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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Senatore Lega rispedisce insegnanti al Sud, dura reazione di De Sessa

Il viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti: “In questa interminabile debacle dell’istituzione scolastica non passa settimana senza registrare una nuova e pesante mortificazione”

 

Roma – “In questa interminabile debacle della scuola, che sempre più somiglia a una disfatta voluta e pianificata, non passa settimana senza registrare una nuova e pesante mortificazione”. È quanto dichiarato dal viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti, Cesare De Sessa, in merito all’emendamento proposto dal senatore della Lega Nord, Mario Pittoni, il quale prevede che molti insegnanti meridionali perdano la cattedra assegnata loro in precedenza nelle scuole delle regioni settentrionali d’Italia. La modifica, inserita nel discusso decreto “Milleproroghe”, è stata approvata dal Senato con il voto di fiducia, ed è tuttora in discussione alla Camera.

 

“Questo è il caso di una leggina voluta da uno dei tanti ‘azzeccagarbugli’ che popolano la politica italiana – continua risoluto l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, gente che spesso nulla conosce dei settori per i quali legifera. L’emendamento impedisce di fatto ai docenti di insegnare in province diverse da quella di residenza. C’è da scommetterci che è voluto non per provare a risollevare le sorti dell’istituzione scolastica, ma per meschini calcoli elettorali. Per cui si rimandano a casa quegli insegnati ‘terroni’, che forse hanno maggior punteggio o migliori capacità, e si creano più possibilità per gli indigeni, a prescindere dalle effettive attitudini degli stessi”.

 

“Ma com’è possibile tanta miopia?”, si domanda De Sessa, che aggiunge: “Ancora non si è capito che la scuola è il luogo in cui si educano le nuove generazioni, ossia si costruisce il futuro di una nazione? Speriamo non sia la Storia, con una di quelle nemesi che talvolta orchestra, a farlo capire in modo drammatico”.

Sassone commenta accuse ad Alemanno per morte bambini rom

La viceresponsabile per il comune di Roma dell’Italia dei Diritti: In presenza di segnalazioni disattese, si può ipotizzare certamente una responsabilità della Giunta capitolina che ignora sistematicamente tutte le emergenze della società romana”

 

Roma – “In presenza di segnalazioni disattese, si può ipotizzare certamente una responsabilità della giunta Alemanno che ignora sistematicamente tutte le emergenze della società romana. E i rom fanno parte della realtà di questa città”. Non si fa attendere il commento della viceresponsabile romana dell’Italia dei Diritti, Antonella Sassone, in merito all’esposto presentato in procura dall’ex senatore dei Verdi e ora presidente dell’associazione denominata “A buon diritto”, Luigi Manconi, contro il primo cittadino delle Capitale, accusato di omicidio colposo per la tragedia nel campo nomadi di Tor Fiscale. Secondo quanto riportato dallo stesso Manconi, infatti, ben cinque sono state le segnalazioni di rischio di incendio nella baracca pervenute in precedenza al Comune e non prese in considerazione.

 

“Sarebbe doveroso predisporre delle politiche sociali idonee a favorire l’inserimento di queste comunità – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, a patto però, che vi sia un’integrazione di diritti e di doveri, e non un facile assistenzialismo che ingrassa le cooperative della stessa Giunta capitolina”.

Al via interrogatori su Parentopoli Ama, Celardo attacca Alemanno

Il viceresponsabile per  il Lazio dell’Italia dei Diritti :“ Ci deve essere un segno forte e preciso che determini con chi si schiera l’Amministrazione se con i cittadini onesti o con i corrotti”


Roma –  “ Come Italia dei Diritti attendiamo ancora sviluppi in merito, non mi risulta infatti ci siano state dei distinguo e delle prese di posizione precise del Sindaco e dell’assessore competente. Alemanno si è soltanto riservato di sapere, non ha preso nessuna posizione definitiva sulla questione e ciò è molto grave”.

 

Commenta nettamente Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, la reazione del primo cittadino romano Gianni Alemanno, all’inchiesta sulla presunta Parentopoli all’interno dell’Ama che si riaccende alla vigilia dei primi interrogatori. Lo scandalo vede coinvolti 5 tra responsabili ed ex dell’azienda addetta alla gestione dei rifiuti della città, sospettati di assunzioni facili e accusati, tra le altre cose, di abuso d’ufficio.

