La responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “La sinergia con la quale lavorano le forze dell’ordine in tutta Italia, e fuori dai nostri confini, può portare ovunque al raggiungimento di grandi risultati nella lotta al malaffare”
Bari - “La criminalità organizzata in Puglia è sempre più agguerrita e radicata nel territorio. Lo dimostra l’operazione conclusa dalla Dia di Bari circa il traffico di stupefacenti incrociato tra Puglia, Lombardia e Toscana”. Manuela Bellantuoni, responsabile regionale dell’Italia dei Diritti, commenta in questo modo il sequestro preventivo di beni per oltre un milione di euro, eseguito, questa mattina, dalla Direzione Investigativa Antimafia di Bari, Milano e Firenze, nei confronti di clan italo-albanesi.
L’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro si sofferma sui dati della vicenda: “Fa specie la sproporzione verificata dagli inquirenti tra la disponibilità di patrimoni degli indagati e le loro dichiarazioni di reddito, bassissime, a testimonianza del fatto che c’era qualcosa di losco in merito”. I beni sequestrati fanno capo a Domenico Azzone, affiliato del clan barese Anemolo, e ai clan albanesi di Mehemeti Ermal e Cobo Krenar di Valona e di Hasani di Durazzo.
La Bellantuoni conclude il suo intervento elogiando il lavoro di quanti combattono contro il crimine, quotidianamente: “É importante sottolineare che la sinergia con la quale lavorano le forze dell’ordine in tutta Italia, e fuori dai nostri confini, può portare ovunque al raggiungimento di grandi risultati nella lotta al malaffare. Un plauso particolare va alla Dia di Bari ma, più in generale, a tutti coloro che, ogni giorno, fanno bene il loro lavoro, permettendo di centrare l’obiettivo dello smantellamento di bande di delinquenti che si muovono su territori di larga estensione, soprattutto nel traffico di stupefacenti , un settore che va a ledere, in particolare, il mondo dei giovani”.
Il responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “Ancora una volta, ci troviamo di fronte ad una logica clientelare portata avanti dalle famiglie che contano”
Milano - Per conquistare il controllo della Sias, la società che si occupa della gestione del circuito automobilistico di Monza e che fa girare circa cinque milioni di euro l’anno tra sponsor, appalti e gran premio, occorre vincere le elezioni dell’Automobile club di Milano.
L’11 febbraio dello scorso anno il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, nomina commissario straordinario dell’Aci milanese Massimiliano Ermolli, figlio di Bruno, dirigente amico di Silvio Berlusconi, ma soprattutto socio e consigliere della società Sin&ergetica, da anni consulente di Aci.
Da questo momento, in poco meno di due settimane, si verifica un’impennata di sottoscrizioni al club che permettono la candidatura alle elezioni della lista di Geronimo La Russa, figlio del ministro della Difesa, di Eros Maggioni, compagno del ministro del Turismo e dello stesso Ermolli jr che avrebbe dovuto gestire la competizione. Tant’è vero che Massimiliano Ermolli, per presunti vizi di forma, ha escluso l’unica lista concorrente alla sua, “La lista per la trasparenza”.
Oggi, a circa un anno da quelle 182 iscrizioni improvvise, che rientrano nella vicenda della “parentopoli Aci”, su cui pendono attualmente un ricorso al Tar ed un paio di esposti, di quelle tessere non ne è stata rinnovata nemmeno una.
Giuseppe Criseo, responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti commenta la notizia con queste parole: “Niente di nuovo sotto il sole. Ancora una volta, ci troviamo di fronte ad una logica clientelare portata avanti dalle famiglie che contano e che sono inserite, da sempre, nella classe dirigente del Paese. Questi continuano a fare il bello e il cattivo tempo, dimenticandosi della maggior parte delle famiglie italiane che si trova a scontrarsi con i problemi reali di una crisi economica, di cui non si riesce a scorgere la fine”.
Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “Quello che doveva essere un uomo delle Istituzioni, al di sopra di ogni sospetto, è prova dell’inquinamento di queste ad opera della criminalità organizzata”
Roma - La Procura di Milano ha arrestato Carlo Ferrigno, ex prefetto di Napoli ed ex commissario nazionale ‘antiusura’, per millantato credito, poiché avrebbe ricevuto prestazioni sessuali millantando agevolazioni nella Pubblica Amministrazione.
L’ex prefetto è, inoltre, comparso negli atti dell’indagine ed è stato inserito nella lista dei testimoni dei pm per il processo sul caso Ruby.
Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, ha così commentato la vicenda: “Il bunga bunga si fa sistema e trova l’arresto dell’ex prefetto di Napoli Carlo Ferrigno. Questo fatto dovrebbe solo avvalorare l’importanza dell’attività svolta dai magistrati di Milano, poiché, a questo punto, non vi è nessuna tesi millantatoria verso il Presidente del Consiglio.
Quello che doveva essere un uomo delle Istituzioni, al di sopra di ogni sospetto e che ricopriva un importante ruolo antiracket, è oggi prova dell’inquinamento delle Istituzioni da parte della criminalità organizzata.
Ci auguriamo – conclude l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro – che i magistrati portino a compimento le inchieste, senza ulteriori scontri causati da membri del Governo e del Parlamento”.
Il viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti : “Per quando concerne il negazionismo, mi sembra una cosa messa su da gente che vuole in qualche modo ‘ bucare lo schermo’.. Cioè far parlare comunque di se, e bisogna dire che talvolta ci riesce pure”
Roma– “Cloro al clero” è un blog antisemita di ispirazione anarchica attivo dal 2006, nel quale “Cloro”, la tenutaria, spiega con decine di post le sue allarmanti tesi. Righe su righe per sostenere, tra gli insulti alle personalità ebraiche, tesi negazioniste circa l’Olocausto che la blogger ritiene “ mito fondativo del sionismo”, atto a determinare “un condizionamento di massa”.
Sarebbe inutile e fuorviante celebrare la Giornata della Memoria, ricorrenza ritenuta da “Cloro” un’ulteriore risorsa per mantenere vivo il “mito dell’Olocausto” a suo scrivere “risorsa politica” per rendere “intoccabili” gli ebrei facendo leva sul senso di colpa occidentale. I fatti, già degni di risentimento, diventano oggetto di scandalo nel momento in cui si scopre che l’autrice all’anagrafe è Barbara Albertoni, insegnante di storia e filosofia al liceo linguistico Manzoni di Milano.
Sulla vicenda è intervenuto Cesare De Sessa, viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti : “Che chi vince scriva la storia, è una costante da sempre, senza eccezioni per quanto ne sappia. Per cui, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, è evidente che i vincitori hanno voluto dare di se stessi un’immagine che coincidesse con un’idea del ‘bene’. Di contro, gli sconfitti cos’altro potevano essere,‘solo’il male assoluto. Ciò precisato, per quando concerne il negazionismo, mi sembra una cosa messa su da gente che vuole in qualche modo ‘bucare lo schermo’, per dirlo nel gergo televisivo. Cioè far parlare comunque di sé , e bisogna dire che talvolta ci riesce pure. Naturalmente – attacca De Sessa - , credo sia diritto della professoressa negazionista come dei suoi amici, compreso il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, che secondo i bene informati sarebbe generoso nel finanziare gli studiosi che sostengono la sue tesi sostenere ciò che credono, fossero anche ‘stronzate’. Democrazia, in particolare in tempi come questi, significa dare possibilità di parola anche a chi pensa e dice l’esatto contrario di quelle che sono le nostre convinzioni”.
Corredano il diario on- line della docente, alcune foto della bandiera dello stato di Israele con la svastica, vignette, e numerosi articoli dedicati al sostegno nei confronti dei più noti negazionisti: il ricercatore della Sapienza Antonio Caracciolo, Irving e Faurisson.
Quest’ultimo, famoso per aver confutato l’esistenza delle camere a gas, strenuamente supportato dalla Albertoni alias “Cloro”che lo definisce ‘perseguitato da oltre 25 anni da leggi che negano il diritto alla ricerca ed alla libertà d’espressione’.
“Per quanto mi riguarda – dichiara l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , non posso dimenticare che nella cultura del novecento, da Einstein a Freud, Chagall, Kafka, molti grandi sono ebrei. E verosimilmente il mondo sarebbe stato diverso senza il loro apporto, forse un po’ peggiore. Certo, capisco che negli ultimi tempi Israele varie cose di cui vergognarsi le abbia fatte, ma questo è un altro discorso. E comunque, i vincitori del secondo conflitto mondiale, all’indomani del loro successo, un bel po’ di roba sporca si sono affrettati pure loro a nasconderla. Non a caso sono passati decenni prima che in Italia, con la mitologia della Resistenza, si sentisse o forse si potesse, parlare di Foibe. E se proprio vogliamo dirla fuori dai denti – puntualizza De Sessa - ,senza troppi distinguo che spesso servono per confondere e far prevalere le ragioni dei furbi più che la verità, tra due bombe atomiche sganciate sopra due città e i campi di concentramento, non saprei dire cosa sia più atroce. Ma c’è da scommettere – chiosa -, prima o poi verrà fuori qualche valente intellettuale a spiegarci che le atomiche su Hiroshima e Nagasaki, come gli ‘inesistenti’ campi di concentramento appunto, non sono mai cadute. Solo pubblicità, forzatura politica”.
