Il responsabile per Genova dell’Italia dei Diritti :“ La situazione è preoccupante soprattutto a causa dei tagli effettuati dal Governo che è intervenuto indistintamente anche sulle necessità e sui bisogni primari delle famiglie”
Genova – Numerosi bambini genovesi dai 3 ai 6 anni, rischiano di non trovare accoglienza nella scuole materne cittadine. Le graduatorie uscite in questi giorni evidenziano le gravi difficoltà delle famiglie nel reperire un posto per i loro piccoli nelle scuole dell’infanzia pubbliche, le diecimila richieste appaiano impossibili da soddisfare, i posti disponibili infatti sono molti meno. “Riscontro anche personalmente come le famiglie siano in difficoltà. – interviene Edoardo Buganza, responsabile per Genova dell’Italia dei diritti - . In tutte le coppie oggi anche a causa della crisi economica lavorano entrambi i genitori c’è quindi un forte bisogno di lasciare i piccoli negli asili nido che diventano socialmente sempre più importanti. La situazione è preoccupante soprattutto a causa dei tagli effettuati dal Governo che è intervenuto indistintamente, e questo ne è l’esempio, anche sulle necessità e sui bisogni primari delle famiglie”.
Mamme e papà sono pronti a dare battaglia e per ora, l’unico conforto che arriva dalle amministrazioni locali è la possibilità che i piccoli rimasti fuori lista vengano dirottati in altre scuole. Soluzione certamente di poco aiuto nello svolgersi della quotidianità familiare.
“La Liguria e Genova – analizza Buganza - sono luoghi con un basso livello di natalità ed è preoccupante che in territori con così pochi bambini non ci sia una grossa accoglienza, significa che le scuole materne sono davvero poche. Ritengo necessario – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - investire nella costruzione di nuove realtà scolastiche oppure come accade all’estero cercare di costruire delle strutture all’interno delle aziende per favorire i genitori che vi sono occupati. Le colpe – conclude - sono da spartire a livello governativo a causa dei tagli indiscriminati e a livello locale perché non vengono incentivate le costruzioni di nuovi asili che risultano fondamentali per i cittadini”.
Il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti :“ Ci deve essere un segno forte e preciso che determini con chi si schiera l’Amministrazione se con i cittadini onesti o con i corrotti”
Roma – “ Come Italia dei Diritti attendiamo ancora sviluppi in merito, non mi risulta infatti ci siano state dei distinguo e delle prese di posizione precise del Sindaco e dell’assessore competente. Alemanno si è soltanto riservato di sapere, non ha preso nessuna posizione definitiva sulla questione e ciò è molto grave”.
Commenta nettamente Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, la reazione del primo cittadino romano Gianni Alemanno, all’inchiesta sulla presunta Parentopoli all’interno dell’Ama che si riaccende alla vigilia dei primi interrogatori. Lo scandalo vede coinvolti 5 tra responsabili ed ex dell’azienda addetta alla gestione dei rifiuti della città, sospettati di assunzioni facili e accusati, tra le altre cose, di abuso d’ufficio.
“Plaudendo alla magistratura, vorrei sottolinearlo, l’Italia dei Diritti potrebbe essere etichettata di giustizialismo, bisogna invece far presente – analizza Celardo - che noi la elogiamo quando fa le cose giuste e fatte bene, nel momento in cui si impegna a cercar di far rispettare oltre alla legalità anche l’etica e la morale della politica, che non è soltanto buona o cattiva gestione della cosa pubblica dal punto di vista amministrativo, bensì rispetto delle regole e dei ruoli. La giurisdizione quando colpisce corrotti e corruttori non fa giustizialismo politicizzato a destra o sinistra, cerca solamente di far rispettare la legge, la libera concorrenza e il mercato tanto invocati dalla destra. La libera imprenditorialità ha bisogno di un rispetto delle regole totale, ferreo e indiscriminato. Se accadesse a sinistra, con la stessa forza l’Italia dei Diritti invocherebbe la magistratura e l’intervento dell’autorità pubblica di polizia, adesso se i danni li fa la destra insorgiamo sì, ma non per partito preso o per fazione politica”.