 

“Plaudendo alla magistratura, vorrei sottolinearlo, l’Italia dei Diritti potrebbe essere etichettata di giustizialismo, bisogna invece far presente – analizza Celardo -  che noi la elogiamo quando fa le cose giuste e fatte bene, nel momento in cui  si impegna a cercar di far rispettare oltre alla legalità anche l’etica e la morale della politica, che non è soltanto buona o cattiva gestione della cosa pubblica dal punto di vista amministrativo, bensì rispetto delle regole e dei ruoli. La giurisdizione quando colpisce corrotti e corruttori non fa giustizialismo politicizzato a destra o sinistra,  cerca solamente di far rispettare la legge, la libera concorrenza e il mercato tanto invocati dalla destra. La libera imprenditorialità ha bisogno di un rispetto delle regole totale, ferreo e indiscriminato. Se accadesse a sinistra, con la stessa forza l’Italia dei Diritti invocherebbe la magistratura e l’intervento dell’autorità pubblica di polizia, adesso se i danni li fa la destra insorgiamo sì, ma non per partito preso o per fazione politica”.

 

Sotto la lente d’ingrandimento dell’inchiesta, gli anni che vanno dal 2008 al 2010. Oggi sono usciti sui giornali i nomi della prima tranche di 41 impiegati sospetti, mentre domani sarà  interrogato dal  procuratore aggiunto Alberto Caperna, Gian Francesco Regard, ex dirigente dell'ufficio legale dell'azienda dei rifiuti, al quale viene contestato il via libera alle assunzioni del 20 ottobre del 2008.

 

“Intanto – prosegue Celardo - attendiamo un provvedimento fermo da parte del nuovo assessore Visconti, ma anche dal Sindaco, che deve prendere una decisione chiara e trasparente, dissociandosi  a chiare lettere sui fatti. Auspichiamo addirittura che si costituisca parte civile, il comune di Roma e questa amministrazione risultano gravemente danneggiate da reati come questo, i cittadini che pagano le tasse hanno il sacrosanto diritto di  vedere risarciti questi oltraggi nelle casse della pubblica amministrazione. Ci deve essere un segno forte e preciso che determini con chi si schiera l’Amministrazione, se con i cittadini onesti o con i corrotti. Alemanno – sottolinea il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro - che si riempie la bocca con il progetto Roma capitale, ci dimostri quanto sa essere inflessibile sul rispetto delle regole, Roma capitale diventa tale solo se c’è una guida forte e cristallina, deve dimostrare se sa essere in grado o meno di punire chi sbaglia. Bene il rimpasto ma non basta. In un libero mercato, che sia del lavoro che sia degli appalti o del commercio, le regole valgono per tutti, non vige l’anarchia. Noi sosteniamo l’attività della Magistratura, denunceremo ogni volta verremo a conoscenza di ipotesi di reato, non perché siamo faziosi del partito dei giudici ma in quanto faziosi della legge e della legittimità. Saremo costantemente dalla parte dei magistrati contro la corruzione pubblica, l’appropriazione indebita e l’abuso d’ufficio. Quando e se dovessero sbagliare loro – chiosa Celardo - l’Italia dei Diritti, non tarderà a saltargli al collo ma fino a quel momento noi ci schiereremo sempre dalla parte dei cittadini e della legalità”.

 

Guazzi riflette su record di giovani badanti in pensione di reversibilità

Il viceresponsabile per la Pubblica Amministrazione dell’Italia dei Diritti: “Il quadro riportato appare sicuramente come il sintomo finale di un problema estremamente complesso, che andrebbe risolto a monte e con la dovute precauzioni”

 

Roma – Secondo quanto riportato da Manageritalia, associazione dei dirigenti del terziario privato, in Italia risulta in aumento il numero di matrimoni contratti fra marito anziano e giovane moglie straniera, e di conseguenza anche il numero di pensioni di reversibilità assicurate a donne sotto i 60 anni.  Dallo studio condotto emerge, infatti, che nel 2008 le pensioni in oggetto siano state circa il 10 per cento, ma di queste, quasi la metà, sono state assegnate a vedove under 50. Prassi diffusa è pertanto il matrimonio ‘siglato’ con un coniuge durante i suoi ultimi mesi di vita, o addirittura in punto di morte, così da comportare il beneficio di un trattamento pensionistico per decenni. Tutto questo non senza un forte aggravio per le casse degli enti previdenziali.

