Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “I politici continuano a perpetrare un comportamento egoistico che provoca l’inevitabile involuzione del nostro territorio”
Salerno - “La nostra provincia, purtroppo, non è nuova a questi scandali. Ritengo che l’arretratezza economica di questa bellissima zona è dovuta, proprio, al malaffare che ne condiziona lo sviluppo”. Aniello D’Angelo, responsabile per la provincia di Salerno dell’Italia dei Diritti, inizia in questo modo la sua valutazione dell’arresto di sei persone, tre funzionari provinciali salernitani e tre imprenditori, indagate per peculato e falso. La vicenda riguarda la realizzazione della strada provinciale Casalvelino-Celso, nel Cilento, mai realizzata, eppure pagata quasi per intero dalla Provincia di Salerno.
L’episodio fu denunciato all’ente preposto dal primo cittadino di Pollica, Angelo Vassallo, che dopo pochi mesi, lo scorso 5 settembre, venne assassinato ad Acciaroli. “Si cominciano a comprendere - prosegue D’Angelo - i motivi per cui Vassallo è stato eliminato, a mio parere, da una dirigenza politica che vedeva minata la propria posizione nel malaffare”. La Procura di Salerno, intanto, preferisce mantenersi cauta sul collegamento fra quest’indagine e quella relativa alla morte del sindaco, sostenendo che gli elementi emersi finora non permettono di procedere in questa direzione.
L’esponente provinciale del movimento guidato da Antonello De Pierro conclude il suo intervento, facendo una riflessione sulla classe politica locale: “Anziché curare il bene comune e concentrarsi sui problemi della gente, i politici continuano a perpetrare un comportamento finalizzato ai propri interessi che provoca, inevitabilmente, l’involuzione che si registra nel nostro territorio”.