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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Una scrivania per barella a ospedale di Nola, la Palmentieri attacca Caldoro

La viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti : “È incredibile che i tagli debbano avvenire sulla pelle dei cittadini e che non si sia prevista la consueta epidemia influenzale quando i posti letto sono venuti meno anche in passato ed in occasioni meno eccezionali”


Napoli –  “La situazione di emergenza che si sta verificando in Campania è di certo il frutto della mala gestione da parte del Ministero della Sanità e della giunta Caldoro ”.
Con queste parole Licia Palmentieri, viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti, commenta quanto sta accadendo nei nosocomi campani. Le cronache denunciano gli esemplari casi della paziente del Santa Maria della Pietà di Nola, costretta ad attendere la visita sdraiata su una scrivania e di un malcapitato che ha passato la notte, nel medesimo ospedale su una sedia a rotelle, l’unico giaciglio disponibile. Stessi disagi riscontrati al Cardarelli di Napoli, struttura in preda al caos, senza più posti letto, con corridoi saturi di barelle, a causa della feroce epidemia di influenza.

“È venuta a mancare un'adeguata informazione riguardo questa ondata influenzale – analizza la Palmentieri -. Abbiamo assistito alla diffusione di dati allarmistici nel 2009/2010 ed oggi, al contrario, per evitare preoccupazioni non si sono correttamente informati i cittadini della particolare durezza di questo virus, che pur non rappresentando un reale rischio di vita per la stragrande maggioranza della popolazione, è di certo più impegnativo per il sistema immunitario rispetto ad influenze precedenti. Insomma, corrette notizie  aiuterebbero la popolazione a non andare nel panico e a non recarsi al pronto soccorso in assenza di necessità reale”.

 

 

Vista la mancata disponibilità di assistenza nel principale ospedale del Napoletano, molti cittadini vengono tuttora dirottati in altre strutture sanitarie. Il picco influenzale e il panico che ne è conseguito non hanno fatto altro che riportare alla luce annose questioni e problemi che affliggono da tempo la sanità campana.

 

“Inoltre  - prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , era inevitabile che i frutti della scellerata amministrazione della sanità esercitata dalla giunta Caldoro attraverso tagli selvaggi ed aumenti del ticket, che si ripercuotono solo sulla popolazione, avrebbe mandato al collasso gli ospedali campani. Non dimentichiamo che nella politica ‘antisprechi’ di Caldoro è rientrata anche la chiusura di alcuni presidi e strutture sanitarie, come il Camilliani di Casoria. È incredibile che i tagli debbano avvenire sulla pelle dei cittadini e che non si sia prevista la consueta epidemia influenzale quando i posti letto sono venuti meno anche in passato ed in occasioni meno eccezionali. Insomma - chiosa la Palmentieri- , la crisi era annunciata e i cittadini andrebbero meglio informati sul modo in cui dei loro diritti qualcuno fa carta straccia”.

 

A Roma scuole senza insegnanti di sostegno, Girlando preoccupato

Il viceresponsabile capitolino dell’Italia dei Diritti : “Occorre un intervento immediato e deciso delle istituzioni comunali di Roma. Le figure degli insegnanti di sostegno rivestono grande importanza nell’istruzione”


Roma –   A Roma, numerosi bambini diversamente abili sono stati lasciati senza insegnanti di sostegno. Una mamma disperata ha denunciato la situazione ad un quotidiano, facendo emergere il doloso problema dalla mancanza di personale scolastico che assiste i piccoli portatori di handicap.


“Occorre un intervento immediato e deciso delle istituzioni comunali di Roma - commenta Giuliano Girlando, viceresponsabile capitolino dell’Italia dei Diritti -,  in primis del sindaco Gianni Alemanno, chiedendo che rispetti gli impegni presi in campagna elettorale quando dimostrava interesse per le questioni sociali, per le vicende relative ai diritti dei disabili. È delle istituzioni il  compito di garantire tutela alle famiglie e il rispetto dei diritti collettivi”.

