Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento: “Nel caso in cui le indiscrezioni venissero confermate, non ci sarebbe scampo né per la Polverini, né per Alemanno”
Roma - Altro giro altra corsa. E la giostra ricomincia a fare il suo dovere. Alla fine del 2009 è stato indetto un bando di gara a procedura ristretta per l’affidamento del servizio di vigilanza e fornitura di impianti tecnologici occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio. I vincitori, manco a dirlo, sono gli stessi di sempre. Secondo indiscrezioni molto probabili l’Italpol si sarebbe aggiudicata 5 lotti su 7, mentre gli altri due dovrebbero finire all’Ati formata dalla Nuova Città di Roma e dalla Roma Union Security.
La questione è che i tre istituti di vigilanza citati appartengono o sono vicini a personaggi di cui le vicende giudiziarie sono più che note. La Italpol, di cui è proprietario Domenico Gravina, notoriamente amico intimo di Gianfranco Fini, è attualmente nel mirino della Procura di Roma, poiché era a capo dell’Ati che nella prima parte del 2010 si è aggiudicata l’appalto dell’Atac per la vigilanza nelle stazioni della metropolitana. Una commissione di oltre 100 milioni di euro in un quadriennio che, secondo gli inquirenti, è stata vinta da questa associazione temporanea d’impresa nonostante il servizio non fosse assicurato secondo i termini stabiliti dall’appalto. Di questa stessa Ati faceva parte l’istituto Nuova Città di Roma, di cui il Responsabile Sviluppo Partecipazioni e Controllo Gestione è Fabrizio Montali. Quest’ultimo, figlio dell’ex sottosegretario socialista Sebastiano, è presidente del consorzio Pegaso e consigliere della Sicurezza del Consiglio Nazionale della Confcooperative Federlavoro e Servizi. Soprattutto, il Montali figlio è conosciuto ai più perché è stato indagato nel 2003 per corruzione nell’ambito del “Vip-Gate” e nel 2006 per tentata estorsione, riciclaggio, corruzione e intestazione fittizia di beni con l’aggravante di mafia, poiché presunto prestanome di Enrico Nicoletti, cassiere della Banda della Magliana. Infine, nell’agosto dello scorso anno, Montali è stato oggetto di una denuncia del Segretario Territoriale della Fisascat Cisl di Roma Mauro Brinati per tentata corruzione, poiché nel Marzo del 2009 avrebbe proposto a quest’ultimo un falso in bilancio della Nuova Città di Roma che gli avrebbe fruttato 32 milioni di euro.
In ultimo, la Roma Union Service che appartiene a Claudio Lotito. Il patron della S. S. Lazio che ha beneficiato di una prescrizione in primo grado per turbativa d’asta nell’ambito delle inchieste di Mani Pulite ed è stato condannato in primo grado nel 2009 a due anni di reclusione e al pagamento di una multa molto salata con l’accusa di aggiotaggio manipolativo e informativo e di ostacolo all’attività agli organi di vigilanza. Inoltre, le sue due imprese di pulizia Linda e Bonadea fornirebbero i loro servizi in tutte le 8 Asl capitoline e in 28 tra ospedali e policlinici.
Il commento all’articolata denuncia dell’Italia dei Diritti è affidato a Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento: “Quest’assegnazione potrebbe creare un enorme sospetto, se si tiene presente l’orientamento politico dei personaggi succitati, palesemente attiguo a quello delle amministrazioni della regione Lazio e del comune di Roma. Dunque, ci auguriamo che chi di dovere si muova quanto prima per constatare innanzitutto la legittimità dell’assegnazione”.