 

Ad esprimersi in merito alla questione è il viceresponsabile per la Pubblica Amministrazione dell’Italia dei Diritti, Andrea Guazzi: “Il quadro riportato appare sicuramente come il sintomo finale di un problema estremamente complesso, che andrebbe risolto a monte e con la dovute precauzioni, ma soprattutto con la volontà di farlo. Il sistema previdenziale e assistenziale deve essere senza alcun dubbio ripensato – continua nel suo ragionamento l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, senza ovviamente inasprire situazioni di per sé non facili. A questo proposito mi viene in mente la felice frase detta dal segretario del PD Bersani che racchiude appieno il mio pensiero, ovvero la necessità delle nostre istituzioni di vedere le cose con gli occhi dei più deboli, e aggiungerei senza alcuna discriminazione”.

 

“Quanto meno è urgente sulla questione pensioni – conclude Guazzi – un piano di controllo più penetrante, e magari proporre delle alternative valide all’assistenza privata per gli anziani i quali, troppo spesso, sono le uniche vittime che rischiano di essere lasciate in balia degli eventi”. 

Ferite 3 bimbe nel crollo calcinacci asilo Catania, De Sessa indignato

Il viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti :“ I diritti della gente, come  quello  di mandare a scuola i figli senza temere per la loro incolumità, sono sempre più mera teoria, calpestati nei fatti”

 

Roma –   Tre alunne di 5 anni, della scuola materna “Lombardo Radice” di Paternò in provincia di Catania, sono rimaste ferite per la caduta di calcinacci dal controsoffitto del loro asilo. Tantissimo spavento e preoccupazione per le bambine, che sono state poi condotte in ospedale con prognosi da uno a quattro giorni, per le meno coinvolte,  e di sette per la più grave, medicata con punti di sutura e attualmente in osservazione all’ospedale Santissimo Salvatore.

 

La vicenda ha comprensibilmente sdegnato Cesare De Sessa, viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti : “Tra  dittatori in fuga e ‘bunga bunga’, la vicenda di tre bambine di cinque anni ferite nella scuola da calcinacci caduti dal soffitto non fa, purtroppo, molto notizia. Invece rappresenta un precisa spia di questo nostro Paese preda di una deriva che sembra impossibile fermare. I diritti della gente, come  quello  di mandare a scuola i figli senza temere per la loro incolumità, sono sempre più mera teoria, calpestati nei fatti”.

 

Il primo cittadino di Paternò, Giuseppe Failla, si è recato nella locale caserma dei carabinieri per sporgere denuncia, sperando di poter fare chiarezza su quanto avvenuto alla “Lombardo Radice”, in un contesto, quello nazionale in cui, stando alle stime di “Cittadinanzattiva”, il 16 % delle scuole non è classificabile come sicura

 

“Tra poche settimane si festeggerà – prosegue De Sessa - , tra retoriche di bassa lega e visi al botulino di politici sfrontati, i 150 anni dell’Unità d’Italia. Invece, a vedere il baratro morale in cui il Paese è precipitato, credo che bisognerebbe dichiarare piuttosto un lutto nazionale. Ha fatto bene Benigni a Sanremo a commuovere qualche milione di italiani, ricordando i valori che diedero vita all’Unità Nazionale. E tuttavia – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , se quel che resta della dignità di questo popolo non saprà trovare la forza dell’orgoglio, se non saprà indignarsi dinanzi a notizie gravissime come le bambine vittime della scuola di Paternò, allora tanto vale smembrarlo di nuovo questo paese, nella speranza che le cose possano andare un po’ meno peggio di adesso”.

