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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Funzionario Agenzia entrate arrestato per concussione, Guazzi indignato

Il viceresponsabile per la Pubblica Amministrazione dell’Italia dei Diritti: “ È  un fenomeno diffuso capillarmente che coinvolge quelli che dovrebbero essere i garanti della giustizia”

Roma, – Minacciando i negozianti di minuziosi controlli fiscali, si garantiva la spesa gratis. È così che un funzionario dell’Agenzia delle entrate, a Torino, evadeva ripetutamente il pagamento delle sue compere, finché non è stato scoperto e arrestato con l’accusa di concussione.

Andrea Guazzi, viceresponsabile per la Pubblica Amministrazione dell’Italia dei Diritti, ha dichiarato, attraverso parole di indignazione, tutta la sua disapprovazione per queste forme di corruzione che agiscono in sordina all’insaputa della gente: “Sul dubbio riguardo alla responsabilità penale prevale l’interesse pubblico, sempre da tutelare. Pertanto sono contento che questo criminale sia stato imprigionato. Sono tanti i casi, magari un po’ meno smaccati rispetto a questo, in cui le forze dell’ordine si arrogano il diritto di fare la spesa gratis davanti ai negozianti che lasciano passare e girano lo sguardo altrove. Purtroppo è un fenomeno diffuso capillarmente – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello de Pierro -, che coinvolge proprio quelli che dovrebbero essere i garanti della giustizia, ovvero gli agenti di polizia tributaria. Evidentemente questo individuo ha esagerato a discapito dei commercianti che ci stavano rimettendo troppo. Non parlo proprio di racket, ma davvero poco ci manca”.

 

Nel vicentino sindaco esprime preferenza su profugo da ospitare, il parere di Zagbla

Il responsabile per il Veneto  dell’Italia dei Diritti: “Non è da biasimare il fatto che il primo cittadino voglia tutelare la sicurezza del suo piccolo paese”

 

 

Roma, – A Gallio, piccolo paese in provincia di Vicenza, il primo cittadino Pino Rossi, ha espresso le sue preferenze in merito alle caratteristiche del profugo che dovrebbe arrivare, a giorni, nel suo comune. Il sindaco ha infatti dichiarato che desidererebbe ospitare una persona giovane e di religione cristiana. La sua rimane comunque una proposta preferenziale, la scelta e la decisione ultima spetta alla prefettura di Vicenza. Il responsabile per il Veneto dell’Italia dei Diritti, Emmanuel Zagbla, è intervenuto sulla questione con queste parole: “Ad un’attenta valutazione dei fatti, lungi dal tacciare il sindaco di atteggiamento razzista, non condivido appieno il suo provvedimento. La Costituzione italiana, attraverso il principio di uguaglianza, recita chiaramente che ‘tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’. Di primo acchito si potrebbe dunque ritenere anticostituzionale l’azione del sindaco Rossi”.

Questo suo atteggiamento è stato aspramente criticato da altri sindaci che hanno accusato Rossi di essere razzista e pieno di pregiudizi. Lui ha voluto mettere a tacere le polemiche chiarendo che, la sua scelta, è frutto di una serie di ragionamenti atti a favorire la più serena integrazione del profugo all’interno della comunità, inserendolo inoltre nel mondo del lavoro. Questo spiegherebbe la preferenza di una persona giovane.

“Alla luce di tanti episodi di violenza e vandalismo che, purtroppo, hanno visto coinvolti negli ultimi anni tanti immigrati - prosegue Zagbla -, non è da biasimare il fatto che il primo cittadino voglia tutelare la sicurezza del suo piccolo paese, conoscendo in anteprima il profugo e esprimendo la sua preferenza riguardo la religione di quest’ultimo. Non penso infatti che la sua richiesta fosse una pretesa - conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello de Pierro -, anche perché la parola finale spetta alla prefettura di Vicenza. Semplicemente ha manifestato la sua predilezione per una determinata tipologia caratteriale”.

