Main menu

Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

Attentato contro italiani in Afghanistan, Saltalamacchia critica parole di La Russa

Il responsabile per la Difesa e gli Affari militari dell’Italia dei Diritti : “ Attacchi come questo recano grossi danni a giovani che desiderano portare pace in territori dove  la tregua sembra potersi ottenere soltanto con azioni bellicose alle quali, senza dubbio alcuno, siamo estremamente contrari”

 

 

 

Roma – “Ho seguito con partecipazione questo tragico evento che ha visto coinvolti i nostri militari, già vittime in passato di tali, drammatiche forme di attentato. Rimango sempre della stessa idea, ritengo che l’Italia debba proporre un tavolo di pace, cercando insieme agli altri paesi di trovare delle forme diplomatiche che possano limitare in qualche misura, azioni così violente. Attacchi come questo, recano grossi danni a giovani che desiderano portare pace in territori dove la tregua sembra potersi ottenere soltanto con azioni bellicose alle quali, senza dubbio alcuno, siamo estremamente contrari”.

 

Commenta con queste parole Gennaro Saltalamacchia, responsabile per la Difesa e gli Affari militari dell’Italia dei Diritti, l’ennesimo attacco kamikaze ad Herat, in Afghanistan nel quale sono caduti 4 soldati della Nato e 5 militari italiani sono rimasti feriti, uno in modo grave. L’attentatore suicida, a bordo di un’autovettura si è fatto esplodere fuori da un edificio, presso la base del Prt, Team di Ricostruzione Provinciale italiano che per tutta la mattinata era stata sotto attacco. L’agguato non è stato l’unico della giornata, nelle stesse ore altri 3 talebani si sono fatti esplodere causando numerose vittime.

 

 “Non vorrei poi trascurare – analizza l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, le argomentazioni circa la spesa che noi stiamo sostenendo per mantenere questi uomini fuori dalla propria patria, lontani dalla propria nazione, con dei grandi disagi. Tali investimenti potrebbero essere profusi nella creazione di nuovo lavoro, per risolvere questioni di carattere sociale che abbisognano di fondi, i quali invece vengono sempre più sottratti ad operazioni sgradite  a noi italiani, che abbiamo la pace alla base della nostra Costituzione”.

 

Le reazioni del mondo politico sono state meno enfatiche rispetto ad altri accadimenti analoghi, forse a causa delle concomitanti elezioni amministrative. Il Ministro della Difesa Ignazio La Russa non si è mostrato intimorito e ha preferito ribadire l’intento di proseguire l’azione italiana in Afghanistan.

 

 

“A me dispiace – asserisce Saltalamacchia - dover sottolineare che un Ministro aspetti che ci siano morti sul campo per potere prendere delle decisioni più serie e consapevoli. Questo non fa bene  al nostro rappresentante, non giova al suo operato e  alla sua immagine. Chi va a portare la pace, come sostengono i nostri politici, non deve correre il rischio di morire o rimanere offeso per sempre. Le dichiarazioni di La Russa sono decisamente superficiali, è ingiusto e inopportuno sottovalutare quello che è accaduto”.

 

Minzolini e De Scalzi indagati per interviste a Berlusconi, l’opinione di Fantauzzi

Il responsabile per l’Informazione dell’Italia dei Diritti : “? grave che la dirigenza Rai debba spesso delegare e farsi sostituire dalla Magistratura per ristabilire le regole, senza che vi sia una authority interna morale e disciplinare”

 

 

Roma  -  Abuso d'ufficio è l'accusa con la quale il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, i direttori del Tg1 Augusto Minzolini e quello pro tempore del Tg2 Mario De Scalzi sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Roma. Il reato ipotizzato si riferisce alle interviste registrate dal Premier venerdì 20 maggio, in vista del voto per il ballottaggio alle amministrative, e mandate in onda dai principali tg nazionali. Sulla questione era intervenuta l'Agcom sanzionando Tg1, Tg4, Tg2, Tg5 e Studio Aperto.

 

“Cominciano  – commenta Brunetto Fantauzzi, responsabile per l’Informazione dell’ Italia dei Diritti – ad arrivare le sanzioni per tutti e non solo da una parte. ? inammissibile la violazione costante e continua delle regole. Non solo per il Presidente del Consiglio – prosegue - ma anche per Santoro che ritiene di fare una tv tutta sua in dispregio delle regole della televisione nazionale di stato”.

