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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Appalto pulizie senza gara all’Asl di Lecce, il commento della Lusi

La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti sull’ultimo

scandalo della sanità pugliese: “L’ennesima irregolarità all’interno di un sistema

clientelare e corrotto. Le uniche vittime sono i cittadini”

 

 

Bari - “Lo scandalo della sanità pugliese rischia di travolgere l’intero sistema sanitario della regione”. Questo è il primo commento di Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, in merito all’attribuzione dei servizi per le pulizie nell’Asl di Lecce, senza regolare gara d’appalto. La vicenda ha visto protagoniste le ditte Csn e Biologica, l’accusa è di concorso in abuso d’ufficio e di violazione alla legge sugli appalti. Si indaga su presunti collegamenti con la politica.

L’archiviazione della richiesta di processo per il presidente della giunta Nichi Vendola non basta, secondo la Lusi, “per restituire dignità istituzionale al settore  più strategico del Welfare regionale”.

Per l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro ci troviamo di fronte “all’ennesima irregolarità”  in quello che può essere definito “un vero e proprio sistema clientelare e corrotto”.

“La Magistratura farà il suo corso, ma resta l’amarezza – conclude la viceresponsabile pugliese dell’organizzazione extraparlamentare – per una vicenda che vede come uniche vittime i cittadini, costretti a privarsi dei presidi ospedalieri, considerati non produttivi di reddito, pur di compensare ‘il buco’ nel sistema sanitario pugliese”.

A Vicenza Garibaldi condannato al rogo, per Zagbla un vilipendio

Il responsabile per il  Veneto dell’Italia dei Diritti condanna l’episodio avvenuto all’esterno di una discoteca sabato scorso quando

è stato dato alle fiamme un fantoccio con scritto “l’eroe degli immondi”

 

 

Venezia – “Garibaldi è una delle personalità che hanno fatto grande l’Italia,  chi ne infanga la memoria non merita di essere italiano”. Ferme e decise le parole del responsabile per il     Veneto dell’Italia dei Diritti, Emmanuel Zagbla, che condanna il rogo al fantoccio di Garibaldi, verificatosi sabato scorso all’ingresso di una discoteca di Vicenza. L’episodio ha spaccato l’opinione pubblica, tra chi lo considera una goliardata e quelli che l’hanno letto come l’ennesima provocazione leghista al 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia.

“Anche se sono di origine straniera – afferma Zagbla  –  condivido un sentimento di patriottismo verso l’Italia. Considero Giuseppe Garibaldi un esempio da seguire, come Giovanni Falcone o come il presidente Sandro Pertini, tutti personaggi – sottolinea - che hanno contribuito a fare grande questo paese”. Il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro condanna senza appello il fuoco appiccato al fantoccio in camicia rossa, con appeso al collo il cartello con la scritta “l’eroe degli immondi”.

“Le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia dovrebbero spingere a prendere esempio da questi grandi personaggi”, incalza Zagbla, che non risparmia parole dure: “Dare alle fiamme un fantoccio di Garibaldi è un atto di vilipendio nei confronti della nostra Repubblica, chi si rende protagonista di simili azioni non merita di essere italiano”.

Saltalamacchia su ennesimo militare italiano morto in Afghanistan

Il responsabile per la  Difesa e Affari Militari dell’Itala dei Diritti: “Il governo deve rivedere la nostra missione”

Roma – Un militare italiano è morto e altri quattro sono rimasti feriti nell'ovest dell'Afghanistan per l'esplosione di un ordigno improvvisato che ha colpito un veicolo blindato Lince nei pressi di Shindand. I militari a bordo, tutti  alpini, stavano effettuando un pattugliamento nella zona al momento dell'incidente. La vittima è il tenente Massimo Ranzani, di 37 anni. La procura di Roma ha aperta un'indagine, viene ipotizzato il reato di attentato con finalità di terrorismo.

