La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei diritti: “Questi episodi sono favoriti dalla politica dei tagli che non aiuta a sviluppare eccellenze in questo settore”
Bari - Un decesso per infarto di un paziente cui era stato diagnosticato un problema ortopedico alla spalla e uno di un uomo che era stato operato poche settimane prima. Una relazione sui due presunti casi di errori sanitari in Puglia è stata chiesta all'assessore regionale alla Sanità Tommaso Fiore e dal presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario, Leoluca Orlando.
“L'ennesima inchiesta su due casi di malasanità in Puglia, riporta l'attenzione sulla delicatezza di un settore, qual è quello sanitario, che coinvolge molti interessi e aspettative dei cittadini” -. dichiara Patrizia Lusi, viceresponsabile regionale dell’Idd, secondo cui “l'intervento della Commissione Sanità e della magistratura può ripagare solo in parte il dolore di quanti hanno subito la perdita di un parente a seguito di errori di malasanità. Oltre alla politica di tagli e compressione dei costi che di certo non aiuta a sviluppare eccellenze in questo settore”.
Un episodio riguarda il signor Daniele Campo, di 35 anni, che avvertendo forti dolori al collo è stato visitato al pronto soccorso dell'ospedale di Gallipoli (Lecce). I medici gli avrebbero diagnosticato una patologia di natura ortopedica dimettendolo dopo avergli somministrato un antinfiammatorio. Una volta a casa l'uomo è morto per infarto.
Il secondo caso riguarda Filippo Di Palma, di 47 anni, che avvertendo forti dolori allo stomaco e allo sterno, si era fatto visitare nell'Ospedale di Castellana Grotte dove è morto per un arresto cardiocircolatorio.
“Senza fare generalizzazioni – continua l’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro - , perché nella maggior parte dei casi ci sono strutture sanitarie pubbliche di altissimo livello, la superficialità e l'approssimazione del singolo con la relativa perdita anche di una sola vita umana devono indurre tutti ad un'attenta riflessione.
Intanto sarebbe indispensabile che le nomine dei direttori sanitari vengano fatte sulla scorta di graduatorie di merito e da soggetti competenti, perché il settore della sanità non può essere in alcuna maniera soggetto alle regole della politica con le relative spartizioni tra i vari partiti delle direzioni generali di questo o quell'ospedale. Ed ancora, aggiornamenti professionali continui e costanti rivolti a tutti i medici o a quanti erogano prestazioni di carattere sanitario, dovrebbero essere la regola indispensabile a cui ispirarsi”.
Il responsabile per la provincia della Spezia dell’Italia dei diritti: “Nessuna attenuante per i reati contro la cosa pubblica”
Genova - Arrivano le prime sentenze di condanna per la "disinvolta" gestione del Parco delle Cinque Terre, uno degli ultimi paradisi italiani.
“Spero che – dichiara amareggiato Gennaro Saltalamacchia, responsabile per la provincia della Spezia dell’Italia dei diritti - in futuro si possa parlare di una diversa posizione della magistratura in merito a questo tipo di reati e alle pene previste. Il danno è gravissimo, perché colpisce, anche in termini d’immagine, il fiore all’occhiello della Liguria”.
Pagano in nove, per ora: tra di loro il sindaco e l´assessore al bilancio di Riomaggiore, Gianluca Pasini e Lino Gogioso, poi tecnici e funzionari, e altri impiegati. Tutti indagati hanno ammesso le loro responsabilità: associazione a delinquere, truffa, corruzione, concussione, falso, scegliendo di patteggiare la pena davanti al giudice.
“Ritengo – conclude l’esponente provinciale del movimento guidato da Antonello De Pierro – che si tratti di un reato su cui è necessario approfondire maggiormente e che non puo’ avere alcun tipo di attenuante
Roma, – “È un dato di fatto che il sistema dell’istruzione sia in crisi da tempo memorabile. Proprio facendo affidamento su quelli che sono stati i difetti storici della scuola, dalla materna all’università, la riforma Gelmini si è rivelata soltanto un pretesto per tagliare i fondi e, a mio parere, l’ha fortemente voluta anche Tremonti”. Con queste parole, la viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti, Ivetta Battaglia, dichiara il suo sdegno in merito al blocco dei decreti attuativi, che taglia le gambe soprattutto ai ricercatori. Sono in sospeso, per esempio, i nuovi assegni di ricerca, perché occorre appunto un decreto ministeriale che ne fissi l'importo minimo. Un punto interrogativo anche sui bandi per i nuovi ricercatori a tempo determinato e uno snervante clima d’attesa sulle chiamate inerenti ai posti di associato. Tutto appare in stand-by, i politici sono infatti alle prese con i recenti fatti internazionali.
