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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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800 contratti senza gara d’appalto in sanità pugliese, rimedi della Lusi

La  viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “E’ necessario sganciare le nomine dei direttori sanitari da scelte politiche, così come è auspicabile un maggiore controllo sulle uscite di denaro delle strutture sanitarie pubbliche”

 

Bari – Due indagini già concluse sulla Asl di Bari e sul Policlinico, altre tre ancora in fase d’istruttoria che riguardano l’Asl di Lecce e quella di Brindisi. E che fanno emergere una situazione di allarme sulla gestione di fondi pubblici nella sanità.

Sulle aziende sanitarie pugliesi che hanno fatto ricorso alla proroga indiscriminata di circa 800 contratti di fornitura, in barba a tutte le norme, la viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, Patrizia Lusi, commenta dicendo che “il momento degli sperperi e degli acquisti ingiustificati nella pubblica amministrazione è finito”.

 “In particolare – continua la Lusi - il settore della sanità nella Regione Puglia è stato spremuto fino all'osso nelle ultime due legislature”.

Già perché per ben 800 volte in 4 anni chi ha vinto una gara d’appalto ha poi continuato a effettuare forniture oltre i termini.

“E' chiaro – sostiene amareggiata la rappresentante regionale del movimento guidato da Antonello de Pierro - che il sistema di appalti pilotati e delle aggiudicazioni senza gare (d'appalto) è ormai insito nelle dinamiche amministrative a prescindere dal colore politico delle giunte regionali, le cui conseguenze gravano sui cittadini pugliesi, utenti finali dei servizi sanitari e uniche vittime di questa situazione”

Il nodo, secondo l’Autorità, è però alla base, visto che la normativa non presenta buchi neri, anzi copre tutti i possibili casi. La colpa è insomma dei dirigenti delle aziende sanitarie.

“I rimedi – conclude infatti la Lusi - proposti da alcuna parte della classe politica, come la richiesta di sganciare le nomine dei direttori sanitari da scelte politiche, sembrano essere ormai una necessità, così come è auspicabile un maggiore controllo amministrativo sulle uscite di denaro delle strutture sanitarie pubbliche”.

 

In arrivo 4700 profughi nel Lazio, lo stupore di Celardo

Il viceresponsabile per il Lazio dell'Italia dei Diritti: "Totale solidarietà ai profughi, ma ci aspettiamo dalla Polverini la stessa sollecitudine per le 10mila famiglie, italiane e non, in attesa di un alloggio popolare”

 

 

Roma – Sono 4.700 i profughi in arrivo nel Lazio. È questa la quota stabilita dal Viminale rispetto ai cinquantamila in fuga dal Nord Africa che, secondo le indicazioni del ministro Roberto Maroni, verranno spalmati su tutte le regioni italiane in base al criterio di un migrante ogni mille abitanti. La provincia di Roma ne ospiterà circa 3mila, un migliaio fra Frosinone e Latina, il resto fra Rieti e Viterbo.

Una risposta tempestiva, da parte del Comune, che sorprende il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti, Carmine Celardo, il quale ribadisce “la totale vicinanza e solidarietà di tutta l’Italia dei Diritti alle popolazioni del Nord Africa e la volontà di aiutarli con ogni mezzo a difendersi da assassini e mercenari pagati dal criminale di turno, ma -  continua Celardo – resto stupito di come questa destra fino a ieri xenofoba si sia improvvisamente, dopo l’esclusione dell’Italia dal tavolo di concertazione dei Paesi intervenuti in sostegno delle popolazioni del Maghreb, attivata cercando immobili, ottenendo addirittura dal Vaticano la disponibilità a trovare luoghi di ricovero”

Certo, al momento non sono previsti nuovi insediamenti nell'area metropolitana di Roma, ma è curioso come “non ci sia stata la stessa velocità ad attivarsi per quelle 10mila famiglie romane sotto sfratto e in attesa di un alloggio popolare”, commenta sorpreso il rappresentante regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro.