Che la posizione dell'Italia vada ridiscussa è la convinzione del responsabile per la Difesa e Affari Militari dell’Italia dei Diritti, Gennaro Saltalamacchia: “Purtroppo rinnovo le precedenti valutazioni in merito, i nostri militari sono fortemente esposti in questi paesi. Oggi, soprattutto, alla luce di questi tanti morti il governo deve rivedere la posizione della nostra missione”.

Nel 2010 sono deceduti in Afghanistan 712 militari, compresi quelli italiani, contro i 521 del 2009. Dall'inizio della missione Isaf in Afghanistan, nel 2001, sono oltre 2.300 i militari rimasti uccisi, di cui 37 vittime italiane.

“Mi sembra che stiamo arrivando alla fine – aggiunge il responsabile del movimento presieduto da Antonello de Pierro, e conclude- “Dovrebbe essere il governo italiano a promuovere delle riunioni per ridurre il numero dei nostri militari, ridistribuendo le risorse risparmiate per i servizi sociali di cui abbiamo tanto bisogno”.

Sovraffollamento carceri in Calabria, il commento della Aroi

La responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Quello degli istituti di pena  è un fenomeno a più facce che porta a riflettere sui diritti e le condizioni di chi ne è coinvolto”

 

 

Roma – “La situazione delle carceri in Calabria si impone come un'emergenza e occorre adottare al più presto provvedimenti burocratici”.

Commenta con queste parole Pamela Aroi, responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, la condizione di sovraffollamento che regna all’interno del sistema carcerario calabrese. Il numero dei detenuti è stimato a 3.200, a fronte dei 1.900 posti di capienza previsti. Il contesto in cui si trovano a lavorare gli agenti di custodia non è dunque ottimale e ciò va a discapito della sicurezza stessa.

 

“Tanto di lode alla polizia penitenziaria: lavorare in condizioni di stress non è facile e ha ripercussioni nella vita sia lavorativa che privata. Ma – prosegue l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, sono da tirare in ballo anche i diritti dei detenuti. Infatti, lungi dal perseguire la rieducazione di questi ultimi, di fatto vengono violati i loro diritti, non c'è privacy, non ci sono spazi, vengono a mancare le condizioni di tutela della persona. Il fenomeno ha due facciate,  da una parte persiste la difficoltà di lavorare da parte degli operatori del carcere, dall’altra i detenuti versano in condizioni disagiate”.

 

Turni massacranti, straordinari non sempre pagati, aggressività dei carcerati e tentativi di sventare i suicidi degli stessi. Queste le conseguenze limite di un sistema su cui agire senza indugi.

 

Prefetto di Milano multato fa ricorso a se stesso, la reazione di Marinelli

Il responsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti: “Situazione paradossale e addirittura ridicola, in sintonia con un Paese caratterizzato da un bunga bunga generalizzato”

 

 

Roma – Il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, ha fatto ricorso contro una multa presa per aver lasciato la propria auto in sosta su uno spazio riservato agli automobilisti disabili. E lo ha fatto presentando ricorso al prefetto di Milano, ovvero a se stesso. La multa risale al 16 settembre 2010, secondo quanto riportato da Quattroruote, e l'auto era in sosta in via San Giovanni sul Muro, vicino a un teatro dove era in corso una serata della rassegna Mito.

“Chi controlla i controllori, dicevano i romani e mai come in questo caso la frase risulta di estrema attualità – commenta  Vittorio Marinelli, Responsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti -, considerando che il prefetto (del pretorio) in effetti ha più di 2000 anni d’età e li dimostra tutti.

In questo caso la situazione è paradossale e addirittura ridicola, in perfetta sintonia con il nostro Paese caratterizzato da un bunga bunga generalizzato”.

Il titolare della prefettura ha spiegato di aver avuto un “guasto della vettura” e dunque trattandosi di forza maggiore, come comune cittadino, ha presentato un ricorso per l'annullamento ed evitare la decurtazione dei punti.
“Dobbiamo dare atto al prefetto – aggiunge Marinelli – che, in ossequio agli atti delle Supreme Corti italiane che costano tanti soldi all’Erario, si è proceduto ad una necessaria personalizzazione. Pertanto la differenza è tra chi non conta niente, ossia la maggioranza della popolazione e, invece, chi come l’eccellentissimo signor prefetto è di emulo del famoso Marchese del Grillo”.

