Il Responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti:“I reati devono essere puniti e la certezza della pena è e deve essere un fondamento di ogni Stato di diritto”
Roma , – I legali di Calisto Tanzi, l’ex patron di Parmalat, hanno presentato l’ istanza di scarcerazione che è stata però rifiutata dal Tribunale di sorveglianza di Bologna. L’imprenditore si dichiara malato e giudica eccessivamente severa la pena che gli è stata inflitta, ovvero 4 anni e 4 mesi di reclusione.
Il Responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, Giuliano Girlando, è intervenuto sull’argomento con queste parole: “Siamo rammaricati per le condizioni di salute di Tanzi, ma è giusto che debba scontare la sua pena. Lo Stato di diritto e la certezza della pena non trovano spesso espressione in Italia.
I reati devono essere puniti - prosegue l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro. Avere la garanzia che chi si macchia di simili crimini possa scontare una pena commisurata e senza sconti di alcun tipo, credo sia proprio il minimo che si possa e soprattutto si debba fare, anche perché l’espiare una pena è comunque una forma di rieducazione e quindi in linea con la Costituzione; fermo restando che tutte le azioni che possano servire a prevenire ogni tipo di crimine, non possono che essere le benvenute”.
Il responsabile per Roma dell’Italia dei Diritti: "Ogni persona ha un diritto imprescindibile che è quello di vivere in un stato di dignità”
Roma, – "Ogni persona ha un diritto imprescindibile che è quello di vivere in un stato di dignità nel corso della sua vita. Avere un tetto sopra la testa è un elemento determinante affinché ciò avvenga”.
È con queste parole di giustizia che Alessandro Calgani, Responsabile per Roma dell’Italia dei Diritti, interviene sulla questione relativa alla protesta inerente l’emergenza abitativa messa in atto, attraverso l’utilizzo di uno striscione affisso sul monumento del bersagliere a Porta Pia, da due attivisti dei movimenti di lotta per la casa di Roma.
“Non è la prima volta che lo dico e lo ribadirò – prosegue Calgani –, che si necessita di una rivisitazione globale dei sistemi di assegnazione che ridurrebbero notevolmente episodi di malessere ed intemperanze di chi rivendica un diritto. La vendita, ma spesso svendita del patrimonio immobiliare degli enti per ottenere effimeri pareggi di bilancio, costituisce l'anticamera del declino degli stessi”.
Intanto altri manifestanti hanno occupato un’ala del Ministero delle Infrastrutture e hanno provocato un blocco del traffico su via Nomentana. Chiedono che venga convocato un tavolo Governo – Regione - Comune per discutere sulla questione degli sfratti, sul trattamento degli inquilini degli enti previdenziali e su un piano straordinario di contrasto all'emergenza casa a Roma.
“La liquidità necessaria – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, si può ottenere attraverso un’ottimizzazione di costi ed investimenti con un concorrente snellimento burocratico, ma per questo oltre alla competenza serve la voglia di farlo. Vendere un immobile ora non costituisce una programmazione e spesso costringe a scelte davvero difficili ed inappropriate nell'allontanamento degli occupanti. Le eccezioni ci sono, ma raramente se ne riscontrano nel contesto romano".
Il responsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti: “Ci deve essere rispetto delle istituzioni da parte di tutti gli attori sociali”
Roma - Sabato scorso nell’assemblea di Confindustria, i rappresentanti degli industriali hanno applaudito Herald Espenhahn, amministratore delegato di Thyssen Italia condannato in primo grado per omicidio volontario a seguito della morte di sette operai avvenuta per l’incendio scoppiato nell’azienda nel 2007.
“Un democrazia è tale quando vige equilibrio tra i poteri – commenta Giuseppe Criseo, responsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti -, pertanto si deve portare rispetto alle istituzioni, questo vale per tutti gli attori sociali. Anche Confindustria dovrebbe essere più rispettosa nei confronti delle decisioni intraprese dalla legge”.
Secondo alcuni esponenti del mondo industriale si sarebbe trattato di un malinteso, d’altra parte i familiari delle vittime si dicono indignati dall’accaduto e l’Associazione Nazionale Magistrati ha definito quanto successo “molto pericoloso”.
“Le leggi tengono in piedi le stesse aziende che, prive di un apparato normativo e di monitoraggio, non avrebbero ragion d’essere. Un mondo imprenditoriale mancante di sindacati, norme, giuste regole, magistrati che tutelano i diritti di lavoratori ed impresari, non sarebbe assolutamente gestibile. Dunque – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, auspico che i ‘signori dell’azienda’ convivano serenamente con la legalità. Si pretende serietà e disciplina dai lavoratori ed è bene che essi facciano altrettanto”.