E conclude: "Abbiamo il dovere di offrire aiuto al popolo libico, ponendo però delle condizioni: nel Lazio e, in particolare su Roma, si concentrano già numerose emergenze. Ci auguriamo, dunque, che le Autorità competenti e le parti sociali facciano il loro sacrosanto dovere, attivandosi in modo concreto per queste persone bisognose, ma ci attendiamo dalla Polverini la stessa sollecitudine per famiglie che sono in graduatoria per l’assegnazione di case popolari e che da anni non hanno risposta”.

 

Italia dei Diritti in piazza contro la Polverini per chiusura reparto Santo Spirito

Il sit-in che si terrà giovedì 31 marzo alle ore 10 davanti alla sede della Regione Lazio parteciperanno il presidente Antonello De Pierro, il vicepresidente Roberto Soldà ed altri esponenti del movimento, tra cui il viceresponsabile romano Giuliano Girlando

 

Roma – Giovedì 31 marzo dalle ore 10, l’Italia dei Diritti scenderà in piazza per sostenere la battaglia di medici e pazienti contro la chiusura dell’unità di chirurgia maxillo-facciale della casa di cura Villa Betania, parte del polo ospedaliero Santo Spirito.

 

La sentenza per il reparto dell’ospedale capitolino, è prevista tra le righe del nuovo piano sanitario regionale. L’Italia dei Diritti sta organizzando un sit-in davanti alla sede della Regione Lazio, al quale prenderanno parte Antonello De Pierro e Roberto Soldà, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Italia dei Diritti. Il movimento organizza la protesta per sottolineare all’amministrazione regionale l’inadempienza ad uno dei compiti governativi più rilevanti, quello di soddisfare la domanda di prestazioni sanitarie. 

 

Si fa portavoce dell’iniziativa Giuliano Girlando, viceresponsabile per Roma del movimento extraparlamentare: “Auspichiamo che Renata Polverini, in quanto presidente della regione, accolga le richieste del personale sanitario, e dei pazienti, molti dei quali ancora in lista d’attesa, che chiedono di poter godere del diritto alle prestazioni sanitarie pubbliche. Ci auguriamo altresì – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro - che possa avvenire in tempi brevi un incontro con la governatrice del Lazio”.

 

 

 

 

 

 

 

Scontro su Malagrotta tra Alemanno e Polverini, l’analisi di Marinelli

Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti : Si tratta di uno scontro che ha come unico interesse da parte dei contendenti il ritorno elettorale”

 

 

Roma –  Diverbio tra il presidente della Regione Lazio Renata Polverini e il Sindaco della capitale Gianni Alemanno. Sgradite alla governatrice le promesse fatte dal primo cittadino romano il quale, durante un incontro con i residenti del XV e XVI Municipio ha prima comunicato la chiusura della discarica di Malagrotta e poi scongiurato la creazione, presso i Monti dell’Ortaccio, di un nuovo sito per lo smaltimento dei rifiuti. L’autorità decisionale in merito spetta però alla Pisana e la Polverini non ha perso tempo nel farlo presente ad Alemanno.

 

“Per quanto riguarda il tema dei rifiuti – commenta Vittorio Marinelli responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti - , è chiaro che si tratta di uno scontro che ha come unico interesse da parte dei contendenti il ritorno elettorale. Probabilmente dietro il problema pattume vi sono coinvolgimenti economici sospesi di entità addirittura mostruosa. Solo questo impedisce di applicare la raccolta differenziata e provvedimenti affini che nel resto d’Europa sono la regola mentre  nel Lazio, Campania e Sicilia non sono a norma”.

 

I proclami oggetto del contendere, sono il punto di partenza, per l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, di un’approfondita analisi sul operato del Sindaco capitolino e servono da spunto per una sentita riflessione sull’attuale situazione cittadina.