Sotto la lente d’ingrandimento dell’inchiesta, gli anni che vanno dal 2008 al 2010. Oggi sono usciti sui giornali i nomi della prima tranche di 41 impiegati sospetti, mentre domani sarà interrogato dal procuratore aggiunto Alberto Caperna, Gian Francesco Regard, ex dirigente dell'ufficio legale dell'azienda dei rifiuti, al quale viene contestato il via libera alle assunzioni del 20 ottobre del 2008.
“Intanto – prosegue Celardo - attendiamo un provvedimento fermo da parte del nuovo assessore Visconti, ma anche dal Sindaco, che deve prendere una decisione chiara e trasparente, dissociandosi a chiare lettere sui fatti. Auspichiamo addirittura che si costituisca parte civile, il comune di Roma e questa amministrazione risultano gravemente danneggiate da reati come questo, i cittadini che pagano le tasse hanno il sacrosanto diritto di vedere risarciti questi oltraggi nelle casse della pubblica amministrazione. Ci deve essere un segno forte e preciso che determini con chi si schiera l’Amministrazione, se con i cittadini onesti o con i corrotti. Alemanno – sottolinea il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro - che si riempie la bocca con il progetto Roma capitale, ci dimostri quanto sa essere inflessibile sul rispetto delle regole, Roma capitale diventa tale solo se c’è una guida forte e cristallina, deve dimostrare se sa essere in grado o meno di punire chi sbaglia. Bene il rimpasto ma non basta. In un libero mercato, che sia del lavoro che sia degli appalti o del commercio, le regole valgono per tutti, non vige l’anarchia. Noi sosteniamo l’attività della Magistratura, denunceremo ogni volta verremo a conoscenza di ipotesi di reato, non perché siamo faziosi del partito dei giudici ma in quanto faziosi della legge e della legittimità. Saremo costantemente dalla parte dei magistrati contro la corruzione pubblica, l’appropriazione indebita e l’abuso d’ufficio. Quando e se dovessero sbagliare loro – chiosa Celardo - l’Italia dei Diritti, non tarderà a saltargli al collo ma fino a quel momento noi ci schiereremo sempre dalla parte dei cittadini e della legalità”.
Antonello De Pierro, presidente del movimento extraparlamentare: “L’amministrazione municipale non smette di sorprenderci. Anche quando sembra disposta a venirci incontro, sembra finire col cadere in errore”
Roma - “Non so cosa pensare. Non vorrei che gli addetti ai lavori si fossero confusi su dove intervenire”. Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, commenta in maniera stupita una vicenda che ha coinvolto via di Castel Fusano e via del Lido di Castel Porziano, due arterie stradali del XIII Municipio. Lo scorso 18 dicembre, a seguito delle numerose segnalazioni che sono state presentate al movimento extraparlamentare da parte di tutti quei cittadini che bene conoscono l’impegno dei suoi esponenti ed affidano loro il compito di denunciare i propri disagi, De Pierro ha portato all’attenzione delle istituzioni il degrado in cui versa via di Castel Fusano. Negli ultimi giorni, tuttavia, presso la direzione del movimento sono arrivate segnalazioni inerenti all’ultimazione dei lavori di rifacimento del manto stradale dell’altra strada in questione.
“L’amministrazione non smette di sorprenderci - precisa il leader dell’organizzazione extraparlamentare -. Anche quando sembra disposta a venirci incontro, finisce con lo sbagliare. Scherzi a parte, sono felice che si sia provveduto alla riasfaltatura di una strada che, comunque, versava in condizioni pietose e di cui abbiamo denunciato, per lungo tempo, lo stato di degrado sia per quanto riguarda la prostituzione che popola la zona sia per le discariche abusive che si scorgono all’interno della pineta. Ciò nonostante, credo che la priorità andasse data a via di Castel Fusano, dal momento che è più trafficata ed ha raggiunto livelli di pericolosità sconvolgenti, per ogni sorta di veicolo che vi circola”.