“Dunque – conclude il Responsabile del movimento presieduto Antonello de Pierro-, nonostante quello che dice la Lega,  qualcosa  in questo caso accomuna  i cittadini romani e milanesi: mentre l’eccellentissimo prefetto va a spasso con l’auto blu incurante dei divieti, loro si possono attaccare al tram, che esiste in entrambe le capitali d’Italia quella apolitica e quella amorale, del quale il prefetto è degno rappresentante”.

 

Italia al quinto posto mondiale per pedopornografia online, la Aroi indignata

La responsabile per le Politiche Sociali dell'Italia dei Diritti: "La pedofilia telematica è un fenomeno aberrante"

 

 

Roma – I dati sono preoccupanti: l'Italia si classifica al 5° posto nel mondo per il consumo di materiale pedopornografico online, ma se la situazione non dovesse cambiare, tra qualche anno potrebbe detenere il primato. L'Osservatorio internazionale di Telefono Arcobaleno ci informa che sono ben 5.728 i siti di pedofilia attualmente attivi.

"Un aspetto orribile che coinvolge le vittime troppo piccole e indifese per identificarle come oggetto di decisioni, figuriamoci a livello sessuale – tuona sdegnata Pamela Aroi, responsabile per le Politiche Sociali dell'Italia dei Diritti –, la pedofilia telematica è un fenomeno aberrante. L'Italia è sommersa come componente sociale".

L'identikit del pedofilo è precisa: è maschio e incensurato, ha meno di 40 anni, vive ancora in famiglia ed è ben integrato nella società. Le bambine dai 6 ai 9 anni costituiscono i bersagli ad alto rischio. Ad allarmare è, inoltre, il crescente aumento dei siti pedopornografici, stimato al 6%.  "Egregio il lavoro degli agenti sotto copertura – prosegue l’esponente del movimento guidato da Antonello de Pierro – tali fenomeni non fanno capo a singoli pertanto è necessario che le reti vengano interrotte e individuati i colpevoli, affetti ovviamente da gravi patologie psichiatriche. Sono soggetti pericolosi e potenziali carnefici dei bambini. E' assurdo pensare che in una società civile e avanzata possano accadere ancora certe cose. Viene da diffidare anche su chi professa comportamenti etici ma che poi, in realtà, predica bene e razzola male. E scatta l'allarme: i nostri figli con chi hanno a che fare?"

Attualmente le soluzioni sono due: l'oscuramento dei siti pedopornografici e l'identificazione dei bambini le cui immagini circolano sul web. Ma soltanto l'1% delle vittime riesce a essere individuato e protetto.

 

In Calabria bimba 9 anni operata tonsille muore, Smiroldo indignato

Il viceresponsabile per la Sanità  dell’Italia dei Diritti :“ Morire così, in Italia, dopo un intervento simile, è vergognoso. Massimo cordoglio e affetto alla mamma della piccola, una donna colpita al cuore”


Roma –   Aperta un’inchiesta sulla morte di Claudia Michienzi, di soli 9 anni, deceduta all’ospedale di Lamezia Terme. La piccola, lunedì scorso aveva subito un banale intervento chirurgico alle tonsille per il quale era stata dimessa due giorni dopo. Il venerdì tuttavia Claudia aveva accusato una preoccupante febbre, tanto da indurre la madre ad accompagnarla in ospedale, dal quale veniva rimandata a casa e giudicata in normali condizioni. Gli stessi sintomi, si sono ripresentati il giorno successivo causandone però il decesso durante il trasporto in ambulanza verso il nosocomio calabrese.