 

Giornalista aggredito per denuncia abuso edilizio, l’ira di Fantauzzi

Il responsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti:

“Un fatto esecrabile, sintomo che l’informazione chiara, legittima e trasparente non va d’accordo con l’imprenditoria edilizia di carattere speculativo”

 

Roma –  Un giornalista denuncia uno scempio edilizio e viene aggredito e minacciato. L’increscioso episodio è avvenuto lunedì scorso a Montelibretti, alle porte di Roma ed ha visto protagonista il direttore del giornale locale “Piccola città” che è stato picchiato ed intimidito da un costruttore edile, accusato di aver sbancato una collina. L’imprenditore, a quarantotto ore dall’uscita in edicola del mensile nel quale era stato pubblicato un reportage in cui veniva denunciata la realizzazione di un “passo carrabile” che avrebbe sventrato il Colle della Vignetta, si è scaraventato contro il giornalista, intimandolo di cessare di occuparsi dell’opera edilizia. Immediata la denuncia da parte dell’aggredito.

“Evidentemente l’informazione chiara, legittima e trasparente non va d’accordo con l’imprenditoria edilizia, figurarsi se poi questa è di carattere speculativo”: questo il commento di Brunetto Fantauzzi, responsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti.

“Già le leggi vigenti – continua Fantauzzi – permettono oggi di dissacrare il suolo, nella triplice valenza di ambiente, territorio e paesaggio, attraverso le larghe maglie che consentono alti indici di cubatura per cui, se si arriva a non essere in regola in questo senso, vuol dire che è stato superato qualsiasi limite”.

L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro plaude all’operato del giornalista in questione: “Bene ha fatto il direttore del periodico a denunciare l’abuso che sconvolge l’intera zona, documentando il fatto con dovizia di particolari anche iconografici. Ma – continua – la protervia , l’ignoranza e la prepotenza del costruttore rasenta l’assurdo nel momento in cui arriva a minacciare, ad aggredire, ad usare violenza di ogni tipo contro l’inerme cronista”.

Ferma la condanna di Fantauzzi: “Il fatto è esecrabile sotto qualsiasi aspetto legale, giuridico e morale, per questo va elevata una vibrata protesta sia per la libertà di informazione nei confronti del collega, e sia di qualsiasi libero cittadino che denunci l’ennesimo abuso edilizio nel territorio”.

Tortosa appoggia la riflessione di Napolitano sui 150 anni dell'Unità nazionale

Il responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti: “E’ ora che la classe politica cominci a muoversi realmente per ricostruire il Paese, abbandonando  quella visione egoistica che ha teso e tende a comprimere la nuova classe emergente”

 

 Roma – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione del pranzo al Quirinale per i 150 anni dell’Unità d’Italia, ha presentato la fotografia di una nazione profondamente cambiata, a partire dal vuoto lasciato dal fascismo, passando per gli straordinari passi democratici del Paese, fino ad arrivare ai problemi economici e sociali che attualmente inombrano il progresso italiano.

 

Oscar Tortosa, responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti, ha espresso profondo assenso verso la riflessione di Napolitano, sottolineando l’importanza dei giovani per la crescita della Nazione: “Il presidente ha ricordato l’importanza dei valori che hanno reso il nostro Paese una democrazia, puntualizzando allo stesso tempo sulle grandi disparità italiane, cause di una recessione economica e morale. Non si tratta di Nord e Sud, ma di chi ha governato in questi anni seguendo una concezione prettamente liberistica - spiega l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, la quale ha portato all’inevitabile sopraffazione di alcuni potenti sui deboli”. 

 

Il capo dello Stato evidenzia il peso di problemi di fondo non risolti, di contraddizioni non superate e di squilibri e tensioni persistenti che intralciano i passi in avanti dell’Italia.

