La viceresponsabile romana del movimento: “Le proteste dei genitori sono legittime, quelle degli insegnanti ammirevoli”
Roma – “Privare di risorse la scuola pubblica, impoverire i programmi didattici e intimidire gli insegnanti con circolari degne di una caserma in tempo di guerra fa orrore, perché mostra chiaramente lo spirito dittatoriale del Presidente del Consiglio e dei suoi dipendenti al governo e in parlamento". Con queste parole Antonella Sassone, vice responsabile per la città di Roma dell’Italia dei Diritti, manifesta il suo sdegno per la precaria situazione del sistema scolastico italiano, in riferimento soprattutto alle lamentele dei genitori degli studenti del Liceo De Chirico a Roma, in seguito al contributo volontario alla scuola. Tale versamento ha infatti recentemente assunto carattere di obbligatorietà. La diretta conseguenza della mancanza di fondi ha avuto come risvolto la sospensione dell’acquisto del materiale didattico. Gli insegnanti invece si oppongono fortemente all’obbligo della somministrazione e della correzione delle prove Invalsi nelle scuole pubbliche italiane.
“Si sta portando a compimento la distruzione della cultura – ha aggiunto l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ad opera di un ministro dell’Istruzione che ai tempi in cui era presidente del consiglio comunale a Desenzano sul Garda è stata sfiduciata e in seguito promossa ministra! Le contestazioni dei genitori sono legittime, quelle degli insegnanti ammirevoli ma c’è il rischio che restino inascoltate se non si accetta la presenza dei partiti che fanno di queste proteste una parte importante del proprio programma politico".
La viceresponsabile regionale dell’Italia dei diritti: “Il contenimento dei costi è l’epilogo finale di una serie di sprechi nel settore sanitario che si sono accumulati negli anni”
Bari- Entro giugno
E’ diretto l’attacco della viceresponsabile regionale dell’Idd, Patrizia Lusi, secondo cui “Il programma di "contenimento dei costi" alla Sanità pugliese proposto dalla seconda giunta Vendola è l'epilogo finale di una serie di sprechi nel settore sanitario che si sono accumulati nell'arco di dieci anni. Se si aggiungono i tagli alla spesa locale imposti dalla manovra finanziaria di Tremonti, il risultato è la chiusura "a macchia di leopardo" di strutture ospedaliere di piccole e medie dimensioni”.
Il piano B del governo guidato da Nichi Vendola viene annunciato proprio quando è suggellato lo “strappo” tra il Pd e la giunta sui tagli del piano. La vice responsabile del movimento guidato da Antonello de Pierro va giù pesante e dichiara che : “La responsabilità politica dei governi che si sono succeduti è innegabile e grava sulla testa degli attuali amministratori regionali come un macigno. La politica sanitaria include per la sua stessa natura, il coinvolgimento di interessi primari, quali il diritto alla salute dei cittadini, e non puo' essere oggetto di ricatti politici.
Attesa la cristallizzazione del debito sanitario pugliese, con senso di responsabilità tutte le parti politiche e sociali dovrebbero rinunciare a campagne campanilistiche per la tutela del bene superiore del diritto alla salute.
Spetta comunque alla magistratura il compito di fare piena luce sugli aspetti penalmente rilevanti
dell'intera vicenda”.
Il responsabile per la provincia di Mantova dell’Italia dei Diritti esprime forte preoccupazione per il processo d’impoverimento inarrestabile che si abbatte su una fascia sempre più ampi di popolazione
Castiglione delle Stiviere – L’associazione mantovana, Marta tana, che gestisce il punto Caritas locale, lancia l’allarme poiché nell'ultimo anno le persone che chiedono aiuto, soprattutto stranieri, sono in aumento, tra loro tanti italiani che sempre più spesso si rivolgono all’associazione, ai quali
negli ultimi dodici mesi sono stati distribuiti qualcosa come 2.250 pasti. Le parole di Paolo Refolo, responsabile per la provincia di Mantova dell’Italia dei Diritti, fanno trasparire un presagio lugubre quanto reale “Tutto questo è un segnale eloquente di come la crisi stia andando avanti. Non è finita. C’è, e gli effetti si vedranno più avanti”.
All’associazione, ogni giorno, si ritirano cibo e indumenti, c’è un punto d’ascolto per chi, con un pacato alone di vergogna, si rivolge proprio lì, dove mai avrebbe mai pensato di appellarsi per poter riuscire a sfamare i propri figli.
