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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Tremonti propone soppressione cani, Di Cosmo indignato

Il responsabile per la Tutela degli Animali dell’Italia dei Diritti:  “Ancora una volta  si vuole tornare a delle leggi abrogate oltre un decennio fa che dimostrano l’involuzione cui gli ultimi governi sono stati rei”

 

Roma–  Sopprimere gli animali che non vengono adottati entro un determinato periodo di tempo, è riassumibile in questi termini quanto ha dichiarato, in una richiesta di informazioni al Comune di Cantù, provincia di Como, Angiola Tremonti, consigliere comunale, sorella del ministro delle Finanze, lamentandosi dei costi di gestione del canile locale.

 

“Siamo alle solite – commenta con sdegno Marco Di Cosmo, responsabile per la Tutela degli Animali dell’Italia dei Diritti - quando si tratta di fare tagli sono sempre i più deboli e indifesi i primi a pagare. Mentre il ministro Giulio Tremonti taglia sulla vita delle persone, la sorella Angiola ha pensato bene di prendersela con gli animali, nello specifico i cani. Ancora una volta – continua Di Cosmo - si vuole tornare a delle leggi abrogate oltre un decennio fa che dimostrano l’involuzione cui gli ultimi governi sono stati rei e manifesti. Se davvero la consigliera pensa che i cani siano portatori di malattie potrebbe studiare l’impatto umano su quel pianeta chiamato terra”.

 

Le accese reazioni degli animalisti e i cartelli apparsi sulle gabbie del ricovero per cani non hanno fatto cambiare opinione alla consigliera Tremonti. La struttura di Mariano Comense che ospita gli abbandonati a quattro zampe, va ricordato, si sostenta anche grazie ad un esiguo contributo per residente. “50 centesimi l’anno – dichiara l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , costo di un caffè, salvano la vita di un cane e non sono nemmeno paragonabili  a tutti quegli euro che vengono sperperati ogni giorno dalla pubblica amministrazione, dai governi comunali, provinciali e regionali”.

 

Questione Rom a Roma, De Pierro contro gestione Alemanno

Il presidente dell’Italia dei Diritti : “Si cerca di correre ai ripari per arginare le polemiche, l’assenza di risultati concreti e adeguat  denota un livello di competenza di gran lunga sotto la soglia necessaria per amministrare una città come Roma”

 

 

 

Roma – Sfollati dai circa 200 piccoli campi abusivi sparsi per Roma e poi trasferiti in due tendopoli. Questa la sorte che toccherà ai cittadini d’etnia Rom della Capitale, un provvedimento preso dal sindaco Gianni Alemanno, sull’onda emotiva e polemica generata della drammatica fine dei 4 fratellini nomadi bruciati presso il loro campo.

 

“Quanto avvenuto – dichiara Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti - è l’ennesimo episodio che conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il fallimento pressoché totale della gestione amministrativa targata Alemanno. Del problema Rom il Sindaco di Roma ne parla da sempre e ha sbandierato in maniera propagandistica la soluzione definitiva, che però non è mai riuscito ad attuare. Del resto – prosegue De Pierro - erano stati moltissimi i suoi proclami anche su altre questioni calde del territorio metropolitano, vedi prostituzione, sicurezza, ma alla fine, a parte un’ondata di promesse diffuse  e chiacchiere inconsistenti, il problema è rimasto come prima o spesso peggio di prima. Senza calcolare che, in alcuni casi, addirittura sono stati procurati danni rispetto ad una situazione già precaria”.

 

Tra le 400 e le 500 persone troveranno alloggio nelle strutture d’emergenza allestite, stando alle ipotesi sulla Cassia e sulla Prenestina. Piano che prevede, secondo il prefetto Giuseppe Pecoraro, un inevitabile quanto difficile sgombero di numerosi microinsediamenti abusivi e l’ausilio indispensabile di parecchi volontari.

