Il viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti : “Per quando concerne il negazionismo, mi sembra una cosa messa su da gente che vuole in qualche modo ‘ bucare lo schermo’.. Cioè far parlare comunque di se, e bisogna dire che talvolta ci riesce pure”
Roma– “Cloro al clero” è un blog antisemita di ispirazione anarchica attivo dal 2006, nel quale “Cloro”, la tenutaria, spiega con decine di post le sue allarmanti tesi. Righe su righe per sostenere, tra gli insulti alle personalità ebraiche, tesi negazioniste circa l’Olocausto che la blogger ritiene “ mito fondativo del sionismo”, atto a determinare “un condizionamento di massa”.
Sarebbe inutile e fuorviante celebrare la Giornata della Memoria, ricorrenza ritenuta da “Cloro” un’ulteriore risorsa per mantenere vivo il “mito dell’Olocausto” a suo scrivere “risorsa politica” per rendere “intoccabili” gli ebrei facendo leva sul senso di colpa occidentale. I fatti, già degni di risentimento, diventano oggetto di scandalo nel momento in cui si scopre che l’autrice all’anagrafe è Barbara Albertoni, insegnante di storia e filosofia al liceo linguistico Manzoni di Milano.
Sulla vicenda è intervenuto Cesare De Sessa, viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti : “Che chi vince scriva la storia, è una costante da sempre, senza eccezioni per quanto ne sappia. Per cui, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, è evidente che i vincitori hanno voluto dare di se stessi un’immagine che coincidesse con un’idea del ‘bene’. Di contro, gli sconfitti cos’altro potevano essere,‘solo’il male assoluto. Ciò precisato, per quando concerne il negazionismo, mi sembra una cosa messa su da gente che vuole in qualche modo ‘bucare lo schermo’, per dirlo nel gergo televisivo. Cioè far parlare comunque di sé , e bisogna dire che talvolta ci riesce pure. Naturalmente – attacca De Sessa - , credo sia diritto della professoressa negazionista come dei suoi amici, compreso il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, che secondo i bene informati sarebbe generoso nel finanziare gli studiosi che sostengono la sue tesi sostenere ciò che credono, fossero anche ‘stronzate’. Democrazia, in particolare in tempi come questi, significa dare possibilità di parola anche a chi pensa e dice l’esatto contrario di quelle che sono le nostre convinzioni”.
Corredano il diario on- line della docente, alcune foto della bandiera dello stato di Israele con la svastica, vignette, e numerosi articoli dedicati al sostegno nei confronti dei più noti negazionisti: il ricercatore della Sapienza Antonio Caracciolo, Irving e Faurisson.
Quest’ultimo, famoso per aver confutato l’esistenza delle camere a gas, strenuamente supportato dalla Albertoni alias “Cloro”che lo definisce ‘perseguitato da oltre 25 anni da leggi che negano il diritto alla ricerca ed alla libertà d’espressione’.
“Per quanto mi riguarda – dichiara l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , non posso dimenticare che nella cultura del novecento, da Einstein a Freud, Chagall, Kafka, molti grandi sono ebrei. E verosimilmente il mondo sarebbe stato diverso senza il loro apporto, forse un po’ peggiore. Certo, capisco che negli ultimi tempi Israele varie cose di cui vergognarsi le abbia fatte, ma questo è un altro discorso. E comunque, i vincitori del secondo conflitto mondiale, all’indomani del loro successo, un bel po’ di roba sporca si sono affrettati pure loro a nasconderla. Non a caso sono passati decenni prima che in Italia, con la mitologia della Resistenza, si sentisse o forse si potesse, parlare di Foibe. E se proprio vogliamo dirla fuori dai denti – puntualizza De Sessa - ,senza troppi distinguo che spesso servono per confondere e far prevalere le ragioni dei furbi più che la verità, tra due bombe atomiche sganciate sopra due città e i campi di concentramento, non saprei dire cosa sia più atroce. Ma c’è da scommettere – chiosa -, prima o poi verrà fuori qualche valente intellettuale a spiegarci che le atomiche su Hiroshima e Nagasaki, come gli ‘inesistenti’ campi di concentramento appunto, non sono mai cadute. Solo pubblicità, forzatura politica”.