 

“Ringrazio Napolitano, ieri lautamente applaudito, per il reale messaggio trasmesso al mondo – continua Tortosa -. Pensando alle elezioni amministrative della scorsa settimana, ci si rende conto che non sono i partiti ad aver vinto, bensì i giovani. Quanto è accaduto nelle piazze è straordinario, Pisapia e de Magistris sono stati testimoni di un importante avvenimento, le giovani generazioni hanno voglia e coraggio di cambiare le cose, rappresentano la vera rivoluzione culturale. E’ ora che la classe politica cominci a muoversi realmente per ricostruire l’Italia – conclude l’esponente del movimento extraparlamentare -, abbandonando quella visione egoistica che ha teso e tende a comprimere la nuova classe emergente. Bisogna dare spazio ad una nuova società, quella dei migliaia di giovani che chiedono di poter costruire un Paese migliore”. 

Arrestato Beppe Signori per calcio scommesse, lo sdegno di Girlando

Il  responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti:

“Si è chiusa una delle pagine peggiori dello sport italiano, il mondo del

pallone è uno specchio del paese e riflette una corruzione dilagante”

 

Roma –  Anche l’ex capitano della Lazio Beppe Signori sarebbe coinvolto nell’indagine sul calcio scommesse condotta dalla squadra mobile della Questura di Cremona e coordinata dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato. Sedici gli arrestati, tra cui ex giocatori di serie A, calciatori di serie minori ancora in attività e dirigenti di società. L’accusa è di aver influenzato, negli ultimi mesi, il risultato di alcuni incontri dei campionati di serie B e di Lega Pro.  Tra le persone arrestate ci sarebbe anche l’ex campione biancoceleste Beppe Signori, per il quale sarebbero stati disposti gli arresti domiciliari. Coinvolto anche Stefano Bettarini, ex marito di Simona Ventura e Cristiano Doni, capitano dell’Atalanta. Unanime lo sdegno dell’opinione pubblica verso una retata che ha fatto tremare il mondo del calcio.  Rammarico è stato espresso da Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “Si è chiusa con questa condanna una delle pagine peggiori dello sport italiano, in particolare del calcio”.

“Una vicenda – incalza l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - che qualcuno ha cercato di affossare, tentando di incrinare la validità dell’inchiesta attaccando l’operato della magistratura. Troppo comodo”.

“Purtroppo – continua Girlando – il mondo del pallone è uno specchio dell’Italia, e riflette una corruzione dilagante. Ne risentono anche quelle discipline che, in realtà, non dovrebbero avere nulla che vedere con la corruzione morale del paese, come appunto il calcio”.

A Pognano saccheggiano Aiazzone per crediti mai ricevuti, solidale Graziosi

 Il viceresponsabile per la Provincia di Bergamo dell’Italia dei Diritti: “E’ un furto, ma dal lato umano è più che comprensibile”

 

 Roma – Circa duecento persone, tra ex dipendenti e creditori, hanno scardinato i cancelli del deposito Aiazzone di Pognano, accaparrandosi gran parte della merce presente in magazzino, dai mobili agli accessori per la casa. Il pareggio dei conti, tra stipendi non pagati e crediti insoluti, sarebbe ciò che ha spinto al saccheggio.

 

“Dal punto di vista legale, chiaramente è un furto – osserva Simone Graziosi, viceresponsabile per la Provincia di Bergamo dell’Italia dei Diritti -, ma dal lato umano è più che comprensibile. Sono mesi che i dipendenti non percepivano lo stipendio e molte le aziende che avevano consegnato merce che non è stata mai pagata”.

 

Le forze dell’ordine hanno identificato tutti coloro che si trovavano nella notte all’interno del capannone, che dovranno rispondere di furto aggravato, violazione di proprietà e saccheggiamento.

