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Saltalamacchia su ennesimo militare italiano morto in Afghanistan

Il responsabile per la  Difesa e Affari Militari dell’Itala dei Diritti: “Il governo deve rivedere la nostra missione”

Roma – Un militare italiano è morto e altri quattro sono rimasti feriti nell'ovest dell'Afghanistan per l'esplosione di un ordigno improvvisato che ha colpito un veicolo blindato Lince nei pressi di Shindand. I militari a bordo, tutti  alpini, stavano effettuando un pattugliamento nella zona al momento dell'incidente. La vittima è il tenente Massimo Ranzani, di 37 anni. La procura di Roma ha aperta un'indagine, viene ipotizzato il reato di attentato con finalità di terrorismo.

Che la posizione dell'Italia vada ridiscussa è la convinzione del responsabile per la Difesa e Affari Militari dell’Italia dei Diritti, Gennaro Saltalamacchia: “Purtroppo rinnovo le precedenti valutazioni in merito, i nostri militari sono fortemente esposti in questi paesi. Oggi, soprattutto, alla luce di questi tanti morti il governo deve rivedere la posizione della nostra missione”.

Nel 2010 sono deceduti in Afghanistan 712 militari, compresi quelli italiani, contro i 521 del 2009. Dall'inizio della missione Isaf in Afghanistan, nel 2001, sono oltre 2.300 i militari rimasti uccisi, di cui 37 vittime italiane.

“Mi sembra che stiamo arrivando alla fine – aggiunge il responsabile del movimento presieduto da Antonello de Pierro, e conclude- “Dovrebbe essere il governo italiano a promuovere delle riunioni per ridurre il numero dei nostri militari, ridistribuendo le risorse risparmiate per i servizi sociali di cui abbiamo tanto bisogno”.

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