La responsabile per le Politiche Sociali dell'Italia dei Diritti: "La pedofilia telematica è un fenomeno aberrante"
Roma – I dati sono preoccupanti: l'Italia si classifica al 5° posto nel mondo per il consumo di materiale pedopornografico online, ma se la situazione non dovesse cambiare, tra qualche anno potrebbe detenere il primato. L'Osservatorio internazionale di Telefono Arcobaleno ci informa che sono ben 5.728 i siti di pedofilia attualmente attivi.
"Un aspetto orribile che coinvolge le vittime troppo piccole e indifese per identificarle come oggetto di decisioni, figuriamoci a livello sessuale – tuona sdegnata Pamela Aroi, responsabile per le Politiche Sociali dell'Italia dei Diritti –, la pedofilia telematica è un fenomeno aberrante. L'Italia è sommersa come componente sociale".
L'identikit del pedofilo è precisa: è maschio e incensurato, ha meno di 40 anni, vive ancora in famiglia ed è ben integrato nella società. Le bambine dai 6 ai 9 anni costituiscono i bersagli ad alto rischio. Ad allarmare è, inoltre, il crescente aumento dei siti pedopornografici, stimato al 6%. "Egregio il lavoro degli agenti sotto copertura – prosegue l’esponente del movimento guidato da Antonello de Pierro – tali fenomeni non fanno capo a singoli pertanto è necessario che le reti vengano interrotte e individuati i colpevoli, affetti ovviamente da gravi patologie psichiatriche. Sono soggetti pericolosi e potenziali carnefici dei bambini. E' assurdo pensare che in una società civile e avanzata possano accadere ancora certe cose. Viene da diffidare anche su chi professa comportamenti etici ma che poi, in realtà, predica bene e razzola male. E scatta l'allarme: i nostri figli con chi hanno a che fare?"
Attualmente le soluzioni sono due: l'oscuramento dei siti pedopornografici e l'identificazione dei bambini le cui immagini circolano sul web. Ma soltanto l'1% delle vittime riesce a essere individuato e protetto.