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Rinviata a L’Aquila l’udienza preliminare sulla Commissione Grandi Rischi, critico D’Alessandro

 

Il responsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti: “Ennesima mancanza di rispetto nei confronti degli aquilani”

 

L’Aquila - “L’ennesima grave mancanza  di rispetto nei confronti non solo degli aquilani, ma anche degli abruzzesi e di tutti gli italiani”. Così Emiliano D’Alessandro, responsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, ha commentato l’odierno rinvio, per difetto di notifica ad uno degli indagati, dell’udienza preliminare che ha ad oggetto l’inchiesta sulla riunione della Commissione Grande Rischi, avvenuta nel 2009 all’Aquila solo cinque giorni prima della notte in cui si è registrata la scossa di 5.8 gradi della scala Richter che ha provocato trecentootto morti e circa sessantacinquemila sfollati.

 

“Questa è la conferma – ha aggiunto il responsabile abruzzese IdD – di come vengano gestiti alcuni fatti importanti nel nostro Pese e di come, poi, in un certo senso i colpevoli riescano sempre, o quasi, a farla franca. Certo qui non ci sono solo ruberie, alle quali ormai purtroppo ci si sta abituando, ma oltre trecento persone morte, perciò, anche se negli ultimi anni sembra si sia perso perfino il rispetto per le vittime di tragedie come questa, mi auguro che ci sia una maggiore attenzione da parte di chi ricopre incarichi di responsabilità ai vertici amministrativi. Me lo auguro soprattutto per i parenti delle vittime per le quali la verità rischia di diventare una chimera irraggiungibile.”

 

“Non posso, anche alla luce di questo rinvio, - ha concluso D’Alessandro - non inviare  l’ennesimo messaggio di solidarietà a tutte quelle persone che non hanno più un fratello, un padre, un amico ma anche a chi ha perso la casa. Purtroppo alcuni messaggi mediatici, come il mito del Grande Fratello e delle veline, rischiano di far perdere di vista le cose importante, ma noi dell’Italia dei Diritti continueremo con il nostro movimento a denunciare queste brutture tutte italiane e ad impegnarci fattivamente sul territorio, a differenza di coloro che hanno usato L’Aquila come terreno propagandistico”.

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