Il viceresponsabile per Milano dell’Italia dei Diritti : “Ciò è grave perché significa che la voce dei cittadini non trova spazio nelle sedi opportune, ovvero nei media.”
Milano – Urla e fischi hanno accompagnato ieri a Milano, la commemorazione della strage di Piazza Fontana. Il carattere celebrativo dell’evento si è ben presto tradotto in un’occasione per protestare contro il Governo. Un’azione che ha visto coinvolti soprattutto i giovani dei centri sociali contro il sindaco, Letizia Moratti, e il presidente della Provincia, Guido Potestà.
A commentare lo spiacevole episodio, a cui fortunatamente non sono susseguiti degli scontri, è Luca Ragone, viceresponsabile per Milano dell’Italia dei Diritti, il quale, attraverso un’accurata analisi, lo riconduce a un diffuso malcontento, mostrato da più parti, nei confronti dell’esecutivo.
“La causa della contestazione è da ricercare nell’antica dicotomia destra-sinistra, poiché Podesta è un ex fascista. La Moratti – dichiara Ragone – partecipando al fianco del presidente della Provincia è stata semplicemente associata a quest’ultimo e di conseguenza è stata presa come bersaglio durante la manifestazione. D’altra parte, penso che i centri sociali, così come i gruppi studenteschi presenti ieri alla manifestazione, abbiano colto l’occasione per ribadire il loro dissenso nei confronti della politica attuata dal sindaco. Sebbene ieri ci doveva essere più spazio per ricordare le vittime della strage – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – un gruppo di persone ha voluto reagire al malgoverno del centro destra. Ciò è grave perché significa che la voce dei cittadini non trova spazio nelle sedi opportune, ovvero nei media.”