Il responsabile per la Difesa e gli Affari militari dell’Italia dei Diritti : “ Attacchi come questo recano grossi danni a giovani che desiderano portare pace in territori dove la tregua sembra potersi ottenere soltanto con azioni bellicose alle quali, senza dubbio alcuno, siamo estremamente contrari”
Roma – “Ho seguito con partecipazione questo tragico evento che ha visto coinvolti i nostri militari, già vittime in passato di tali, drammatiche forme di attentato. Rimango sempre della stessa idea, ritengo che l’Italia debba proporre un tavolo di pace, cercando insieme agli altri paesi di trovare delle forme diplomatiche che possano limitare in qualche misura, azioni così violente. Attacchi come questo, recano grossi danni a giovani che desiderano portare pace in territori dove la tregua sembra potersi ottenere soltanto con azioni bellicose alle quali, senza dubbio alcuno, siamo estremamente contrari”.
Commenta con queste parole Gennaro Saltalamacchia, responsabile per la Difesa e gli Affari militari dell’Italia dei Diritti, l’ennesimo attacco kamikaze ad Herat, in Afghanistan nel quale sono caduti 4 soldati della Nato e 5 militari italiani sono rimasti feriti, uno in modo grave. L’attentatore suicida, a bordo di un’autovettura si è fatto esplodere fuori da un edificio, presso la base del Prt, Team di Ricostruzione Provinciale italiano che per tutta la mattinata era stata sotto attacco. L’agguato non è stato l’unico della giornata, nelle stesse ore altri 3 talebani si sono fatti esplodere causando numerose vittime.
“Non vorrei poi trascurare – analizza l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, le argomentazioni circa la spesa che noi stiamo sostenendo per mantenere questi uomini fuori dalla propria patria, lontani dalla propria nazione, con dei grandi disagi. Tali investimenti potrebbero essere profusi nella creazione di nuovo lavoro, per risolvere questioni di carattere sociale che abbisognano di fondi, i quali invece vengono sempre più sottratti ad operazioni sgradite a noi italiani, che abbiamo la pace alla base della nostra Costituzione”.
Le reazioni del mondo politico sono state meno enfatiche rispetto ad altri accadimenti analoghi, forse a causa delle concomitanti elezioni amministrative. Il Ministro della Difesa Ignazio La Russa non si è mostrato intimorito e ha preferito ribadire l’intento di proseguire l’azione italiana in Afghanistan.
“A me dispiace – asserisce Saltalamacchia - dover sottolineare che un Ministro aspetti che ci siano morti sul campo per potere prendere delle decisioni più serie e consapevoli. Questo non fa bene al nostro rappresentante, non giova al suo operato e alla sua immagine. Chi va a portare la pace, come sostengono i nostri politici, non deve correre il rischio di morire o rimanere offeso per sempre. Le dichiarazioni di La Russa sono decisamente superficiali, è ingiusto e inopportuno sottovalutare quello che è accaduto”.