“Nel caso in cui le indiscrezioni avessero ragione, non ci sarebbe scampo né per la Polverini, né per Alemanno - continua Celardo -. È allarmante che sia l’Italpol che le persone a capo degli istituti di vigilanza che formano l’Ati abbiano qualche problema con la legge. Mi chiedo perché i questori non hanno comunicato al prefetto le vicissitudini giudiziarie legate a queste persone. Se le voci venissero confermate, avremmo affidato le attività di sorveglianza a possibili pregiudicati. La presunzione di innocenza ci obbliga a parlare in questi termini fino alle condanne definitive dei personaggi menzionati. Tuttavia, da parte nostra vi è forte opposizione a chi è anche solo sospettato. Dunque, sollecitiamo la Polverini a verificare se vi siano i presupposti per inibire questa assegnazione che, nel caso in cui vi fosse la conferma di certe rivelazioni, trovano la nostra ferma opposizione. Le imprese di vigilanza devono essere limpide, cristalline, senza macchia. Altrimenti si finisce col mettere il lupo a guardia del gregge”.
L’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro conclude il suo intervento riflettendo: “Se venissero confermate le condanne rivolte alle persone menzionate e le voci sull’assegnazione per l’affidamento del servizio di vigilanza, come intende intervenire la Polverini? Sarebbe questa la destra di ordine e legalità di cui tanto si parla durante le campagne elettorali?”.
La responsabile dell’Italia dei Diritti per la Toscana: “La libertà di scegliere a quali trattamenti sanitari essere sottoposti è garantita da numerose norme costituzionali”
Firenze - Ieri il Tribunale di Firenze si è espresso positivamente in merito al testamento biologico. Nel caso concreto, i giudici hanno accolto la richiesta di un settantenne in buona salute di nominare un “amministratore di sostegno”, una sorta di tutore legale, a cui viene affidato un compito preciso in caso di perdita di coscienza: impedire ai medici di procedere con la rianimazione o anche con alimentazione e idratazione artificiale. Quindi, se il cittadino perdesse la facoltà di comunicare o la coscienza, l’amministratore può presentarsi dai sanitari con l’ordinanza del giudice e chiedere di sospendere tutti i trattamenti che la persona stessa, quando era in buona salute, aveva esplicitamente escluso.
La responsabile per la Toscana dell’Italia Dei Diritti, Emanuela Ferrari si trova in pieno accordo con la decisione presa dal Tribunale fiorentino e aggiunge:“La libertà di scegliere a quali trattamenti sanitari essere sottoposti è garantita da numerose norme costituzionali e eventuali leggi che non rispettassero tali norme sarebbero prima incostituzionali, oltre che non democratiche”.
L’esponente del movimento extraparlamentare guidato da Antonello De Pierro conclude affermando che “lo strumento per garantire la liberta di scelta è fornito dalla legge sull'amministrazione di sostegno. La sentenza della Magistratura ripropone la visione laica ed egualitaria del rispetto dei diritti e delle libertà individuali che connotano la nostra amata Costituzione Italiana”.
La responsabile per l’VIII municipio capitolino dell’Italia dei Diritti: “Ci rivolgeremo all’autorità di regolamentazione, affinché siano avviate delle visite ispettive al fine di verificare se quanto segnalato corrisponde a interruzione di pubblico servizio”
Roma – “Per l’Ente Poste, il recapito della corrispondenza è diventato una servizio facoltativo”. Secco il primo commento di Antonella Aprile, responsabile per l’VIII municipio di Roma dell’Italia dei Diritti, che intende denunciare il cattivo funzionamento del Centro di smistamento postale di via Casilina, che sta provocando non pochi disagi ai cittadini residenti del quartiere romano Borghesiana.
“Da un po’ di tempo – spiega l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – la corrispondenza non è recapitata come dovrebbe. Spesso non viene spedita per giorni, o viene effettuata un’unica consegna cumulativa ad intervalli irregolari. Il disservizio va a discapito di tutti e per quanto riguarda le utenze domestiche o per altri tipi di pagamento, penalizza maggiormente gli anziani e coloro che, non avendo domiciliazione bancaria o postale, si vedono arrivare bollette scadute o prossime alla scadenza, con la conseguente applicazione di more per il ritardo avvenuto”.
