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Passa la norma sul processo breve, Girlando si oppone

Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “L’invito che rivolgo al presidente del Consiglio è quello di dimettersi e presentarsi in tribunale per risolvere le sue beghe giudiziarie”


Roma - “Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una legge salva-premier che blocca i lavori parlamentari”. Così Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, si pronuncia in merito all’emendamento Paniz quattro-bis sul processo breve, approvato ieri dalla Commissione Giustizia della Camera.

 

“È ovvio che il presidente del Consiglio non se ne possa occupare - evidenzia l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -, impegnato com’è sul fronte giudiziario,  ma le priorità del Paese sono evidentemente altre. C’è da chiarire la posizione nazionale sul fronte libico, c’è una crisi economica che continua a travolgere qualsiasi sorta di settore occupazionale, senza dimenticare le riforme strutturali che risultano fondamentali per il rilancio del Paese”.

 

Maurizio Paniz sostiene la validità del suo provvedimento, dichiarando che con esso non intende risolvere i problemi giudiziari del capo di Governo. “Il lavoro non può che essere funzionale alle esigenze del premier - conclude Girlando -, dal momento che Paniz rientra nell’elenco di coloro che, essendo nominati, non  rispondono ai cittadini, ma esclusivamente a Silvio Berlusconi. L’invito che rivolgo al presidente del Consiglio è quello di dimettersi e presentarsi presso il tribunale di Milano per risolvere le sue beghe giudiziarie”.

 

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