 

L’Agcom aveva in precedenza sanzionato le violazioni della par condicio commesse in campagna elettorale dalla trasmissione 'Annozero' condotta da Michele Santoro. Nel mirino l'intervento di Adriano Celentano dello scorso 26 maggio, nel corso del quale il cantante aveva dichiarato di parteggiare per Giuliano Pisapia. Nessuna multa per il programma ma l’obbligo di precisare in puntata l’ avvenuto compimento di tale infrazione.

“L’intervento della giurisdizione – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - ci sembra spropositato, poiché si tratta di stabilire se ci sono state patenti violazioni sulle norme elettorali. Comunque è grave che la dirigenza Rai debba spesso delegare e farsi sostituire dalla Magistratura per ristabilire le regole, senza che vi sia una authority interna morale e disciplinare”.

 

Indagine della Procura sui tagli alle Molinette, il commento di Smiroldo

Il viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Quando manca la volontà politica di sviluppare azioni per l’interesse comune vengono meno anche i fondi”

 

 

Torino – La mancanza di fondi per la ristrutturazione dell’ospedale Molinette di Torino rischia di far chiudere due tra i reparti più importanti, quali cardiochirurgia e terapia intensiva. La Procura ha aperto l’inchiesta riguardante la struttura sanitaria dopo che i controlli, effettuati da Carabinieri e Nas, avevano rilevato diverse violazioni sulla sicurezza come l’impianto di aerazione poco efficiente, le infiltrazioni, i materiali e le attrezzature mediche in locali non adeguati. Il procuratore Raffaele Guariniello sta valutando a chi ascrivere le responsabilità per tali violazioni, ma a monte c’è da considerare anche il problema dei finanziamenti richiesti agli amministratori politici nel 2008 e mai erogati. Infatti, nonostante i lavori ancora in corso proprio in questi giorni, i locali non saranno lo stesso a norma per la riapertura a causa di problemi anche strutturali, risolvibili solo con una profonda e costosa ristrutturazione.

 

Luigino Smiroldo, viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, ha così commentato la vicenda: “Quando manca la volontà politica di sviluppare azioni per l’interesse comune vengono meno anche i fondi, viceversa, se c’è la prima allora ci sono anche i soldi. La domanda che mi pongo, allora, è quali siano gli interessi politici che sono dietro la volontà di non ristrutturare l’ospedale.

Ci sono lobby politiche che hanno l’interesse di costruire nuove strutture sanitarie private per due motivi: far scendere quelle pubbliche da ottimi a bassi livelli e far inserire al loro posto il privato con un’offerta tutt’altro che ottima, ma comunque migliore degli ospedali pubblici. Se infatti, questi vengono fatti scendere a un livello da terzo mondo, il settore privato può anche offrire poco e poter funzionare con servizi minori che saranno, però, sempre migliori di quelli pubblici.  

Le Molinette è un bellissimo ospedale dal punto di vista logistico, perché è al centro della città ed è alla portata di tutti i cittadini per quanto riguarda l’accessibilità. Se la magistratura lo deve chiudere – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – lo faccia, perché non ci sono i requisiti minimi e non possono permettersi di utilizzare servizi senza sicurezza, ma si apra una contraddizione al riguardo. Purtroppo a farne le spese saranno i cittadini che non potranno usufruire dei servizi pubblici”.

 

 

 

Tortosa fiume su debacle Pdl alle Amministrative

Il responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti: “È un risultato che può sorprendere ma afferma con i numeri la voglia di cambiamento che c’è nel Paese”

 

 

Roma -  “È un risultato che può sorprendere ma afferma con i numeri la voglia di cambiamento che c’è nel Paese, un successo significativo in due città di particolare rilevanza come Milano e Napoli”. Commenta con parole di soddisfazione Oscar Tortosa responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti, i risultati dei ballottaggi amministrativi che hanno visto la pesante sconfitta del Popolo delle Libertà nei grandi capoluoghi e in molti piccoli centri.

Luigi De Magistris, nuovo sindaco di Napoli candidato outsider sostenuto dall’IdV, ha stracciato l’avversario Gianni Lettieri in forza al centro-destra superandolo di 30 punti percentuali, a Milano sono stati 10 i punti di distanza tra l’ex primo cittadino Letizia Moratti Pdl, e il neo-eletto Giuliano Pisapia, rappresentante del centro-sinistra.