La Aprile con ostinazione punta il dito contro Poste Italiane affermando che senza alcun dubbio gli obiettivi relativi ai tempi di consegna, principio cardine della Carta di Qualità del servizio, non vengono rispettati: “Comprendo che lo smistamento di lettere non è l’unica attività dell’Ente, e sicuramente la meno redditizia, ma non per questo possono essere i cittadini a subirne le conseguenze. Se la questione non verrà risolta, noi dell’Italia dei Diritti ci rivolgeremo all’autorità di regolamentazione, affinché siano avviate delle visite ispettive al fine di verificare se quanto segnalato corrisponde a interruzione di pubblico servizio. Mi auguro pertanto che l’Ente Poste prenda al più presto gli opportuni provvedimenti”.
La responsabile dell’Italia dei Diritti per la Toscana: “Sono fondi che potrebbero rappresentare una risorsa importante per erogare servizi che migliorino la qualità di vita di tutti i cittadini e non”
Firenze – “La Tassa di scopo non è un balzello. Dopo l’abolizione dell’ ICI sulla prima casa e i tagli del Governo, i bilanci dei Comuni sono messi fortemente in crisi; questi fondi potrebbe diventare un mezzo necessario di sostentamento”. Così si esprime Emanuela Ferrari, responsabile per la Toscana dell’Italia dei Diritti, in merito alla notizia sull’introduzione della tassa di soggiorno per i turisti che consentirà anche di avere una compartecipazione all’Irpef (l’imposta sulle persone fisiche). Il via libera definitivo dovrebbe arrivare con il decreto sul federalismo fiscale municipale all’esame del Parlamento; e non sarà una legge ad hoc per la città di Firenze, ma potrà essere replicabile in tutti i Comuni italiani che avranno la possibilità di introdurre una tassa di scopo 'sul modello Roma' e sull’Irpef che, da compartecipazione più l’addizionale esistente, si trasformerà in una maxi addizionale con una quota fissa e una manovrabile in su e in giù su iniziativa dei singoli sindaci.
“E’ un piccolo contributo che ogni turista dà alla città di Firenze, e sarà esteso anche a tutti gli altri Comuni d’Italia - afferma la Ferrari - dato che il patrimonio culturale italiano appartiene anche a tutto il mondo e sarà cura comunicare tale messaggio in modo adeguato a tutti i turisti, così com'è già stato fatto altrove. Inoltre la tassa di scopo proposta per Firenze non è un accadimento di cui farci meraviglia, poiché abbiamo altri esempi che ci precedono in Italia (Roma l’ha già introdotta ) e in altre città europee ( Parigi, Barcellona, Madrid ecc..)”.
L’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro conclude: "Occorre dare una mano a Firenze e a tutti gli altri comuni. A tutti piacciono le città più pulite, con più decoro e più servizi ai cittadini. Ma tutto ciò non si realizza solo con una politica di economia sulle spese e con i fondi disponibili”.
La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Invito il rappresentante del Carroccio a rimboccarsi le maniche affinché le infiltrazioni mafiose non provochino altre situazioni sciagurate”
L’Aquila – “Nonostante siamo ormai abituati alle esternazioni un po’ audaci dell’onorevole Borghezio, se così si può ancora definire, credo che questa volta abbia superato ogni limite di decenza. Dire che la regione Abruzzo sia un peso è qualcosa di aberrante e indecoroso”. Questo il severo commento di Barbara Del Fallo, viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, dopo le parole pronunciate dall’europarlamentare della Lega Nord, Mario Borghezio, che ieri ha inveito contro la regione intera, accusandola di essere “un peso morto per noi come tutto il Sud”, esortando gli abruzzesi a “uno scatto di dignità” invece di abbandonarsi a “lamentele e sceneggiate” in attesa di “aiuti dall’alto”. Prevedibili e sdegnate le reazioni del presidente della Regione, Gianni Chiodi, del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, e delle opposizioni nazionali di PD e IdV che chiedono al Governo di prendere le distanze e domandare scusa ai terremotati e alla memoria delle vittime.