Responsabile per la Toscana dell’Italia dei Diritti: “Legge becera e calcolatrice che nulla ha a che fare con la riforma e le risorse di cui la giustizia ha bisogno”
Roma - Enrico Rossi, presidente della regione Toscana, ha inviato una lettera ai capigruppo del Parlamento per proporre una correzione sulla prescrizione breve. Se quest’ultima non sarà rivista, infatti, i responsabili di numerose stragi, tra cui quella di Viareggio avvenuta il 29 giugno 2009, rischiano di rimanere impuniti. Scopo della missiva è quello di chiedere la revisione dell’emendamento Paniz, contenuto nel disegno di legge sul processo breve, la norma che riduce i termini della prescrizione per gli imputati incensurati. Secondo Rossi per scongiurare l’amnistia per i responsabili della strage viareggina basterebbe solo aggiungere che le disposizioni presenti nell’articolo non vanno applicate in caso di reati colposi che provocano morti o lesioni alle vittime, evitando così la prescrizione di reati gravissimi.
Emanuela Ferrari, responsabile per la Toscana dell’Italia dei Diritti, ha così commentato la notizia: “La legge sul processo breve ha degli effetti nefasti, perché è volta non solo ad annullare almeno un paio di processi nei quali il Premier è imputato, ma anche ad ‘abbreviare’ la prescrizione, già peraltro ‘abbreviata’ nel 2005. Essa avrà un effetto a catena, se si può dire, ancor peggiore. Millantata come riforma per tutelare la richiesta di giustizia dei cittadini, mina alle fondamenta la certezza del diritto, dividendo gli imputati tra buoni e cattivi, prescritti i primi a giudizio i secondi, definendo in modo lapalissiano che la legge non è uguale per tutti. Sembra, quindi, che anche questa norma sia il sequel delle altre dichiarate anticostituzionali in violazione dell’Art.3. La giustizia ha bisogno sì di una riforma, ma non di questa farsa "Ad Personam".
Purtroppo, non sarà una legge uguale per tutti – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – neanche con la richiesta di Rossi di una clausola di esclusione del reato di disastro colposo dall'emendamento Paniz, inoltre oltre le stragi rimarranno impuniti tanti altri delitti. La pedofilia e la violenza sessuale, per esempio, non sono stati citati fra i reati di grave allarme sociale e quindi anche questi non sono stati esclusi dalla prescrizione breve. Questa è un legge becera e calcolatrice, che nulla ha a che fare con la riforma e le risorse di cui la giustizia ha bisogno. E' bene che l'opposizione in Parlamento faccia tutto ciò che è democraticamente consentito per ostacolare l'approvazione della più grossa amnistia della storia repubblicana.
Daniela Rombi, dell’Assemblea 29 giugno, associazione che raccoglie le vittime della strage di Viareggio, e che ha perso sua figlia Emanuela di 21 anni non avrà mai giustizia e con lei tutti i cittadini italiani”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti : “Nessuno venga a dirci che questa non è una legge ad-personam in quanto mira a tutto quanto serve al Premier per l’impunità nel processo ‘Mills’. Da oggi, sono molti i corrotti che saranno maggiormente invogliati a continuare nella loro condotta criminale”
Roma –“Sono profondamente indignato di fronte a quanto successo, se c’era ancora qualche dubbio, adesso possiamo essere certi che ci troviamo di fronte ad una Maggioranza che ha legiferato e legifera per rispondere agli interessi del Premier. Ritengo lecito domandarsi se questa proposta di legge sarebbe stata ugualmente formulata se non fosse esistito Berlusconi”.