 

 “Quando si tenta di giustificare il tonfo da parte del Popolo delle Libertà dando la colpa alla campagna elettorale – sottolinea Tortosa - non si avvertono le ragioni di questo grosso successo del centrosinistra. Si sottovalutano le motivazioni che hanno spinto migliaia e migliaia di giovani a lavorare per il trionfo di Pisapia e di De Magistris al quale si lega la vittoria in tanti altri comuni. Va precisato – sottolinea l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - per far comprendere che le sconfitte non sono state causate dagli errori in campagna elettorale ma nascono da questa svolta che definirei epocale. La maggior parte dei giovani che ieri abbiamo visto in piazza a Milano e , in maniera ancora più motivata, a Napoli, hanno voluto che vincessero questi due candidati. L’eclatante 60,3 % di De Magistris non è stata una sorpresa ma la risposta di una città che, forse, ha dato l’avvio a quella che io chiamo la ‘ terza rivoluzione’, il bisogno di un cambio generazionale in questi anni ridotto al minimo che ha soffocato la forza innovatrice delle classi giovanili. Quelli che sono scesi in piazza – prosegue Tortosa - , non sono perdigiorno o ‘bamboccioni’ ma ragazzi che hanno una coscienza democratica e vogliono partecipare alla gestione degli interessi della collettività ed essere il futuro dirigente del paese. L’esempio l’abbiamo avuto in Spagna dopo 15 giorni di controllo democratico della piazza, nella quale i cartelli indicavano il divieto di bere alcolici e di fumare o assumere qualsiasi forma di droga. La rivoluzione è questa, un’altra fase è iniziata e mi auguro prosegua con il referendum”.

 

 

 

Avere perduto l’amministrazione di molte città ha reso profonda la riflessione all’interno del  Pdl e ha galvanizzato le varie anime di opposizione. Dopo la delusione e i festeggiamenti delle prime ore,  entrambi gli schieramenti iniziano a far i conti con l’immediato futuro, puntando occhi ed energia sui referendum del prossimo 12 e 13 giugno. Il risultato che emergerà dalle urne sarà significativo per determinare l’intensità e la durata del vento di rinnovamento.

 

“Spero  - afferma su questo punto Tortosa - che tra 12 giorni oltre il 50% degli italiani vada a votare. Noi vogliamo che si raggiunga il quorum, si blocchi il nucleare e venga garantita l’acqua, diritto di tutti e bene essenziale per la vita di ogni uomo. Voteremo 4 ‘sì’ per fortificare questa ondata e affinché si avvii un processo di cambiamento verso nuove elezioni politiche, dando ampio spazio alle forze giovanili che hanno desiderio di rappresentarci senza compromessi con nessuno. De Magistris a Napoli e Pisapia a Milano  sono un esempio, il significato di questa rivoluzione maturata domenica e lunedì. Dopo 20 anni di governo berlusconiano sentiamo l’esigenza di un cambiamento, di un nuovo modo di essere e vivere la politica, incarnato da centinaia di ragazzi italiani che vogliono appropriarsi di queste vittorie e del loro futuro”.

 

 

 

 

Sciopero della fame a Bologna contro i tagli alla scuola, il commento di De Giorgio

Il responsabile per la Provincia di Bologna dell’Italia dei Diritti: “Con la scusa della riforma scolastica gli amici di questo governo continuano a fare i propri interessi”

 

 

Bologna – Giovedì 19 maggio a Bologna è partito lo sciopero della fame da parte di insegnanti, genitori e studenti in via de’ Castagnoli, davanti l’ufficio scolastico, per protestare contro i tagli alla scuola pubblica. La protesta simbolica è sostenuta dal Coordinamento dei presidenti dei consigli d’istituto delle scuole di Bologna e Provincia e andrà avanti fino al 26 maggio. La reazione è scaturita dall’indignazione verso il governo per i tagli di trentacinquemila posti di lavoro, di cui duemila in Emilia Romagna. Venduti ai cittadini come tagli agli sprechi, in realtà sono tagli lineari che eliminano docenti qualificati. Abbassare la qualità della scuola pubblica, per favorire quella privata, significa portare ad un ulteriore squilibrio socio-economico.