A conclusione della sua riflessione, De Pierro sostiene: “A questo punto non so se chi di dovere abbia accolto la nostra richiesta. Lo scorso dicembre abbiamo fatto presente che, in caso di ulteriori incidenti sulla via in questione, avremmo attribuito la responsabilità politica all’assessore ai Lavori Pubblici, Amerigo Olive. Dunque, se la nostra denuncia è stata presa in considerazione me ne compiaccio, ma porto all’attenzione dell’amministrazione il fatto che hanno sbagliato strada. Ma se così non fosse, mi auguro che si intervenga quanto prima per il rifacimento di via di Castel Fusano, onde evitare di intraprendere clamorose forme di protesta, per le quali ho già attivato la responsabile per il XIII Municipio, Paola Torbidoni, ed i suoi vice, Carmen Rossi e Rodolfo Sordoni”.
Il viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti :“ I diritti della gente, come quello di mandare a scuola i figli senza temere per la loro incolumità, sono sempre più mera teoria, calpestati nei fatti”
Roma – Tre alunne di 5 anni, della scuola materna “Lombardo Radice” di Paternò in provincia di Catania, sono rimaste ferite per la caduta di calcinacci dal controsoffitto del loro asilo. Tantissimo spavento e preoccupazione per le bambine, che sono state poi condotte in ospedale con prognosi da uno a quattro giorni, per le meno coinvolte, e di sette per la più grave, medicata con punti di sutura e attualmente in osservazione all’ospedale Santissimo Salvatore.
La vicenda ha comprensibilmente sdegnato Cesare De Sessa, viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti : “Tra dittatori in fuga e ‘bunga bunga’, la vicenda di tre bambine di cinque anni ferite nella scuola da calcinacci caduti dal soffitto non fa, purtroppo, molto notizia. Invece rappresenta un precisa spia di questo nostro Paese preda di una deriva che sembra impossibile fermare. I diritti della gente, come quello di mandare a scuola i figli senza temere per la loro incolumità, sono sempre più mera teoria, calpestati nei fatti”.
Il primo cittadino di Paternò, Giuseppe Failla, si è recato nella locale caserma dei carabinieri per sporgere denuncia, sperando di poter fare chiarezza su quanto avvenuto alla “Lombardo Radice”, in un contesto, quello nazionale in cui, stando alle stime di “Cittadinanzattiva”, il 16 % delle scuole non è classificabile come sicura
“Tra poche settimane si festeggerà – prosegue De Sessa - , tra retoriche di bassa lega e visi al botulino di politici sfrontati, i 150 anni dell’Unità d’Italia. Invece, a vedere il baratro morale in cui il Paese è precipitato, credo che bisognerebbe dichiarare piuttosto un lutto nazionale. Ha fatto bene Benigni a Sanremo a commuovere qualche milione di italiani, ricordando i valori che diedero vita all’Unità Nazionale. E tuttavia – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , se quel che resta della dignità di questo popolo non saprà trovare la forza dell’orgoglio, se non saprà indignarsi dinanzi a notizie gravissime come le bambine vittime della scuola di Paternò, allora tanto vale smembrarlo di nuovo questo paese, nella speranza che le cose possano andare un po’ meno peggio di adesso”.
Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “È ora di chiedersi se sia arrivato il momento di liberare la Rai dall’occupazione politica per consegnarla ai cittadini”
Roma - “Se il direttore del Tg1 risulterà colpevole, non c’è dubbio che si tratta di un abuso di potere, in quanto ha sottratto soldi pubblici. Questo perché si sta parlando della Rai, un’azienda principalmente finanziata dal canone e, quindi, con i soldi dei contribuenti. Riteniamo gravissimo che l’abuso di fondi pubblici passi come una prassi, come un uso di costume che per noi non può che essere un malcostume”. Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, riflette sull’istruttoria aperta dalla Corte dei Conti sui rimborsi spese di Augusto Minzolini, direttore del telegiornale della prima rete Rai.
“Rispetto a questa vicenda - dichiara con chiarezza l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -, rilanciamo la necessità di rendere autonoma la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, poiché in essa vi è un estremo conflitto di interessi per quanto concerne la lottizzazione dei partiti”.
Girlando conclude la sua analisi con un invito alle istituzioni: “È ora di chiedersi se sia arrivato il momento di liberare la Rai dall’occupazione politica e consegnarla nelle mani dei cittadini, come è giusto che sia. In tal senso chiediamo, soprattutto, figure di garanzia nella gestione dell’azienda di viale Mazzini. Quindi, direttori e giornalisti che rispondono esclusivamente ai cittadini”.