“Senza fondi non si va da nessuna parte - afferma l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, spesso e volentieri il materiale didattico manca o scarseggia e lavorare all’interno di un contesto scolastico privo di risorse rende difficile anche l’apprendimento da parte degli studenti. È paradossale che ci dobbiamo procurare noi il materiale, dalla carta al gesso.
Per quanto riguarda strettamente l’università - aggiunge concludendo la Battaglia - io credo che uniscano l’utile al dilettevole: il Consiglio non si riunisce appositamente e deroga la spesa ostinandosi a tagliare i fondi. Sarebbe, forse, giusto il cambiamento dell’università caratterizzata dal baronaggio e dai privilegi ma dubito che questo sistema sia valido per eliminarli".
Il presidente dell’Italia dei Diritti : “Se ciò fosse vero, ci troveremmo di fronte all’ennesima assurdità posta in essere da quello, che ormai per tanti motivi, possiamo definire l’Esecutivo della menzogna”
Roma– “Resto interdetto di fronte a questa notizia, che chiaramente acquisiamo con riserva. Se ciò fosse vero, ci troveremmo di fronte all’ennesima assurdità posta in essere da quello, che ormai per tanti motivi, possiamo definire l’Esecutivo della menzogna”.
Un commento deciso, quello di Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti alla notizia, ancora da confermare, che vedrebbe Daniela Santanchè, attuale Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, accusata d’aver impreziosito il proprio curriculum vitae , presente sul sito del Governo, inserendovi un master mai frequentato. Nella banca dati della SdA: “Scuola di direzione aziendale”dell’università Bocconi infatti, ateneo citato nel curriculum, non emergerebbero tracce dell’onorevole che però si difende, sostenendo di essere vittima di una campagna denigratoria.
“In passato – prosegue De Pierro - , a volte anche controcorrente, mi sono espresso positivamente nei confronti di Daniela Santanchè, manifestandole anche solidarietà in occasione di un’aggressione subita. Ripeto, se si avesse conferma di un curriculum taroccato da parte di un sottosegretario di stato, qual è attualmente la Santanchè, ci troveremmo di fronte ad un comportamento perfettamente in linea con quello che fino ad ora questo Governo ha mostrato all’Italia e al mondo, fornendo una pessima immagine del nostro paese”.
Il sospetto, generato dall’articolo del settimanale “Oggi”, primo a darne notizia, ha scatenato un comprensibile polverone politico. Non sono mancate le reazioni critiche dell’opposizione.
“Mi auguro per lei – dichiara il presidente dell’Italia dei Diritti - che riesca a smentire questa notizia altrimenti l’unica cosa che possiamo chiedere sono le sue immediate dimissioni dalla nomenclatura del Governo. Anzi – attacca De Pierro - ribadisco, sempre di fronte alla conferma di un clamoroso falso, in caso di mancata iniziativa dimissionaria, ci mobiliteremo con sit-in di protesta o con altre forme di dissenso, per ribadire che gli esponenti governativi sono dipendenti del popolo italiano e quindi devono adeguarsi alle regole della lealtà e della trasparenza”.
Bologna, – Un’indagine dei Nas ha messo a nudo una situazione critica ai danni di alcuni anziani all’interno di una casa di riposo, a Bologna. Degli operatori della struttura socio-assistenziale sono stati accusati di maltrattamenti continuati aggravati unitamente a lesioni personali su alcune persone affette da patologie invalidanti. I carabinieri hanno provveduto all’immediato sequestro delle quote societarie della ditta modenese che gestiva la struttura, imputata inoltre per il mancato possedimento di sufficiente materiale sanitario e di personale non adeguato al numero dei pazienti.
Il responsabile per la provincia di Bologna dell’Italia dei Diritti, Marcello De Giorgio, interviene esprimendo il suo parere sulla questione: “Il tasso di incidenza riguardo al maltrattamento degli anziani è particolarmente complicato, poiché le vittime spesso non sono autosufficienti e dipendono dalla persona che li accudisce, cosa che li rende riluttanti a denunciare i soprusi. Nonostante l’Emilia Romagna sia, rispetto ad altre regioni d’Italia, un’isola per così dire felice, non manca questo clima di incertezza e di mancato rispetto dei diritti degli anziani e dei più deboli, e ritengo che ciò sia da imputare alla situazione governativa.