Il Responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti: “Oramai mortificare e mistificare l’avversario politico è diventato pane quotidiano”
Roma, – Duro scontro politico in diretta tv, su Sky, fra il sindaco uscente di Milano Letizia Moratti e lo sfidante Giuliano Pisapia. L’attacco della Moratti era incentrato su un fatto risalente al 1985 che ha visto coinvolto il suo avversario giudicato dalla Corte Di Assise responsabile del furto di un veicolo che sarebbe servito per un pestaggio e un sequestro. L’indagine è stata poi archiviata come errore giudiziario, la sentenza d'appello del 1985 lo ha definitivamente prosciolto per non aver commesso il fatto. Pisapia ha annunciato che querelerà l’avversaria per diffamazione aggravata in quanto la candidata lo avrebbe attaccato senza dargli la possibilità di replica.
“E’ pleonastico dire che ci sorprenda – commenta il Responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti, Oscar Tortosa –, perché oramai mortificare e mistificare l’avversario politico è diventato pane quotidiano. La Moratti dimostra davvero poca professionalità nell’emulare in questo modo lo stile sfrontato di Berlusconi e delude in quanto si è sempre dimostrata una donna equilibrata”.
“Questi attacchi violenti sono di basso livello – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –. Una vera e propria caduta di stile della Moratti e di tutti quei politici che anziché affrontare i seri problemi dei cittadini, demonizzano perseguendo una politica di scontro. Mi appello alla sensibilità degli elettori di Milano affinché giudichino coscienziosamente chi può essere in grado di governare bene la città”.
La viceresponsabile per l’Istruzione dell’Italia dei Diritti: “La novità introdotta dal ministro Gelmini, che anima in maniera particolare la protesta di quest’anno, è la valutazione dei docenti in base ai risultati delle prove”
Roma - La rivolta di docenti, genitori e ragazzi contro le prove invalsi, ovvero i quiz che l’Istituto Nazionale per
“I presidi non fanno altro che attenersi alla legge – commenta Ivetta Battaglia, viceresponsabile per l’Istruzione dell’Italia dei Diritti -, le prove invalsi non sono una novità e nonostante i limiti che possiedono, devono essere somministrate ai ragazzi. Sono dei test che permettono di confrontare il livello di apprendimento dei singoli studenti, tanto a livello nazionale, quanto internazionale”.
I punti contestati sono la mancanza di informazione alle famiglie sul contenuto e le finalità dei test, una violazione della privacy imputata ad un questionario allegato che raccoglie informazioni su nazionalità, livello di istruzione e occupazione dei genitori e risorse disponibili in famiglia.
“Inoltre, una novità introdotta dal ministro Gelmini, che anima in maniera particolare la protesta di quest’anno – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, è la valutazione dei docenti in base ai risultati delle prove statali, questo è inconcepibile. Ci sono problematiche ed aspetti particolari che variano per studenti e docenti addirittura da città in città. Alcuni insegnanti si trovano ad operare in contesti svantaggiati rispetto ad altri, è assurdo che di tutto questo non ne venga tenuto conto nel valutare un insegnante – conclude
Il viceresponsabile per le politiche sociali dell’Italia dei Diritti: “Il Governo non fa altro che dire che non siamo i soli in Europa, ma in realtà non ci si muove da un’empasse che sta divorando l’Italia”
Roma – Secondo un rapporto diffuso dall’Acli catanese, le famiglie della città siciliana appaiono sempre più a rischio povertà e piegate dalla disoccupazione dilagante, si attesterebbe intorno al 43% la quota delle persone senza lavoro.
“La situazione catanese è speculare a quella dell’intero paese – osserva Aniello D’Angelo, viceresponsabile per le politiche sociali dell’Italia dei Diritti -. Si registra un tasso di disoccupazione record, ciò nonostante il Governo non fa altro che dire che non siamo i soli in Europa, che rispetto ad altre nazioni, ce la stiamo cavando meglio. La realtà è che non ci si muove da un’empasse che sta divorando l’Italia”.
L’indagine denuncia crescenti problematiche sociali, legati all’instabilità economica, quali l’emergere di nuove paure. Secondo i dati Acli, oltre al timore di rimanere disoccupati, segue la paura di vivere in solitudine, di non riuscire a pagare cure mediche nel caso di malattia, di cedere al malaffare.
