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Riserva del Falciano ridotta a discarica, il commento di Di Mauro

 

 

Il vice responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Il problema è sempre lo stesso, abbiamo tanti enti di rappresentanza e poco coordinamento tra di loro”

 

Napoli, 4 marzo 2011 – Una discarica a cielo aperto. Questo è il paesaggio che offre ormai la terra del Falerno, alle pendici del Monte Massico. Questo luogo da sempre considerato di pregiato valore ambientale, è stato praticamente ridotto ad un immondezzaio pubblico per quelli che impunemente pensano di poter scaricare qui rifiuti di ogni genere, ingombranti e non.  La questione sembra non avere nessun organo di gestione assegnato, anche se gli enti coinvolti sul territorio sono tanti: il consorzio di bonifica ha competenze per strade di accesso ed aree circostanti lo specchio lacustre e le fosse di maltempo, l'ente Provincia ha competenze in materia di licenza di pesca e attività sportive acquatiche, il comune di Falciano del Massico è l’ente territoriale di competenza ed infine c'è l'ente riserva che rappresenta la Regione e che dovrebbe promuovere e coordinare progetti di sviluppo e salvaguardia anche in materia di abusi edilizi ed ambientali.

 

“Questa è una vecchia storia e purtroppo la terra del Falciano è sempre stata una zona abbandonata dove solo l’intervento di un privato potrebbe dare un risultato pronto e veloce”. E’ questo il primo commento del vice responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, Angelo Di Mauro, sulla situazione di degrado ambientale che ha colpito il territorio alle pendici del monte Massico.

 

“Il problema è sempre lo stesso, abbiamo tanti enti di rappresentanza che da presidi di maggiore tutela paradossalmente si possono trasformare in una minaccia se come in questo caso manca il coordinamento tra gli stessi. Qualsiasi bene di interesse pubblico rappresentato avrebbe bisogno di una mappatura degli interventi da fare, ma purtroppo siamo lontani anni luce da questo tipo di gestione oculata”.

 

Il rappresentante del movimento fondato da Antonello De Pierro continua la sua attenta analisi affermando: “Nonostante i soldi vengano investiti, in questo mare di sub ministeri che si muovono senza un’organizzazione attenta e ben pianificata, tutti gli sforzi di miglioramento si trasformano in atti inutili e mal distribuiti”.

 


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