Il presidente del movimento Antonello De Pierro : “Chiediamo all’assessore Amerigo Olive di attivarsi senza indugi per riasfaltare il tratto in questione”
Roma – Ogni giorno i cittadini di Ostia e quanti percorrono via di Castel Fusano, rischiano la vita. Drammatiche le condizioni in cui versa l’importante tratto del litorale, il terreno è infatti pieno di buche e rigonfiamenti provocati da nodose radici sviluppatesi senza controllo. Un pericolo per tutti, che emerge chiaro nella denuncia dell’Italia dei Diritti.
“Nell’ambito del degrado stradale che affligge il Tredicesimo Municipio – dichiara Antonello De Pierro, presidente del movimento - ,pur tenendo conto delle difficoltà della messa in sicurezza di vie minori da parte dell’assessorato ai lavori pubblici, non si può evitare di intervenire però su alcune strade fondamentali per la viabilità del territorio. Sono strade trafficatissime che collegano punti cruciali. Non assumere provvedimenti idonei per la messa in sicurezza di queste strade, denota sicuramente una negligenza o incapacità imperdonabile da parte di chi è deputato a garantire la percorribilità del manto stradale. Tra queste strade via di Castel Fusano che è fondamentale in quello che è l’agevole scorrimento del traffico su Ostia e zone limitrofe versa in un degrado intollerabile per una tratto percorso da autovetture motocicli e anche biciclette”.
L’assente cura della zona e l’allarme costante del quale sono vittime i cittadini non sembra avere l’attenzione che meriterebbe dalla istituzioni e dai media. L’Italia dei Diritti, attraverso De Pierro, prosegue la sua denuncia e ribadisce il proprio impegno affinché presto migliori la situazione.
“Chiediamo all’assessore Amerigo Olive – continua il presidente dell’organizzazione extraparlamentare - di attivarsi senza indugi per riasfaltare il tratto in questione. Ci auguriamo che ciò avvenga il prima possibile e noi dell’Italia dei Diritti non staremo certo a guardare ma saremo capaci di portare in piazza i nostri sostenitori locali grazie anche all’impegno dei responsabili territoriali. Tengo a precisare – chiosa De Pierro- che per qualsiasi incidente causato dalla situazione di abbandono di tale percorso riterremo politicamente responsabile appunto l’assessore Olive”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti : “I cittadini fanno bene ad allarmarsi capisco il loro stato d’animo”
Roma – Le uniche nuvole che ad oggi emergono dai cantieri dell’Eur sono quelle di fumo. Il quartiere romano attende tra malumori e speranze che si concretizzino le opere da tempo annunciate: il parcheggio da 2200 posti, l’interramento della Cristoforo Colombo ancora in fase di studio e su tutte la “Nuvola”, nucleo per i convegni ideato dell’architetto Massimiliano Fuksas.
“Siamo di fronte alla solita vicenda all’italiana, nello specifico alla romana – interviene Roberto Soldà vicepresidente dell’Italia dei Diritti- , è inspiegabile che si possa pensare ad un grande centro congressi all’ Eur quando non si elabora e non si studia un progetto unitario che preveda anche la creazione di parcheggi. Le cose devono andare per forza congiunte, vivere nella sinergia, nella progettualità di evoluzione dello stato d’avanzamento lavori.”
Iniziata tra il 2007 e il 2008, non terminata nei 36 mesi promessi, l’opera di Fuksas, si augura il sindaco Gianni Alemanno, potrebbe vedere la luce solo nel 2013, va molto peggio per l’interramento della Colombo attualmente in fase di finanziamento. Resta invece in attesa di collocazione, dopo la bocciatura della zona Marconi, la progettazione del parcheggio per oltre 2000 veicoli, indispensabile nel prossimo futuro, viste le iniziative che coinvolgeranno il quartiere di Roma Sud.