 

“Per rimanere al nostro Gianni Ale-danno – dichiara Marinelli - e per ricordare la serietà del personaggio, basti pensare alle recenti promesse di demolizione dei caselli autostradali e similari in caso di pedaggio sul GRA, tassa, che sarebbe stata certo reale se non fosse avvenuto il famoso ricorso al Tar. I cittadini romani possono stare tranquilli perché Alemanno, come la coalizione della quale fa parte, è sicuramente persona seria e affidabile. Basti pensare, per esempio, che Berlusconi ha vinto le elezioni promettendo un abbassamento delle tasse e infatti, l’Italia, ha superato ogni record di pressione fiscale e può competere con i paesi scandinavi, dove lo stato, a parità di imposte , dà ai cittadini assistenza dalla culla alla bara. Qui da noi – chiosa il responsabile laziale - pensiamo a cose più serie, come i debiti dei parlamentari, i più alti nel mondo o, all’aumento delle commissioni della regione Lazio, seconda solo alla Sicilia”

 

 

Cassazione sancisce più tutela per immigrati, soddisfazione di Lo Verde

Il vice responsabile per l’immigrazione dell’Italia dei Diritti: “Sentenza importante in un momento storico come questo”

 

 

Roma, 25 marzo 2011 – La sentenza 6879/2011 della Cassazione amplia la protezione agli extracomunitari provenienti da paesi dove sono presenti dei conflitti. Se i soggetti sono in grado di provare un reale rischio di essere sottoposti a pena di morte, torture o trattamenti inumani e degradanti scatta il cosiddetto regime della “protezione sussidiaria”, consistente in un permesso di soggiorno triennale e alla “fruizione di un complesso quadro di diritti e facoltà”.

 

Antonino Lo Verde, vice responsabile per l’immigrazione dell’Italia dei Diritti, ha così commentato la sentenza: “La notizia è confortante perché le Istituzioni, invece di martellare sulle questioni che riguardano la tutela europea in materia, guardano finalmente da vicino i singoli casi di immigrazione internazionale.

Ciò permette ai profughi che vengono da zone di guerra o che nel proprio Paese sono perseguitati, per esempio, per motivi personali o conflitti tribali, di avere una tutela dalle vessazioni loro inflitte. Con tale sentenza il legislatore dà, quindi, a tali soggetti maggior tutela, in quanto è giusto che venga loro garantito l’accesso ai diritti umani”.

 

L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro continua: “E’ una sentenza importante in un momento storico come questo, soprattutto per i fatti che stanno avvenendo in questi giorni. E’ giusto che le istituzioni si pronuncino sul fenomeno: la cosa è vista di buon occhio”.

Finta terremotata aquilana a Forum, De Pierro auspica dimissioni Dalla Chiesa

Il presidente dell’Italia dei Diritti :Qualunque sia stata la ragione della bufala rifilata agli ignari telespettatori, non possiamo parlare di una svista veniale. Come movimento, non potremo esimerci dal boicottare da oggi in poi l’ascolto del programma

 

Roma- Bufera sulla trasmissione Mediaset “Forum”, condotta tutti i giorni da Rita Dalla Chiesa. Durante un falso contenzioso, la figurante abruzzese che recitava il ruolo di terremotata, si è spesa in elogi verso il Governo, raccontando di abitare un’Aquila ricostruita, in condizioni ottimali, non dimenticando di ringraziare il presidente Silvio Berlusconi, a suo parere artefice della veloce rinascita. Profondamente offesi dalla mistificazione della realtà andata in scena su canale 5, le vittime del sisma 2009, ancora oggi alle prese con i disagi e le limitazioni di un Abruzzo ferito. Particolare amarezza per coloro che senza casa, alloggiano ancora negli alberghi, accusati dell’attrice, durante la farsa, di mangiare e dormire a sbafo.