Polemizzando sul menefreghismo del governo, troppo coinvolto nella politica estera e noncurante degli altri problemi che affliggono il sistema italiano, l’esponente del movimento guidato da Antonello de Pierro conclude dicendo: “Quest’amministrazione, invece di pensare a fare o non fare la guerra, dovrebbe preoccuparsi di salvaguardare la salute dei cittadini anziché tenerli in considerazione solo per la propaganda.”
Il responsabile per le Mafie e la Criminalità organizzata dell’Italia dei Diritti: “Questo è il vero tumore della Campania e del Sud. Questo tipo di politica sta rubando, soprattutto, il futuro delle nuove generazioni”
Roma - “È un cliché che vige in Campania, purtroppo, da tanto tempo e che io contrasto, puntualmente, sia con atti parlamentari sia con manifestazioni di piazza che puntano a palesare l’indignazione dell’altra Campania, quella pulita, buona, onesta. Basti pensare che solo l’altro ieri abbiamo assistito al sequestro della discarica di Chiaiano dove, da tre anni, denuncio questa perversa collusione tra appalti pubblici, rifiuti e Camorra”. Con queste parole Francesco Barbato, responsabile per le Mafie e la Criminalità organizzata dell’Italia dei Diritti, si sofferma sulle indagini della direzione distrettuale antimafia relative al Comune di Gragnano, dove si ipotizza un condizionamento mafioso del voto, relativamente alle elezioni comunali del 2009.
Dunque, dopo i riscontrati casi di brogli elettorali di due anni fa che portarono in carcere diverse persone, tra cui Ciro e Luigi Coticelli, rispettivamente fratello e cugino di Giuseppe Coticelli, attuale presidente del Consiglio comunale del paese, rinviato a giudizio per lo stesso reato dei famigliari, la Procura di Napoli ritorna sulla vicenda per fare ulteriormente chiarezza. L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro analizza la situazione dichiarando: “Queste ultime indagini dell’Antimafia rivelano il grado di compromissione di Annarita Patriarca, sindaco del Comune di Gragnano, con la Criminalità organizzata locale in un rapporto in cui avviene il famoso scambio dove ‘io do i voti a te e tu rappresenti, domani, i miei interessi al Comune’. Insomma, si assiste al classico do ut des a cui si affida una certa politica che trova molto più semplice e conveniente andare a braccetto con la Camorra, perché ti fa campagne elettorali, i manifesti e ti fa guadagnare i voti. Questo è il vero tumore della Campania e del Sud. Questo tipo di politica sta rubando, soprattutto, il futuro delle nuove generazioni”.
In ultimo, Barbato elogia il lavoro dei rappresentanti della Giustizia e si sofferma sulla situazione campana: “L’aspetto più inquietante è che la politica, da sola, non riesce a modificarsi e a migliorarsi e bisogna aspettare sempre l’azione della magistratura che, almeno per quanto concerne quella in Campania, rappresenta un vero presidio di legalità. Anche in questa occasione voglio complimentarmi con i magistrati della Dda di Napoli e con le forze dell’ordine che fanno venire alla luce il tessuto politico, principalmente del Pdl, che nella regione campana è affidato ad una classe dirigente formata da parlamentari che sembrano essere più ‘capizona mafiosi’ che leader politici. Sembra, infatti, che ci sia una sorta di controllo del territorio da parte di questi personaggi. L’onorevole Landolfi, ad esempio, controlla l’Alto Casertano, come rivelano le recenti richieste di autorizzazione all’utilizzazione di intercettazioni a suo carico. Più giù, il senatore Nespoli, destinatario di una richiesta di arresto da parte della Procura di Napoli, controlla la zona Afragola-Frattese. L’onorevole Paolo Russo controlla la zona Nolano-Vesuviana; Cesaro domina la rimanente provincia di Napoli e poi c’è, su tutta la Regione, il ‘capo dei capi’, ossia l’onorevole Nicola Cosentino che, anche in quest’occasione, compare in questioni poco chiare. Infatti, risulta essere il testimone di nozze del sindaco Patriarca, figlia dell’ex senatore Francesco, condannato qualche anno fa per concorso esterno in associazione camorristica, e moglie di Enrico Martinelli, primo cittadino di San Cipriano d’Aversa, rieletto dopo uno scioglimento del suo Comune, smentito successivamente da una sentenza del Consiglio di Stato”.
La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti:” È davvero sconcertante che un medico qualsiasi possa sottovalutare in tal modo le condizioni dei piccoli pazienti”
Napoli, – A Giugliano, periferia Nord di Napoli, un bimbo rom di tredici mesi muore tra le braccia del padre. L’autopsia chiarirà le incerte cause del decesso. Dopo tre disperati ed inutili tentativi di richiesta di soccorso presso tre ospedali, il piccolo si spegne. I genitori chiedono giustizia, si parla di omissione di soccorso. Il caso clinico del bimbo era stato infatti preso sotto gamba e minimizzato da parte del personale medico, che ha azzardato l’ipotesi di una semplice influenza.