 

“Chiaramente ora – asserisce il presidente dell’Italia dei Diritti -, sull’ondata emotiva di 4 bambini morti che, probabilmente, si sarebbero salvati se Alemanno avesse messo a punto solo una piccola percentuale di quanto aveva sbandierato, si cerca di correre ai ripari per arginare le polemiche, che stanno inevitabilmente montando nell’opinione pubblica. Anche questa volta non credo che si riusciranno ad ottenere risultati soddisfacenti, purtroppo è brutto da dire, ma dobbiamo ammettere, e non me ne voglia il Sindaco, che l’assenza di risultati concreti e adeguati, in conseguenza di quanto proclamato, denota incapacità reale e quindi – chiosa De Pierro - un livello di competenza di gran lunga sotto la soglia necessaria per amministrare una città come Roma”.

 

 

 

 

 

Ferraioli denuncia disservizi raccolta differenziata alla Spezia

Il responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti raccoglie le proteste dei cittadini e dichiara : “Non è più possibile assistere a delle piccole discariche a cielo aperto durante tutta la mattinata. Questa è la nostra città e chiunque alza la voce quando si accorge che le cose non vanno merita di essere ascoltato”

Genova –  “In quanto responsabile regionale per la Liguria dell’Italia dei Diritti ho sempre promosso e difeso a spada tratta la raccolta differenziata essendo tra l’altro uno dei promotori della raccolta porta a porta. Lo smaltimento diversificato è , in una corretta politica della gestione dei rifiuti,  essenziale,  e deve gradualmente diventare un imperativo in tutte le case degli italiani. Gli Spezzini, stanno manifestando un grande impegno con lo scopo di migliorare l’ambiente e forse un po’ egoisticamente, arrivare a delle tariffe della tassa sulla nettezza urbana meno onerose. Purtroppo però girando per le vie della città, si notano ancora molte anomalie. I cassonetti per la carta e la plastica sono spesso stracolmi e concedono a noi ed ai visitatori, un’immagine degradante di una città meravigliosa tanto da indurre i cittadini a domandarsi se valga la pena impegnarsi ed istruire i propri familiari in una raccolta differenziata che , almeno dal punto di vista dell’immagine e dell’incuria, non da un segnale di miglioramento della situazione cittadina.”


Le parole di Maurizio Ferraioli, mettono in luce una realtà diversa da quella superficialmente ottimistica delineata dall’ amministrazione locale. Scaturiscono dopo numerose segnalazioni fatte dai residenti della Spezia e dai commercianti della piazza del mercato cittadino i quali, numerosi, rivolgendosi direttamente al responsabile ligure del movimento presieduto da Antonello De Pierro, sperano in un repentino miglioramento della situazione, seriamente preoccupati anche per la salubrità della zona.

 

“Come segnalato recentemente da un cittadino – dichiara Ferraioli - , piazza Cavour ‘Piazza del Mercato’, è un esempio, oberata di sporcizia durante la mattinata e nell’immediato pomeriggio prima delle operazioni di pulizia a fine giornata lavorativa, fatto che denota anche una difficile situazione dal punto di vista igienico in un’area dove vengono venduti alimenti. Tale condizione è insopportabile e all’Amministrazione chiedo di farsi carico e parte diligente, non solo nel pubblicizzare un incremento della percentuale della raccolta differenziata, ma anche nell’organizzare i servizi di ritiro con un maggior controllo del territorio ed un’eventuale segnalazione, quando i cassonetti sono pieni, alle società preposte alla raccolta. Non possiamo pensare – prosegue - che la produzione dei rifiuti sia costante e, come si opera con interventi straordinari quando necessario, si adotti lo stesso metodo intervenendo ‘ad bisognam’, restituendo agli spezzini una città più pulita Ugualmente concordo con la comunicazione del cittadino che richiede un costante passaggio nella piazza del mercato degli operatori ecologici, al fine di mantenere un ambiente igienicamente consono alla vendita di generi alimentari ”.

 

Lo sviluppo e la diffusione della raccolta differenziata porteranno sicuri vantaggi a lungo termine per gli abitanti della Spezia ma attualmente i disagi arrecati dalla gestione non proprio eccellente dello smaltimento del pattume, colpiscono i residenti e quanti passeggiano per la città.