 

Marcello De Giorgio, responsabile per la Provincia di Bologna dell’Italia dei Diritti, ha così commentato l’iniziativa: “Nei confronti della scuola il governo si rivela come il figlio della peggior tradizione democristiana. Con un sistema clientelare, infatti, favorisce le persone vicine alla compagnia di governo. Cercando di privilegiare la scuola privata si dà adito ad un gioco politico che prevede amicizie politiche.

Lo sciopero della fame – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – è stato posto in essere per mettere in evidenza lo sciacallaggio nelle scuole fatto dal governo.

Sono necessarie riforme legislative che possano cambiare l’attuale stato di cose in Italia e mandare a casa questo direttivo, possibilmente prima delle prossime elezioni.

Con la scusa della riforma scolastica gli amici di questo governo continuano a fare i propri interessi”.   

 

Soddisfazione di De Pierro per il trionfo di Pisapia e de Magistris

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “L’era di Berlusconi e del suo modo aziendale e autoritario di fare politica ha imboccato il viale del tramonto, ma attenzione, la sua sagoma spettrale non si è ancora dileguata all’orizzonte. Non commettiamo l’errore fatale di abbracciare l’illusione prima di avere certezze assolute”

 


Roma – “Accogliamo con immensa gioia i risultati dei ballottaggi delle elezioni amministrative che hanno sancito una straordinaria vittoria del centrosinistra e una cocente batosta per il centrodestra. I nostri appelli contro il berlusconismo, sul sistema di potere che ha spinto l’Italia nel baratro, dopo averne  superato da tempo l’orlo, il nostro impegno sul territorio, le nostre indicazioni di voto, hanno contribuito notevolmente a questo successo eccezionale”.

Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, non nasconde la grande soddisfazione per i risultati dei ballottaggi in numerose città d’Italia, che hanno visto il trionfo del centrosinistra, con i riflettori puntati soprattutto su Milano e Napoli.

 

“In ogni caso – continua De Pierro - le vittorie che sentiamo più nostre, sia per quanto abbiamo investito, sia per l’enorme significato politico che rivestono, sono quelle di Giuliano Pisapia a Milano e di Luigi de Magistris a Napoli. L’era di Berlusconi e del suo modo aziendale e autoritario di fare politica ha imboccato il viale del tramonto, ma attenzione, la sua sagoma spettrale non si è ancora dileguata all’orizzonte. Non commettiamo l’errore fatale di abbracciare l’illusione prima di avere certezze assolute. Questo è solo un primo  importante passo, che ha dimostrato che la coscienza civile di una parte del popolo italico ha iniziato a liberarsi dall’intondimento provocato dal bombardamento mediatico del partito azienda del premier, ma chi invece ha avuto sempre sani i capisaldi di idee e valori, dovrà continuare a parlare con queste persone, raccontare le verità storiche e non quelle preconfezionate dai servi mistificatori al servizio del padrone”.

 

Poi il leader del movimento extraparlamentare lancia una frecciata al partito di Umberto Bossi, che anticipa una linea politica che verrà seguita nei mesi futuri: “C’è anche chi ha iniziato a rendersi conto del doppiogiochismo della Lega Nord, che è riuscita sempre a dire tutto e il contrario di tutto nel giro di poche ore, prendendo in giro spesso i suoi stessi militanti. Ma questo è un altro punto che affronteremo e un’altra battaglia che condurremo, ossia sbugiardare i proclami leghisti agli occhi dei tanti fanatici con cervelli in vacanza perpetua che credono nel nulla, sbandierato dai dirigenti di partito, salvo chi ha compreso e ha deciso di fare da tempo le valigie, e assecondano le brame di potere di pochi furbi.

Prima di dire – prosegue il numero uno dell’Italia dei Diritti - che il tempo del clientelismo, delle leggi ad personam, della dittatura mediatica, delle regole che si possono rispettare facoltativamente, della politica affaristica, dell’arroganza  e dei deliri di onnipotenza, è stato definitivamente affidato al passato in un triste solco della storia repubblicana, bisogna esserne certi. Se vogliamo salvare quest’Italia che ci sta a cuore dobbiamo annientare sul terreno dello scontro politico Berlusconi, il berlusconismo e i suoi alleati di cartongesso con deliri di ‘celodurismo’. Ora bisogna vigilare attentamente per evitare che alcuni politicanti infiltrati nelle file di alcuni partiti del centrosinistra, nostalgici di una certa politica continuino le loro scorribande affaristiche. Di certo purtroppo ci sono e bisogna lanciare un messaggio chiaro, il paese della cuccagna è finito, ora bisogna lavorare seriamente, e chi ha queste intenzioni deve sloggiare dagli scranni istituzionali e vivere di note amarcord. Ai nuovi sindaci giungono i più sinceri auguri di buon lavoro da parte di tutto il movimento, ma soprattutto credo che il compito più arduo sarà quello di de Magistris. A Napoli la Camorra non accetterà di perdere i contatti con il potere politico e il nuovo sindaco blinderà le porte, ma il pericolo di collusioni resterà sempre in agguato dietro l’angolo”.