“Alla radice di tutto questo – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, c’è il problema della disoccupazione. Il governo centrale e, in questo caso, l’amministrazione siciliana non stanno facendo abbastanza. Per quanto riguarda Palazzo Chigi poi, bisogna che investa fondi per incrementare l’occupazione, non solo le poltrone da sottosegretario. I dati riportati dall’Acli catanese sono una triste conseguenza della mancanza di lavoro. C’è il rischio – conclude D’Angelo -, di una rivolta popolare, per il pane, per la casa. Quando viene a mancare la possibilità di accedere a beni di prima necessità la situazione è esplosiva”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Non è concepibile che persone, le quali farebbero meglio a dedicarsi ad altro, imperversino sul piccolo schermo per dispensare pensieri in libertà per pochi minuti ed essere ricompensati con una cifra equivalente allo stipendio medio di un operaio”
Roma - Dopo la denuncia dello scorso 7 dicembre sugli stipendi faraonici dei conduttori Rai, il presidente dell’Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, torna a parlare dell’azienda di viale Mazzini, continuando la battaglia del movimento contro le spese pazze della società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo: “Ritengo che sia arrivato il momento di cominciare a prendere in esame il costo che la Rai sostiene per i numerosi ospiti delle diverse trasmissioni, dal momento che sono pagati coi soldi dei contribuenti e, purtroppo, molto spesso ciò viene dimenticato”.
De Pierro ritiene ingiustificati gli onerosi compensi che l’emittente pubblica continua a sborsare per gli ospiti che popolano i suoi programmi e riflette sull’inutilità e banalità delle tematiche che vengono trattate il più delle volte: “A nostro avviso bisognerebbe valutare più attentamente il valore artistico e professionale dell’ospite, ma ciò non sembra avvenire. Spesso, infatti, vediamo nei salotti Rai attricette e starlette, il più delle volte con un curriculum professionale pressoché inesistente, che si improvvisano opinioniste del superfluo, con interventi di basso profilo culturale che non pare abbiano quella funzione formativa che, invece, riteniamo debba avere una corretta informazione. La frivolezza degli argomenti trattati raggiunge, spesso, un tale livello di bassezza che pensiamo sia giunto il momento di dire basta a questo andazzo, al fine di elevare lo spessore qualitativo delle trasmissioni del servizio pubblico ed evitare che queste fungano da vetrina promozionale per quei personaggi che hanno bisogno di mantenere vivo il proprio ricordo nel pubblico, giacché hanno ferme da anni le proprie attività professionali e sono noti più per le loro performance immortalate dalle cronache rosa che per altro”.
“Alcuni scandali degli ultimi anni - continua la sua denuncia il leader dell’organizzazione extraparlamentare - ci fanno pensare che l’uso della televisione pubblica sia dettato esclusivamente dalle lottizzazioni partitiche, che sfruttano l’azienda per dare un sostentamento alle protette di alcuni politicanti e la costringono, in questo modo, ad abdicare al ruolo che le compete naturalmente. A questo scopo chiederemo, quanto prima, un incontro al presidente della Rai Paolo Garimberti, al neo-direttore generale Lorenza Lei e al presidente della Vigilanza Rai Sergio Zavoli, per confrontarci su tali questioni. Per seguire al meglio tale battaglia ho già provveduto ad attivare, inoltre, il nostro responsabile per l’Informazione Brunetto Fantauzzi”.
Concludendo, De Pierro attacca il sistema Rai, evidenziando con vigore che essa viene finanziata dai contribuenti: “Non è concepibile che persone, le quali farebbero meglio a dedicarsi ad altro, imperversino sul piccolo schermo, togliendo tra l’altro spazio ad artisti e professionisti di alto valore, per dispensare pensieri in libertà per pochi minuti ed essere ricompensati con una cifra equivalente allo stipendio medio di un operaio che, col suo lavoro e involontariamente, contribuisce ad alimentare questa situazione.
È una vergogna che deve finire immediatamente o, almeno, si abbia il coraggio di rendere pubblici i gettoni di presenza, in modo da dare al pubblico dei contribuenti la possibilità di rendersi conto delle voci di bilancio riferite ai compensi in questione”.