“Vorrei ricordare a Borghezio, che forse ha la memoria un po’ corta, quale immane disastro si sia abbattuto sull’Abruzzo nel 2009 – aggiunge la Del Fallo inasprendo la sua reprimenda –. Il terremoto è stato una catastrofe naturale, per stessa ammissione degli esponenti di Governo, anche se in verità, oltre all’intervento di Madre Natura, non va dimenticato il grave effetto negativo prodotto da forti responsabilità soggettive delle istituzioni, in particolare di quegli organi che hanno sottovalutato i rischi connessi alla precarietà di molti edifici poi crollati”.
La referente locale del movimento fondato da Antonello De Pierro, poi, rincara la dose, chiamando direttamente in causa le politiche governative e le pericolose collusioni con le mafie, spesso corree di tante tragedie italiane: “Piuttosto che puntare il dito senza senso, invito il rappresentante del Carroccio a rimboccarsi le maniche affinché le infiltrazioni delle organizzazioni criminali, che come è certificato esistono anche al Nord, non provochino, grazie al nulla osta di personaggi politici che hanno tanto da dire ma poco da fare, altre situazioni estreme e sciagurate come quelle abruzzesi”.
La Del Fallo, infine, affonda la sua ultima stoccata contro l’attuale maggioranza di centrodestra: “Inviterei l’eurodeputato Borghezio a guardarsi bene intorno, perché i veri pesi morti di questo Paese in realtà giacciono sugli scranni parlamentari più importanti e vengono portati in spalla, economicamente e non solo, da tutti i cittadini italiani, abruzzesi inclusi”.
La vice responsabile per la Lombardia dell’ Italia dei Diritti: “Bisognerebbe che coloro che governano dimostrassero un po’ più di severità nelle nomine di posizioni di potere”
Milano - “ Ci vuole serietà nella scelta dei candidati per incarichi strategici e di potere”. Questo è il primo commento della vice responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti, Maruska Piredda alla notizia della mobilitazione in corso contro la nomina di Pietrogino Pezzano, “promosso” dal governatore Roberto Formigoni da direttore generale dalla Asl di Monza e Brianza alla più estesa Milano 1. Pezzano è stato sorpreso dai Carabinieri e fotografato mentre era in compagnia di due affiliati ai clan della 'ndrangheta (poi successivamente arrestati), nel corso di un’indagine della Direzione distrettuale antimafia per la maxi inchiesta “Infinito”, che si è appena conclusa con 175 decreti di giudizio immediato.
Il Presidente della Lombardia sembra non volere tornare sui suoi passi, ed oltre a parlare di un caso senza evidenze rammenta anche che si tratta di una nomina decisa da tutta la giunta all’unanimità. Tuttavia la Piredda ribatte ricordando che “è vero che la nomina viene decisa da tutto il consiglio, ma in quanto consigliere regionale, oltre che rappresentante dell’Italia dei Diritti, mi sento di dire che è difficile che gli assessori nominati e scelti dal Presidente della Regione optino per delle scelte che siano in netto contrasto con quelle del Presidente stesso; è un fatto che accade molto raramente”.
L’esponente del movimento extraparlamentare fondato da Antonello De Pierro continua la sua attenta analisi ed evidenzia alcuni punti importanti affermando che “purtroppo la regione Lombardia sembra essere diventata uno dei maggiori punti di riferimento, per quanto riguarda la collusione con la mafia e con la ‘ndrangheta. Quindi se c’è solo un ragionevole dubbio in primo luogo è necessario che questo dubbio venga chiarito anche se tuttavia c’è da sottolineare che la persona non è stata iscritta nel registro degli indagati e quindi non si possono prendere decisioni sulla base di presupposizioni”.
Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “L’ennesima cronaca del disastro pressoché programmato del trasporto pubblico”
Roma - “Nell’anarchia generale di quella che dovrebbe essere una programmazione urbanistica e sociale, non c’è giorno che i poveracci deportati nelle più sparute aree dell’agro romano non incappino in qualche brutta avventura”. Estremamente critico è il commento di Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, relativamente al guasto verificatosi questa mattina sulla linea elettrica tra Prenestina e Termini che ha provocato un blocco della circolazione dei treni e costretto centinaia di passeggeri a raggiungere la stazione a piedi, procedendo sui binari.