 

Parte del personale Aec, che da anni ricopre questo fondamentale ruolo, cambiando mansione ha lasciato privi circa 200 bambini degli assistenti. Commissioni e municipi si sono attivati con diversa velocità per sopperire alle carenze non giungendo tuttavia ad una soluzione completa.

 

“Questo deve essere un impegno che riguarda non solo il comune di Roma e l’amministrazione Alemanno, bensì tutti i municipi e le loro mini-giunte. Le figure degli insegnanti di sostegno rivestono grande importanza nell’istruzione, garantiscono attraverso la loro presenza il carattere pubblico dell’insegnamento, eliminando le disuguaglianze sociali e gli ostacoli che impediscono alle persone diversamente abili di potersi garantire un livello di  formazione, tutelata dalle istituzione del paese e dalla Costituzione.”

Italia dei Diritti denuncia appalti vigilanza Lazio vinti da soliti noti

Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento: “Nel caso in cui le indiscrezioni venissero confermate, non ci sarebbe scampo né per la Polverini, né per Alemanno”


Roma - Altro giro altra corsa. E la giostra ricomincia a fare il suo dovere. Alla fine del 2009 è stato indetto un bando di gara a procedura ristretta per l’affidamento del servizio di vigilanza e fornitura di impianti tecnologici occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio. I vincitori, manco a dirlo, sono gli stessi di sempre. Secondo indiscrezioni molto probabili l’Italpol si sarebbe aggiudicata 5 lotti su 7, mentre gli altri due dovrebbero finire all’Ati formata dalla Nuova Città di Roma e dalla Roma Union Security.

La questione è che i tre istituti di vigilanza citati appartengono o sono vicini a personaggi di cui le vicende giudiziarie sono più che note. La Italpol, di cui è proprietario Domenico Gravina, notoriamente amico intimo di Gianfranco Fini, è attualmente nel mirino della Procura di Roma, poiché era a capo dell’Ati che nella prima parte del 2010 si è aggiudicata l’appalto dell’Atac per la vigilanza nelle stazioni della metropolitana. Una commissione di oltre 100 milioni di euro in un quadriennio che, secondo gli inquirenti, è stata vinta da questa associazione temporanea d’impresa nonostante il servizio non fosse assicurato secondo i termini stabiliti dall’appalto.  Di questa stessa Ati faceva parte l’istituto Nuova Città di Roma, di cui il Responsabile Sviluppo Partecipazioni e Controllo Gestione è Fabrizio Montali. Quest’ultimo, figlio dell’ex sottosegretario socialista Sebastiano, è presidente del consorzio Pegaso e consigliere della Sicurezza del Consiglio Nazionale della Confcooperative Federlavoro e Servizi. Soprattutto, il Montali figlio è conosciuto ai più perché è stato indagato nel 2003 per corruzione nell’ambito del “Vip-Gate” e nel 2006 per tentata estorsione, riciclaggio, corruzione e intestazione fittizia di beni con l’aggravante di mafia, poiché presunto prestanome di Enrico Nicoletti, cassiere della Banda della Magliana. Infine, nell’agosto dello scorso anno, Montali è stato oggetto di una denuncia del Segretario Territoriale della Fisascat Cisl di Roma Mauro Brinati per tentata corruzione, poiché nel Marzo del 2009 avrebbe proposto a quest’ultimo un falso in bilancio della Nuova Città di Roma che gli avrebbe fruttato 32 milioni di euro.

In ultimo, la Roma Union Service che appartiene a Claudio Lotito. Il patron della S. S. Lazio che ha beneficiato di una prescrizione in primo grado per turbativa d’asta nell’ambito delle inchieste di Mani Pulite ed è stato condannato in primo grado nel 2009 a due anni di reclusione e al pagamento di una multa molto salata con l’accusa di aggiotaggio manipolativo e informativo e di ostacolo all’attività agli organi di vigilanza. Inoltre, le sue due imprese di pulizia Linda e Bonadea fornirebbero i loro servizi in tutte le 8 Asl capitoline e in 28 tra ospedali e policlinici.