Il vice responsabile per la provincia di Parma dell’Italia dei Diritti: “Non è possibile buttar via così il denaro dei contribuenti”
Bologna – Il Comune di Parma ha speso cinquantamila euro per la costruzione di un parcheggio su via Lombardia, vicino al centro storico della città. Nonostante i lavori siano finiti, compresi quelli per regolamentare gli accessi e per i controlli, il parcheggio è rimasto inutilizzato.
Paolo Leporati, vice responsabile per la provincia di Parma dell’Italia dei Diritti, ha dichiarato in merito: “Siamo di fronte al solito sperpero di denaro pubblico. Se un parcheggio viene costruito e finito deve essere messo a disposizione del cittadino. Siamo arrabbiati per questa vicenda perché non è possibile buttare via così il denaro dei contribuenti, questi ultimi devono trarre benefici dai lavori pubblici, altrimenti è inutile farli. Non vorremmo – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che questo parcheggio resti inutilizzato come gli altri, tra cui quello di via Scola. Se il piano parcheggi a Parma prevede la loro costruzione questa deve essere eseguita. Si teme, infatti, l’induzione da parte dell’amministrazione ad utilizzare i parcheggi a strisce blu, per mancanza di quelli a strisce bianche, in modo che il Comune possa incassare i soldi. Oltretutto, I parcheggi stanziatori o a strisce bianche sono lontani dal centro storico e anche mal collegati con i mezzi pubblici”.
“Pietro Vignale, sindaco di Parma, nel periodo delle elezioni aveva fatto dei parcheggi gratuiti uno dei suoi cavalli di battaglia, ma una volta eletto ha stravolto il programma.
Bisognerebbe – dichiara infine Leporati – creare, quindi, più posti a strisce bianche per i residenti perché sono pochi e, inoltre, su via Lombardia ci sono due importanti scuole con conseguente parcheggio selvaggio nell’orario di uscita degli studenti”.
Il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Le variazioni non autorizzate apportate al permesso di costruzione e il mancato intervento della Polizia Municipale al fine di bloccare i lavori, potrebbero già bastare per denunziare il primo cittadino, l’assessore preposto e il comandante dei vigili urbani alla Procura della Repubblica”
Roma - Nel comune di Marino, a pochi chilometri dal Parco Regionale dei Castelli Romani, si sta consumando l’ennesimo scempio ambientale ad opera di imprenditori e amministrazioni che agiscono in barba al Prg territoriale. Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, si sofferma questa volta sul residence-ecomostro che sorgerà nei pressi di via del Divino Amore, un’opera che ha subito nel tempo variazioni indiscriminate e illecite: “Il nostro movimento è sensibile alle istanze della cittadinanza che scopre azioni di sopruso e violazioni delle leggi della convivenza civile, dal momento che le istituzioni chiedono sempre al cittadino il rispetto dei propri doveri, ma nessuno, in cambio, tutela i loro diritti. A tal proposito, offriamo la nostra piena solidarietà al comitato dei cittadini di Marino che ha denunciato questo evidente abuso che continua a protrarsi, sotto gli occhi indifferenti dell’amministrazione comunale”.
L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro attacca senza misure l’inadeguatezza del primo cittadino del Comune marinese, Adriano Palozzi, e degli organi addetti al controllo del Prg: “Le variazioni non autorizzate apportate al permesso di costruzione in modo del tutto indisturbato e il mancato intervento della Polizia Municipale al fine di bloccare i lavori, potrebbero già bastare per denunziare il primo cittadino, l’assessore preposto e il comandante dei vigili urbani alla Procura della Repubblica per mancata vigilanza o per corresponsabilità nel reato. Infatti, o gli organi competenti non si sono accorti di nulla, o sapevano e hanno guardato altrove. Il fatto che il Comune si trovi in una zona pre-parco implica che esso è soggetto a vincoli maggiori rispetto ad un qualsiasi altro territorio. Mi chiedo come possano il sindaco e il comandante dei vigili urbani non aver visto o sentito alcunché, considerando che si parla di un’opera edilizia immane. È possibile che Palozzi si circondi di tanti e tali incompetenti? Qui non è un problema di colore politico, ma si pone la questione del rispetto delle leggi. Le violazioni della concessione edilizia iniziale sono lampanti”.
