Il responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti: “È un risultato che può sorprendere ma afferma con i numeri la voglia di cambiamento che c’è nel Paese”
Roma - “È un risultato che può sorprendere ma afferma con i numeri la voglia di cambiamento che c’è nel Paese, un successo significativo in due città di particolare rilevanza come Milano e Napoli”. Commenta con parole di soddisfazione Oscar Tortosa responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti, i risultati dei ballottaggi amministrativi che hanno visto la pesante sconfitta del Popolo delle Libertà nei grandi capoluoghi e in molti piccoli centri.
Luigi De Magistris, nuovo sindaco di Napoli candidato outsider sostenuto dall’IdV, ha stracciato l’avversario Gianni Lettieri in forza al centro-destra superandolo di 30 punti percentuali, a Milano sono stati 10 i punti di distanza tra l’ex primo cittadino Letizia Moratti Pdl, e il neo-eletto Giuliano Pisapia, rappresentante del centro-sinistra.
“Quando si tenta di giustificare il tonfo da parte del Popolo delle Libertà dando la colpa alla campagna elettorale – sottolinea Tortosa - non si avvertono le ragioni di questo grosso successo del centrosinistra. Si sottovalutano le motivazioni che hanno spinto migliaia e migliaia di giovani a lavorare per il trionfo di Pisapia e di De Magistris al quale si lega la vittoria in tanti altri comuni. Va precisato – sottolinea l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - per far comprendere che le sconfitte non sono state causate dagli errori in campagna elettorale ma nascono da questa svolta che definirei epocale. La maggior parte dei giovani che ieri abbiamo visto in piazza a Milano e , in maniera ancora più motivata, a Napoli, hanno voluto che vincessero questi due candidati. L’eclatante 60,3 % di De Magistris non è stata una sorpresa ma la risposta di una città che, forse, ha dato l’avvio a quella che io chiamo la ‘ terza rivoluzione’, il bisogno di un cambio generazionale in questi anni ridotto al minimo che ha soffocato la forza innovatrice delle classi giovanili. Quelli che sono scesi in piazza – prosegue Tortosa - , non sono perdigiorno o ‘bamboccioni’ ma ragazzi che hanno una coscienza democratica e vogliono partecipare alla gestione degli interessi della collettività ed essere il futuro dirigente del paese. L’esempio l’abbiamo avuto in Spagna dopo 15 giorni di controllo democratico della piazza, nella quale i cartelli indicavano il divieto di bere alcolici e di fumare o assumere qualsiasi forma di droga. La rivoluzione è questa, un’altra fase è iniziata e mi auguro prosegua con il referendum”.
Avere perduto l’amministrazione di molte città ha reso profonda la riflessione all’interno del Pdl e ha galvanizzato le varie anime di opposizione. Dopo la delusione e i festeggiamenti delle prime ore, entrambi gli schieramenti iniziano a far i conti con l’immediato futuro, puntando occhi ed energia sui referendum del prossimo 12 e 13 giugno. Il risultato che emergerà dalle urne sarà significativo per determinare l’intensità e la durata del vento di rinnovamento.
“Spero - afferma su questo punto Tortosa - che tra 12 giorni oltre il 50% degli italiani vada a votare. Noi vogliamo che si raggiunga il quorum, si blocchi il nucleare e venga garantita l’acqua, diritto di tutti e bene essenziale per la vita di ogni uomo. Voteremo 4 ‘sì’ per fortificare questa ondata e affinché si avvii un processo di cambiamento verso nuove elezioni politiche, dando ampio spazio alle forze giovanili che hanno desiderio di rappresentarci senza compromessi con nessuno. De Magistris a Napoli e Pisapia a Milano sono un esempio, il significato di questa rivoluzione maturata domenica e lunedì. Dopo 20 anni di governo berlusconiano sentiamo l’esigenza di un cambiamento, di un nuovo modo di essere e vivere la politica, incarnato da centinaia di ragazzi italiani che vogliono appropriarsi di queste vittorie e del loro futuro”.