Commenta con queste parole Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, l’approvazione alla Camera con 314 sì e 296 no, del provvedimento sul “processo breve”, norma che fissa termini di fase per ciascun grado di giudizio e accorcia i tempi d’azzeramento dei reati
“Da oggi – analizza De Pierro - , sono molti i corrotti che saranno maggiormente invogliati a continuare nella loro condotta criminale, infatti questo provvedimento salvaguarderà i comportamenti illeciti dei ‘colletti bianchi’, che nella maggior parte dei casi sono incensurati. Quindi, ben lungi dal varare un espediente anticorruzione, com’era più volte stato sbandierato, ora gli italiani onesti quando vedranno l’esponenziale aumento della corruttele dovranno ringraziare gli esponenti della Lega e del Pdl, in particolar modo i loro elettori che hanno risposto più ai proclami roboanti della propaganda dell’asse Bossi – Berlusconi, piuttosto che al lume della ragione. Infatti penso che chi ha votato questa maggioranza o l’ha fatto per rispondere al richiamo d’interessi personali, cosa che avrebbe anche una logica, sebbene discutibile, oppure per mera ignoranza o incapacità di comprendere ciò che stessero facendo. Nessuno venga a dirci – sottolinea il presidente dell’Italia dei Diritti - che questa non è una legge ad-personam in quanto mira a tutto quanto serve al Premier per l’impunità nel processo ‘Mills’. Anzi sembra sia studiata apposta per favorire il Presidente del Consiglio : vale per gli incensurati e infatti Berlusconi è incensurato, l’accorciamento è molto limitato , guarda caso giusto quel tanto che basta per evitare una condanna al Premier e, cosa più importante, queste regole si applicano quando non si è ancora in presenza di una sentenza di primo grado, e infatti in nessuno dei procedimenti che vedono imputato Berlusconi esiste già pronuncia di una primo verdetto”.
I deputati, riuniti in seduta notturna, hanno eseguito le procedure di voto mentre all’esterno di Montecitorio si levavano le proteste dei familiari delle vittime di tante tragedie italiane, toccate negativamente dalle modificazioni giurisprudenziali. La discussa norma cancellerà infatti numerosi procedimenti, tra cui l’inchiesta seguita al terremoto dell’Aquila, quella per la strage di Viareggio, quelle per i crac Cirio e Parmalat e quella sullo scandalo rifiuti a Napoli.
“Il problema – evidenzia il presidente dell’Italia dei Diritti - è che per salvare Berlusconi si manderanno al macero tantissimi processi, con le ovvie conseguenze. Il progetto iniziale prevedeva l’istituzione di processo breve con una durata prestabilita che, in caso di sforamento di tali tempi, si estingueva automaticamente, in un meccanismo che era manifestamente folle. Ora invece, in caso di sforamento, il tutto andrebbe a ricadere sul magistrato inadempiente, anche se l’eventuale ritardo fosse dovuto a carenze dell’apparato piuttosto che responsabilità individuali, sembrerebbe quindi quasi un’intimidazione nei confronti della magistratura. D’altronde lo stesso Alfano ha ammesso un aumento delle prescrizioni parlando di uno 0.2 %, cifra sulla quale non siamo d’accordo in quanto, in sintonia col CsM, riteniamo saranno almeno il 10% in più e di fronte all’alto numero di quelle che hanno già luogo abitualmente appare assurdo e illogico. Ancora più incredibile è che questo avvenga a fronte di un incremento del 30% dei reati di corruzione che, per essere debellata, necessiterebbe di una legge specifica, cosa che tra l’altro, è stata già imposta dalla normativa europea. E – sottolinea De Pierro - visto che il ministro Alfano si è ben guardato dal dire alla gente quali saranno i reati più colpiti dalla prescrizione breve, ci pensiamo noi. Si parla soprattutto di illeciti che vengono contestati ai famosi “colletti bianchi” e perciò: truffa, aggiotaggio, bancarotta oppure incidenti sul lavoro e, naturalmente, la corruzione. Tutti crimini – conclude – che inquinano ulteriormente il nostro sistema già abbondantemente malato per la condotta scriteriata di tanti rappresentanti istituzionali, politicanti e non, che, quotidianamente, mettono in atto comportamenti volti a salvaguardare gli appetiti personali e le smanie di privilegi, piuttosto che il bene supremo della collettività”.
La vice responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti: “E’ necessario che ci sia almeno un bidello per piano che sorvegli gli alunni quando si muovono all’interno della scuola”
Roma - Centinaia di precari del personale tecnico e ausiliare scolastico, ovvero i bidelli, lanciano l’ennesimo allarme al Ministero della Pubblica Istruzione.
Nuove manifestazioni sono previste a causa degli ulteriori tagli del 50% causati dalla Riforma Gelmini. Con la diminuzione del personale molti dirigenti, infatti, non sono più in grado di garantire la sorveglianza sugli alunni.