 

“Se fosse  una cosa organizzata appositamente – interviene Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti - ci troveremmo di fronte ad un fatto di enorme gravità. In quanto tutto ciò,  si aggiungerebbe a una grossa speculazione già messa in atto da più fronti, strumentalizzando le popolazioni tristemente colpite dal sisma che tutti conosciamo. Voglio pensare che si sia trattato di una svista da parte della produzione ma, in ogni caso, non saremmo davanti ad una negligenza di lieve entità. ‘ Forum’ per quanto programma d’intrattenimento, fornisce sempre delle informazioni agli utenti e quindi,  ciò che trasmette , deve essere controllato dal punto di vista della veridicità della notizia”.

 

Dalla redazione si difendono e la conduttrice al centro dello scandalo  attribuisce quanto successo ad una leggerezza di giudizio, scaricando le colpe sulla figurante che a sua volta si tutela e sostiene di aver interpretato un copione ben preciso.

 

“In ogni caso volontariamente o involontariamente – attacca il presidente del movimento extraparlamentare - , a livello politico, ciò che è successo fornisce un ingente e vantaggioso regalo alla maggioranza di governo. Tanto più tenendo conto del livello culturale di gran parte delle persone che assistono alla trasmissione condotta da Rita Dalla Chiesa. Indubbiamente una tale notizia mistificata, va a influire in maniera esponenziale sulle coscienze già addormentate e manipolate di chi,  purtroppo, per ragioni socio antropologiche, si nutre quotidianamente nel contesto di un humus subculturale sul quale è difficile intervenire. Qualunque sia stata la ragione della bufala rifilata agli ignari telespettatori, non possiamo parlare di una svista veniale”.

 

Dal tribunale televisivo si rischia di passare a quello reale, Daniela Pezzopane, assessore alle Politiche sociali dell'Aquila minaccia azioni civili e chiede con sincero sdegno, alla conduttrice di “Forum”, di poter esprimere le ragioni dei terremotati che ancora oggi non possono abitare una casa e sono costretti a vivere in hotel o caserme.

 

“Alla luce della gravità dell’episodio, come Italia dei Diritti – prosegue De Pierro - , ci sentiamo di auspicare la chiusura della trasmissione stessa e proprio a tale scopo chiediamo a Rita Dalla Chiesa, in ragione della stima che nutriamo per lei, di dimettersi dalla conduzione. In ogni caso, come movimento, non potremo esimerci dal boicottare da oggi in poi l’ascolto del programma e invitiamo a non sottovalutare questa nostra azione, visti i numeri in continua crescita che possiamo esprimere a supporto del consenso sul quale  possiamo contare”.

 

Cassonetti colmi a Foggia per fallimento Amica, la reazione della Lusi

La vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “E’ necessario di individuare le responsabilità della mala gestione amministrativa”

 

 

Roma, 25 marzo 2011 – Pasquale Santamaria, commissario liquidatore dell’Amica, l’azienda di igiene di Foggia, ha dichiarato che la società è in crisi finanziaria e non riesce più a garantire la gestione quotidiana riguardante la raccolta dei rifiuti. Non avendo più liquidità, essa avrebbe difficoltà nella riparazione dei mezzi ormai obsoleti e soprattutto, nella regolare fornitura di gasolio. L’emergenza più avvertita riguarderebbe la raccolta differenziata, in quanto non ci sarebbero mezzi sufficienti.

 

Patrizia Lusi, vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, ha così commentato la notizia: “La crisi finanziaria in cui versa il Comune di Foggia ha ripercussioni anche sulle aziende partecipate, cui e' demandata la gestione di servizi essenziali quali la nettezza urbana. La mala gestione amministrativa degli anni passati ha causato all'ente Amica buchi nel bilancio che ne hanno portato alla messa in liquidazione. Come al solito e' la cittadinanza che sopporta le conseguenze più drammatiche, con cassonetti stracolmi e immondizia che non viene ritirata anche per giorni. Sarebbe opportuno individuare le responsabilità di questa mala gestione amministrativa e un piano strategico di lunga durata per il risanamento dell'azienda”.