 

Le lamentele giunte all’Italia dei Diritti non sono state trascurate da Ferraioli che ribadisce il suo impegno in merito : “Non è più possibile assistere a delle piccole discariche a cielo aperto durante tutta la mattinata. Questa è la nostra città e chiunque alza la voce quando si accorge che le cose non vanno merita di essere ascoltato ed a tal fine invito tutti i cittadini a continuare a segnalare eventuali disagi, per poter insieme sollecitare interventi all’Amministrazione che è spesso, forse, con lo sguardo rivolto altrove. Tali mie considerazioni sono effettuate con spirito collaborativo ma sempre ed esclusivamente nell’interesse e dalla parte dei cittadini.”

 

 

 

A Palermo chiuso reparto per mancanza chirurghi, l’analisi di Caporale

Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Fondamentale fare sempre una pianta organica allo scopo di coprire  tutti i turni di lavoro, i cittadini hanno fatto un patto sociale, la sanità deve essere loro garantita”


Roma –  Emergenza medici in sala operatoria all’ospedale Ingrassia di Palermo.
La mancanza di personale,  4 sanitari di cui uno non idoneo per 16 posti letto, ha reso necessario alla direzione dell’Asp sospendere le attività di chirurgia generale.

 

Un fatto preoccupante che genera in Manlio Caporale, responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, una profonda riflessione circa la condizione ospedaliera dell’intero paese, sulle cause e gli effetti di tali accadimenti : “Più o meno il 70-80% del bilancio di una regione è stanziato per la sanità, non si capisce quindi perché una struttura medica, strapagata, sia fatiscente. È fuori da ogni logica che gli ospedali, per i quali sono state profuse spese altissime siano spesso in rovina. Dati gli investimenti una struttura ospedaliera dovrebbe necessariamente essere efficiente, ben attrezzata, inquadrata in un piano di programmazione. Un altro aspetto da valutare è la gestione del personale. Innanzitutto è fondamentale fare sempre una pianta organica allo scopo di coprire  tutti i turni di lavoro, i cittadini hanno fatto un patto sociale, la sanità deve essere loro garantita, devono poter fruire di  un ospedale decoroso, con al proprio interno persone che ci lavorano in modo regolare”.

 

Motivazioni economiche, malcostume diffuso sono alla base, per Caporale, dell’attuale, malandata, amministrazione assistenziale italiana : “Sovente , ed è un esempio negativo – asserisce l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, vengono assunte centinaia di medici per motivi clientelari, in piccoli nosocomi che non hanno nemmeno senso d’essere aperti, il tutto  in una situazione generale dove l’edilizia ospedaliera è in rovina. Il discorso di preparazione medica, quando si parla di malasanità, è spesso messo al centro dell'attenzione mediatica ma bisogna vedere, in quelle circostanze,  com’è amministrato l'intero ospedale. Non è solo questione di competenza perché se c’è difetto, se una struttura agisce con numero inferiore di sanitari, non è colpa di chi ci opera ma di chi pone in condizione di lavorare in quella maniera. Si vuole sempre guardare alla colpevolezza del singolo, il quale però, va sottolineato, non ha di certo amministrato i milioni di euro stanziati per la sanità coordinati dai politici La responsabilità di una cattiva gestione, è quindi da far ricadere sulla classe governativa. Ritengo opportuno – prosegue Caporale - che un direttore sanitario in carenza di personale, in una struttura fatiscente, costruita con i nostri soldi, debba assicurare comunque l’emergenza. Stiamo creando però purtroppo delle strutture in cui si finisce a garantire esclusivamente il pronto intervento e non la routine, che invece deve essere programmata.  Bisognerebbe certamente chiudere gli ospedali che non servono ma nello stesso tempo fornire, per aree territoriali una risposta certa alla salute, ossia una polo medico, affrontando una programmazione territoriale adeguata e la pianificazione, si sa, è compito della politica. Un primario se richiede personale e non ne riceve o se è in deficit non ne è responsabile. Ci sono parametri europei che sono semplicissimi da assolvere per una corretta distribuzione sul territorio, basterebbe lavorarci e riorganizzare la sanità. Siccome però quest’ultima vale l'80 % dell'economia di una regione  ha un forte appeal economico, continua ad essere  un bacino elettorale  nel quale prolifica la politica clientelare. Non ci sono attualmente strumenti che consentano di fare un contrappeso nell’attività lavorativa, meccanismi utili a favorire meritocrazia ed efficienza, un bravo medico non può essere gratificato, manca un sistema premiante effettivo per chi ha valore e opera bene, purtroppo alla fine chi fa il furbo guadagna quanto chi lavora seriamente. Si preferisce infatti favorire una politica clientelare, visti gli interessi economici in ballo”.