Celardo conclude la sua riflessione, mettendo in evidenza l’importanza di un intervento immediato in merito all’intera vicenda e si rivolge direttamente al sindaco Palozzi: “Ci sembra che il comitato dei cittadini di Marino abbia il diritto di essere ascoltato. Non siamo più disposti a sorbirci le solite scuse di comodo, da parte di un primo cittadino che ha basato la sua campagna elettorale sulla legalità e sul rispetto dell’ambiente. Palozzi sosteneva di voler rimediare agli errori fatti dalle giunte precedenti, eppure si fa gabbare dal gruppo di incompetenti che lo attornia. Dunque, a nome di tutti i cittadini marinesi, chiediamo al titolare di Palazzo Colonna dei chiarimenti in merito alle sue mansioni. Perché non si sta occupando dei problemi della cittadinanza? Il sindaco ha il dovere di intervenire con azioni di polizia, in quanto è primo responsabile dell’ordine pubblico.
Non vogliamo pensare che a Marino ci sia una Giunta inesistente e un comando di vigili urbani che preferisce giocare a tressette, anziché combattere le azioni criminali”.
Il responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti: “Berlusconi è preoccupato per la sua stessa sopravvivenza, ma pensi di più alle condizioni di vita degli italiani”
Roma - Il Presedente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervenuto alla manifestazione elettorale della candidata del centrodestra Dorina Bianchi al comune di Crotone, ha parlato del nuovo assetto istituzionale e del fatto che bisognerebbe cambiare la Costituzione e ridurre i poteri del presidente della Repubblica per darne di maggiori al presidente del Consiglio e al Governo. Non è mancato nemmeno l’ennesimo attacco alla Magistratura, arrivando anche a offese personali.
Oscar Tortosa, responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti, ha così commentato le dichiarazioni del Premier: “Siamo in campagna elettorale e Berlusconi è preoccupato per il suo insuccesso, per la sua stessa sopravvivenza. Egli si pone degli obiettivi e continua ad attaccare la magistratura invece di preoccuparsi della disoccupazione, della disperazione dei giovani o di chi perde il lavoro a 40-45 anni. Attaccandola cerca di inasprire il clima rendendolo virulento.
Non so se ha problemi senili, ma ormai si sente un innovatore, un rivoluzionario.
Credo – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che si senta il Verbo assoluto e addirittura superiore a Dio. Spazia su tutto, a destra e a sinistra, ma dovrebbe smetterla e rispettare la nostra Costituzione, la magistratura, il presidente della Repubblica, i cittadini per fare un favore a tutta la Nazione. Pensi di più alle reali condizioni di vita degli italiani”.
Il responsabile per le Mafie e la Criminalità Organizzata dell’Italia dei Diritti:
“La procura di Napoli, resistendo alle minacce e alle intimidazioni di Berlusconi, continua a rappresentare il vero presidio della legalità in Campania”
Roma – Non tarda ad arrivare il commento di Francesco Barbato, responsabile per le Mafie e la Criminalità Organizzata dell’Italia dei Diritti, in merito al blitz anti-camorra che ha portato all’arresto di Feliciano Mallardo, boss dell’omonimo clan, e al sequestro di 900 immobili e 23 aziende, per un ammontare complessivo di oltre 600 milioni di euro. Le aziende del clan avevano acquisito il controllo di interi settori economici tra Roma e Napoli. In manette altre sei persone.
“Meno male che c’è la procura di Napoli – afferma Barbato – che resistendo, come tutti gli altri magistrati d’Italia, alle minacce e alle intimidazioni di Berlusconi, continua a rappresentare il vero presidio della legalità in Campania, determinando la liberazione dei territori controllati dalla criminalità organizzata”.
Dall’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro arriva un plauso al lavoro della Direzione distrettuale antimafia partenopea: “Faccio i miei complimenti al procuratore Lepore, ai coraggiosi magistrati della Dda di Napoli e alle forze dell’ordine che hanno lavorato in sinergia portando agli arresti del boss del clan Mallardo, di altre sei persone e al sequestro di beni della Camorra”.
“E’ inquietante però - continua Barbato – rilevare come la malavita organizzata continui a sopravvivere addirittura con la complicità di una certa politica e di un Pdl campano sempre più invischiato e compromesso con i clan camorristici”. Secondo l’esponente dell’Italia dei Diritti ciò che turba, in particolar modo, è il fatto che “sia ancora l’Onorevole Cosentino a determinare i candidati sindaci in Campania, cominciando da Lettieri a Napoli”.
Barbato conclude così la sua arringa: “Diventa salutare per la città di Napoli sostenere la candidatura di De Magistris: è lui che rappresenta, insieme all’Italia dei Valori, il vero cambiamento e la netta discontinuità, l’unico modo per dare la possibilità, soprattutto ai giovani, di continuare ad avere un futuro a Napoli”.