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Sciopero della fame a Bologna contro i tagli alla scuola, il commento di De Giorgio

Il responsabile per la Provincia di Bologna dell’Italia dei Diritti: “Con la scusa della riforma scolastica gli amici di questo governo continuano a fare i propri interessi”

 

 

Bologna – Giovedì 19 maggio a Bologna è partito lo sciopero della fame da parte di insegnanti, genitori e studenti in via de’ Castagnoli, davanti l’ufficio scolastico, per protestare contro i tagli alla scuola pubblica. La protesta simbolica è sostenuta dal Coordinamento dei presidenti dei consigli d’istituto delle scuole di Bologna e Provincia e andrà avanti fino al 26 maggio. La reazione è scaturita dall’indignazione verso il governo per i tagli di trentacinquemila posti di lavoro, di cui duemila in Emilia Romagna. Venduti ai cittadini come tagli agli sprechi, in realtà sono tagli lineari che eliminano docenti qualificati. Abbassare la qualità della scuola pubblica, per favorire quella privata, significa portare ad un ulteriore squilibrio socio-economico.

 

Marcello De Giorgio, responsabile per la Provincia di Bologna dell’Italia dei Diritti, ha così commentato l’iniziativa: “Nei confronti della scuola il governo si rivela come il figlio della peggior tradizione democristiana. Con un sistema clientelare, infatti, favorisce le persone vicine alla compagnia di governo. Cercando di privilegiare la scuola privata si dà adito ad un gioco politico che prevede amicizie politiche.

Lo sciopero della fame – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – è stato posto in essere per mettere in evidenza lo sciacallaggio nelle scuole fatto dal governo.

Sono necessarie riforme legislative che possano cambiare l’attuale stato di cose in Italia e mandare a casa questo direttivo, possibilmente prima delle prossime elezioni.

Con la scusa della riforma scolastica gli amici di questo governo continuano a fare i propri interessi”.   

 

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