“Verrebbe da dire ‘per fortuna non c’è scappato il morto’, poiché camminare sulle rotaie, per ipotesi subito dopo uno scambio, non è un’operazione esente da rischi - aggiunge Marinelli -. Il problema è oramai complesso e di difficile soluzione senza una precisa volontà politica che è assolutamente mancante in quanto presupporrebbe, appunto, una politica. Oggi, invece, come peraltro dal dopo guerra, a Roma chi comanda sono gli insaziabili palazzinari che, dopo aver negato la bella esperienza romana realizzata presso la Garbatella, Testaccio e Prati nati, in realtà, come quartieri popolari, sono impegnati a passo di carica a massacrare quel richiamato agro romano che tanta ammirazione destava nei viaggiatori europei del ‘700 e ‘800, impegnati nel Grand Tour italico”.
In conclusione, l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro ribadisce: “I quartieri romani sono sempre più lontani dai centri storici e privati dei minimi servizi sociali e di collegamento. Anziché demagogici proclami verso la distruzione di quartieri in realtà ben fatti, quali il Laurentino 38 e il Corviale, occorrerebbe ultimare i progetti e creare i servizi di aggregazione. Al contrario, i cittadini della capitale vengono spostati sempre più in là e sono affidati a ferrovie oramai vecchie che si mantengono, come si suol dire, ‘con lo sputo’. Per ultimo, anziché nuovo cemento, bisogna potenziare il trasporto pubblico, portando a termine la mai iniziata cura del ferro. Solo questa sarebbe la cronaca di un Paese civile che striderebbe con i 150 anni di vita di una Nazione e di una sua Capitale profondamente incivili”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti: “La città di Roma è stata allo sbando senza una guida efficace per circa tre anni, tutti i problemi reali sono stati completamente ignorati e il tutto è stato mascherato da roboanti proclami da trasmettere alla gente per diffondere verità altamente distorte”
Roma – “Quanto avvenuto pone il suggello definitivo su una gestione fallimentare dell’esecutivo targata Alemanno. Tutto ciò è stato il frutto di un’incapacità gestionale senza precedenti, come del resto non li ha nella storia delle amministrazioni capitoline, un azzeramento di giunta. La città di Roma è stata allo sbando senza una guida efficace per circa tre anni, tutti i problemi reali sono stati completamente ignorati e di conseguenza disattesi gli impegni, il tutto è stato mascherato da roboanti proclami da trasmettere alla gente per diffondere verità altamente distorte”. Non si fa attendere il commento deciso del presidente dell’Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, riguardo alla notizia sullo scioglimento della giunta comunale ad opera del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Come si legge dai giornali infatti, il rimpasto deciso dal primo cittadino romano fa si che tutte le deleghe di consiglieri e assessori siano annullate, dando così inizio ad una fase di consultazione per la formazione di una nuovo organo collegiale.
“Tutto questo accade – afferma il numero uno dell’Italia dei Diritti – in una Roma attualmente stritolata dai problemi del traffico, del parcheggio, del trasporto pubblico, ma anche della sicurezza, dell’ambiente, per non parlare poi dello schiaffo dato alle aspirazioni lavorative dei giovani con le 4mila assunzioni a chiamata diretta nell’ambito dell’ormai famigerata Parentopoli romana, dove tra gli assurdi figurava finanche un ex terrorista nero che sembrerebbe abbia continuato a fare terrorismo anche nell’ambito di lavoro. In questo quadretto disastroso, e direi altresì mortificante per chi in perfetto stile berlusconiano si era proposto come il curatore di tutti i mali della Capitale, si colloca la decisione di azzerare la giunta a voce del sindaco, che con assoluta e disarmante placidità, roba da non crederci, dichiara che il cambiamento arriva per il lavoro ben svolto ed è ora di passare alla fase due”.
De Pierro non perdona le dichiarazioni rilasciate da Alemanno e incalza: “Forse in qualche città ‘padana’ sarebbe stato più facile trovare un manipolo di personaggi affetti da stupidità permanente, disposti a credere a quanto detto, ma i romani probabilmente riusciranno a comprendere con facilità quanto siano menzognere e fantasiose le affermazioni del primo cittadino”.