 

Nelle conclusive dichiarazioni Manlio Caporale torna alla vicenda palermitana: “È più serio in questi casi, non fornire il servizio, i politici spesso non vogliono un’interruzione delle funzioni fornite perché un ospedale chiuso genera risentimento nella popolazione di potenziali elettori, allora  pur di non palesare la carenza delle strutture, si porta all’agonia delle stesse. Chiudere – chiosa Caporale - è il coraggio di ammettere che non si può erogare il servizio, generando anche un polverone come è successo in questa storia”.

 

 

Umbria finanzia gruppi d’acquisto solidali, il plauso di Ristori

Il viceresponsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti : “È un esempio da seguire

 

Roma –   “L’amministrazione della regione Umbria si è resa conto di una opportunità commerciale che poteva essere vantaggiosa economicamente per i cittadini, la quale permette loro, nonostante i tempi, di mantenere il proprio potere d’acquisto e contemporaneamente consente di  promuovere una politica ecologicamente compatibile”.

 

Commenta con queste parole, Marco Ristori, viceresponsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti,

l’approvazione in Umbria della prima legge regionale che riconosce e finanzia i G.A.S. P. ossia i gruppi d’acquisto solidali e popolari. Una regolamentazione precisa, che fissa a 15 il numero dei partecipanti per gruppo, impedisce la speculazione sui beni e circoscrive la sovvenzione al consumo di derrate a chilometri zero. “È un esempio da seguire – prosegue Ristori - , i miei complimenti vanno alla regione Umbria che ha attuato questo provvedimento. Sviluppando il ritorno alla filiera corta, comprando prodotti della zona, migliorerà certamente la salubrità dell’ambiente perché si avranno meno trasporti, aumenterà la qualità della merce e si avrà un  maggiore risparmio. Seguendo quindi i principi del buon senso, come opportuno in questi momenti di crisi, si otterranno molteplici risultati : un guadagno ecologico ambientale e un profitto per le tasche dei cittadini umbri.”

 

Coinvolti concretamente nel testo di legge regionale anche i gestori delle mense pubbliche, i quali beneficeranno, in caso di attuazione della filiera corta, della priorità nei bandi di gara comunali. “Ritengo -  conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro commentando quest’ultimo punto - , che attraverso le linee guida dettate dalla Regione agli enti locali, vi sarà una maggiore attenzione dei comuni che  saranno vigili e controlleranno fermamente i destinatari di questi fondi”.

 

 

 

Reazione commossa di Antonello De Pierro alla morte del professor Giovanni Bollea

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “La sua scomparsa è una perdita inestimabile nel panorama scientifico-culturale e depaupera fortemente il patrimonio delle eccellenze nel campo delle risorse umane di concetto del nostro paese”.


Roma – “La scomparsa del professor Giovanni Bollea è una perdita inestimabile nel panorama scientifico-culturale italiano e mondiale, e depaupera fortemente il patrimonio delle eccellenze nel campo delle risorse umane di concetto del nostro paese”.

E’ questa la prima commossa reazione del presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro alla notizia della dipartita del padre della neuropsichiatria infantile Giovanni Bollea, avvenuta oggi alle 18,00 presso il Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma a seguito di un lungo ricovero.