 

“Auspico che i giudici  tengano conto del motivo e della rabbia che ha portato queste persone a compiere un simile gesto – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, comprendendo l’esasperazione di chi non percepisce il salario da mesi, pur lavorando, e deve tirare a fine mese con l’angoscia di non riuscire a pagare le bollette. La giustizia deve garantire in primis la tutela del cittadino”.



 

Disoccupazione giovanile da record in Puglia, l’analisi di Anelli

Il vice responsabile regionale dell’Italia dei Diritti:

“E’ innegabile che la giunta Vendola abbia fatto tanti sforzi, è pur vero però che continua a risentire di una situazione nazionale che penalizza

fortemente il nostro territorio

 

Bari –  Disoccupazione da record tra i laureati del Sud. Secondo un’indagine condotta da Almalaurea infatti nel 2010 nel Mezzogiorno la mancata occupazione ha raggiunto quota 13,4 per cento, contro la media nazionale dell’8,4. La Puglia occupa il terzo posto con il 13,5 per cento, “superata” soltanto da Sicilia e Campania, rispettivamente ferme a 14,7 e 14. Sono dati che destano una certa preoccupazione per Vincenzo Anelli, vice responsabile regionale dell’Italia dei Diritti.

“Si conferma che la nostra nazione è alle prese con un grande problema di crescita, colpisce in particolare i risultati che emergono dall’analisi della Puglia, e che contrastano con i dati economici resi noti qualche tempo fa, i quali lasciavano presagire una ventata di ottimismo”. Secondo Anelli c’è una connessione tra le due ricerche: “Il vero problema è sui giovani, è su di loro che il Governo nazionale è chiamato a dare risposte concrete. Il nodo cruciale – continua il referente regionale – sta nel lavoro e nella riforma fiscale, chiamata a dare un sostegno alle imprese”.

L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro riflette sullo scenario pugliese che emerge dall’analisi condotta da Almalaurea:“E’ innegabile che la giunta Vendola abbia fatto tanti sforzi, è pur vero però che continua a risentire di una situazione nazionale che penalizza fortemente la Puglia”.  Di fondamentale importanza i tagli alla ricerca: “Perché se non si inizia ad investire in ricerca ed in innovazione – incalza Anelli – non creeremo mai nuovi posti di lavoro”.

Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti pensa positivo: “Siamo fiduciosi dei risultati che otterrà il piano di lavoro varato dalla giunta Vendola, che ha avuto il merito di centrare uno dei problemi più acuti della nostra regione. La strategia ci sembra giusta, tempestiva e piena di opportunità”. Anelli conclude però con un monito: “Attenzione ai risultati, affinché non si rivelino solo un fuoco di paglia, ma possano avere degli effetti strutturali”.

Ristori su provvedimenti ambientali di de Magistris a Napoli

Il viceresponsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti: “Una task force ecologica sarebbe un rinascimento per i partenopei”

 

 

 

Roma,  – Luigi de Magistris, nuovo sindaco di Napoli, ha fatto dell’ambiente il punto nodale della sua politica. Attraverso una serie di interventi, in primis sulla raccolta dei rifiuti, si è guadagnato il consenso dei napoletani. Il primo cittadino si dichiara contrario agli inceneritori e opta per una raccolta differenziata porta a porta in grado di raggiungere il 66%, fiducioso della buona volontà dei suoi concittadini.

Il viceresponsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti, Marco Ristori, si è espresso in merito alla questione, sostenendo la politica di de Magistris: “La normativa europea relativa ai rifiuti – spiega Ristori -, si snoda attraverso tre punti focali: una differenziazione più rigida al fine di dare un giro di vite agli ultras dell’incenerimento, per una più corretta azione di riciclaggio; una categorica prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti; infine un  tassativo riciclaggio della materia raccolta. Se de Magistris dovesse riuscire nel suo intento, a mio parere leggermente utopico, allora merita tutta la nostra stima”.