“La situazione è grave – avverte l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - e precipiterà ancor di più quando i molti che ancora godono della cassa integrazione, straordinaria o in deroga, cesseranno di percepire qualsiasi tipo di entrata, rimanendo senza un soldo”. Refolo manifesta quindi la sua preoccupazione al domani “Le richieste aumenteranno, soprattutto per quella fascia di persone dai 45 ai 50 anni che a fatica riescono ad ottenere un reinserimento nel mercato del lavoro, ma anche da parte di chi non è professionalmente specializzato in un preciso settore”.
Genova - Sono state approvate all’unanimità, le modifiche alla legge regionale n.30 del 2008 “Norme regionali per la promozione del lavoro”. Il disegno di Legge così modificato prevede l’estensione della pensione a circa 30 lavoratori, provenienti da varie aziende liguri, per la durata di circa tre mesi, poiché la domanda di quiescenza era stata momentaneamente sospesa dall’INPS.
“La situazione deve essere sbloccata anche a livello nazionale – spiega Maurizio Ferraioli, responsabile regionale dell’Italia dei diritti –, credo che il governo, già in ritardo su tale regolamento, debba prendere subito decisioni riguardo alla legge pensionistica sull’uso dell’amianto. L’eternit è ormai fuori legge dal ‘92 , tuttavia le sue conseguenze continuano a farsi sentire ancora oggi con i tanti casi di tumori, conseguenti all’uso massiccio di questi materiali in ambito lavorativo. Ora il problema deve essere risolto in modo definitivo a livello nazionale con un atto del Parlamento e del Governo per estendere i diritti a tutti i lavoratori che hanno i requisiti.
E’ necessario intervenire soprattutto nell’ambito del riconoscimento delle pensioni legato al rischio amianto per i marittimi, perché la procedura pensionistica presuppone una dichiarazione del datore di lavoro, difficile per questi lavoratori che cambiando spesso committente non riescono a percepirla pur avendone diritto”.
Noi dell’Italia dei diritti – esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro – vogliamo che, anche a livello regionale, si riprenda in mano la legge sullo smaltimento dell’amianto che ne stabilisca gli incentivi”.
Il vice responsabile per la Pubblica Amministrazione dell’Italia dei Diritti: “E’ un pessimo esempio di quello che dovrebbe essere l’atteggiamento di un’amministrazione pubblica”
“Se non fosse un’azione illegittima, e personalmente credo che lo sia anche se non in modo lampante nella specifica della norma violata, è quantomeno un comportamento scorretto” afferma duramente Guazzi in merito al caso particolare.
Inoltre l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro continua la sua analisi anche da un punto di vista strettamente legale, ricordando che “gli amministratori del comune di Novara, i quali sostengono di essere stati costretti a dover prendere questa decisione anche in merito alla preoccupazione del problema del gravo economico, potrebbero chiedere parere ad un apposita sezione della Corte dei Conti regionale proprio su tutte le questioni scaturite da nuove norme che possono andare ad incidere sul bilancio a loro demandato. La Corte dei Conti avrebbe sicuramente risposto loro sedando tutti i dubbi anche quelli degli amministratori più pretestuosi”.
Il vice responsabile meneghino dell’Italia dei Diritti:“La soluzione applicata è una cura palliativa rispetto alle proporzioni, alle risposte ed alle soluzioni strutturali del problema”
Roma - Per far fronte al problema del “degrado” provocato dalla presenza di mendicanti, lavavetri e venditori abusivi di fiori, il comune di Milano ha istituito una task force, chiamata Charlie-Delta e che comprende diciotto automobili della polizia locale con un totale di trentasei agenti, incaricata di pattugliare le strade della città dalle sette e trenta del mattino fino alle otto di sera. In base alle dichiarazioni del sindaco Letizia Moratti tale servizio, in funzione già da quindici giorni, dovrebbe servire come deterrente verso questi comportamenti: infatti, fin’ora, oltre trecento persone sono state schedate e multate per cinquecento euro a testa, mentre centoquattordici sono state allontanate.
Filippo Monteleone, vice responsabile milanese dell’Italia dei Diritti, critica l’iniziativa e afferma: “Le pattuglie non riusciranno ad avere la meglio su dei poveri disgraziati che, per pochi euro al giorno, vanno per strada a fare gli ambulanti, o pulire i vetri ai semafori. Ne fermeranno anche centinaia, ma ce ne saranno sempre altri migliaia pronti a prendere il loro posto. La risposta andrebbe data combattendo le radici del racket che gestisce questo monopolio, ma evidentemente non è questo l'obiettivo del comune”. L’esponente del movimento aggiunge: “Sicuramente però ha più effetto sull'opinione pubblica il pubblico fermo o arresto di un indiano che vende ombrelli sotto la metropolitana, in modo che alla gente venga fatto credere falsamente che il territorio sia in mano alle istituzioni, che sia controllato”.
