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In Toscana legge per cure con cannabinoidi, la Ferrari favorevole

La responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “I pazienti non devono soffrire a causa di pregiudizi, ignoranza ed inettitudine. Il nostro Paese è rimasto per lungo tempo silente e ciò continua a determinare sofferenza sulla sofferenza”

 

 

Firenze - “La lotta al dolore non può e non deve essere considerata come una mera questione politica, ma piuttosto come una questione medico-sanitaria e, soprattutto, umanitaria. Dunque, il ministro della Salute deve farsene carico senza ulteriori indugi e garantire il diritto di cura. In quest’ottica ben venga la legge regionale proposta da Brogi che, seppur in odor di bocciatura, mette sul tavolo una questione scottante non più rinviabile”. Così Emanuela Ferrari, responsabile per la Toscana dell’Italia dei Diritti, commenta il provvedimento a cui sta lavorando il consigliere regionale del Pd Enzo Brogi che intende permettere la somministrazione di cannabinoidi per la cura del dolore, nei casi in cui gli altri farmaci risultassero inefficaci.

 

“I pazienti non devono soffrire a causa di pregiudizi, ignoranza ed inettitudine - dichiara fermamente l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -. Non ci si rende conto che è una sofferenza inutile per le persone e per i familiari. La stessa comunità scientifica internazionale ha ribadito l’efficacia terapeutica della cannabis. Purtroppo, anche nella lotta al dolore l’Italia si ritrova agli ultimissimi posti in Europa. La spiegazione a tale ingiustificabile contesto è data dalla farraginosa burocratizzazione delle procedure, tipica di un sistema sanitario poco efficiente quale il nostro, nonostante alcune punte di eccellenza, e un indubbio condizionamento religioso sul concetto di sofferenza che deve essere vissuta, poiché va considerata come espiazione. Il nostro Paese è rimasto per lungo tempo silente e ciò continua a determinare sofferenza sulla sofferenza”.

 

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