 

Sui drammatici fatti è intervenuto Luigino Smiroldo, viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Quando c’è la volontà politica per fare le cose bene a favore dei cittadini i soldi ci sono e le cose  funzionano. Quando questo intento viene meno, mancano i soldi  e, volutamente, l’aiuto necessario alla popolazione, tenuta costantemente sotto ricatto. Di interventi alle tonsille  se ne fanno a migliaia, evidentemente qualcosa non è andato come doveva, qualche passaggio non è riuscito, starà alla magistratura verificare i fatti. Ritengo, purtroppo, che siamo in una situazione veramente triste e sinceramente avvilente. Morire così, in Italia, dopo un intervento simile,  è vergognoso. Dal punto di vista clinico – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - è come morire per l’estrazione di un dente, non è possibile; la piccola è addirittura tornata in ospedale dopo la febbre, è inconcepibile che sia stata rimandata a casa , c’è negligenza,  superficialità, prepotenza, arroganza, c’è menefreghismo politico. Questa è la sanità in Italia purtroppo”.

 

La famiglia di Claudia era stata già duramente provata da un episodio di presunta malasanità, l’ennesimo purtroppo in terra calabrese. Nel 2003 il padre della piccola vittima si recò, in preda a violenti dolori al petto, all’ospedale di Vibo Valentia. Visitato e successivamente dimesso dalla struttura morì il giorno dopo a causa di un infarto.

 

“La Calabria – dichiara Smiroldo - è la vittima, è un territorio in mano alla organizzazioni criminali legate a doppio filo con le istituzioni, è come il Montenegro nei Balcani,  una regione in mano a contrabbandieri e delinquenti senza scrupoli. Parliamo chiaro: questa è la realtà, gli ospedali sono ritenuti dei mezzi per far soldi, non vengono considerate e salvaguardate le persone ammalate. Ritengo che, se siamo arrivati a questa situazione, ci sia una grande colpevolezza pubblica.  In altre regioni come Friuli, Emilia Romagna o Toscana, ad esempio,  le cose funzionano abbastanza bene. Possiamo e dobbiamo dire che è responsabilità politica, non colpa del territorio. Massimo cordoglio e affetto alla mamma della piccola – conclude l’esponente dell’Italia dei Diritti - una donna colpita al cuore, dopo gli atroci episodi capitati al marito prima e alla figlia ora, in coscienza c’è solo da abbracciarla”.

 

Nella giornata mondiale delle malattie rare Caporale sprona il sistema sanitario

Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti : “In un contesto come il nostro è doveroso l’interesse verso tali malattie. ? opportuno non intenderlo come uno spreco di risorse ma come un miglioramento d’uso di tali mezzi


Roma –   “Ritengo giusto che la medicina si occupi oltre che dell’emergenza anche della prevenzione, ugualmente per quanto riguarda le patologie rare e più complesse. Un sistema sanitario efficiente deve avere in se l’idea di un trattamento adeguato dell’ordinario e alla stessa maniera,  la capacità di gestire le patologie meno diffuse”.

 

Commenta con queste parole Manlio Caporale, responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, la celebrazione della : “Giornata mondiale delle malattie rare”. Occasione per ridestare l’attenzione dell’Europa sulle difficoltà incontrate da un numero di malati compreso tra i  24 e i 36 milioni, 1.500.000 in Italia, che devono affrontare, spesso senza adeguato sostegno, una delle 8.000 patologie infrequenti.

 

“In un contesto come il nostro – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , è doveroso l’interesse verso tali malattie, le quali, pur essendo una minoranza, rappresentano purtroppo, per gli ammalati, anche un grave disagio psicosociale. Sovente chi è affetto da tali morbi , non dimentichiamo che il 50 % di questi è neurologico, inizia un percorso doloroso all’alba della sua esistenza che durerà fin quando ci sarà vita. ? giusto che un sistema sanitario come il nostro,  che si pone più o meno tra i primi 5, se ne occupi, fondamentale che abbia anche la possibilità di gestire patologie meno ordinarie”

 

Nello slogan di quest’anno :''Rari, ma uguali''è sintetizzato il messaggio che le famiglie dei pazienti auspicano passi sia  mediaticamente sia  socialmente. Sensibilizzando alla ricerca e , soprattutto ad una parità di trattamento,  al fine di garantire medesima assistenza e speranza in tutte le regioni d’Italia.