Il viceresponsabile per la provincia di Parma dell’Italia dei Diritti :“ Siamo fortemente addolorati per questa grande perdita e specialmente per il vuoto che Francesco ha lasciato nei nostri cuori e nelle nostre menti”
Parma– Stroncato da un infarto a soli 37 anni, è venuto a mancare improvvisamente all’affetto dei suoi cari il giornalista de “L’Informazione di Parma” Francesco Saponara.
Un lutto che lascia sgomento Paolo Leporati, rappresentante parmense del movimento Italia dei Diritti che in queste parole racchiude il suo dolore e la sua commozione : “Come viceresponsabile provinciale dell’Italia dei diritti volevo esprimere cordoglio per la perdita del caro amico Francesco Saponara, nonché giornalista de ‘L’Informazione di Parma’scomparso a soli 37 anni. Vogliamo esprimere cordoglio alla famiglia e ringraziare il caro amico Francesco per tutto quanto in questi anni ha saputo fornirci con la sua professionalità e con la sua grande lealtà, più di ogni altra cosa oltre che essere un bravo giornalista e un amico, era un uomo libero che sapeva dare voce a tutti i cittadini in qualsiasi momento lo chiamassero per parlare dei problemi e dei disagi della città”.
Un commiato condiviso da tutto il movimento presieduto da Antonello De Pierro ed espresso da Leporati il quale ha rappresentato l’Italia dei Diritti alle esequie di Francesco Saponara che vogliamo ricordare come un cronista libero, che amava la sua professione con un grande senso civico, sempre disponibile nei confronti delle persone.
Il responsabile per le Mafie e la Criminalità organizzata dell’Italia dei Diritti: “I partiti ed una certa politica devono decidere, una volta per tutte, di tagliare ogni rapporto, ogni condivisione ed ogni contatto con la malavita”
Roma - “Mi compiaccio per l’operazione realizzata che conferma l’ottimo lavoro svolto dai magistrati della Dda e dalle forze dell’ordine, poiché è soltanto grazie al loro lavoro e all’attività di intelligence che si arrestano i latitanti, i camorristi e si contrasta l’illegalità”. Francesco Barbato, responsabile per le Mafie e la Criminalità organizzata dell’Italia dei Diritti, si complimenta con quanti si sono impegnati per il risultato ottenuto ieri sera con l’arresto del boss camorrista Domenico Antonio Pagano, latitante dal 2009 e considerato uno dei capi del clan degli “scissionisti” di Secondigliano.
“La Procura napoletana rappresenta, nel territorio campano, un vero presidio a difesa della legalità - dichiara con fermezza l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -, mentre abbiamo visto come il governo Berlusconi si sia fregiato ripetutamente, a mo’ di mosca cocchiera, del lavoro fatto dai magistrati e dalle forze dell’ordine negli ultimi anni.
Mi turba il fatto che l’arresto si sia verificato a Cicciano, comune del Nolano dove abito. Tuttavia, ciò conferma le mie convinzioni su quel territorio che ritengo sia uno dei più mafiosi della regione per la copertura che le amministrazioni, i colletti bianchi ed una certa imprenditoria danno alla Camorra.
Occorre dare una scossa al mondo politico per sconfiggere definitivamente le mafie e bloccare il gravissimo fenomeno che si verifica tutt’oggi. Mi riferisco al fatto che esistono ancora partiti che candidano e tengono nelle istituzioni mafiosi amici degli amici, come abbiamo potuto apprendere dalla relazione della Commissione Antimafia che rivela la presenza di amministratori collegati alla criminalità organizzata, concentrati a Napoli e nel Mezzogiorno d’Italia”.
Concludendo, Barbato ribadisce: “I partiti ed una certa politica devono decidere, una volta per tutte, di tagliare ogni rapporto, ogni condivisione ed ogni contatto con le mafie. È vero che in Campania, per un candidato, è molto più facile avere sostegno da parte del boss locale che ti aiuta durante la campagna elettorale, però, così facendo, la politica resta ostaggio della criminalità organizzata. A oggi, purtroppo, specie nel Pdl, non solo sparute presenze, ma gran parte dei dirigenti risultano sotto inchiesta per rapporti con la Camorra. Contrastiamo e ci opponiamo fermamente a questo perverso intreccio deleterio per il Sud che ne mina, soprattutto, il futuro”.