Il commento all’articolata denuncia dell’Italia dei Diritti è affidato a Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento: “Quest’assegnazione potrebbe creare un enorme sospetto, se si tiene presente l’orientamento politico dei personaggi succitati, palesemente attiguo a quello delle amministrazioni della regione Lazio e del comune di Roma. Dunque, ci auguriamo che chi di dovere si muova quanto prima per constatare innanzitutto la legittimità dell’assegnazione”.

 

“Nel caso in cui le indiscrezioni avessero ragione, non ci sarebbe scampo né per la Polverini, né per Alemanno - continua Celardo -. È allarmante che sia l’Italpol che le persone a capo degli istituti di vigilanza che formano l’Ati abbiano qualche problema con la legge. Mi chiedo perché i questori non hanno comunicato al prefetto le vicissitudini giudiziarie legate a queste persone. Se le voci venissero confermate, avremmo affidato le attività di sorveglianza a possibili pregiudicati. La presunzione di innocenza ci obbliga a parlare in questi termini fino alle condanne definitive dei personaggi menzionati. Tuttavia, da parte nostra vi è forte opposizione a chi è anche solo sospettato. Dunque, sollecitiamo la Polverini a verificare se vi siano i presupposti per inibire questa assegnazione che, nel caso in cui vi fosse la conferma di certe rivelazioni, trovano la nostra ferma opposizione. Le imprese di vigilanza devono essere limpide, cristalline, senza macchia. Altrimenti si finisce col mettere il lupo a guardia del gregge”.

 

L’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro conclude il suo intervento riflettendo: “Se venissero confermate le condanne rivolte alle persone menzionate e le voci sull’assegnazione per l’affidamento del servizio di vigilanza, come intende intervenire la Polverini? Sarebbe questa la destra di ordine e legalità di cui tanto si parla durante le campagne elettorali?”.

Polemiche a Rapallo dopo saluto romano assessore, il commento della Silipigni

La viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti: “La classe politica prenda coscienza che c’è bisogno di maggiore rigore, etica, moralità, impegno”


Genova –  A Rapallo è stata aperta un’inchiesta nei confronti di Gianni Arena, assessore comunale del PdL, fotografato nell’atto di compiere il saluto romano al termine di una messa a suffraggio di Mussolini.  Lo scatto incriminato, grazie al quotidiano Secolo XIX, è finito sul web, generando aspre polemiche e spaccature all’interno della maggioranza della cittadina ligure. Arena si difende rivendicando di aver partecipato alla cerimonia a titolo esclusivamente personale.

 

Sui fatti è netto e preciso l’intervento di Antonella Silipigni,  viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti:“Quando una persona esercita un incarico pubblico,  indipendentemente se è un politico, un insegnate, un amministratore, deve sempre ricordarsi che, quanto fa, è strettamente connesso a quella che è la sua funzione. Le questioni personali devono essere realmente private, discrete, non enfatizzate in questa maniera. Ognuno può avere diversa religione, credo, fede calcistica, questo non significa che vadano esibiti, pubblicizzati e messi in pubblico. È privato e tale deve rimanere, non deve essere monito di diseguaglianza. Ci sono cose – prosegue la Silipigni- che bisogna necessariamente  tenere in considerazione, una di queste è la morale. Un politico anche se a livello locale, rappresenta  parte del consenso pubblico quindi una fazione politica, tutto ciò che riguarda il suo operato, a maggior ragione quando sfocia dal privato al pubblico, è giusto venga in qualche modo segnalato”

 

Il Pdl, maggioranza al comune di Rapallo è nettamente diviso circa l’atteggiamento da tenere nei confronti di Gianni Arena, il coordinamento cittadino del partito ha infatti intenzione di deferirlo e di invitarlo alle dimissioni, mentre il sindaco Mentore Campodonico, portavoce di una seconda corrente, rinvia la decisione prendendo tempo.