 

“Deve essere un impegno della sanità – asserisce Caporale - , non un privilegio delle aziende private, attuando una solidarietà che bisogna avere come previsto dalla nostra Costituzione. ? opportuno non intenderlo come uno spreco di risorse ma come un miglioramento d’uso di tali mezzi. La ricerca – conclude - è trainante e incoraggiante,  almeno in questo non si può e non ci si deve risparmiare”.

 

 

Roma Capitale di stupri e rapine, il commento della Sassone

La viceresponsabile cittadina dell’Italia dei Diritti :“ L’aver ridotto all’osso gli organici e le risorse delle forze dell’ordine, unitamente alla mancanza di politiche di integrazione serie e non assistenziali, ha determinato un netto peggioramento della situazione sicurezza in città”


Roma –  “Se si parla di emergenza sicurezza è evidente che la situazione a Roma è completamente sfuggita di mano all’Amministrazione capitolina, che proprio di questa tematica aveva fatto il suo cavallo di battaglia”


Duro il commento di Antonella Sassone, viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti, agli ultimi episodi di violenza che hanno avuto come tragico teatro la città governata da Gianni Alemanno.
La notte scorsa, un turista tedesco è stato rapinato e picchiato da 3 uomini nei pressi di Piazza Indipendenza. Le sue urla d’allarme hanno allertato i Carabinieri in servizio i quali sono riusciti ad arrestare solo uno dei malviventi, marocchino e pregiudicato, ora nel carcere di “Regina Coeli” con l’accusa di rapina aggravata in concorso.

Nelle stesse ore un altro trentenne veniva brutalmente aggredito da 4 rapinatori nella villa della sua famiglia in piazza Ettore Casati, zona Pisana. Un’aggressività indescrivibile quella dei ladri, stranieri non ancora identificati, il giovane infatti oltre ad aver dovuto consegnare gioielli per 50.000 euro ha riportato ferite alla testa e la rottura del setto nasale.

 

“La chiusura dei Commissariati – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, l’aver ridotto all’osso gli organici e le risorse delle forze dell’ordine, unitamente alla mancanza di politiche di integrazione serie e non assistenziali, ha determinato un netto peggioramento della situazione sicurezza in città”.

 

In questa escalation di soprusi, non va dimenticato lo stupro, il terzo in meno di due settimane nella città di Roma, di una ragazza italiana di 18 anni, compiuto da  3 cittadini somali, all’interno dell’ex ambasciata del loro paese oggi edificio abbandonato al degrado.

 

“Nelle dichiarazioni del sindaco Alemanno – prosegue la Sassone - che chiede il rimpatrio di stranieri è evidente l’incapacità di affrontare in modo strutturato il problema sicurezza: utilizzare capri espiatori e dare pene esemplari non risolve le cose ed è tipico di un odioso modo di concepire la politica che dovrebbe essere scomparso dalle società democratiche e dallo Stato di diritto. E’ necessaria – conclude - un’assunzione di responsabilità della politica, cambiare rotta prima che Roma diventi un’ingovernabile ricovero di disperati”.

 

Parco di Via Vela sotto sequestro da 5 mesi, il commento della Mazza

La responsabile per il XV Municipio dell’Italia dei Diritti :Sono d'accordo nel continuare a fare appello alla Procura ma anche in questo caso, purtroppo, bisogna fare i conti con i tempi della nostra burocrazia”


Roma –   Cinque mesi fa nel parco di Via Vela, zona Casetta Mattei, alcuni cani morirono e un bambino rimase intossicato dall’avvelenamento con pesticidi compiuto da delinquenti rimasti ignoti.

 

L’area verde però, nonostante il tempo trascorso, risulta tuttora sotto sequestro e non in uso ai residenti, come denunciato da Augusto Santori consigliere Pdl del Municipio Arvalia – Portuense che preme affinché venga nuovamente resa fruibile.