“Quando se ne va uno come Bollea – continua il leader del movimento extraparlamentare – è come se bruciasse un archivio di conoscenza e tutti dobbiamo sentirci culturalmente più poveri, non solo quelli che, come me, hanno avuto la fortuna di potersi nutrire in qualche occasione al banco del suo scibile. Negli ultimi anni l’ho incontrato in più occasioni, l’ultima a casa sua a Roma in via Salaria, poco più di un anno fa in occasione del suo compleanno, dove, presente anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, animato al contempo di sentimenti di tenerezza e ammirazione,  scambiai con lui diverse battute, nella cui circostanza mostrò una lucidità di pensiero eccezionale, nonostante l’età e una salute ormai malferma”.

Riferendosi poi alla rivoluzione apportata dal noto professionista nel campo della neuropsichiatria infantile De Pierro conclude: “La notizia mi ha invaso di tristezza, ma mi incoraggia il fatto che egli non morirà mai, ma continuerà a vivere attraverso la sua preziosa opera, che ha cambiato per sempre il destino di molti bambini, i quali amava teneramente considerare come tanti suoi figli, in un intreccio di storie difficili a cui spesso sono state spalancate le porte dell’ottimismo e del lieto fine. Il rammarico è che avrebbe potuto dare ancora qualcosa di importante al nostro tessuto socio-culturale. Alla moglie Marika giungano le condoglianze mie personali e di tutto il movimento che presiedo”.

 

 

 

 

Sesto San Giovanni approva mozione anti-burqa, l’analisi di Telari

Il responsabile per la provincia di Milano dell’Italia dei Diritti: “Si vuole dare un segnale di ascolto verso la gente che si sente sempre più ignorata dalle istituzioni”

 

Milano – Il Consiglio comunale di Sesto san Giovanni, ha approvato all’unanimità una mozione anti-burqa presentata dalla Lega. Nel testo approvato si legge che "il burqa e altre forme simili di vestiario che coprono integralmente il viso delle persone costituiscono, secondo la nostra cultura, una forma di integralismo oppressivo della figura femminile e di costrizione della libertà individuale". Ora spetterà al sindaco adottare i provvedimenti necessari per far rispettare la mozione votata.

“Le amministrazioni cercano di rispettare il più possibile il volere dei cittadini, cercando di contrastare il malumore generale che si estende nella nostra nazione”. Con queste parole, apre il suo intervento il responsabile per la provincia di Milano dell’Italia dei Diritti, Claudio Telari.“Sesto San Giovanni e’ una località che assume una certa rilevanza nella provincia milanese e con questa azione si vuole dare un segnale di ascolto verso la gente che sempre più si sente ignorata dalle istituzioni”.

L’esponente del movimento extraparlamentare fondato da Antonello de Pierro prosegue la sua analisi: “La gente non ama più di tanto le manifestazioni estreme come segno distintivo di appartenenza ad una determinata classe o religione,  le quali poi chiaramente risultano avere un impatto troppo forte su quelli che sono i costumi della gente comune. Queste iniziative hanno come intento quello di evitare la diffusione di un malcontento da parte di chi vive nel nostro paese da sempre”.

“In Italia c’è una perfetta integrazione degli extra comunitari - conclude il suo intervento l’esponente locale del movimento – e si vuole cercare di abituare i cittadini stranieri a inserirsi in una mentalità europea che ha migliaia di anni, spingendo a dare segnali di una reciproca collaborazione  e comprensione”.

Incostituzionale Dl in tema di federalismo fiscale, Girlando attacca il Governo

Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti : “Il federalismo fiscale può e deve passare soltanto attraverso l’iter delle camere e anche attraverso una legge di revisione costituzionale”


Roma –  “È chiaro che l’atto del Consiglio dei Ministri, ossia l’emanazione di un decreto legge che riguarda il tema del federalismo, quindi materia economica, è una palese e aperta violazione dei principi dell’articolo 76 e 77 della Costituzione italiana.”