 

“Mi auguro che il suo  partito abbia quanto meno ripreso Arena - continua la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , fatto capire lui che non può esercitare il proprio ruolo comunale se continua ad avere atteggiamenti poco ortodossi, è una questione anche di rispetto, non dimentichiamo che la Liguria ha una storia di resistenza partigiana molto forte. Per quanto una persona possa avere le sue simpatie, rievocare il saluto romano, è irrispettoso in una terra come la nostra, bisogna ricordare quanti hanno combattuto quella dittatura. Tali credo siano atteggiamenti non politici ma continue dimostrazioni di arroganza, determinata da un atteggiamento predominante di chi detiene il potere. Un’espressione quasi incontrovertibile di continua supremazia del modello Berlusconi circa  l’uguaglianza dei cittadini. Siamo tutti uguali, lui e i suoi un pochino di più”

 

Un fatto grave, quello avvenuto a Rapallo, che invita alla riflessione: “La classe politica prenda coscienza del  bisogno di maggiore rigore etica, moralità, impegno. Non si chiede a nessun amministratore pubblico di diventare professionista ma quantomeno di esercitare il suo ruolo nel miglior modo possibile. Siamo l’unico paese – conclude la Silipigni - che continua ad avere certi fenomeni da biasimo perché non abbiamo un vero riconoscimento della professione politica. Rappresentanti che dovrebbero governare bene, conoscere le leggi e avere capacità di orientamento per esercitare la funzione pubblica”.

 

Ferrari d’accordo con Tribunale Firenze sul sì a testamento biologico

La responsabile dell’Italia dei Diritti per la Toscana: “La libertà di scegliere a quali trattamenti sanitari essere sottoposti è garantita da numerose norme costituzionali”

 

 

Firenze - Ieri il Tribunale di Firenze si è espresso positivamente in merito al testamento biologico. Nel caso concreto, i giudici hanno accolto la richiesta di un settantenne in buona salute di nominare un “amministratore di sostegno”, una sorta di tutore legale, a cui viene affidato un compito preciso in caso di perdita di coscienza: impedire ai medici di procedere con la rianimazione o anche con alimentazione e idratazione artificiale. Quindi, se il cittadino perdesse la facoltà di comunicare o la coscienza, l’amministratore può presentarsi dai sanitari con l’ordinanza del giudice e chiedere di sospendere tutti i trattamenti che la persona stessa, quando era in buona salute, aveva esplicitamente escluso.

 

La responsabile per la Toscana dell’Italia Dei Diritti, Emanuela Ferrari si trova in pieno accordo con la decisione presa dal Tribunale fiorentino e aggiunge:“La libertà di scegliere a quali trattamenti sanitari essere sottoposti è garantita da numerose norme costituzionali e eventuali leggi che non rispettassero tali norme sarebbero prima incostituzionali, oltre che non democratiche”.

 

L’esponente del movimento extraparlamentare guidato da Antonello De Pierro conclude affermando che “lo strumento per garantire la liberta di scelta è  fornito dalla legge sull'amministrazione di sostegno. La sentenza della Magistratura ripropone la visione laica ed egualitaria  del  rispetto dei diritti e delle libertà individuali che connotano la nostra amata Costituzione Italiana”.

 

Ferraioli aggredito e ferito a un incontro dell’Italia dei Valori, De Pierro esprime solidarietà

Il presidente dell'Italia dei Diritti interviene dopo l'aggressione ai danni del responsabile ligure del movimento: "Rivolgendomi a Giovanni Paladini, coordinatore ligure dell'Italia dei Valori, auspico, l'immediata espulsione dal partito dell'aggressore, che non ha nulla in comune con il confronto politico, ma appartiene a un rigurgito di squadrismo che la nostra Costituzione ha seppellito da molti decenni"

 

 