“I cittadini fanno bene ad allarmarsi - prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - capisco il loro stato d’animo, sono preoccupati dal caos che si verificherebbe nell’ipotesi venga costruita unicamente la ‘Nuvola’ di Fuksas e che i parcheggi vengano realizzati in ritardo o addirittura non fatti. La condizione degli abitanti della zona è ulteriormente aggravata perché tra le altre iniziative scellerate dell’amministrazione c’è quella dello svolgimento della formula 1 sempre in quella porzione di città che è l’Eur. Sono situazioni queste – prosegue Soldà - che non mettono serenità, la politica deve invece cercare di rassicurare, dare degli obiettivi, delle progettualità , il tutto però sempre attraverso la condivisione e la partecipazione dei cittadini, i quali, in questo frangente – chiosa - ,vivono con tanti dubbi e perplessità che non li fanno star tranquilli e hanno ragione”.
La vice responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti : “I cittadini di Napoli e provincia non ne possono più delle promesse di Berlusconi e dei politici in generale”
Napoli – “L’iniziativa del drappo nero gode della mia più totale solidarietà” . Così la viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti Licia Palmentieri apre il suo vivo commento alla notizia della protesta promossa dai Consorzi Borgo Partenope e Caracciolo Mergellina, contro la crisi dei rifiuti. Il lungomare da ieri è attraversato da un lungo drappo nero sorretto da dipendenti e titolari di ristoranti, bar e chalet del lungomare che per tutta la giornata sono rimasti chiusi e senza luci. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva promesso che entro sabato la città sarebbe tornata pulita ma nelle strade giacciono ancora 1800 tonnellate di spazzatura non raccolte.
“ Purtroppo la crisi di governo si rifletterà negativamente anche sulla situazione campana rendendo sempre più concreta l’ipotesi delle solite soluzioni straordinarie e passeggere che avranno il frutto di liberare strategicamente a orologeria la città dai rifiuti per i soliti motivi propagandistici ed elettorali e di rimandare così di un altro po’ una nuova esplosione del problema. Questo è il solito meccanismo al quale i cittadini assistono da così tanti anni, e temo che ormai abbiano smesso di farsi illusioni a riguardo. Il riscontro negativo colpisce tutta l’economia del capoluogo campano, come abbiamo visto dall’iniziativa degli esercenti di Mergellina. Una città che perde tragicamente le proprie risorse turistiche, che acquista una pessima fama all’estero nonché già drammaticamente flagellata da problemi di portata spaventosa come la disoccupazione, la criminalità e la generale carenza delle infrastrutture non può permettersi assolutamente di perdere anche il turismo.”
L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro continua la sua attenta analisi affermando : “Se la concentrazione del premier e del governo non fosse del tutto assorbita dai problemi giudiziari e quindi da quelli politici del nostro presidente del consiglio si potrebbe sperare in un reale sforzo collettivo per creare, finalmente, gli interventi radicali e strutturali necessari alla non ripresentazione della crisi dei rifiuti. Anche la mancanza di coordinamento tra le amministrazioni comunale, provinciale e regionale credo stia facendo sentire il proprio peso. Purtroppo, però, tale situazione di disperazione da parte dei cittadini è stata, è e sarà sempre sfruttabile per occasioni elettorali fallimentari, come abbiamo visto un paio di anni fa. I cittadini campani dovrebbero imparare a non fidarsi più solo delle vuote promesse, del provvedimento provvisorio e pre-elettorale paragonabile ad una spalmata di bitume sulle voragini delle strade del posto, destinato a dissolversi poco dopo le elezioni.”
“Insomma - conclude la Palmentieri - bene protestare ma è necessario anche aprire gli occhi e pretendere che il politico di turno sia seriamente intenzionato a dedicarsi alle soluzioni reali e definitive dei problemi del territorio."
La viceresponsabile per le Mafie e la Criminalità Organizzata dell’Italia dei Diritti : “È necessario che lo Stato incida sul circolo vizioso dell’omertà e delle paure di cui si alimenta la mafia, occorrono interventi di segno positivo investendo sull’associazionismo antiracket”
Roma – “L’operazione di oggi, con cui a Palermo gli agenti della Squadra mobile hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 63 presunti esponenti delle famiglie mafiose di San Lorenzo, Tommaso Natale, Partanna Mondello, Terrasini, Carini e Cinisi del clan Lo Piccolo, ci dice che l’azione repressiva dello Stato, grazie all’abnegazione dei magistrati e delle Forze dell’ordine quotidianamente impegnati nella lotta al crimine organizzato e al racket, è determinata e costante”.