 

Commenta netto Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, la forzata convalida governativa del decreto sul fisco municipale, precedentemente bloccato dalla commissione Bicamerale .

 

“Risulta che questo Dl in tema di federalismo fiscale – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - è di palese incostituzionalità per svariati motivi: il Governo, parlando ovviamente di legge ordinaria, non può emanare questi decreti in tema fiscale senza delega delle camere, a meno di straordinaria necessità e urgenza, e non è questo il caso perché una programmazione finanziaria deve prevedere un tempo molto lungo, soprattutto se riguarda il potere legislativo in materia economica e in materia di localizzazione. Il federalismo fiscale può e deve passare soltanto attraverso l’iter delle camere anche attraverso una legge di revisione costituzionale. Siamo soddisfatti pertanto del richiamo fatto dal Presidente della Camera Gianfranco Fini”.

 

Lo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha dichiarato in una missiva inviata nelle ultime ore al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di non poter ricevere, quindi firmare, tale richiesta di emanazione.

 

“Bene ha fatto il presidente Napolitano – commenta Girlando  –  a non firmare un Dl del genere, rimandandolo alla Camera, ribadendo in questo modo che il potere legislativo appartiene solo al Parlamento”.

Aroi indignata per incendio deposito FS di Bagnara concesso all’Unitalsi


La responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti: “Un gravissimo episodio a danno di persone già provate da mille difficoltà quotidiane


Catanzaro– Un incendio doloso, appiccato da ignoti,  ha colpito i locali delle Ferrovie dello Stato concessi in uso alla Sottosezione di Reggio Calabria dell’Unitalsi e utilizzati per il deposito delle attrezzature necessarie all’allestimento di un campo estivo, ormai tradizione da parecchi anni, organizzato dall’associazione presso la scuola elementare “Morello” di Bagnara Calabra per consentire a persone disabili, che altrimenti non ne avrebbero la possibilità, di condividere con i volontari un periodo di vacanza al mare. Tutto il materiale (letti, brande, frigoriferi, attrezzature per il mare, carrozzine etc) utilizzato per creare un’atmosfera abitativa confortevole ed accogliente all’interno del plesso scolastico, è stato distrutto dalle fiamme.

 

“Il gesto deplorevole, quanto immotivato, che ha colpito l’Unitalsi, un ‘associazione di volontariato che ha quale unico scopo la condivisione di esperienze di vita e di servizio tra i più deboli ed i volontari, ha messo in luce fenomeni sociali tra di loro contrapposti”. Durissimo il primo commento della responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, Pamela Aroi che continua il suo intervento: “Una simile vicenda ha inevitabilmente dato rilievo, da un lato, all’indifferenza ed alla superficialità con cui spesso larga parte della società guarda ai disagi altrui, così come alla gratuità e cattiveria di condotte moleste e dannose che, in quanto tali, non possono che essere frutto di ignoranza e prive di significato concreto. Dall’altro però questa vicenda ha scatenato una grande manifestazione di sentimenti e valori positivi quali la solidarietà e la voglia di reagire”.

 

L’esponente del movimento extraparlamentare fondato da Antonello De Pierro si sofferma con lucidità e fermezza d’intenti sull’accaduto. “Il gravissimo episodio delittuoso – afferma con una nota di rammarico e indignazione l’esponente calabrese - ai danni di persone che, già provate dalle mille difficoltà quotidiane, si sono ritrovate ancora una volta umiliate e destabilizzate. Tuttavia non saranno mai sopraffatte. Difatti questa occasione ha offerto alla comunità (cittadina e non) l’occasione di conoscere realtà fin qui ignote o ignorate, e di ribellarsi alle ingiustizie con gesti concreti e dichiarazioni di affetto. Le numerose proposte – conclude la responsabile per la Calabria - ed iniziative provenienti dalla gente comune, così come dalle varie Istituzioni coinvolte, costituiscono senz’altro un segnale apprezzabile ed estremamente positivo, che auguriamo venga alimentato e tradotto in termini concreti nell’interesse ed a favore, non solo dell’Unitalsi e dei bisognosi, ma più in generale di una comunità che possa dirsi veramente civile”.