Ivetta Battaglia, vice responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti, ha così commentato la situazione: “La sorveglianza dei piani, dei bagni e degli edifici in generale è affidata ai bidelli ed è una responsabilità che implica riscontri penali. E’ necessario che ci sia, quindi, almeno un bidello per piano che sorvegli gli alunni quando si muovono all’interno della scuola. A loro, inoltre, è affidato il compito di pulire fuori dall’orario delle lezioni. Con la diminuzione del personale si è creato anche il problema delle sostituzioni in caso di malattia, poiché le unità mancanti non possono essere rimpiazzate.
Nessuno – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – è, quindi, preposto alla sorveglianza dei bambini o dei ragazzi durante il cambio dell’ora o se l’insegnante deve assentarsi, per evitare eventuali incidenti.
Anche le visite guidate o le gite scolastiche sono state diminuite proprio per questo motivo, in quanto si necessita di almeno due bidelli per la sorveglianza, per cui, spesso, si necessita dell’ausilio dei genitori. A questi ultimi si richiede la collaborazione anche per cose più pratiche e materiali come, ad esempio, il dover riparare qualcosa nella scuola.
Credo, però – conclude la Battaglia – che al di là della Scuola ci siano problemi legati anche alla funzionalità e gestione dei Comuni in merito, forse soprattutto nel Lazio, che non forniscono molto come materiali e a livello di celerità nel risolvere i vari problemi che vengono a crearsi”.
La viceresponsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti : “? veramente insensato lasciare questi tesori nell’incuria e all’incapacità di chi amministra, ricordiamo che data la loro unicità, una volta perduti non potranno più essere recuperati”
Roma – Venezia come Pompei e Roma. Sempre più spesso arrivano notizie di crolli nei monumenti più antichi e preziosi delle città italiane. Ieri a franare, nella città lagunare, è stata la quarta colonna sul lato del palazzo dei Camerlenghi del Ponte di Rialto, struttura da un anno monitorata con sensori simili a quelli usati per le zone sismiche. Un tesoro di 500 anni piuttosto fragile e, probabilmente, bisognoso di cure visto che quello di ieri, è stato il quarto cedimento in 3 anni dallo stesso punto.
Sui fatti è intervenuta Federica Mariotti, viceresponsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti : “La questione dei cedimenti continua ad essere ignorata da chi dovrebbe occuparsene, in questo caso il Ministro dei Beni culturali. Ribadisco che non prendere in considerazione i crolli di monumenti e opere d’arte dello sterminato patrimonio italiano, è cosa stupida, perché una delle fortune dell’Italia è possedere un capitale artistico immenso , che ci viene invidiato dal resto del mondo. ? veramente insensato - asserisce la Mariotti - lasciare questi tesori nell’incuria e all’incapacità di chi amministra, ricordiamo che data la loro unicità, una volta perduti non potranno più essere recuperati. Spero vivamente che l’amministrazione comunale provveda a preservare il ponte di Rialto”.
Mentre l’assessore ai Lavori pubblici locale si prodiga alla difficile ricerca di sponsor per avviare una costosa manutenzione straordinaria, un supporto concreto arriva dagli artigiani veneziani.
Gianni De Checchi, segretario di Confartigianato ha dato come pronto il progetto di consolidamento delle balaustre della durata di 3 mesi. Un’operazione completamente sulle spalle degli artigiani, i quali, poiché si attiveranno a proprie spese, chiedono almeno di essere esentati dal pagamento dell’Iva, procedura che le norme nazionali però non consentono. Tutto, quindi, resta fermo in attesa dello sblocco dell’iter burocratico, una lungaggine dannosa, come si evince da gli ultimi accadimenti.
Il vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti:
“Le istituzioni devono monitorare il territorio, a rischio la salute dei cittadini”
Bari – Pieno appoggio ai cittadini pugliesi che protestano a Bari San Giorgio perché stanchi dei rifiuti lasciati sulla complanare della statale 16, arriva da Vincenzo Anelli, vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti.
“Condivido le azioni di protesta degli abitanti della zona che da tempo sollecitano l’intervento delle autorità cittadine e dei servizi competenti, quali l’Amiu, a seguito dei disservizi le cui conseguenze ricadono sul quartiere”. Anelli punta i riflettori in particolare sull’abbandono di rifiuti di ogni genere “che – aggiunge – di frequente presentano materiali pericolosi come amianto e pneumatici”.