Il responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti: “I dati allarmanti ci dimostrano che il problema non riguarda più solo l’ambiente in cui viviamo ma anche la salute dei cittadini stessi”
Roma, – “ La notizia ci fa capire come ormai l’allarme inquinamento non riguarda più solo le città industrializzate dove le polveri sottili sono provocate non solo dagli autoveicoli ma anche dalle fabbriche, ma interessa anche zone dove non c’è una forte presenza industriale” . Questo è il primo commento di Alberto Maria Vedova, responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti, che si esprime in merito agli ultimi rilevamenti effettuati dal Cnr che hanno rivelato come Palermo raggiunga livelli di contaminazione dell’aria pari a quelli di Milano.
Un adolescente su quattro accusa allergie causate dalle polveri dei gas di scarico. Ma a preoccupare di più è la crescita esponenziale dei sintomi asmatici, cresciuti nel capoluogo siciliano tra il 2002 e il 2006 di oltre quattro punti percentuali: dal 6,2 per cento al 10,5. Dati che diventano ancora più significativi se paragonati a quelli di altre città come Milano che si ferma al 9 per cento o in comuni come Trento, con il 4 per cento, e Colleferro, nella campagna laziale, che sfiora il 5.
“Occorre dare una svolta alle amministrazioni locali in modo da sensibilizzare di più l’opinione pubblica in questo senso – continua l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro- . E’ necessario operare in modo da incentivare e prediligere l’utilizzo del trasporto pubblico più ecologico su ferro rispetto a quello su gomma. E’ opportuno portare avanti iniziative virtuose volte alla tutela dell’ambiente come quella del car sharing già sperimentata con successo in diverse città d’Italia. I dati allarmanti ci dimostrano che il problema non riguarda più solo l’ambiente in cui viviamo ma anche la salute dei cittadini stessi. Ci troviamo ad affrontare sempre di più problemi di salute legati all’inquinamento e alle polveri sottili, e se non verranno prese decisioni adeguate a riguardo saremo costretti a dover fronteggiare generazioni di persone affette da malattie come l’asma legate alla cattiva qualità dell’aria”.
Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “Credo che al Nord i nuovi Uffici di collocamento abbiano una funzionalità maggiore rispetto a quelli che vi sono nel Meridione, dove i disservizi si registrano a qualunque livello e in qualsiasi tipo di istituzione”
Avellino - “La situazione economica è pesante non solo in Italia, ma nel mondo. Detto questo, bisogna, però, precisare che dalle nostre parti il Centro per l’Impiego non ha mai funzionato come dovrebbe. Non so chi sia il responsabile di questa situazione, ma io lo considero uno specchietto per le allodole, dal momento che ci sono migliaia e migliaia di persone che, come me, non sono mai state contattate dalla struttura”. Così commenta Alfredo Sabbatino, responsabile per la provincia di Avellino dell’Italia dei Diritti, i dati del Centro per l’Impiego resi noti ieri mattina dalla Cisl, da cui si rileva che la disoccupazione nel territorio del capoluogo campano è in costante aumento.
“Credo che al Nord i nuovi uffici di collocamento abbiano una funzionalità maggiore rispetto a quelli che vi sono nel Meridione - aggiunge l’esponente provinciale del movimento guidato da Antonello De Pierro -, dove i disservizi si registrano a qualunque livello e in qualsiasi tipo di istituzione. Tutto ciò rappresenta il segnale evidente della situazione di stallo che ad Avellino, come nel resto della regione campana ed in tutto il Mezzogiorno italiano, si vive, ormai, da tempo immemorabile”.