 

 

 

 

Otto nomine e poche competenze al Corecom campano, l’analisi di Di Mauro

Il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Nel nostro Paese il malcostume si è ramificato in maniera capillare”

 

Napoli – “Questo rispecchia le scelte dell’attuale Governo e di conseguenza una sorta di caduta di stile nella nomina degli incarichi”. Esordisce così il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, Angelo Di Mauro, alla notizia delle otto nuove nomine elette al consiglio del Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni), braccio locale dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni. I consiglieri eletti verranno guidati dal presidente Lino Zaccaria (giornalista professionista, laurea in Giurisprudenza, abilitato alla professione di avvocato) che sembra in realtà essere uno dei pochi a possedere una certa esperienza e competenza nel settore. Difatti, a parte il presidente e il consigliere Gianni Russo (49 anni e già componente del Corecom dal novembre 2008), gli altri nomi non sembrano avere la specifica preparazione tecnico-giuridica necessaria per ricoprire il ruolo.

“Il problema è sempre lo stesso. La ricerca di menti giovani e fresche è giustissima, ma quando si tratta di dare incarichi e ruoli di una certa rilevanza e con un certo potere decisionale, la necessità di esperienza è inderogabile – continua l’esponente del movimento extraparlamentare fondato da Antonello De Pierro –. Sicuramente nella testa di un giovane c’è tanta energia ma allo stesso modo pochissima esperienza. Poi, per chi può disporre di una raccomandazione o dell’amicizia di turno, queste sono purtroppo personalità che attendono che la loro ‘segnalazione’ trovi disponibilità sul mercato”.

Di Mauro conclude il suo amaro commento affermando: “Ormai in Italia non c’è più una selezione dettata da competenze, c’è solo la conoscenza e la presentazione. Un malcostume che ormai si è ramificato in maniera capillare in qualsiasi istituzione. A prescindere dall’idea politica che si abbraccia”

Il saluto commosso di Leporati al giornalista Saponara morto a soli 37 anni

Il viceresponsabile per la provincia di Parma dell’Italia dei Diritti :“ Siamo fortemente addolorati per questa grande perdita e specialmente per il vuoto che Francesco ha lasciato nei nostri cuori e nelle nostre menti”


Parma–   Stroncato da un infarto a soli 37 anni, è venuto a mancare improvvisamente all’affetto dei suoi cari il giornalista de “L’Informazione di Parma” Francesco Saponara.

 

Un lutto che lascia sgomento Paolo Leporati, rappresentante parmense del movimento  Italia dei Diritti che in queste parole racchiude il suo dolore e la sua commozione : “Come viceresponsabile provinciale dell’Italia dei diritti volevo esprimere cordoglio per la perdita del caro amico Francesco Saponara, nonché giornalista de ‘L’Informazione di Parma’scomparso a soli 37 anni. Vogliamo esprimere cordoglio alla famiglia e ringraziare il caro amico Francesco per tutto quanto in questi anni ha saputo fornirci con la sua professionalità e con la sua grande lealtà, più di ogni altra cosa oltre che essere un bravo giornalista e un amico, era un uomo libero che sapeva dare voce a tutti i cittadini in qualsiasi momento lo chiamassero per parlare dei problemi e dei disagi della città”.

 

Un commiato condiviso da tutto il movimento presieduto da Antonello De Pierro ed espresso da Leporati il quale ha rappresentato l’Italia dei Diritti alle esequie di Francesco Saponara che vogliamo ricordare come un cronista libero, che amava la sua professione con un grande senso civico, sempre disponibile nei confronti delle persone.

 

 

 

Caccia al posto nei licei milanesi, la preoccupazione di Ragone

Il viceresponsabile per la città di Milano dell’Italia dei Diritti: “Ogni studente deve poter essere libero di scegliere dove intraprendere il proprio percorso scolastico”

 

Milano – Licei di Milano presi d’assalto dai nuovi iscritti. Destini scolastici a sorteggio per centinaia di studenti, ma parte di loro dovrà  cambiare la propria scelta perché in molti istituti non c’è abbastanza posto per tutti. Il caso più clamoroso è senza dubbio quello della scuola “Virgilio”, in zona Porta Venezia, che ha dovuto rifiutare 200 ragazzi per mancanza di spazi e aule. Dura la replica della Provincia che ha ribadito la necessità di riempire tutte le scuole del territorio.