 

L’Italia dei Diritti si è limitata in questa tornata elettorale a garantire un appoggio esterno e il fatto di non aver cercato accordi di alcun genere viene rimarcato decisamente da De Pierro.

“A questo risultato – conclude - abbiamo dato il nostro grande contributo, ma non abbiamo fatto patti o accordi, non è nella nostra cultura. Ma suggerimenti sì, ne possiamo dare, dall’altro del nostri imperativi assoluti volti ai valori della legalità, della trasparenza, della giustizia e dell’onestà morale e intellettuale. I nostri suggerimenti, sono soprattutto per Pisapia e de Magistris, e a Milano hanno il nome di validi esponenti del nostro movimento, che incarnano perfettamente i nostri principi indissolubili, come Maruska Piredda, Annalisa Martino, Luca Ragone e Filippo Monteleone, mentre a Napoli si chiamano Licia Palmentieri e Angelo Di Mauro. Con alcuni degli elementi che ho citato, nelle squadre di governo di due realtà  metropolitane così complesse, il fatto che si aggiungerebbe una ventata di autentica passione politica mossa da grande onestà è una granitica certezza”.

 

 

Allarmanti i dati degli infortuni sul lavoro nel Lazio, il commento della Nieddu

La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Si spendono tanti soldi che potrebbero, invece, essere usati per battere a tappeto le attività e riscontrare il non rispetto delle norme di sicurezza”

 

Roma – In base ai dati dello studio effettuato dalla Cgil sulle morti bianche, è emerso che sono più di cinquantacinquemila gli infortuni sul lavoro denunciati nel 2009 nel Lazio. Il tasso è uno dei più alti d’Italia e riguarda soprattutto i giovani e gli over 50. Inoltre, gli incidenti denunciati riguardano soprattutto la provincia di Roma. I dati allarmanti riguardano gli ultimi dieci anni poiché, mentre a livello nazionale gli infortuni sono diminuiti del 23%, nel Lazio solo del 2%.

 

Anna Nieddu, vic responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, ha così commentato la notizia: “Il fatto che nel Lazio e, in particolare a Roma, ci siano questi dati allarmanti è perché nell’hinterland della Capitale si concentrano le fasce di lavoratori più fragili: immigrati e giovani. L’allarme per il  non rispetto delle norme di sicurezza sugli infortuni non si concentra solo nei cantieri, ma anche in altri luoghi di lavoro. La crisi ha portato al taglio di fondi ove ritenuto necessario. Se si è tagliato anche nella sicurezza sul lavoro, in quanto ritenuto settore non indispensabile, è una questione di tipo culturale.

I giovani e gli over 50, ma anche 40, sono le due fasce più colpite dalla crisi nel mercato del lavoro. Questo è dovuto al fatto che, anche se i lavoratori si rendono conto che sul posto di lavoro le norme sulla sicurezza non vengono rispettate, non lo denunciano per non perdere il posto.

Non è sufficiente – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – fare campagne istituzionali, dopo che gli incidenti sono avvenuti. Si spendono tanti soldi che potrebbero, invece, essere usati per battere a tappeto le attività e riscontrare il non rispetto delle norme di sicurezza, senza aspettare che siano i lavoratori a doverle denunciare”.

 

 

Berlusconi parla a Obama di “Pm dittatori”, per Tortosa è scandalo

Il responsabile per la Politica Interna  dell’Italia dei Diritti:

“Il Cavaliere che si gioca la carta del pericolo comunista con il presidente Usa è come un bambino che si rivolge a un compagno più grande per far bella figura.

