La viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti: “La classe politica prenda coscienza che c’è bisogno di maggiore rigore, etica, moralità, impegno”
Genova – A Rapallo è stata aperta un’inchiesta nei confronti di Gianni Arena, assessore comunale del PdL, fotografato nell’atto di compiere il saluto romano al termine di una messa a suffraggio di Mussolini. Lo scatto incriminato, grazie al quotidiano Secolo XIX, è finito sul web, generando aspre polemiche e spaccature all’interno della maggioranza della cittadina ligure. Arena si difende rivendicando di aver partecipato alla cerimonia a titolo esclusivamente personale.
Sui fatti è netto e preciso l’intervento di Antonella Silipigni, viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti:“Quando una persona esercita un incarico pubblico, indipendentemente se è un politico, un insegnate, un amministratore, deve sempre ricordarsi che, quanto fa, è strettamente connesso a quella che è la sua funzione. Le questioni personali devono essere realmente private, discrete, non enfatizzate in questa maniera. Ognuno può avere diversa religione, credo, fede calcistica, questo non significa che vadano esibiti, pubblicizzati e messi in pubblico. È privato e tale deve rimanere, non deve essere monito di diseguaglianza. Ci sono cose – prosegue la Silipigni- che bisogna necessariamente tenere in considerazione, una di queste è la morale. Un politico anche se a livello locale, rappresenta parte del consenso pubblico quindi una fazione politica, tutto ciò che riguarda il suo operato, a maggior ragione quando sfocia dal privato al pubblico, è giusto venga in qualche modo segnalato”
Il Pdl, maggioranza al comune di Rapallo è nettamente diviso circa l’atteggiamento da tenere nei confronti di Gianni Arena, il coordinamento cittadino del partito ha infatti intenzione di deferirlo e di invitarlo alle dimissioni, mentre il sindaco Mentore Campodonico, portavoce di una seconda corrente, rinvia la decisione prendendo tempo.
“Mi auguro che il suo partito abbia quanto meno ripreso Arena - continua la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , fatto capire lui che non può esercitare il proprio ruolo comunale se continua ad avere atteggiamenti poco ortodossi, è una questione anche di rispetto, non dimentichiamo che la Liguria ha una storia di resistenza partigiana molto forte. Per quanto una persona possa avere le sue simpatie, rievocare il saluto romano, è irrispettoso in una terra come la nostra, bisogna ricordare quanti hanno combattuto quella dittatura. Tali credo siano atteggiamenti non politici ma continue dimostrazioni di arroganza, determinata da un atteggiamento predominante di chi detiene il potere. Un’espressione quasi incontrovertibile di continua supremazia del modello Berlusconi circa l’uguaglianza dei cittadini. Siamo tutti uguali, lui e i suoi un pochino di più”
Un fatto grave, quello avvenuto a Rapallo, che invita alla riflessione: “La classe politica prenda coscienza del bisogno di maggiore rigore etica, moralità, impegno. Non si chiede a nessun amministratore pubblico di diventare professionista ma quantomeno di esercitare il suo ruolo nel miglior modo possibile. Siamo l’unico paese – conclude la Silipigni - che continua ad avere certi fenomeni da biasimo perché non abbiamo un vero riconoscimento della professione politica. Rappresentanti che dovrebbero governare bene, conoscere le leggi e avere capacità di orientamento per esercitare la funzione pubblica”.