“Personalmente, non credo che le negligenze nel caso del piccolo Omar siano tanto da addebitarsi ad una forma di razzismo – ipotizza Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell'Italia dei Diritti –, ma che sia, più che altro, uno degli ennesimi esempi di malasanità campana e nazionale che si stanno susseguendo nelle cronache da alcuni mesi. Con la pretesa di ridurre gli sprechi, infatti, si sono tagliate strutture, fondi, risorse importanti e si è chiesto ai medici di cercare di apportare una scrematura tra pazienti inutilmente allarmisti e pazienti realmente malati. Purtroppo, però, non basta un'occhiata per stabilire che al pronto soccorso ci si è recati per una banale influenza. Anche un semplice malore non dovrebbe comunque essere sottovalutato, nell'eventualità di complicazioni potenziali che possono capitare a chiunque”.
“In una situazione difficile come quella dello scorso periodo invernale, ci sarebbe dovuto essere un occhio di riguardo speciale per i bambini, non ancora dotati del sistema immunitario in grado di contrastare i forti virus che hanno colpito la popolazione – aggiunge l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – . Non è possibile che non si sottoponga a controlli un bambino in cui, tra l'altro, l'insorgenza dei sintomi è stata tanto rapida da escludere già nel modo più assoluto una situazione banale”.
Sottolineando l’importanza di introdurre dei severi criteri di merito anche nella selezione del personale medico, la Palmentieri conclude esprimendo la sua indignazione: “È davvero sconcertante che un medico qualsiasi possa sottovalutare in tale modo le condizioni dei piccoli pazienti. Non posso credere che ci stiamo in qualche modo trasformando negli Stati Uniti pre-Obama in cui veniva negata l'assistenza a coloro che erano sprovvisti di assicurazione sanitaria. Le amministrazioni locali e questo governo devono capire che ci sono aspetti su cui non si può pensare di realizzare tagli con l'accetta e che la sanità e la scuola devono venire al primo posto e, semmai, beneficiare di fondi e di una vigilanza sugli sprechi amministrativi”.
Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “L’invito che rivolgo al presidente del Consiglio è quello di dimettersi e presentarsi in tribunale per risolvere le sue beghe giudiziarie”
Roma - “Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una legge salva-premier che blocca i lavori parlamentari”. Così Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, si pronuncia in merito all’emendamento Paniz quattro-bis sul processo breve, approvato ieri dalla Commissione Giustizia della Camera.
“È ovvio che il presidente del Consiglio non se ne possa occupare - evidenzia l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -, impegnato com’è sul fronte giudiziario, ma le priorità del Paese sono evidentemente altre. C’è da chiarire la posizione nazionale sul fronte libico, c’è una crisi economica che continua a travolgere qualsiasi sorta di settore occupazionale, senza dimenticare le riforme strutturali che risultano fondamentali per il rilancio del Paese”.
Maurizio Paniz sostiene la validità del suo provvedimento, dichiarando che con esso non intende risolvere i problemi giudiziari del capo di Governo. “Il lavoro non può che essere funzionale alle esigenze del premier - conclude Girlando -, dal momento che Paniz rientra nell’elenco di coloro che, essendo nominati, non rispondono ai cittadini, ma esclusivamente a Silvio Berlusconi. L’invito che rivolgo al presidente del Consiglio è quello di dimettersi e presentarsi presso il tribunale di Milano per risolvere le sue beghe giudiziarie”.
Il responsabile per la Tutela degli Animali dell’Italia dei Diritti : “Sarebbe una prova di gratitudine verso i nostri ‘amici equini’ trovare loro una destinazione dignitosa e senza scopo di lucro”
Roma– “Quando si tratta di lucrare e trarre profitto dall’uso e dall’allevamento degli animali siamo tutti d’accordo, ma non appena sono loro ad aver bisogno di noi ecco che le cose cambiano”.
Commenta con queste parole, Marco Di Cosmo, responsabile per la Tutela degli Animali dell’Italia dei Diritti, la terribile vicenda di una cinquantina di cavalli maremmani i quali, se non verrà trovata loro una nuova sistemazione, rischiano di finire al macello. Disperato l’allevatore Lauro Rossi, infatti lo sfratto dalla tenuta di Roccastrada, dopo numerosi rinvii, è ora esecutivo ed entro un mese gli equini, per scampare al mattatoio, dovranno essere sistemati altrove.
