La vice responsabile per la Lombardia dell’ Italia dei Diritti: “Bisognerebbe che coloro che governano dimostrassero un po’ più di severità nelle nomine di posizioni di potere”
Milano - “ Ci vuole serietà nella scelta dei candidati per incarichi strategici e di potere”. Questo è il primo commento della vice responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti, Maruska Piredda alla notizia della mobilitazione in corso contro la nomina di Pietrogino Pezzano, “promosso” dal governatore Roberto Formigoni da direttore generale dalla Asl di Monza e Brianza alla più estesa Milano 1. Pezzano è stato sorpreso dai Carabinieri e fotografato mentre era in compagnia di due affiliati ai clan della 'ndrangheta (poi successivamente arrestati), nel corso di un’indagine della Direzione distrettuale antimafia per la maxi inchiesta “Infinito”, che si è appena conclusa con 175 decreti di giudizio immediato.
Il Presidente della Lombardia sembra non volere tornare sui suoi passi, ed oltre a parlare di un caso senza evidenze rammenta anche che si tratta di una nomina decisa da tutta la giunta all’unanimità. Tuttavia la Piredda ribatte ricordando che “è vero che la nomina viene decisa da tutto il consiglio, ma in quanto consigliere regionale, oltre che rappresentante dell’Italia dei Diritti, mi sento di dire che è difficile che gli assessori nominati e scelti dal Presidente della Regione optino per delle scelte che siano in netto contrasto con quelle del Presidente stesso; è un fatto che accade molto raramente”.
L’esponente del movimento extraparlamentare fondato da Antonello De Pierro continua la sua attenta analisi ed evidenzia alcuni punti importanti affermando che “purtroppo la regione Lombardia sembra essere diventata uno dei maggiori punti di riferimento, per quanto riguarda la collusione con la mafia e con la ‘ndrangheta. Quindi se c’è solo un ragionevole dubbio in primo luogo è necessario che questo dubbio venga chiarito anche se tuttavia c’è da sottolineare che la persona non è stata iscritta nel registro degli indagati e quindi non si possono prendere decisioni sulla base di presupposizioni”.