Girlando critica show Berlusconi fuori da Tribunale Milano

Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti : “Ci aspettiamo che queste commedie grottesche finiscano e si passi ad un rispetto totale della Magistratura e dell’autorità giudiziaria”

 

 

 

Roma –  “Abbiamo assistito all’ennesima sceneggiata di Berlusconi, il tentativo di mediatizzare un processo e farlo diventare simile a quelli televisivi modello ‘Forum’. Bisogna rendersi conto di quanti danni fanno determinati atteggiamenti che non ricalcano la realtà”.

 

Interviene con queste parole Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei diritti, commentando quanto accaduto ieri fuori dal Tribunale di Milano in occasione dell’udienza preliminare del processo Mediatrade, la prima alla quale prendeva parte l’imputato Silvio Berlusconi. Arrivato al Palazzo di Giustizia meneghino, il Premier è stato accolto con entusiasmo dai suoi fedelissimi, giunti a decine per sostenerlo. Sotto gli occhi dei tanti cronisti presenti, ha elargito sorrisi ed è poi salito sul predellino della propria auto per ringraziare a gran voce i simpatizzanti.

 

“Ci conforta sapere – dichiara Girlando - che sono state solo quattro comparse, pagate come il pubblico dei suoi talk-show televisivi Mediaset. Ci aspettiamo che queste commedie grottesche finiscano e si passi ad un rispetto totale della Magistratura e dell’autorità giudiziaria.”

 

Non sono mancate le contestazioni, nei pressi del  tribunale un gruppo di sostenitori dell’Italia dei Valori ha scelto di manifestare il proprio dissenso verso il leader del Pdl, scandendo slogan che ne chiedevano le immediate dimissioni.

 

“Condividiamo tutto il lavoro dei magistrati – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - e ci auguriamo che non si approfitti del momento per mettere in atto dei colpi in Parlamento, con lo scopo di far passare alcune leggi ‘ad personam’ salva processi”.

 

Governo dà i numeri su consiglieri di Roma e Milano, Guazzi si oppone

Il viceresponsabile per la Pubblica Amministrazione dell’Italia dei Diritti: “Vorrei poter dire di essere stupito ma, purtroppo, non posso farlo”


Roma - “Dopo il rifiuto dell’election day che comporterà un inconcepibile spreco di milioni di euro, dopo l’aumento delle accise sulla benzina per finanziare il Fus, ecco l’ennesimo intervento di un Governo che non bada a spese, dimenticando la crisi economica che gli italiani sono costretti ad affrontare quotidianamente”. Andrea Guazzi, viceresponsabile per la Pubblica Amministrazione dell’Italia dei Diritti, critica senza mezze misure il dietrofront fatto dal Consiglio dei ministri che, approvando ieri un nuovo decreto legge, cancella la decisione di qualche settimana fa ed aumenta nuovamente il numero dei componenti dei Consigli e delle Giunte comunali nelle città con popolazione superiore a un milione di abitanti. Il Governo, dunque, fingendo di dimenticare l’annunciata riduzione di poltrone, ha deciso di riportare da 48 a 60 il tetto massimo dei consiglieri e da 12 a 15 quello degli assessori.

 

Guazzi prosegue nel suo intervento, attaccando frontalmente la maggioranza: “Vorrei poter dire di essere stupito ma, purtroppo, non posso farlo. Assistiamo ancora una volta al ‘giochetto’ della ‘politica degli annunci’ che, in questi anni, abbiamo imparato a conoscere fin troppo bene”.

 

In conclusione, l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro si concentra sull’atteggiamento che il Governo sta dimostrando da un mese a questa parte: “A Roma, anche oggi, ci si sta approfittando delle gravi notizie che sconvolgono l’opinione pubblica per far passare, di nascosto, decreti ad personam, come la norma sul processo breve, e molti altri provvedimenti che, qualora fosse diffusa la loro approvazione, costerebbero moltissimo alla maggioranza in termini di credibilità da parte dei cittadini”.