“La soluzione che è stata applicata – dice Monteleone - mi sembra assolutamente una cura palliativa rispetto alle proporzioni ed alle risposte e soluzioni strutturali che il problema in realtà necessita. E poi si sa che, come altri tentativi in questa direzione, una volta non ottenuto il risultato, la cosa verrà abbandonata e messa nel dimenticatoio. Si tratta di proclami al vento, e invece le soluzioni reali e concrete, e i progetti validi che hanno bisogno di un ragionamento in prospettiva, non vengono mai esplicitati e messi in atto seriamente”.
La Vice responsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti: “E' una vicenda agghiacciante che spero possa essere smentita”
Roma, – Arrestata per furto il 23 Febbraio in un supermercato, una donna di 32 anni originaria di Crema e da poche settimane stabilitasi a Roma, ha denunciato successivamente alla condanna, di aver subito violenza sessuale da parte di un vigile urbano e tre carabinieri in servizio alla stazione del Quadraro. Dopo essere stata condotta nella camera blindata della caserma, in attesa dell'udienza del processo per direttissima previsto il giorno dopo, la donna racconta di aver subito gli abusi proprio durante la notte, accusando i due militari di aver compiuto l’atto mentre gli altri due facevano da palo.
“E' una vicenda agghiacciante che spero possa essere smentita. Se cosi non fosse, ci troveremmo di fronte ad una realtà sconvolgente con la quale sarebbe impossibile fare i conti”. Questo è il primo commento quasi incredulo di Francesca Scoleri, vice responsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti. “ Mi riesce veramente difficile individuare il cosiddetto branco che abusa di una donna indifesa in 4 appartenenti alle forze dell'ordine, – continua la Scoleri - dal momento che considero ancor peggiore l'atteggiamento di chi avrebbe coperto l'accaduto facendo da palo rispetto a chi avrebbe commesso l'abuso”.
La rappresentante del movimento fondato da Antonello De Pierro prosegue sulla questione concludendo: “Spero vivamente che la vicenda sia misurata e giudicata con estrema sollecitudine da parte dell'arma e della procura. La condizione della donna racchiude troppi momenti di estremo disagio e di vergognosi abusi, mi auguro di tutto cuore che non si debba aggiungere il peggio del peggio che in questa vicenda potrebbe essere celato”.
Il vice responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Il problema è sempre lo stesso, abbiamo tanti enti di rappresentanza e poco coordinamento tra di loro”
Napoli, 4 marzo 2011 – Una discarica a cielo aperto. Questo è il paesaggio che offre ormai la terra del Falerno, alle pendici del Monte Massico. Questo luogo da sempre considerato di pregiato valore ambientale, è stato praticamente ridotto ad un immondezzaio pubblico per quelli che impunemente pensano di poter scaricare qui rifiuti di ogni genere, ingombranti e non. La questione sembra non avere nessun organo di gestione assegnato, anche se gli enti coinvolti sul territorio sono tanti: il consorzio di bonifica ha competenze per strade di accesso ed aree circostanti lo specchio lacustre e le fosse di maltempo, l'ente Provincia ha competenze in materia di licenza di pesca e attività sportive acquatiche, il comune di Falciano del Massico è l’ente territoriale di competenza ed infine c'è l'ente riserva che rappresenta la Regione e che dovrebbe promuovere e coordinare progetti di sviluppo e salvaguardia anche in materia di abusi edilizi ed ambientali.
“Questa è una vecchia storia e purtroppo la terra del Falciano è sempre stata una zona abbandonata dove solo l’intervento di un privato potrebbe dare un risultato pronto e veloce”. E’ questo il primo commento del vice responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, Angelo Di Mauro, sulla situazione di degrado ambientale che ha colpito il territorio alle pendici del monte Massico.
“Il problema è sempre lo stesso, abbiamo tanti enti di rappresentanza che da presidi di maggiore tutela paradossalmente si possono trasformare in una minaccia se come in questo caso manca il coordinamento tra gli stessi. Qualsiasi bene di interesse pubblico rappresentato avrebbe bisogno di una mappatura degli interventi da fare, ma purtroppo siamo lontani anni luce da questo tipo di gestione oculata”.
Il rappresentante del movimento fondato da Antonello De Pierro continua la sua attenta analisi affermando: “Nonostante i soldi vengano investiti, in questo mare di sub ministeri che si muovono senza un’organizzazione attenta e ben pianificata, tutti gli sforzi di miglioramento si trasformano in atti inutili e mal distribuiti”.
