sul territorio.
Durante il talk, Antonello De Pierro, pur condividendo il plauso per le iniziative promosse all’interno del IV Municipio, che favoriscono l’accesso gratuito agli esami e analisi di controllo preventivo nelle cliniche private del quartiere, in assenza di un polo ospedaliero, ha acceso la polemica, riportando l’attenzione sulla sgangherata amministrazione regionale attuale e su quelle passate, valutandola causa primaria delle carenze e del funzionamento a singhiozzo delle strutture pubbliche laziali.
Numerose testimonianze in merito arrivano quotidianamente all’Italia dei Diritti ed è anche per questo che De Pierro, ha posto con tenacia l’attenzione sulle difficoltà incontrate ogni giorno dai medici e dai pazienti delle strutture di pronto soccorso, sostenendo, apprezzato dagli altri ospiti in studio, la necessità di virare il lavoro di prima assistenza e diagnosi verso i medici di famiglia, attualmente troppo poco reperibili e presenti.
Il presidente del movimento Antonello De Pierro ha, in conclusione del dibattito televisivo, criticato l’iniziativa della Polverini di aprire gli ambulatori la domenica, invitandola ad occuparsi realmente delle deficienze mediche della regione Lazio, dichiarandolo unico, valido ed efficace modo per favorire cura e benessere accessibile a tutti i cittadini della territorio regionale.