“Senza alcun dubbio si penalizza come al solito la scuola pubblica – commenta amareggiato il viceresponsabile per la città di Milano dell’Italia dei Diritti, Luca Ragone –. Le nuove riforme introdotte dal ministro Gelmini parlano di internazionalità, inglese, informatica; ma l’unico beneficio da tutta questa situazione è di sicuro per le scuole private. Un esempio sono i sussidi erogati per i ragazzi che non superano un certo reddito e  che, beneficiando di tali aiuti, si devono però iscrivere alle scuole private e non a quelle pubbliche”.

L’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro continua affermando: “Lo studente deve essere libero di scegliere dove poter studiare. È inconcepibile che un ragazzo prenda un indirizzo di studi, anche senza interesse,  perché non ci sono posti disponibili altrove”.

Palermo inquinata come Milano, la preoccupazione di Vedova

Il responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti: “I dati allarmanti ci dimostrano che il problema non riguarda più solo l’ambiente in cui viviamo ma anche la salute dei cittadini stessi”

 

Roma, – “ La notizia ci fa capire come ormai l’allarme inquinamento non riguarda più solo le città industrializzate dove le polveri sottili sono provocate non solo dagli autoveicoli ma anche dalle fabbriche, ma interessa anche zone dove non c’è una forte presenza industriale” . Questo è il primo commento di Alberto Maria Vedova, responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti, che si esprime in merito agli ultimi rilevamenti effettuati dal Cnr che hanno rivelato come Palermo raggiunga livelli di contaminazione dell’aria pari a quelli di Milano.

 

Un adolescente su quattro accusa allergie causate dalle polveri dei gas di scarico. Ma a preoccupare di più è la crescita esponenziale dei sintomi asmatici, cresciuti nel capoluogo siciliano tra il 2002 e il 2006 di oltre quattro punti percentuali: dal 6,2 per cento al 10,5. Dati che diventano ancora più significativi se paragonati a quelli di altre città come Milano che si ferma al 9 per cento o in comuni come Trento, con il 4 per cento, e Colleferro, nella campagna laziale, che sfiora il 5.

 

“Occorre dare una svolta alle amministrazioni locali in modo da sensibilizzare di più l’opinione pubblica in questo senso – continua l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro- . E’ necessario operare in modo da incentivare e prediligere l’utilizzo del  trasporto pubblico più ecologico su ferro rispetto a quello su gomma. E’ opportuno portare avanti iniziative virtuose volte alla tutela dell’ambiente come quella del car sharing già sperimentata con successo in diverse città d’Italia. I dati allarmanti ci dimostrano che il problema non riguarda più solo l’ambiente in cui viviamo ma anche la salute dei cittadini stessi. Ci troviamo ad affrontare sempre di più problemi di salute legati all’inquinamento e alle polveri sottili, e se non verranno prese decisioni adeguate a riguardo saremo costretti a dover fronteggiare generazioni di persone affette da malattie come l’asma legate alla cattiva qualità dell’aria”.

 

A Genova tanti bimbi senza posto all’asilo, Buganza allarmato

Il responsabile per Genova dell’Italia dei Diritti :“ La situazione è preoccupante soprattutto a causa dei tagli effettuati dal Governo che è intervenuto indistintamente anche sulle necessità e sui bisogni primari delle famiglie”


Genova –  Numerosi bambini genovesi dai 3 ai 6 anni, rischiano di non trovare accoglienza nella scuole materne cittadine. Le graduatorie uscite in questi giorni evidenziano le gravi difficoltà delle famiglie nel reperire un posto per i loro piccoli nelle scuole dell’infanzia pubbliche, le diecimila richieste appaiano impossibili da soddisfare, i posti disponibili  infatti sono molti meno. “Riscontro anche personalmente come le famiglie siano in difficoltà. – interviene Edoardo Buganza, responsabile per Genova dell’Italia dei diritti - . In tutte le coppie oggi anche a causa della crisi economica lavorano entrambi i genitori c’è quindi un forte bisogno di lasciare i piccoli negli asili nido che diventano socialmente sempre più importanti. La situazione è preoccupante soprattutto a causa dei tagli effettuati dal Governo che è intervenuto indistintamente, e questo ne è l’esempio, anche sulle necessità e sui bisogni primari delle famiglie”.