Il viceresponsabile per l'Ambiente dell’Italia dei Diritti: “Il Governo deve dimostrare con i fatti l’intento di non ostacolare gli incentivi sull’utilizzo delle energie rinnovabili, e non con singolari proposte che creano solo una valanga di polemiche”
Roma – “Il ministro Romani deve dimostrare con i fatti l’intento di non ostacolare gli incentivi sull’utilizzo delle energie rinnovabili, e non con singolari proposte che creano solo una valanga di polemiche”. Esprime così la sua opinione il viceresponsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti, Marcello Ribera, in merito alla mobilitazione senza precedenti di circa 14mila persone che, a partire da domenica sera, hanno risposto positivamente su internet e sui social network all'appello denominato “Sos Rinnovabili”, contro l’azione di chiusura del ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, relativamente agli incentivi sullo sviluppo dell’energia pulita.
“Negli ultimi due anni mi sembra che l’Italia, al di là di qualche eccezione, si stia muovendo soprattutto in direzione del nucleare – continua imperterrito l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –. La proposta di Romani andrebbe contro le direttive dell’Unione Europea e del protocollo di Kyoto. Molti poi sono i programmi pilota attivati per la crescita delle risorse ambientali alternative che arrivano dalla Ue e che, spesso, non vengono sponsorizzati. L’assurdo è che gli stessi per metà, sono finanziati dal Fondo Sociale Europeo e pertanto non andrebbero ad aggravare pesantemente le casse dello Stato”.
“Ritengo che la green economy – conclude Ribera – sia un business produttivo e doveroso, soprattutto in un Paese come il nostro che gode di vento e di mare, e che potrebbe essere adatto ad uno sviluppo considerevole”.
La viceresponsabile per
Puglia, - E’ arrivata dalla Corte costituzionale la bocciatura di gran parte delle norme che costituivano la tanto discussa legge regionale 4 del 23 febbraio 2010.
In particolare saltano le stabilizzazioni per dirigenti medici, collaboratori temporanei adibiti ai servizi di assistenza domiciliare, riabilitazione ed integrazione e per medici precari del Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza(SUEM).
“Le sentenze degli organi di giustizia si applicano, non si commentano” è la premessa della dichiarazione di Patrizia Lusi, viceresponsabile per
Tutte le polemiche sollevate allora, furono smorzate dalla soddisfazione di quella schiera di precari che videro nel contratto a tempo indeterminato la panacea per il futuro.
Oggi quel futuro, è stato di minato e come ha tenuto ad aggiungere l’esponente del movimento extraparlamentare “Lo spettro della precarietà, che impedisce di poter progettare un'esistenza, è tornato ad incombere sui tanti lavoratori che hanno assaporato la tranquillità contrattuale per meno di un anno” dunque questo significa un palese fallimento della politica “nel suo tentativo di voler porre rimedio ad una situazione diffusa di precarietà e sfruttamento utilizzando malamente il mezzo legislativo che, presentava, già allora le sue manchevolezze” che dovrà porre rimedio a questa sconfitta “operando in virtù delle regole legislative e morali”.
La viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti: “Sarebbe opportuno capire con maggior chiarezza come è stata pianificata la comunicazione riguardo alla disponibilità di questi fondi”
Genova – Sembrerebbero solo una ventina, tra docenti e personale tecnico-amministrativo, le persone che hanno risposto all'iniziativa “salva precari” della scuola promossa dalla Regione Liguria e finanziata dal Fondo Sociale Europeo. Dei 3 milioni di euro messi a disposizione per attività straordinarie necessarie ad innalzare la qualità del sistema formativo regionale, sono stati infatti utilizzati solo 100mila euro. Questa è la stima riportata dallo stesso assessore regionale alla Formazione, Istruzione e Università, Sergio Rossetti, il quale si dice comunque propenso ad utilizzare il denaro per venire incontro ad altre necessità e bisogni dei cittadini.
Ad esprimersi sulla questione la viceresponsabile per la Liguria, Antonella Silipigni: “Non voglio entrare in polemica con quanto dichiarato dall’assessore Rossetti, ma sarebbe opportuno capire con maggior chiarezza, come è stata pianificata la comunicazione riguardo alla disponibilità di questi fondi”.
“Non posso credere che il problema dei precari nella scuola sia improvvisamente scomparso – continua perplessa l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –. La responsabilità del fallimento del progetto forse va ravvisato nella scarsa coordinazione tra le organizzazioni sindacali e le direzioni scolastiche, e l’amministrazione regionale. Molto spesso – conclude la Silipigni – in materia di attribuzione di fondi, l’elemento comunicazione viene affrontato in maniera superficiale, e questo non è certo il modo più opportuno per rispondere ad esigenze che sono indubbiamente reali”.