Un gesto mortificante”

 

Roma – “Per l’ennesima volta il Presidente del Consiglio torna ad accusare la Magistratura, quel che ci fa sorridere è il fatto che Berlusconi non si renda conto che, in realtà, si prende in giro da solo”. Si esprime così Oscar Tortosa, responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti, sul nuovo attacco ai ‘giudici di sinistra’ sferrato dal Premier, secondo il quale in Italia ci sarebbe la loro ‘dittatura’.  Questa volta però il Cavaliere non ha lanciato la sua arringa dal palco di un comizio elettorale né da un salotto televisivo, ma lo ha detto a Barack Obama, in un colloquio privato di un paio di minuti, a margine dei lavori del G8 di Deauville. L’opinione pubblica grida allo scandalo.

Il Berlusconi che prova a giocarsi la carta del ‘pericolo comunista’ con il presidente americano è, a detta di Tortosa, “come un bambino delle elementari che si rivolge alla maestra o a un compagno più grande sperando di fare bella figura”. Il responsabile per la politica interna dell’organizzazione extraparlamentare non rincara la dose: “Si tratta di un gesto mortificante in primis per sé stesso, visto che ha denunciato indirettamente di non aver potere, malgrado sia il presidente del Consiglio”.

“In realtà – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – il Premier compie delle scelte ben precise, come quella di voler scampare al Referendum sul nucleare approvando il decreto omibus, con cui il governo si impegna a rendere definitiva la sospensione del programma sul nucleare”.  Una via di fuga che lascia Tortosa con la bocca asciutta: “Intorno alle centrali girano miliardi di euro, ed il Cavaliere deve dare rassicurazioni ai suoi partner francesi”.

L’esponente dell’Italia dei Diritti  accende un faro sulla possibilità di una nuova strategia: “Forse è bene iniziare ad ignorare completamente il Cavaliere, è chiaro che ha delle difficoltà di natura comportamentale che non possono farci escludere il rischio di problemi di salute”.

“Non voglio accusarlo di niente – sottolinea Tortosa, che però incalza – ma sorprende che un uomo della sua statura non si renda conto di quanti danni crei al paese e alla sua immagine accusando la Magistratura di tali nefandezze. Speriamo – conclude – di liberarci presto di questo Berlusconi, così da tornare a dare l’immagine di una Italia istituzionale, in grado di riproporsi alla pari con gli altri paesi internazionali”.

Ministeri decentrati al nord, il fenomeno spiegato da Tortosa

Il responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti: “L’ideologia  berlusconiana e leghista dell’inventare sempre nuovi problemi, che poco riguardano il popolo italiano, deve essere abbandonata”

 

Roma –  “Calderoli afferma che Berlusconi ha congelato e non superato il tentativo di trasferimento dei tre ministeri. Al di là della proposta in questione, c’è molta preoccupazione per il modo in cui vengono affrontati i problemi dall’attuale governo”.

Questo il commento di Oscar Tortosa, responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti, in merito alla proposta di qualche giorno fa avanzata dal presidente del Consiglio e accolta con soddisfazione dalla Lega Nord, che prevedeva di decentrare alcuni ministeri senza portafoglio, quali il dipartimento per le Riforme, per la Semplificazione e per le Pari Opportunità, i primi due trasferiti a Milano, il terzo a Salerno. Il particolare progetto d’allocazione dei tre dipartimenti di Palazzo Chigi ha suscitato molte critiche.

 

“Proprio nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia che è nel cuore di tanti, la Lega non fa altro che tentare di insinuare divisioni. Il partito del Senatur – osserva l’esponente del movimento extraparlamentare -, ha una funzione ricattatoria essendo determinante per la sopravvivenza di Berlusconi, rivendicando soluzioni dissociative. I lavoratori ministeriali dei dipartimenti in questione non devono preoccuparsi ma disinteressarsi, benché siano stati minacciati di sradicamento dal loro impegno quotidiano nella città di Roma”.

 

Tortosa ha tenuto a precisare che quanto sta succedendo a Milano e Napoli, sia segno di cambiamento, verso un’alternanza di governo che rispecchi realmente le esigenze del Paese: “Milano e Napoli ci fanno capire che le cose stanno cambiando. Come in qualsiasi democrazia bipolare è bene che ci sia l’alternanza, soprattutto a fronte di un Governo incapace di contrastare i reali problemi del paese. Un’amministrazione insensibile e non curante davanti alla disperazione delineata nelle coscienze degli italiani, piegati dalla crisi. Ringraziamo l’Onorevole Antonio Di Pietro per aver sottolineato, in una recente dichiarazione televisiva, l’importanza di protesta ma anche di proposta. L’ideologia  berlusconiana e leghista dell’inventare sempre nuovi problemi, che poco riguardano il popolo italiano, deve essere abbandonata. Quanto sta succedendo nel mondo arabo – conclude il rappresentante del movimento extraparlamentare -, ma anche in Europa, con la recente rivolta di piazza spagnola, potrebbe verificarsi anche in Italia. Sono aspetti che ci riguardano molto da vicino e prima che avvengano episodi simili, sarebbe bene cominciare ad agire negli interessi del popolo”.