Roma – "Esprimo, a nome del movimento Italia dei Diritti che rappresento, la più totale solidarietà a Maurizio Ferraioli, nostro responsabile ligure, per la vile aggressione subita". Inizia così l'attestato di solidarietà di Antonello De Pierro, presidente dell'Italia dei diritti, nei confronti di Maurizio Ferraioli, responsabile del movimento per la Liguria, colpito durante un alterco scoppiato nel corso di una riunione politico.
"Maurizio – ricorda De Pierro – stava partecipando a un incontro dell'Italia dei Valori, partito per il quale è stato in passato responsabile cittadino della Spezia, che si stava tenendo proprio alla Spezia, quando per una divergenza di opinioni è stato aggredito e malmenato con una prognosi di 7 giorni salvo complicazioni, ricevendo un pugno in pieno volto. Non conosco e nemmeno voglio conoscere un simile elemento, ma conosco bene Maurizio.
So che è una persona che crede fermamente nei principi di lealtà, moralità, correttezza, legalità e giustizia, una persona perbene che non affida mai alla retorica le idee che esprime, ma sempre le ancora alle rive del sentimento sincero e pulito che bagnano la sua coscienza. Lo conosco bene e so che non ha reagito, ma ha subito in silenzio. Lo conosco bene e so che non ci sono scuse per un simile comportamento a danno di una persona come lui. Lo conosco bene e so purtroppo che tale evento, al di là del dolore fisico provato, gli lascia una ferita morale che non riuscirà a cicatrizzarsi, in quanto è molto lontano da tali comportamenti deprecabili e fedele paladino della dialettica politica che affronta con passione non comune, sempre rispettoso delle idee altrui, per la cui libera espressione si è da sempre battuto, affidando le divergenze di pensiero al tavolo del confronto costruttivo. E' per tutto questo che lo considero uno dei pilastri dell'Italia dei Diritti e gli sono vicino e l'abbraccio fraternamente, invitandolo a proseguire nel suo impegno civico e a non mollare mai, perché la forza delle sue idee sconfiggerà tale gesto sconsiderato".
"Ed è ancora per tutto ciò – conclude De Pierro – che, rivolgendomi a Giovanni Paladini, coordinatore ligure dell'Italia dei Valori, auspico, l'immediata espulsione dal partito di un siffatto elemento, che non ha nulla in comune con il confronto politico, ma appartiene a un rigurgito di squadrismo che la nostra Costituzione ha fortunatamente seppellito da molti decenni".

 

Sì a Firenze per la tassa di soggiorno, l’ottimismo della Ferrari

La responsabile dell’Italia dei Diritti per la Toscana: “Sono fondi che potrebbero rappresentare una risorsa importante per erogare servizi che migliorino la qualità di vita di tutti i cittadini e non”

Firenze – “La Tassa di scopo non è un balzello. Dopo l’abolizione dell’ ICI sulla prima casa e i tagli del Governo, i  bilanci dei Comuni sono messi fortemente in crisi; questi fondi potrebbe diventare un mezzo necessario di sostentamento”. Così si esprime Emanuela Ferrari, responsabile per la Toscana dell’Italia dei Diritti, in merito alla notizia sull’introduzione della tassa di soggiorno per i turisti che consentirà anche di avere una compartecipazione all’Irpef (l’imposta sulle persone fisiche). Il via libera definitivo dovrebbe arrivare con il decreto sul federalismo fiscale municipale all’esame del Parlamento; e non sarà una legge ad hoc per la città di Firenze, ma potrà essere replicabile in tutti i Comuni italiani che avranno la possibilità di introdurre una tassa di scopo 'sul modello Roma' e sull’Irpef che, da compartecipazione più l’addizionale esistente, si trasformerà in una maxi addizionale con una quota fissa e una manovrabile in su e in giù su iniziativa dei singoli sindaci.

“E’ un piccolo contributo che ogni turista dà alla città di Firenze, e sarà esteso anche a tutti gli altri Comuni d’Italia - afferma la Ferrari - dato che il patrimonio culturale italiano appartiene anche a tutto il mondo e sarà cura comunicare tale messaggio in modo adeguato a tutti i turisti, così com'è già stato fatto altrove. Inoltre la tassa di scopo proposta per Firenze non è un accadimento di cui farci meraviglia, poiché abbiamo altri esempi che ci precedono in Italia (Roma l’ha già introdotta ) e in altre città europee ( Parigi, Barcellona, Madrid ecc..)”.

L’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro conclude: "Occorre dare una mano a Firenze e a tutti gli altri comuni. A tutti piacciono le città più pulite, con più decoro e più servizi ai cittadini. Ma tutto ciò non si realizza solo con una politica di economia sulle spese e con i fondi disponibili”.