Nelle parole di Federica Menciotti, viceresponsabile per le Mafie e la criminalità organizzata dell’Italia dei Diritti, si riscontra un sincero plauso verso quanti hanno eseguito i mandati di custodia cautelare in carcere per i presunti criminali di Cosa Nostra. Un ulteriore schiaffo alla malavita palermitana, purtroppo non sufficiente a ridimensionarne il violento dominio.
“Quanto accaduto - analizza la Menciotti - dimostra che l’arresto dei boss Lo Piccolo, non basta a neutralizzare le cosche. I clan sopravvivono alla cattura dei loro capi, perché la rete criminale da essi creata continua a delinquere anche in loro assenza. È necessario che lo Stato incida sul circolo vizioso dell’omertà e delle paure di cui si alimenta la mafia, occorrono interventi di segno positivo investendo sull’associazionismo antiracket, il quale anche in questo caso ha dato impulso all’attività delle Forze dell’ordine con il suo prezioso contributo”.
Collaborativi e determinanti nelle indagini omonime numerosi membri dell’associazione “Addio Pizzo” che riunisce e supporta le vittime dell’estorsione. A sostegno delle quali si schiera nettamente Federica Menciotti, facendosi portavoce della solitudine che sovente segue chiunque decida di parlare.
“Spesso gli operatori economici immediatamente dopo le loro denunzie sono abbandonati dalle Istituzioni – dichiara l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - e questo certo non incoraggia altri a seguire il loro esempio. Emblematica la recente dimostranza di due testimoni di giustizia costretti ad incatenarsi sotto il Viminale lo scorso due dicembre, Valeria Grasso e Ignazio Cutrò, dopo che, avendo consentito con le loro dichiarazioni l'arresto e la condanna dei loro estorsori, hanno visto chiudere la propria attività e sono stati vittima di gravi minacce nella indifferenza delle istituzioni che invece hanno il dovere di tutelare quelli che sono diritti, non certo privilegi. E’ fondamentale – chiosa la Menciotti - che lo Stato introduca strumenti normativi che rendano obbligatoria la denuncia per chi subisce il racket e insieme meccanismi di tutela, con incentivi alla propria attività di impresa, per chi trova il coraggio di denunciare”.
Il responsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti: “Ennesima mancanza di rispetto nei confronti degli aquilani”
L’Aquila - “L’ennesima grave mancanza di rispetto nei confronti non solo degli aquilani, ma anche degli abruzzesi e di tutti gli italiani”. Così Emiliano D’Alessandro, responsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, ha commentato l’odierno rinvio, per difetto di notifica ad uno degli indagati, dell’udienza preliminare che ha ad oggetto l’inchiesta sulla riunione della Commissione Grande Rischi, avvenuta nel 2009 all’Aquila solo cinque giorni prima della notte in cui si è registrata la scossa di 5.8 gradi della scala Richter che ha provocato trecentootto morti e circa sessantacinquemila sfollati.
“Questa è la conferma – ha aggiunto il responsabile abruzzese IdD – di come vengano gestiti alcuni fatti importanti nel nostro Pese e di come, poi, in un certo senso i colpevoli riescano sempre, o quasi, a farla franca. Certo qui non ci sono solo ruberie, alle quali ormai purtroppo ci si sta abituando, ma oltre trecento persone morte, perciò, anche se negli ultimi anni sembra si sia perso perfino il rispetto per le vittime di tragedie come questa, mi auguro che ci sia una maggiore attenzione da parte di chi ricopre incarichi di responsabilità ai vertici amministrativi. Me lo auguro soprattutto per i parenti delle vittime per le quali la verità rischia di diventare una chimera irraggiungibile.”
“Non posso, anche alla luce di questo rinvio, - ha concluso D’Alessandro - non inviare l’ennesimo messaggio di solidarietà a tutte quelle persone che non hanno più un fratello, un padre, un amico ma anche a chi ha perso la casa. Purtroppo alcuni messaggi mediatici, come il mito del Grande Fratello e delle veline, rischiano di far perdere di vista le cose importante, ma noi dell’Italia dei Diritti continueremo con il nostro movimento a denunciare queste brutture tutte italiane e ad impegnarci fattivamente sul territorio, a differenza di coloro che hanno usato L’Aquila come terreno propagandistico”.