Divario abissale tra ricchi e poveri in Italia, l’analisi della Del Fallo

La viceresponsabile per le Politiche Sociali dell’Italia dei Diritti:“Sta aumentando sempre più il divario tra i troppo ricchi e i troppo poveri. La classe media è scomparsa”

 

Roma - Il rapporto Caritas 2010 evidenzia un aumento delle famiglie italiane in difficoltà rispetto a quelle immigrate. Il fenomeno, secondo lo studio, sarebbe imputabile alla presenza nel nostro paese di giovani immigrati che fanno mestieri come quello delle badanti, dei muratori o dei braccianti grazie ai quali, soprattutto nei piccoli centri, hanno qualche possibilità in più di stabilizzazione lavorativa.

 

“I rapporti Caritas hanno sempre posto la dovuta attenzione a tematiche importanti e delicate come quella dell’immigrazione – dichiara Barbara Del Fallo, viceresponsabile per le politiche sociali dell’Italia dei Diritti -, mi stupisce come l’ultimo studio punti il dito esclusivamente sulla povertà delle famiglie italiane, non è un problema dei soli autoctoni”.

 

L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, inoltre, commenta duramente anche i dati pubblicati recentemente dalla Banca d’Italia dai quali emerge un’evidente e marcata diseguaglianza nella redistribuzione del reddito: “Ho sempre sostento che l’attuale crisi economica non sia dovuta ad una carenza di fondi ma ad una mala distribuzione del denaro pubblico. I dati confermano che sta aumentando sempre più il divario tra i troppo ricchi e i troppo poveri. La classe media è scomparsa, proprio quella gente che ha sempre sostenuto il paese è stata ignorata da una politica economica disattenta alle problematiche attuali del paese”.

 

L’1% delle famiglie, secondo i dati della Banca d’Italia, possiede il 13% della ricchezza dell’intero paese, un assottigliamento quindi della piramide sociale, sempre più estremizzata.

“E’davvero allarmante, se non straziante – conclude la Del Fallo -,  il modo in cui la politica degli ultimi anni non si sia preoccupata di questa drammatica situazione, spostando l’attenzione su tematiche fittizie ed il denaro pubblico verso gli interessi dei pochi. Auspico, come rappresentante dell’Italia dei Diritti, che la coscienza civile dei cittadini abbia la meglio sulle scelte di un governo completamente incompetente”.

 

Berlusconi capolista Pdl a Milano, le considerazioni di Ragone

Il viceresponsabile meneghino dell’Italia dei Diritti: “Non è un novità che il Pdl sia un partito personalistico che si concentra sulla figura del suo leader. In questo caso, però, ritengo inutile la sua candidatura”


Milano - “La candidatura degli esponenti di spicco di un partito nelle diverse tipologie di elezioni è una pratica abusata in Italia. Tuttavia, nel caso delle prossime comunali di Milano, la candidatura di Silvio Berlusconi sarebbe comprensibile se si pensasse alla carica di sindaco e non se si pone lo stesso come capolista, dal momento che il premier rinunzierebbe comunque all’eventuale designazione”. Così Luca Ragone, viceresponsabile per Milano dell’Italia dei Diritti, si pronuncia in merito all’appello che il Popolo della libertà ha rivolto al capo di Governo, guardando con preoccupazione al voto del 15 maggio.

 

La guerra che si prospetta nel centrodestra è sulle preferenze, dove i berlusconiani temono gli esponenti di Comunione e Liberazione e delle altre liste civiche che sostengono il sindaco Letizia Moratti: “Non è un novità - continua Ragone -, che il Pdl sia un partito personalistico che si concentra, principalmente, sulla figura del suo leader. In questo caso, però, ritengo che abbia più senso candidare altri militanti che hanno già lavorato e lavorano tuttora nel gruppo”.

 

Il clima presente nel centrodestra milanese è tutt’altro che tranquillo, tant’è che anche ieri in Consiglio comunale è mancato il numero legale dei componenti: “È evidente - conclude la sua analisi l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - che il Pdl ha paura di Cl e delle altre correnti interne, considerando, soprattutto, che i pidiellini vorrebbero uniformare il pensiero generale, tenendo presente le linee guida del partito nazionale”.

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