Il viceresponsabile per le Politiche Sociali dell’Italia dei Diritti: “Simili circostanze si verificano all’ordine del giorno. E’ necessaria un’indagine a tappeto da parte delle forze dell’ordine, con il supporto e l’impegno congiunto del Ministero della Sanità”
Roma – Un medico legale nel Napoletano, chiamato a pronunciarsi su un ricorso presentato da una donna per riottenere il sussidio a favore della figlia disabile, è stato arrestato in fragranza di reato, mentre riceveva una tangente di 500 euro, richiesta alla madre della paziente per agevolare il disbrigo della pratica.
“Semplicemente vergognoso”, così Aniello D’Angelo, viceresponsabile per le Politiche Sociali dell’Italia dei Diritti, che ha tenuto a sottolineare il valore del diritto a godere del sostegno statale da parte dei bisognosi, in particolare per chi è affetto da malattie o handicap, aggiungendo: “Un plauso più che meritato alle forze dell’ordine e alla donna che ha denunciato il fatto”.
Dopo la sospensione dell’Inps della sovvenzione riconosciuta dal tribunale alla ragazza disabile, la madre, Lucia Viggiano, è ricorsa alle vie legali ed il Tribunale di Napoli ha richiesto una nuova visita medico-legale. In questa circostanza lo specialista ha avanzato, tramite l’avvocato che seguiva il caso, la richiesta di un compenso monetario al fine di snellire le procedure.
“Molto probabilmente – segue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, simili circostanze si verificano all’ordine del giorno, ma non emergono per una serie di motivi. E’ necessaria un’indagine a tappeto da parte delle forze dell’ordine, con il supporto e l’impegno congiunto del Ministero della Sanità. Purtroppo sembrerebbe essere in vigore un sistema corrotto – conclude D’Angelo -, un circolo vizioso che comprende medici legali, avvocati e giudici che si approfittano di gravi situazioni di disagio oppure falsificano certificati e pratico in cambio di tangenti”.