 

Mamme e papà sono pronti a dare battaglia e per ora, l’unico conforto che arriva dalle amministrazioni locali è la possibilità che i piccoli rimasti fuori lista vengano dirottati in altre scuole. Soluzione certamente di poco aiuto nello svolgersi della quotidianità familiare.

 

“La Liguria e Genova – analizza Buganza - sono luoghi con un basso livello di natalità ed è preoccupante che in territori con così pochi bambini non ci sia una grossa accoglienza, significa che le scuole materne sono davvero poche. Ritengo necessario – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -  investire nella costruzione di nuove realtà scolastiche oppure come accade all’estero cercare di costruire delle strutture all’interno delle aziende per favorire i genitori che vi sono occupati. Le colpe – conclude - sono da spartire a livello governativo a causa dei tagli indiscriminati e a livello locale perché non vengono incentivate le costruzioni di nuovi asili che risultano fondamentali per i cittadini”.

 

Scandalo affitti Pio Albergo Trivulzio a Milano, la reazione di Ragone

Il vice responsabile per il comune di Milano dell’Italia dei Diritti: “E’ impensabile pensare che in tutti questi anni ci sia stata questa discrezionalità e omertà così diffusa sui nominativi degli assegnatari da parte dell’amministrazione di un ente nato con lo scopo di aiutare i più poveri”

 

Milano, – “E’ un controsenso che un’associazione che fa beneficenza e che quindi dovrebbe rivolgere la sua attenzione alle persone più bisognose, favorisca invece i singoli amici del potente di turno. Oltretutto assegnare le abitazioni a chi dimostra di avere in realtà il reddito più alto, è davvero un affronto per tutta quella gente che da anni chiede di avere una casa che altrimenti non potrebbe permettersi”. Luca Ragone, vice responsabile per il comune di Milano dell’Italia dei Diritti, commenta aspramente gli ultimi fatti che hanno interessato il Pio Albergo Trivulzio a Milano. Il suo patrimonio immobiliare di lusso, frutto di donazioni secolari a favore dei bisognosi con appartamenti siti nel centro del capoluogo lombardo, sembra che da anni sia stato destinato invece ad ex segretari di partito, onorevoli, figli ed amici di politici ed a uomini in genere legati alle istituzioni comunali e regionali.

Il consiglio di amministrazione del Trivulzio sembra aver gestito sempre con la massima segretezza i  1064 nominativi bersaglio di sospetti da settimane. La procedura seguita prevede che gli immobili vengano assegnati con un bando pubblico a chi tra i candidati (a parità di requisiti) è in grado di esibire il reddito più alto. Tuttavia l’ultima parola spetta  ai membri di un comitato ristretto: il direttore generale (Fabio Nitti, in quota Pdl) e il direttore del Dipartimento tecnico (Alessandro Lombardo, vicino all'ex An). La supervisione compete al presidente del Trivulzio, il chirurgo Emilio Trabucchi (Pdl).

Il Presidente del consiglio comunale di Milano Manfredi Palmeri (Futuro e Libertà) ha dichiarato che oggi consegnerà la lista degli inquilini con i dati degli immobili alla commissione Casa e Demanio, guidata da Barbara Ciabò (membro anche lei del partito fondato dall’On. Gianfranco Fini). Dura la replica dell’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro che si stupisce di come il problema sia emerso solo ora e di come la denuncia sembri frutto di una semplice disputa interna tra partiti. “Il problema non doveva venire a galla come conseguenza di diatribe tra forze interne alla maggioranza, ma semplicemente perché l’amministrazione deve tutelare sempre i diritti del cittadino. Nella città c’è grande richiesta di edilizia pubblica. Con oltre 10000 persone che hanno fatto domanda e più di 5ooo appartamenti murati che non vengono resi disponibili dal comune”.

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