La Aurisano difende isola pedonale di Piazza Pepe a Campobasso

La responsabile per il Molise dell’Italia dei Diritti: “È assurdo che ci sia un’ordinanza che proibisce l’accesso veicolare alla zona, ma nessuno che vigili sul rispetto della stessa”


Campobasso - “Il sindaco di Campobasso Di Bartolomeo si ostina a non prendere una chiara posizione su tale vicenda, confermando una politica lassista e non risolutrice dei problemi”. Con queste parole si esprime Anna Aurisano, responsabile per il Molise dell’Italia dei Diritti, in merito alla diffida che le associazioni ambientaliste del capoluogo hanno inviato al comandante della Polizia Municipale e al sindaco affinché provvedano a far rispettare il divieto di accesso per i veicoli in Piazza Pepe.

 

“È assurdo che ci sia un’ordinanza che proibisce l’entrata e la sosta dei veicoli nella piazza, ma non ci sia qualcuno che vigili sul rispetto della stessa - continua la sua dichiarazione la Aurisano -. È evidente che questa situazione è voluta dalla giunta comunale. Da un lato non interviene con un documento ufficiale per la riapertura veicolare della zona, come promesso agli esercenti commerciali durante la campagna elettorale, per non inimicarsi i cittadini e, dall’altro lato, lascia che si circoli laddove non si potrebbe, per non essere attaccata dai commercianti”.

 

A conclusione del suo intervento, l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro sottolinea: “Ad appena un anno dall’inizio del suo incarico di sindaco, Di Bartolomeo non può far altro che constatare un crollo inequivocabile di consensi sul suo operato, come gli stessi sondaggi di opinione dimostrano”.

Piredda su direttore ASL di Milano fotografato con boss ‘ndrangheta

La vice responsabile per la Lombardia dell’ Italia dei Diritti: “Bisognerebbe che coloro che governano dimostrassero un po’ più di severità nelle nomine di posizioni di potere”

 

Milano - “ Ci vuole serietà nella scelta dei candidati per incarichi strategici e di potere”. Questo è il primo commento della vice responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti, Maruska Piredda alla notizia della mobilitazione in corso contro la nomina di Pietrogino Pezzano, “promosso” dal governatore Roberto Formigoni da direttore generale dalla Asl di Monza e Brianza alla più estesa Milano 1. Pezzano è stato sorpreso dai Carabinieri e fotografato mentre era in compagnia di due affiliati ai clan della 'ndrangheta (poi successivamente arrestati), nel corso di un’indagine della Direzione distrettuale antimafia per la maxi inchiesta “Infinito”, che si è appena conclusa con 175 decreti di giudizio immediato.

 

Il Presidente della Lombardia sembra non volere tornare sui suoi passi, ed oltre a parlare di un caso senza evidenze rammenta anche che si tratta di una nomina decisa da tutta la giunta all’unanimità. Tuttavia la Piredda ribatte ricordando che “è vero che la nomina viene decisa da tutto il consiglio, ma in quanto consigliere regionale, oltre che rappresentante dell’Italia dei Diritti, mi sento di dire che è difficile che gli assessori nominati e scelti dal Presidente della Regione optino per delle scelte che siano in netto contrasto con quelle del Presidente stesso; è un fatto che accade molto raramente”.

 

L’esponente del movimento extraparlamentare fondato da Antonello De Pierro continua la sua attenta analisi ed evidenzia alcuni punti importanti affermando che “purtroppo la regione Lombardia sembra essere diventata uno dei maggiori punti di riferimento, per quanto riguarda la collusione con la mafia e con la ‘ndrangheta. Quindi se c’è solo un ragionevole dubbio in primo luogo è necessario che questo dubbio venga chiarito anche se tuttavia c’è da sottolineare che la persona non è stata iscritta nel registro degli indagati e quindi non si possono prendere decisioni sulla base di presupposizioni”.