 

Disabili e alluvionati liguri abbandonati dal Governo, Ferraioli indignato

Il responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti :Non si comprende come questo Governo si accanisca con mere ed esclusive questioni di bilancio su persone che hanno realmente bisogno”

 

Genova -  “È deprecabile l’atteggiamento del Governo nei confronti delle persone non autonome, indegno il fatto che non siano versati i 400 milioni destinati al fondo per la non autosufficienza. In questa maniera è  a rischio in Liguria, come evidenziato dai quotidiani,  l’assistenza di 6800 persone di cui 5000 anziani e 1800 disabili”. Commenta con queste parole, senza nascondere preoccupazione, Maurizio Ferraioli, responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, il mancato stanziamento economico che pone in serio pericolo il sostentamento mensile alle famiglie liguri che hanno in casa una persona non più autosufficiente. “È veramente indegno di un paese civile – prosegue l’esponete del movimento presieduto da Antonello De Pierro -  , non si può far mancare l’assistenza a questi cittadini, benché minimo, l’assegno riconosciuto mensilmente è una boccata di ossigeno essenziale in un periodo di grande crisi, soprattutto per coloro che hanno già diverse problematiche da affrontare nella vita quotidiana”.

 

Desta altrettanta preoccupazione nell’esponente del movimento anche il mancato rinvio delle contribuzioni per i cittadini di Varazze e Genova Sestri Ponente, vittime delle alluvioni dello scorso ottobre: “Altra notizia deprecabile – sottolinea Ferraioli - è la non minima  assistenza per gli alluvionati dell’ultimo 4 ottobre, i quali non godranno  della proroga delle tasse che scadevano il 15 dicembre. Non si comprende come questo Governo si accanisca con mere ed esclusive questioni di bilancio su persone che hanno realmente bisogno nel quotidiano, perché già segnate dagli eventi della vita e su persone che loro malgrado,  hanno dovuto subire eventi atmosferici catastrofici, trovandosi poi in un grande disagio economico e sociale. L’Italia dei Diritti – conclude determinato Ferraioli -  si schiera ovviamente della parte di questi cittadini e auspica un ripensamento da parte del Governo, affinché un moto di sensibilità gli faccia riconsiderare il fatto di versare questi fondi per i disabili e per gli anziani”.

 

 

Degenza pre-operatoria eccessiva in Molise, interviene la Aurisano


La responsabile per il Molise dell’Italia dei Diritti: “ La sanità molisana risulta tra le ultime a livello nazionale e ce lo confermano anche i dati sulla degenza pre-operatoria”


Campobasso– Stando ai dati diffusi dall’Eurispes nel Rapporto Italia 2011, nel Molise il ricovero che precede gli interventi chirurgici sembra essere il più lungo d’Italia. Difatti in questa regione sembra che la media sia di 2,33 giorni, quasi il doppio della media nazionale (1,38 giorni). Permanenza che risulta a dir poco eccessiva e alla quale viene contrapposta come prima ragione la poca disponibilità di posti letto che costringe i pazienti a dei ricoveri anticipati al fine di non perdere il turno.

“Il trend negativo che continua a registrare la sanità molisana viene confermato anche dai dati alquanto scoraggianti sulla tempistica per la degenza pre-operatoria nella regione”. Con queste parole interviene sull’argomento la responsabile per il Molise dell’Italia dei Diritti, Anna Aurisano.

Tra i motivi legati all’insoddisfazione dei degenti verso la Sanità, c’è anche il costo del ticket troppo elevato e la poca qualità del servizio erogato che ha portato ad un aumento delle persone che si rivolgono a strutture private in caso di interventi chirurgici.

L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro continua la sua analisi con decisione dichiarando che: “E’ sempre più necessario un forte e radicale rinnovo della dirigenza politica regionale che sta conducendo il Molise sempre più ad essere un fanalino di coda un po’ in tutti i settori rispetto al resto delle regioni italiane”.


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