Il presidente del movimento extraparlamentare a tutela dei diritti esprime la sua reale preoccupazione per il benessere dei romani e vede nell’allontanamento del sindaco l’unica soluzione possibile ai problemi della Capitale: “Chiediamo che Alemanno rassegni le dimissioni e se ne vada, possibilmente ritirandosi a vita privata per non fare altri danni. Nostro malgrado siamo anche consapevoli che ciò non accadrà mai, perché una peculiarità tipica della destra, è quella di restare ancorata alla poltrona piuttosto che al senso istituzionale a alle esigenze di benessere della cittadinanza. Sono troppe le cose sbandierate demagogicamente a cui non sono mai seguiti risultati concreti, non dimentichiamo la pagliacciata della lotta alla prostituzione di strada che è stata affrontata in maniera manifestamente dilettantistica”.
“Nell’ambito della nostra iniziativa contro la corruzione dei vigili urbani e dei dipendenti degli Uffici tecnici comunali mediante rotazione intermunicipale, già approvata a parole dal primo inquilino del Campidoglio – continua De Pierro –, chiediamo che per una volta questi dimostri di riuscire a far seguire anche azioni concrete, portando a termine finalmente questo progetto che senza dubbio darebbe un forte segnale di moralità nell’apparato istituzionale capitolino, e che potrebbe rappresentare un riscatto per una situazione ormai indifendibile. Più volte abbiamo affermato che avremmo considerato il sindaco Alemanno politicamente colpevole per qualsiasi episodio di corruzione di questi comparti lavorativi, e le occasione per affibbiare questa responsabilità alla sua figura si presentano quotidianamente, basti soffermarsi sul recente arresto di un funzionario tecnico dell’VIII municipio”.
“Anche la nostra pazienza ha un limite – conclude il leader del movimento –. Daremo dura battaglia, e con molta probabilità, proporremo un rappresentante dell’Italia dei Diritti come candidato sindaco per poter finalmente affrontare da cittadini e non da burattini della partitocrazia, i veri problemi che ci affliggono quotidianamente e a cui troppo spesso nessuno dà voce”.
Molte le pagine di politici eccellenti già superate dal leader dell’Italia dei Diritti. Tra questi Bruno Tabacci, Giulio Tremonti, Francesco Rutelli, Leoluca Orlando, Roberto Castelli, Piero Fassino, Italo Bocchino, Franco Frattini, Massimo D’Alema, Gianni Alemanno, Gianfranco Fini e Roberto Maroni
Roma - Che l’Italia dei Diritti, il movimento extraparlamentare fondato e presieduto da Antonello De Pierro, avesse aumentato vertiginosamente i suoi consensi era chiaro ormai a tutti, anche ai più scettici. Tutto ciò nonostante il feroce silenzio censorio che da sempre viene opposto dai grandi media nazionali soffochi le denunce e le iniziative condotte a beneficio dei cittadini e che naturalmente danno fastidio alla maggioranza di governo, ma anche a chi l’opposizione dovrebbe farla nelle aule istituzionali anche se fa solo finta di esercitarla. Per fortuna la rete riesce a travalicare le montagne censorie e se la si sa sfruttare, le verità scomode che da sempre l’Italia dei Diritti e il suo presidente De Pierro cercano di portare alla luce, spesso riescono a infilarsi negli spiragli comunicativi offerti e raggiungono un discreto numero di persone. Se tutte queste persone poi riuscissero a sfruttare la rete allo stesso modo la censura sarebbe annullata e i potentati partitocratici inizierebbero a tremare. A supporto del grande incremento dell’organizzazione a tutela dei diritti individuali e collettivi dei cittadini, basta effettuare una ricerca sul gigante dei motori Google, con frase “Italia dei Diritti” rigorosamente da digitare tra virgolette, per ottenere un risultato più veritiero, per ottenere un risultato di circa 2.000.000, di gran lunga superiore a quello di molti grandi partiti presenti in Parlamento, con riferimento alla prima settimana del 2011. Sempre in relazione agli stessi parametri datari particolarmente significativo è il numero di adesioni alla pagina ufficiale del movimento http://www.facebook.com/pages/Italia-dei-Diritti/104245710918 su Facebook, in continua crescita, che si attesta su circa 26.500.