 

La Piredda conclude: “C’è un problema di fondo: è la politica che purtroppo decide chi deve ricoprire un determinato ruolo anziché un altro. Queste nomine che riguardano soprattutto la sanità ma anche la scuola e altre istituzioni sociali, dovrebbero essere fatte esclusivamente sulla base di concorsi e con criteri meritocratici. Non devono essere un pagamento e/o un tributo a chi in campagna elettorale ha dato un mano perché altrimenti si andrà sempre a scadere in questo paese e non si riuscirà mai ad uscire da quel circolo vizioso che la politica va ad incrementare quando fa scelte di questo tipo. Non giustifico il fatto che posizioni del genere, come in questo caso in una ASL, vadano a rappresentare delle posizione politiche e non delle assegnazioni risultanti da criteri riconducibili alla competenza, alla qualità e all’efficienza” .

Vigili omettono controlli su saldi a Roma, interviene l’Italia dei Diritti

Sul posto si è recata Antonella Sassone, viceresponsabile romana del movimento, che ha dichiarato turbata: “Se chi è preposto a garantire l’applicazione delle normative si mostra ‘elastico’ nell’interpretazione della legge, ci saranno conseguenze molto gravi”


Roma - Il giorno 6 gennaio è arrivata presso l’ufficio centrale del movimento Italia dei Diritti una segnalazione riguardante un’irregolarità verificatasi presso un esercizio commerciale di Via Candia, nel  XVII Municipio romano.

Nel giorno d’apertura ufficiale della stagione dei saldi nella Capitale, il negozio in questione non mostrava i cartellini con i prezzi ribassati. La viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti Antonella Sassone si è recata sul posto e, appurata l’anomalia, ha contattato la Polizia Municipale. La pattuglia dei vigili urbani è arrivata tempestivamente, ma i due agenti non hanno voluto proseguire con i controlli dovuti, rifiutandosi inizialmente di acquisire la denuncia che la Sassone aveva deciso di proporre, visto l’inadempimento del loro dovere istituzionale, e che, dopo tanta insistenza, è riuscita a presentare.

Dunque, nonostante le diverse soluzioni proposte e le ripetute sollecitazioni dell’esponente del movimento, gli agenti si sono allontanati dal luogo, senza effettuare alcun controllo presso l’attività commerciale.

 

“L’applicazione della normativa, in qualsiasi contesto, è presupposto minimo perché si possa parlare di legalità - evidenzia la Sassone -. Se ciò non accade e se coloro che sarebbero naturalmente preposti a garantirne l’applicazione si mostrano ‘elastici’, per usare un eufemismo, nell’interpretazione della legge con la conseguenza che non si traccia un confine certo tra ciò che si può fare e ciò che non si deve fare, ci saranno conseguenze molto gravi.

La prima di queste è la percezione del concetto di legge come un orpello da eludere a proprio piacimento, quindi la mancata responsabilizzazione dei cittadini verso comportamenti che devono ricevere una sanzione”.

 

“Siamo arrivati ad un livello di barbarie e di inciviltà per cui è tutto lecito, tutto consentito e tutto normale - afferma con fermezza l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -. È il segno del baratro morale in cui è sprofondato questo Paese. È per questa ragione che rivolgo un appello a tutti i cittadini, ed in particolare a chi oltre ad un dovere civico svolge anche un lavoro il cui fine è la tutela della collettività, a dare con intransigenza, lealtà verso questo Paese e decoro per la propria dignità, un esempio di cittadinanza responsabile”.

De Pierro, azzeramento giunta dimostra fallimento di Alemanno

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “La città di Roma è stata allo sbando senza una guida efficace per circa tre anni, tutti i problemi reali sono stati completamente ignorati e il tutto è stato mascherato da roboanti proclami da trasmettere alla gente per diffondere verità altamente distorte”

 