 

“Per quanto riguarda la manutenzione e il dissequestro dell'area – interviene Elisabetta Mazza, responsabile per il XV Municipio dell’Italia dei Diritti -  sono d'accordo nel continuare a fare appello alla Procura della Repubblica ma anche in questo caso, purtroppo, bisogna fare i conti con i tempi della nostra burocrazia”.

 

 

I giardini sono importanti nella vita quotidiana delle famiglie del popoloso quartiere, attualmente private, per il dilungarsi del pignoramento, di un luogo d’aggregazione, gioco per i più piccoli e svago per gli animali domestici.

 

“Al fine di migliorare la sicurezza dei bambini – aggiunge l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , condivido la proposta di destinare una porzione del parco all'area cani e di regolarizzarla, visto che la zona per gli amici a quattro zampe non attrezzata, si trova in un terreno che non risulta di proprietà comunale. Confidiamo nell'assessorato all'Ambiente – conclude la Mazza - affinché anche quello spazio diventi di proprietà pubblica”.

 

De Pierro, Gheddafi dittatore sanguinario e va processato per crimini contro l’umanità

Il Presidente dell’Italia dei Diritti : “C’è da dire che  Berlusconi gli amici se li sa scegliere molto bene, andando proprio a pescare tra i titolari delle dittature più sanguinarie del pianeta. Sono in molti comunque a portare nelle proprie coscienze il peso e la responsabilità politica di quanto sta accadendo”


Roma –  I drammatici fatti che stanno sconvolgendo la Libia non lasciano indifferente Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti il quale, sdegnato dalle violenze,  dichiara sentita vicinanza alle migliaia di vittime: “Esprimo a nome di tutto il movimento la più ferma condanna per quello che Gheddafi sta facendo in Libia contro la sua gente, colpevole soltanto di chiedere rispetto per i diritti umani, cosa che purtroppo, in 42 anni di dittatura del colonnello libico, è stata solo un miraggio. ? inconcepibile ciò che sta avvenendo davanti agli occhi della comunità internazionale, manifesto la più totale solidarietà nei confronti di chi in queste ore sta dimostrando e combattendo in piazza per inseguire un tanto atteso sogno democratico. Nel dizionario – prosegue De Pierro -  non riesco ad individuare le parole adatte per qualificare un personaggio quale è Gheddafi, che non merita di essere citato come appartenente al genere umano. Un dittatore sanguinario che dovrebbe essere, sempre se catturato vivo, cosa che mi auguro, processato immediatamente per crimini contro l’umanità”.

 

Il despota libico, osteggiato dal violento moto insurrezionale ha più volte visitato il nostro paese, l’ultimo sontuoso soggiorno risale ad agosto del 2010 nella Capitale. Fatti che allora, e in misura maggiore alla luce della sanguinosa e tragica attualità, suscitano disappunto e riprovazione nel presidente del movimento extraparlamentare.

 

“Gheddafi è un  criminale – prosegue De Pierro -  non c’era bisogno di assistere a quanto sta accadendo in questi giorni, con la feroce repressione da lui ordinata, per giudicarlo come tale. Certamente andava fermato molto prima e invece, probabilmente, il suo nome è legato a vicende oscure che fanno parte del triste elenco di misteri irrisolti dell’Italia e non solo. Non riesco a rendermi ancora conto di come qualcuno, e mi riferisco soprattutto all’attuale Presidente  del Consiglio Silvio Berlusconi, abbia potuto accoglierlo, stipulando a nome dell’Italia trattati di amicizia ed esibendosi anche in un baciamani deplorevole e ridicolo. Certo – asserisce con amara ironia - c’è da dire che il nostro Premier gli amici se li sa scegliere molto bene, andando proprio a pescare tra i titolari delle dittature più sanguinarie del pianeta. Sono in molti comunque a livello internazionale a portare nelle proprie coscienze il peso e la responsabilità politica di quanto sta accadendo in queste ore”.

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