Il responsabile per l’Emilia-Romagna dell’Italia dei Diritti : “Chi sostiene che la mafia sia solo al sud e non al nord sbaglia”
Bologna –“ La mafia attanaglia Bologna e le zone limitrofe. Chi sostiene che sia presente solo al sud e non al nord si sbaglia, la criminalità organizzata si sviluppa dove ci sono interessi da gestire, qualunque luogo quindi va bene”. La drammatica e accorata denuncia arriva da Massimo Cascone, responsabile per la regione Emilia-Romagna dell’Italia dei Diritti.
Attraverso le sue dichiarazioni, il rappresentante regionale del movimento presieduto da Antonello De Pierro, contribuisce a ridisegnare una geografia criminale alla quale siamo erroneamente abituati, ponendo l’attenzione sulle terre bolognesi che devono fare i conti con quanti si approfittano dei cittadini in difficoltà per alimentare i loro traffici.
“In Italia – prosegue Cascone - ci sono varie organizzazioni criminali: quella cinese, quella russa, quella italiana in tutte le sue tremende declinazioni. Questi signori si accordano per schiacciare i più piccoli, approfittando e facendo leva sulla povertà della gente”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Non mi sorprende Calearo, visto anche il passato di Rutelli, ma Antonio Razzi sì. Bisogna vietare per legge il trasformismo in corso di mandato”
Roma - “Ciò che sta avvenendo in queste ore non fa altro che rafforzare la nostra posizione riguardo alla legge elettorale: deve essere assolutamente vietato ai politici il cambio di casacca in corso di legislatura. Se ciò fosse già previsto legislativamente non saremmo costretti ad assistere a questo squallido mercato delle vacche che ci sta regalando uno spettacolo triste ed umiliante dal palcoscenico parlamentare”. Così Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, ha commentato il c.d. calciomercato di parlamentari che sta avvenendo in vista del voto di fiducia al governo previsto per il prossimo 14 dicembre.
“Cambiare completamente lo schieramento, in corso di mandato politico - ha proseguito De Pierro -, significa calpestare la dignità degli elettori e i principi stessi della democrazia. Da questi comportamenti si capisce chiaramente come alcuni politici, che in questo caso non esiterei a chiamare politicanti, non aspirino affatto agli scranni di Montecitorio o Palazzo Madama per salda convinzione ideale bensì per interessi personali. Sono scelte che personalmente non riesco proprio a comprendere, è come se un giorno dici che ti piace andare in spiaggia e il giorno dopo dichiari di voler chiudere tutti gli arenili. Pensavo che il percorso di Daniele Capezzone fosse un caso limite più unico che raro, invece devo ricredermi: anche altri politici, purtroppo, sarebbero capaci di arrivare a tanto”.
“La storia politica italiana è costellata di voltagabbana – ha osservato il leader IdD – però è ancora più grave farlo, come sta accadendo, da un giorno all’altro tradendo il mandato degli elettori. Certo, se succede con Masimo Calearo, deputato dell’Api già ex Pd, mi meraviglia fino a un certo punto visto che il suo capo, Francesco Rutelli, ha costruito la sua carriera politica su funambolici e memorabili trasformismi: praticamente come dire da ‘Cicciolino’ Francesco a ‘Padre’ Rutelli. Anche se, a dire il vero, un’alleanza con fini non l’avrei mai immaginata”.
“Quando invece parliamo dell’Italia dei Valori – ha sottolineato Antonello De Pierro – la cosa preoccupa maggiormente perché chi vota il partito di Di Pietro crede negli ideali e nella linea dettata dal leader. Perciò un voltafaccia, come quello di Domenico Scilipoti e Antonio Razzi, eletti nelle sue liste va a minare la credibilità di tutto il partito molto più che in altre formazioni politiche”. Ed ha aggiunto: “Devo ammettere che mi sorprende non poco la scelta di Antonio Razzi, a cui tra l’altro da settembre stavo pensando di offrire l’adesione all’IdD, come responsabile per gli italiani all’estero, e solo grazie ai miei indugi, che hanno avuto ragione, non l’ho fatto. Oggi, ovviamente, per la linea politica che andrà a sposare, più che per la fuoriuscita dall’IdV di per sé, una sua nomina diventerebbe assolutamente incompatibile con i valori fondamentali del nostro movimento. Razzi è stato campione di rock&roll, anche se in pochi lo sanno, forse ha pensato di continuare a ballare anche in politica aggiungendo, però, stavolta anche una variante trasformista”.