Roma – “Quanto avvenuto pone il suggello definitivo su una gestione  fallimentare dell’esecutivo targata Alemanno. Tutto ciò è stato il frutto di un’incapacità gestionale senza precedenti, come del resto non li ha nella storia delle amministrazioni capitoline, un azzeramento di giunta. La città di Roma è stata allo sbando senza una guida efficace per circa tre anni, tutti i problemi reali sono stati completamente ignorati e di conseguenza disattesi gli impegni, il tutto è stato mascherato da roboanti proclami da trasmettere alla gente per diffondere verità altamente distorte”.  Non si fa attendere il commento deciso del presidente dell’Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, riguardo alla notizia sullo scioglimento della giunta comunale ad opera del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Come si legge dai giornali infatti, il rimpasto deciso dal primo cittadino romano fa si che tutte le deleghe di consiglieri e assessori siano annullate, dando così inizio ad una fase di consultazione per la formazione di una nuovo organo collegiale.

“Tutto questo accade – afferma il numero uno dell’Italia dei Diritti – in una Roma attualmente stritolata dai problemi del traffico, del parcheggio, del trasporto pubblico, ma anche della sicurezza, dell’ambiente, per non parlare poi dello schiaffo dato alle aspirazioni lavorative dei giovani con le 4mila assunzioni a chiamata diretta nell’ambito dell’ormai famigerata Parentopoli romana, dove tra gli assurdi figurava finanche un ex terrorista nero che sembrerebbe abbia continuato a fare terrorismo anche nell’ambito di lavoro. In questo quadretto disastroso, e direi altresì mortificante per chi in perfetto stile berlusconiano si era proposto come il curatore di tutti i mali della Capitale, si colloca la decisione di azzerare la giunta a voce del sindaco, che con assoluta e disarmante placidità, roba da non crederci, dichiara che il cambiamento arriva per il lavoro ben svolto ed è ora di passare alla fase due”.

De Pierro non perdona le dichiarazioni rilasciate da Alemanno e incalza: “Forse in qualche città ‘padana’ sarebbe stato più facile trovare un manipolo di personaggi affetti da stupidità permanente, disposti a credere a quanto detto, ma i romani probabilmente riusciranno a comprendere con facilità quanto siano menzognere e fantasiose le affermazioni del primo cittadino”.

Il presidente del movimento extraparlamentare a tutela dei diritti esprime la sua reale preoccupazione per il benessere dei romani e vede nell’allontanamento del sindaco l’unica soluzione possibile ai problemi della Capitale: “Chiediamo che Alemanno rassegni le dimissioni e se ne vada, possibilmente ritirandosi a vita privata per non fare altri danni. Nostro malgrado siamo anche consapevoli che ciò non accadrà mai, perché una peculiarità tipica della destra, è quella di restare ancorata alla poltrona piuttosto che al senso istituzionale a alle esigenze di benessere della cittadinanza. Sono troppe le cose sbandierate demagogicamente a cui non sono mai seguiti risultati concreti, non dimentichiamo la pagliacciata della lotta alla prostituzione di strada che è stata affrontata in maniera manifestamente dilettantistica”.

“Nell’ambito della nostra iniziativa contro la corruzione dei vigili urbani e dei dipendenti degli Uffici tecnici comunali mediante rotazione intermunicipale, già approvata a parole dal primo inquilino del Campidoglio – continua De Pierro –, chiediamo che per una volta questi dimostri di riuscire a far seguire anche azioni concrete, portando a termine finalmente questo progetto che senza dubbio darebbe un forte segnale di moralità nell’apparato istituzionale capitolino, e che potrebbe rappresentare un riscatto per una situazione ormai indifendibile. Più volte abbiamo affermato che avremmo considerato il sindaco Alemanno politicamente colpevole per qualsiasi episodio di corruzione di questi comparti lavorativi, e le occasione per affibbiare questa responsabilità alla sua figura si presentano quotidianamente, basti soffermarsi sul recente arresto di un funzionario tecnico dell’VIII municipio”.

“Anche la nostra pazienza ha un limite – conclude il leader del movimento –. Daremo dura battaglia, e con molta probabilità, proporremo un rappresentante dell’Italia dei Diritti come candidato sindaco per poter finalmente affrontare da cittadini e non da burattini della partitocrazia, i veri problemi che ci affliggono quotidianamente e a cui troppo spesso nessuno dà voce”.

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