L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro getta un faro di luce sulla condizione che affligge i residenti del quartiere barese che vivono una situazione critica: “L’abbandono indiscriminato dei rifiuti rappresenta un rischio per la salute, nonché un danno all’ambiente e in particolare alla costa”.
Il vice responsabile pugliese del movimento extraparlamentare sottolinea la ricaduta economica e turistica, che il perdurare di una simile situazione può provocare sulla litoranea barese, e lancia l’appello alle istituzioni: “Chi è tenuto a monitorare il territorio individuando i responsabili di simili azioni deve adempiere al pieno il suo dovere. Il problema dei controlli – conclude – è centrale”.
Il viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti : “Ci auguriamo sia il comportamento di un irresponsabile. Speriamo altresì che la vicenda venga chiarita al più presto”
Roma – “Auspichiamo l’avvio di indagini che possano chiarire la matrice del gesto, un’azione che è deprecabile e ignobile in un momento in cui c’è bisogno di tutto fuorché alimentare un clima di agitazione”.
Condanna netto Giuliano Girlando, viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti, l’ignobile atto minatorio attuato nei confronti del Sindaco di Roma Gianni Alemanno. In un plico recapitato ieri in Campidoglio, indirizzato al primo cittadino, sono stati ritrovati un proiettile di grosso calibro, già esploso, e una lettera datata 17 marzo 2011 firmata dai “Gruppi di azione patriottica – Nucleo appenninico Balilla”. Un’evidente e pericolosa azione dimostrativa da non sottovalutare. Nella lettera dei G.A.P, presente anche un simbolo similare alla bandiera partigiana delle Brigate Garibaldi dalla quale si originarono appunto queste unioni di combattenti con compiti di azioni armate. “Ci auguriamo – ribadisce l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – sia il comportamento di un irresponsabile che mira soltanto a destabilizzare una situazione già ricca di conflitti e di tensione. Speriamo altresì che la vicenda venga chiarita al più presto”.
I firmatari hanno lanciato nella missiva, pesanti insinuazioni sui progetti del Sindaco capitolino circa la vicenda discariche . Alemanno a loro scrivere, pianificherebbe in accordo con il ministro La Russa e il Presidente Berlusconi lo scatenarsi di un’emergenza pattume nel Lazio al fine di passarne la gestione al Governo. Scopo ultimo dell’accordo la creazione della “Città dei Rifiuti” da situare nel triangolo industriale - militare Civitavecchia – Allumiere - Tarquinia.
“Per quanto riguarda ‘Malagrotta’e l’emergenza rifiuti – asserisce Girlando - , speriamo che a breve la presidenza della regione Lazio di Renata Polverini crei un tavolo con il Comune e la Provincia di Roma, per discutere della questione ambientale che – chiosa l’esponente capitolino - è una priorità per la salvaguardia del territorio oltre che una necessità per tutelare il benessere e la salute dei cittadini”.
Il vice responsabile cittadino dell’Italia dei Diritti:
“I writers esprimono una forma d’arte, i vandali mancano di senso civico,
è bene distinguere”
Milano – “Un conto è parlare di vandali, un altro di writers. I primi sono da condannare, in quanto mancano di senso civico, i secondi invece esprimono una loro forma d’arte, e in quanto tale, vanno compresi”. E’ il pensiero di Luca Ragone, vice responsabile milanese dell’Italia dei Diritti, che prende le distanze da chi prova ad accomunare i graffiti a gesti d’inciviltà quali, ad esempio, danneggiare mezzi pubblici o bruciare cassonetti della spazzatura.
L’esponente lombardo del movimento fondato da Antonello De Pierro ricorda come, anche in passato, gli appelli dei writers siano sempre rimasti inascoltati dalle istituzioni locali: “Queste persone hanno più volte chiesto dei luoghi in cui poter esprimere liberamente la loro forma d’arte, ma non hanno mai ottenuto risposta”.
“A Milano ci sono molti spazi in disuso e capannoni inutilizzati – sottolinea Ragone - ebbene, metterli a disposizione per valorizzare l’arte di queste persone, sarebbe un vantaggio per l’amministrazione comunale la quale, inoltre, potrebbe sfruttare questi luoghi per realizzare delle mostre espositive. Invece nel capoluogo lombardo si tende a fare di tutta l’erba un fascio, e si esula il problema facendo piazza pulita di tutto”.
“Il vandalismo è un gesto gratuito che implica mancanza di senso civico, e in quanto tale va condannato fermamente. Però – conclude amaramente il referente locale dell’Italia dei Diritti - l’equazione ‘writers uguale vandali’ è sbagliata”.