“Questo è l’ennesimo esempio – prosegue Di Cosmo - di come le leggi italiane non tutelino gli animali e la loro anima, ma tutt’al più il commercio che ne deriva e il sentimento umano che può essere loro legato”.
Nonostante l’impegno di Rossi e della sua famiglia, nessuno sembra volersi occupare concretamente della sorte dei bellissimi puledri, anche per queste ragioni le associazioni animaliste minacciano di farsi sentire, scendendo in piazza per difendere la vita dei malcapitati cavalli.
“Sarebbe una prova di gratitudine verso i nostri ‘amici’- auspica l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - trovare loro una destinazione dignitosa e senza scopo di lucro. Esistono diverse aree naturali protette in Toscana, sarebbe bene che gli enti di riferimento se ne occupassero”.
Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “I politici continuano a perpetrare un comportamento egoistico che provoca l’inevitabile involuzione del nostro territorio”
Salerno - “La nostra provincia, purtroppo, non è nuova a questi scandali. Ritengo che l’arretratezza economica di questa bellissima zona è dovuta, proprio, al malaffare che ne condiziona lo sviluppo”. Aniello D’Angelo, responsabile per la provincia di Salerno dell’Italia dei Diritti, inizia in questo modo la sua valutazione dell’arresto di sei persone, tre funzionari provinciali salernitani e tre imprenditori, indagate per peculato e falso. La vicenda riguarda la realizzazione della strada provinciale Casalvelino-Celso, nel Cilento, mai realizzata, eppure pagata quasi per intero dalla Provincia di Salerno.
L’episodio fu denunciato all’ente preposto dal primo cittadino di Pollica, Angelo Vassallo, che dopo pochi mesi, lo scorso 5 settembre, venne assassinato ad Acciaroli. “Si cominciano a comprendere - prosegue D’Angelo - i motivi per cui Vassallo è stato eliminato, a mio parere, da una dirigenza politica che vedeva minata la propria posizione nel malaffare”. La Procura di Salerno, intanto, preferisce mantenersi cauta sul collegamento fra quest’indagine e quella relativa alla morte del sindaco, sostenendo che gli elementi emersi finora non permettono di procedere in questa direzione.
L’esponente provinciale del movimento guidato da Antonello De Pierro conclude il suo intervento, facendo una riflessione sulla classe politica locale: “Anziché curare il bene comune e concentrarsi sui problemi della gente, i politici continuano a perpetrare un comportamento finalizzato ai propri interessi che provoca, inevitabilmente, l’involuzione che si registra nel nostro territorio”.
La viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Ancora una volta a farne le spese sono i soggetti più deboli, in questo caso, pazienti oncologici che giornalmente lottano per la vita”
Roma– “Ancora una volta a farne le spese sono i soggetti più deboli, in questo caso, pazienti oncologici che giornalmente lottano per la vita e chi si vedono costretti a pagare in prima persona per risanare i piani di rientro in quelle regioni che si trovano in deficit.
Da una parte il Governo prende posizione a favore della vita, contro il testamento biologico, dall’altra però non garantisce mezzi indispensabili per proseguirla degnamente”.
Commenta netta, Antonella Aprile, viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, l’interruzione della somministrazione gratuita da parte della Asl 1 di Napoli di alcuni farmaci sostanziali in presenza di gravi patologie. Le medicine, denominate “off- label”, ossia in uso al di fuori dell'indicazione curativa con approvazione dal Ministero, a causa del piano nazionale di rientro dal debito, non sono più elargite ai pazienti, i quali per curarsi, devono sborsare, facendo i conti con le loro possibilità economiche, enormi cifre.
“Che i pazienti e i loro familiari sappiano – dichiara l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , che il Governo, con il maxi-emendamento al Milleproroghe, votato nei giorni scorsi, e voluto dalla Lega Nord a favore degli allevatori per pagare le multe relative alle quote latte imposte dalla comunità europea, ha deciso di attingere alle disponibilità di un fondo di stabilità che serviva al riequilibrio socio-economico dei territori all’assistenza e cura dei malati di cancro”.
Il riassetto finanziario grava pesantemente sulle tasche degli ammalati, i quali, disperati, sono privi da febbraio della distribuzione gratuita dei supporti farmaceutici che li tengono in vita.
“In poche parole quindi – conclude la Aprile - i fondi destinati ai malati di tumore serviranno a pagare le multe relative alle quote latte. Si è tolto ai pazienti oncologici per favorire gli allevatori e la Lega Nord”.