Confermati inoltre gli impianti di compostaggio e le isole ecologiche. La tassa sui rifiuti riguarderà soltanto l’indifferenziata e sarà incentivato il consumo di acqua di rubinetto attraverso la costruzione di fontane pubbliche di acqua microfiltrata e gassata. Per ridurre gli sprechi alimentari, si provvederà alla distribuzione ai bisognosi di quei generi primari di consumo prossimi alla scadenza. Sempre per la salvaguardia ambientale, sarà limitato l’uso della carta tra amministrazione pubblica e cittadini.

“Ovvio che per far sparire i termovalorizzatori – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -, occorreranno parecchi anni. Apprezzo il suo atteggiamento positivo e fiducioso, io sono più scettico e dubbioso, ma lo appoggio pienamente. Napoli è una bellissima città e una task force ecologica sarebbe un rinascimento per i partenopei”.

Tassisti contro ricevuta, che piace a clienti, la reazione di Domenici

Il viceresponsabile per la tutela dei consumatori dell’Italia dei Diritti: “Siamo favorevoli a tutti i provvedimenti per la trasparenza e la legalità

 

Roma– Ancora rincari in vista per i già tartassati utenti dei Taxi a Roma (rincari del 20% per i primi cinque chilometri, da 0,98 a 1, 20 euro), vetture sporche, maleducazione e vestiti non consoni…Queste solo alcune delle doléances lamentate dagli utenti e recapitate all’Assessore della mobilità Antonello Aurigemma. A sorpresa, dalla categoria tassinara  arriva però la bocciatura per una delle rarissime politiche della trasparenza della Giunta Alemanno. Parliamo di ricevuta fiscale e  POS elettronico per poter pagare un Taxi, come in ogni altro luogo del mondo civilizzato con carta di credito o Bancomat. “Chi parla a nome dei tassisti?”, chiede Dario Domenici, Viceresponsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti, “Appare paradossale ma non stupisce più di tanto il rifiuto dei tassisti. Mi chiedo se i  ‘niet’ per la ricevuta, tra l’altro non fiscale, ed il Pos sia condiviso da tutta la categoria. Sarebbe un provvedimento incontrovertibilmente efficace nello stanare i tassisti abusivi da quelli onesti ed in regola. ‘Litalia dei Diritti sosterrà tutti i provvedimenti, anche quelli della scombiccherata Giunta Alemanno, che vadano comunque a favore della trasparenza per  utenti e consumatori”.

In coma dopo banale intervento a un dente, il parere di Smiroldo

Il vice responsabile per la Sanità  dell’Italia dei Diritti:

“Massima vicinanza al coraggio della moglie. Il primario si assuma le sue responsabilità, la magistratura proceda con velocità e non con le calende greche”

 

Roma –  Ennesimo caso di malasanità in Sicilia. Un anno fa un uomo viene ricoverato all’Ospedale Garibaldi di Catania per rimuover due punti metallici applicati dopo l’estrazione della radice di un dente.  In apparenza una banale operazione, invece qualcosa va storto. L’uomo si risveglia solo per quindici minuti, e poi entra in coma. Ad un anno di distanza parla la moglie che denuncia le istituzioni per non aver ricevuto né giustizia né assistenza,  e chiede  solo di interrompere la vita vegetale del marito, definendosi pronta ad affrontare una battaglia sull’esempio di Beppino Englaro. Sulla delicata vicenda si esprime Luigino Smiroldo, vice responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, che fatica a nascondere tutto il suo sdegno: “In Italia esistono le specializzazioni proprio per evitare che un ortopedico faccia il cardiologo e viceversa. Togliere i punti, le graffette sulle gengive senza il parere dello specialista è stata una leggerezza che ha avuto un costo enorme”. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro punta il dito contro l’artefice di tanta incoscienza: “Il primario è chiamato ad assumersi le sue responsabilità davanti ai magistrati. Auspichiamo che la magistratura proceda con velocità e non con le calende greche”.