Se tutto ciò era ormai scontato, fa un certo effetto, pur se prevedibile, la crescita esponenziale di consensi del leader del movimento Antonello De Pierro, in soli cinque mesi, nella sua pagina ufficiale http://www.facebook.com/pages/Antonello-De-Pierro/129358573744920 sul numero uno dei social network, che al momento segna il numero di 10.400. Un risultato straordinario se si pensa che si attesta così al 39° posto tra i politici più amati, naturalmente secondo l’indice di gradimento sancito dalle pagine dei personaggi politici di Facebook, a capo di un movimento non presente in Parlamento col proprio simbolo, soffocato dalla censura e per di più ottenuto in pochi mesi. In questa scalata inarrestabile di posizioni sono tanti i big della politica, di consolidata fama, che sono stati scavalcati da De Pierro, un elenco troppo lungo da snocciolare. Per citarne alcuni tra i tanti, troviamo Altero Matteoli addirittura a quota 98, Marco Taradash a 145, Andrea Ronchi a 167, Pietro Folena a 183, Bobo Craxi a 213, Felice Belisario a 345, Clemente Mastella a 421, Daniele Capezzone a 453, Luigi Berlinguer a 605, Savino Pezzotta a 687, Elisabetta Gardini a 782, Bruno Tabacci a 910, Alfredo Mantovano a 982, Umberto Bossi a 1010, Angelo Bonelli a 1029, Sergio Cofferati a 1126, Livia Turco a 1133, Teodoro Buontempo a 1271, Niccolò Ghedini a 1279, Giulio Tremonti a 1392, Oscar Luigi Scalfaro a 1428, Giovanna Melandri a 1601, Massimo Donadi a 1803, Marco Cappato a 1984, Enrico Letta a 2475, Totò Cuffaro a 2807, Claudio Scajola a 2867, Leoluca Orlando a 3014, Sergio Chiamparino a 3282, Francesco Rutelli a 3417, Roberto Castelli a 3545, Nicola Zingaretti a 3736, Oliviero Diliberto a 4165, Maurizio Gasparri a 4193, Piero Fassino a 4366, Carlo Azeglio Ciampi a 4439, Giulio Andreotti a 4503, Claudio Fava a 5110, Massimo Cacciari a 5211, Italo Bocchino a 5451, Roberto Formigoni a 5640, Massimo D’Alema a 5722, Franco Frattini a 5742. Salendo di qualche posizione troviamo inoltre Gianfranco Fini e Gianni Alemanno rispettivamente a 6374 e 6391 e ancora Raffaele Fitto a quota 6682, Mercedes Bresso a 7731, Roberto Fiore a 7865, Gianfranco Miccichè a 8418 e Roberto Calderoli a 8872, fino a giungere al ministro dell’Interno Roberto Maroni a
Senza scomodare Nichi Vendola, Silvio Berlusconi, Antonio Di Pietro e Luigi De Magistris, che guidano senza rivali questa speciale classifica, sono tanti i rappresentanti politici che attualmente precedono di poco De Pierro, che con questa velocità di progressione non dovrebbe avere grossi problemi a superarli in un lasso di tempo non molto lungo. Tra questi campeggiano nomi importanti come Dario Franceschini, Ignazio Marino, Anna Finocchiaro, Fausto Bertinotti, Marco Pannella, Rosy Bindi, Roberto Cota, Renata Polverini, Giorgia Meloni, Giuliano Pisapia, Alessandra Mussolini e Pier Ferdinando Casini, molti dei quali hanno aperto tra l’altro la loro pagina da lungo tempo.
Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti:“Molto spesso nella nostra zona i problemi vengo sì risolti, ma solo a livello formale. Questo a discapito delle reali esigenze dei cittadini che necessitano di una risoluzione sostanziale e definitiva”
Napoli – “Non posso esprimere un giudizio tecnico riguardo alla questione della salvaguardia del fiume Sabato, ma sono speranzoso che il finanziamento promesso possa davvero contribuire a risanare il nostro territorio”. Con queste parole Alfredo Sabbatino, responsabile per la provincia di Avellino dell’Italia dei Diritti, commenta la notizia relativa ai tre milioni di euro erogati dall’amministrazione provinciale per finanziare il risanamento idrogeologico del fiume che attraversa il centro urbano di Atripalda, e che da uno studio condotto risulta essere ad elevato rischio di esondazione.
“Molto spesso nella nostra zona i problemi vengo sì risolti, ma solo a livello formale. Questo a discapito delle evidenti mancanze che accomunano tutti gli abitanti della provincia e non, e che necessitano di una risoluzione sostanziale e definitiva – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – . Ovviamente sono decisamente a favore di queste iniziative, ma ritengo anche indispensabile che ci sia un controllo effettivo e limpido sulla destinazione dei finanziamenti approvati”.
La responsabile per la provincia di Pescara dell’Italia dei Diritti: “E’ l’ennesima scoperta che testimonia quanto sia forte e radicata sul territorio la presenza di associazioni per delinquere di vaste dimensioni”
Pescara – Sgominato un gruppo di truffatori che vendeva posti di lavoro agli immigrati al fine di favorire il rilascio del permesso di soggiorno. In realtà il lavoro era assolutamente falso e tutti i documenti siglati erano solo frutto di carte illegali consegnate a nome di un ignaro cittadino pescarese che lo scorso mese di maggio si era recato presso gli uffici dello Sportello unico per l'immigrazione con in mano una richiesta di regolarizzazione in favore di un cittadino egiziano che in realtà non aveva mai presentato. L’uomo difatti dichiarò che non aveva mai avuto intenzione di assumere qualcuno e che nonostante sui documenti ci fossero i suoi dati anagrafici, quello nella foto non era lui. Conseguentemente alle indagini condotte dalla squadra mobile di Pescara, in collaborazione con i colleghi di Roma, quattro persone sono finite in manette. Il clan si muoveva tra la capitale e la provincia abruzzese e gli investigatori hanno scoperto che per ogni atto falso riuscivano a farsi pagare dai 3 mila ai 4 mila euro.
La responsabile per la provincia di Pescara dell’Italia dei Diritti, Lea Del Greco, si esprime con preoccupazione sulla vicenda: “Oggi più che mai è necessario concentrare l’attenzione non soltanto sulla microcriminalità ma sui fenomeni di macrocriminalità sempre più frequenti nella nostra regione e finalizzati alla commissione di gravissimi reati, in un territorio come l’Abruzzo che fino a qualche anno fa era definito una sorta di paradiso immune da infiltrazioni di organizzazioni illecite provenienti da altre regioni”.
Nel commentare la notizia, l’esponente del movimento fondato da Antonello de Pierro ricorda come “è indispensabile monitorare il radicamento e la diffusione sempre più capillare e in particolare le collusioni con enti e amministrazioni locali e con imprenditori locali che negli ultimi anni hanno favorito l’indisturbato e impunito proliferare di attività illecite. Inoltre ora più che mai è necessario dare ascolto alle istanze degli immigrati la cui presenza sul territorio sta crescendo vertiginosamente di anno in anno, affinché le condizioni penose in cui la maggior parte di essi è costretta a vivere e il mancato supporto degli enti preposti, non li spinga a rivolgersi a professionisti del crimine”.
Nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso, l’esponente del movimento extraparlamentare afferma con convinzione la necessità di affrontare la problematica dell’immigrazione con convinzione, attraverso un progetto di più ampio respiro. La Del Greco conclude il suo deciso intervento dichiarando: “E’ auspicabile comunque che le indagini sulla vicenda proseguano per verificare se gli indagati abbiano inoltrato false documentazioni anche ad altre prefetture e se vi siano ulteriori persone coinvolte o altri tipi di corresponsabilità”.