“Mi auguro – ha concluso il presidente IdD - che Antonio Di Pietro in futuro, vista l’emorragia di esponenti che colpisce l’Italia dei Valori, che spesso è visto non come un veicolo per l’affermazione delle proprie idee ma come un treno per raggiungere ambite postazioni politiche, scelga meglio i soggetti da candidare nelle sue file”.
Il viceresponsabile per Milano dell’Italia dei Diritti : “Ciò è grave perché significa che la voce dei cittadini non trova spazio nelle sedi opportune, ovvero nei media.”
Milano – Urla e fischi hanno accompagnato ieri a Milano, la commemorazione della strage di Piazza Fontana. Il carattere celebrativo dell’evento si è ben presto tradotto in un’occasione per protestare contro il Governo. Un’azione che ha visto coinvolti soprattutto i giovani dei centri sociali contro il sindaco, Letizia Moratti, e il presidente della Provincia, Guido Potestà.
A commentare lo spiacevole episodio, a cui fortunatamente non sono susseguiti degli scontri, è Luca Ragone, viceresponsabile per Milano dell’Italia dei Diritti, il quale, attraverso un’accurata analisi, lo riconduce a un diffuso malcontento, mostrato da più parti, nei confronti dell’esecutivo.
“La causa della contestazione è da ricercare nell’antica dicotomia destra-sinistra, poiché Podesta è un ex fascista. La Moratti – dichiara Ragone – partecipando al fianco del presidente della Provincia è stata semplicemente associata a quest’ultimo e di conseguenza è stata presa come bersaglio durante la manifestazione. D’altra parte, penso che i centri sociali, così come i gruppi studenteschi presenti ieri alla manifestazione, abbiano colto l’occasione per ribadire il loro dissenso nei confronti della politica attuata dal sindaco. Sebbene ieri ci doveva essere più spazio per ricordare le vittime della strage – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – un gruppo di persone ha voluto reagire al malgoverno del centro destra. Ciò è grave perché significa che la voce dei cittadini non trova spazio nelle sedi opportune, ovvero nei media.”La viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “Servono punizioni esemplari, specie se detti episodi si verificano in quei settori considerati essenziali per la cittadinanza”
Brindisi – Otto dipendenti dell’Asl di Brindisi sono stati sospesi dall’esercizio di pubblico ufficio con l’accusa di truffa aggravata e continuata nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale. Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, si esprime con rammarico sulla vicenda: “Questo episodio può suscitare solamente sdegno e sfiducia. Lo sdegno per la totale mancanza di senso civico e di rispetto per le istituzioni e il senso di impunità che, sempre più spesso, caratterizza l’atteggiamento psicologico di chi, come questi dipendenti pubblici, finge di non sapere che azioni di tal guisa compromettono il buon andamento della pubblica amministrazione”.
Commentando la notizia, la Lusi ricorda un altro caso di assenteismo accaduto di recente nel Pugliese: “È di circa un mese fa la notizia che la Guardia di Finanza di Foggia ha disposto gli arresti domiciliari per alcuni dipendenti comunali che timbravano e uscivano dall’ufficio per sbrigare faccende personali”.
Infine, l’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro sostiene con chiarezza: “I cittadini, ormai, non sono più disposti a giustificare azioni di questo genere. Troppo è il peso della crisi economica e la difficoltà ad arrivare alla terza settimana del mese, per consentire che, in barba a tutti i principi di civiltà giuridica ed etica, si possa ancora accettare la noncuranza di una piccolissima parte di dipendenti pubblici che continua a considerare il lavoro come un orpello di cui liberarsi appena se ne presenta l’occasione. Noi dell’Italia dei Diritti auspichiamo punizioni esemplari, specie se detti episodi si verificano in settori, quali la sanità pubblica, considerati servizi essenziali per tutta la cittadinanza”.
La viceresponsabile per Lavoro e Occupazione dell’Italia dei Diritti : “Una moderna democrazia non può considerare un onere eccessivo i pensionati e poi sperperare le ricchezze dei contribuenti”.