Se non arriverà un’adeguata risposta da parte delle istituzioni, se lo Stato non si fa carico della cura e dell’assistenza dell’uomo in stato di coma vegetativo, la moglie ha già consultato diversi legali per tentare di staccare la spina.  Smiroldo affronta il delicato tema dell’eutanasia, rinnovando la sua vicinanza alla volontà della donna: “Se sussistono tutti gli estremi, la scelta dolorosa di questa moglie deve essere avvalorata e sostenuta. Mi auguro – conclude l’esponente dell’Italia dei Diritti – che non si ripetano i tempi biblici del caso di Eluana Englaro”.

A Genova uomo pestato da baby-gang, il commento di Buganza

Il responsabile cittadino  dell’Italia dei Diritti : “Ritengo necessaria l’interazione con queste organizzazioni di extracomunitari, al fine di comunicare meglio con questi ragazzi e prevenire i loro disagi”

 

Genova  –  Un uomo di 40 anni è stato costretto al ricovero in neurologia all’ospedale Galliera di Genova dopo essere stato brutalmente preso a cinghiate da un gruppo di giovanissimi. L’accusa per i 4 picchiatori assicurati alla giustizia, tutti sudamericani tra i 16 e i 17 anni è di tentato omicidio La vittima, Massimo Amato che  passeggiava in compagnia di un amico presso i giardini della stazione di Brignole, zona Sampierdarena, avrebbe avuto come unica colpa l’ essersi trovato all’interno di una rissa e aver preso le difese di due clochard romeni. Ai minorenni fermati viene contestata anche l’appartenenza ad una baby-gang latino-americana, l’aggressione infatti, stando ad una ipotesi di ricostruzione, non sarebbe stata casuale ma contestualizzata in un rito di iniziazione.

 

“Bisogna fare un po’la tara a questi accadimenti – analizza Edoardo Buganza, responsabile per Genova dell’Italia dei Diritti - considerare anche il sensazionalismo che certi giornali ci propinano ciclicamente, dando enfasi ad emergenze che saltano fuori ogni tanto, forse per estremizzare un po’ i fatti che avvengono quotidianamente. Genova è una città ormai multiculturale, ci sono comunità di extracomunitari piuttosto numerose come quella rumena e quella sudamericana. Proprio all’interno di quest’ultima, nonostante sia composta in maggioranza da persone normali e ben inserite, che lavorano tranquillamente, ci sono delle comitive, specialmente tra i più giovani, che hanno maggiori difficoltà ad integrarsi con gli italiani, e sovente cercano di fare gruppo tra loro. Da qui sono nate le baby-gang – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, un fenomeno che torna sulla cronaca periodicamente,  anni fa tra 2 bande fu addirittura siglata una pace pubblica che purtroppo non ha avuto lunga durata. Ritengo sia difficile intervenire, sono fenomeni abbastanza incontrollabili”.

 

Numerose le azioni violente che hanno interessato il capoluogo ligure nell’ultima settimana. Ad accomunarle la giovanissima età, la provenienza e la modalità di attacco dei picchiatori. Tutto questo ha generato l’allarme ‘guerra tra bande’, l’ostilità tra gruppi di ragazzi extracomunitari, in particolare latino- americani, che traducono in aggressioni, attraverso la forza dell’unione, il loro malessere.

 

“Bisogna cercare – asserisce Buganza - di collaborare con le associazioni di cittadini stranieri spesso presenti e ben organizzate. Sovente questi giovani si ghettizzano, soffrono il fatto di essere all’interno di comunità chiuse che quando si confrontano possono determinare drammatici eventi. Tanti di loro provengono da realtà disagiate o da famiglie da poco arrivate in Italia, con comprensibili difficoltà di inserimento. Ritengo necessaria - chiosa - l’interazione con queste organizzazioni di extracomunitari, ormai numerose nel centro storico,  al fine di comunicare meglio con questi ragazzi e prevenire i loro disagi”.

 

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