Il vice responsabile per il comune di Milano dell’Italia dei Diritti: “E’ impensabile pensare che in tutti questi anni ci sia stata questa discrezionalità e omertà così diffusa sui nominativi degli assegnatari da parte dell’amministrazione di un ente nato con lo scopo di aiutare i più poveri”
Milano, – “E’ un controsenso che un’associazione che fa beneficenza e che quindi dovrebbe rivolgere la sua attenzione alle persone più bisognose, favorisca invece i singoli amici del potente di turno. Oltretutto assegnare le abitazioni a chi dimostra di avere in realtà il reddito più alto, è davvero un affronto per tutta quella gente che da anni chiede di avere una casa che altrimenti non potrebbe permettersi”. Luca Ragone, vice responsabile per il comune di Milano dell’Italia dei Diritti, commenta aspramente gli ultimi fatti che hanno interessato il Pio Albergo Trivulzio a Milano. Il suo patrimonio immobiliare di lusso, frutto di donazioni secolari a favore dei bisognosi con appartamenti siti nel centro del capoluogo lombardo, sembra che da anni sia stato destinato invece ad ex segretari di partito, onorevoli, figli ed amici di politici ed a uomini in genere legati alle istituzioni comunali e regionali.
Il consiglio di amministrazione del Trivulzio sembra aver gestito sempre con la massima segretezza i 1064 nominativi bersaglio di sospetti da settimane. La procedura seguita prevede che gli immobili vengano assegnati con un bando pubblico a chi tra i candidati (a parità di requisiti) è in grado di esibire il reddito più alto. Tuttavia l’ultima parola spetta ai membri di un comitato ristretto: il direttore generale (Fabio Nitti, in quota Pdl) e il direttore del Dipartimento tecnico (Alessandro Lombardo, vicino all'ex An). La supervisione compete al presidente del Trivulzio, il chirurgo Emilio Trabucchi (Pdl).
Il Presidente del consiglio comunale di Milano Manfredi Palmeri (Futuro e Libertà) ha dichiarato che oggi consegnerà la lista degli inquilini con i dati degli immobili alla commissione Casa e Demanio, guidata da Barbara Ciabò (membro anche lei del partito fondato dall’On. Gianfranco Fini). Dura la replica dell’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro che si stupisce di come il problema sia emerso solo ora e di come la denuncia sembri frutto di una semplice disputa interna tra partiti. “Il problema non doveva venire a galla come conseguenza di diatribe tra forze interne alla maggioranza, ma semplicemente perché l’amministrazione deve tutelare sempre i diritti del cittadino. Nella città c’è grande richiesta di edilizia pubblica. Con oltre 10000 persone che hanno fatto domanda e più di 5ooo appartamenti murati che non vengono resi disponibili dal comune”.
Il responsabile per le Mafie e la Criminalità organizzata dell’Italia dei Diritti: “Mi muoverò al più presto, attivando il Sindacato ispettivo parlamentare per far luce sulla vicenda”
Roma - “Nulla di nuovo sotto il cielo, poiché anche in Puglia si ripete il perverso intreccio tra politica, affari e criminalità organizzata, a cui siamo tristemente abituati nel nostro Paese. D’altronde, il governo Berlusconi ha sdoganato i comportamenti illegali di quegli imprenditori furbetti che si arricchiscono con la grave ed intollerabile complicità di una certa politica, che va dal livello locale a quello nazionale”. Francesco Barbato, responsabile per le Mafie e la Criminalità organizzata dell’Italia dei Diritti, commenta con queste parole le dichiarazioni del pentito Ercole Penna, secondo il quale la Sacra Corona Unita si sta evolvendo, intessendo rapporti con l’imprenditoria e la politica locale.
Secondo il collaboratore di giustizia, l’organizzazione criminale pugliese si sta muovendo sul territorio controllando, oltre il giro delle scommesse e del gioco on line, anche i servizi di guardiania alle aziende e, probabilmente, il settore dell’installazione degli impianti fotovoltaici.
“Il mio impegno parlamentare - continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - consiste, innanzitutto, nella costante lotta al sistema economico criminale. Per questo motivo, mi muoverò al più presto attivando il Sindacato ispettivo per far luce sulla vicenda, ma, soprattutto, per buttar giù dalle finestre dei palazzi pubblici e della pubblica amministrazione quei politici che insultano il ruolo che ricoprono, inghiottiti dal loro mondo fatto di cricche e di mafiosi”.