 

 

 

Giunta color rosa a Bologna, la Lusi plaude a Merola

La responsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti:

“Dieci assessori, altamente qualificati, per metà donne e giovani: gli ingredienti

per ben iniziare ci sono tutti, si tratta di un esecutivo esemplare”

 

Roma –   “Gli ingredienti per ben iniziare ci sono tutti: è una Giunta esemplare quella immaginata da Virgilio Merola, neoeletto Sindaco di Bologna”. Non tarda ad arrivare il plauso di Patrizia Lusi, responsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti, al nuovo esecutivo che affiancherà il primo cittadino alla guida del capoluogo emiliano. Figurano cinque donne ed un grande ricambio generazionale nella nuova giunta, presentata ieri a Palazzo D’Accursio.

“Dieci assessori, altamente qualificati, a prescindere dal sesso e dall’età. Un mix di competenza, cultura, appartenenza politica - afferma la Lusi -  che implica amore per la cittadinanza attiva ma, soprattutto, assenza di discriminazione ‘sessista’ nella scelta delle professionalità che dovranno coadiuvare la sua azione politica”.

L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro getta luce sull’importanza della consistente presenza di quote rosa nella nuova giunta bolognese ma, allo stesso tempo, auspica che tale partecipazione non rimanga un unicum circoscritto alla regione dell’Emilia Romagna: “Ovviamente è accolto con piacere il fatto che si tratti per metà di donne e di giovani, sperando che presto non ci si debba più compiacere di una circostanza come questa che in contesti europei è ormai una realtà acclarata e sviluppata”.

G8 del web per discutere controlli governativi, l’analisi di Fantauzzi

Il responsabile per l’Informazione dell’Italia dei Diritti: “Se da una parte è ammirevole l’impegno intrapreso da Sarkozy, dall’altra non vorremmo che si arrivasse ad uno stretto controllo dei governi sulla rete”

 

Roma –  Al via da ieri il primo G8 del web. L’evento è stato promosso dal presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha chiamato a discutere sulla governance del web le maggiori personalità del settore. Ad ammonire la volontà, avanzata dalla Francia, di controllo politico sulla rete,  Eric Schmidt, presidente esecutivo di Google, ha sottolineato la rapidità con la quale la tecnologia avanza rispetto ai tempi della politica.

 

Brunetto Fantuzzi, responsabile per l’Informazione dell’Italia dei Diritti, ha esposto così la sua duplice analisi: “Sarkozy, dopo aver varato la Hadopi(Haute Autorité pour la diffusion des œuvres et la protection des droits sur l'Internet) ora aziona il Consiglio Nazionale del Digitale affinché le autorità territoriali  possano migliorare il dialogo con i produttori di tecnologie. L’intenzione del governo francese è quindi di porre un parere sull’indotto tecnologico”.

 

Secondo i rappresentanti della rete, i governi dovrebbero accertarsi di rimuovere ogni barriera che ostacoli nuovi impianti. Il prossimo miliardo di connessioni alla rete verrà dall'India, dalla Cina e dall'Africa, tutto questo di sicuro trasformerà l’insieme della società globale.

“Questo G8 del web, assume un’importanza storica, giacché vede tra le file dei partecipanti le sigle più importanti della rete, come Google e Wikipedia – osserva l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -. Se da una parte è ammirevole l’impegno intrapreso da Sarkozy, dall’altra non vorremmo che si arrivasse ad uno stretto controllo dei governi sul web. Proprio quel settore ancora libero dalla censura o l’influenza esercitata sulla stampa cartacea e la televisione. E’ necessario tutelare questo tipo di libertà per la rete – conclude Fantauzzi -, dimostratasi in grado di oltrepassare la censura di alcuni regimi dittatoriali e promuovere la libera circolazione di informazioni”.

 

 

FacebookTwitter