Roma -“La riduzione delle pensioni dei dipendenti pubblici, dei lavoratori che hanno speso la propria vita lavorativa per lo Stato, non può e non deve essere considerata un onere eccessivo per il bilancio dello Stato. “
Con questa prima osservazione, Antonella Sassone, viceresponsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti, commenta la notizia del calo delle pensioni previste dall’Inps per il 2037. In base ai calcoli effettuati dall’Istituto previdenziale il futuro dei lavoratori dipendenti sarà tutt’altro che roseo a fronte di una riduzione del reddito pari al 47%.
“Con la loro attività – prosegue la Sassone – questi lavoratori hanno contribuito alla crescita e alla ricchezza del nostro paese. Non dimentichiamo poi che i dipendenti sono l’unica categoria di lavoratori che non evadono il fisco e per questa ragione sono soggetti a tutta la tassazione esistente in Italia: non conoscono esenzione sanitaria, borse di studio per i propri figli né asili nidi comunali. Per loro, la ricompensa è data da stipendi che consentono a malapena di sostenere le spese familiari.”
L’analisi dell’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro riporta l’attenzione su un altro punto reso saliente dalla verifica tecnico-attuariale tracciata dall’Inps: l’invecchiamento della società provocherà un danno alle casse dello Stato. Ne emerge un quadro che secondo l’opinione della Sassone è in contrasto con gli attuali sprechi della politica, come: “le eccessive liquidazioni dei dirigenti pubblici, le auto blu dei politici, per non parlare dei buchi neri costituiti dalle authority”
Indignata per l’assenza di un intervento da parte dell’attuale Governo funzionale ad impedire l’ aggravarsi della crisi economica, l’esponente del movimento extraparlamentare conclude affermando: “una moderna democrazia non può considerare un onere eccessivo i pensionati e poi sperperare le ricchezze, ricavate dalle tasse pagate dai contribuenti, in attività che non migliorano la vita della collettività ma solo di pochissimi privilegiati.”
La viceresponsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti: “Bisogna fare controlli più incisivi sull’operato dei professionisti e sulle condizioni di lavoro dei giovani iscritti”
Roma – Più di un milione di professionisti italiani in attività e quasi tutti i giovani che si accingono a diventarlo avranno una mini-pensione. “Parlare del sistema pensionistico dei più giovani come se si trattasse di un argomento svincolato da un contesto lavorativo e sociale, in cui invece tale fenomeno si colloca, non consente una riflessione lucida sul punto”. Con queste parole inizia la valutazione di Antonella Sassone, viceresponsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti, relativamente alla questione pensionistica dei giovani professionisti.
Se gli infermieri, i biologi e gli psicologi riscuoteranno il 25% del loro reddito attuale, i giovani ingegneri ed avvocati riceveranno circa il 50% del reddito medio che attualmente risulta tra i 1.200 e i 1.600 euro mensili. “In primo luogo, i giovani sono penalizzati nell’accesso al lavoro - sostiene nella sua analisi la Sassone -. Se pensiamo che molti giovani professionisti, lungi dall’essere lavoratori autonomi, sono in realtà in una condizione di paraschiavitù, di cui i rispettivi ordini professionali sanno ma fanno finta di non sapere, si comprende il motivo di compensi tanto esigui, se rapportati alla professione che esercitano. In secondo luogo, per i giovani professionisti si ripete ciò che accade in ogni meandro della società civile: ossia si crea uno scontro generazionale tra i più anziani che hanno attinto a piene mani, talvolta senza aver versato adeguati contributi, da casse piene fino a svuotarle, e giovani che devono sopportare le conseguenze di gestioni sbagliate”.
L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro conclude il suo intervento andando al nocciolo della questione: “Non si può tacere sulla dilagante evasione fiscale dei liberi professionisti. Se tutti pagassero, saremmo tutti più ricchi. È un principio tanto facile, quanto mal digerito, nel nostro Paese che fa apparire addirittura scontato l’atteggiamento di chi chiede ai propri clienti se vogliono o meno la fattura e, in questo caso, la parcella viene maggiorata. Controlli più incisivi sull’operato dei professionisti, unitamente al controllo degli ordini professionali sulle condizioni di lavoro dei giovani iscritti, pur non risolvendo il problema, di certo migliorerebbero la situazione attuale”.