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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Fiducia al Senato sulla manovra finanziaria, Tortosa commenta

Il responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti: “La commissione bilancio ha introdotto tagli in un Paese che non rilancia attività economiche e che non produce ricchezza, continua a spogliare i cittadini ridotti già alla povertà”

 

 

Roma – E’ ripresa oggi al Senato la discussione sulla manovra economica anche alla luce delle modifiche che vi sono state apportate lo scorso martedì dal governo. Alle 20 ci sarà il voto di fiducia sul maxiemendamento. Tra i principali cambiamenti troviamo l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne posta a 65 anni, il ripristino del contributo di solidarietà del 3% per i redditi oltre i 300 mila euro, l’innalzamento dell’Iva dal 20% al 21%. E’ stata, invece, respinta la patrimoniale che avrebbe permesso la tassazione anche delle proprietà mobiliari e immobiliari.

 

Oscar Tortosa, responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti, ha così commentato la manovra: “Il governo dovrebbe affrontare in maniera attenta il taglio di bilancio in quanto, nell’abolire e reintrodurre, lo ha modificato per ben quattro volte. Cosa succede? Siamo al ridicolo sul piano internazionale.

La commissione bilancio ha introdotto tagli in un Paese che non rilancia attività economiche e che non produce ricchezza, inoltre continua a spogliare i cittadini ridotti già alla povertà. Fra qualche tempo – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – saremo al punto di partenza perché mancano riforme strutturali, non c’è una patrimoniale che permetta di tassare gli ingenti patrimoni e come sempre si va a colpire la povera gente, gli stipendi e le pensioni sono bloccati e si colpiscono i redditi bassi invece che quelli alti. Questo governo non farebbe bene ad andare a casa?”.

Asili nido come pollai nel Lazio, dura reazione della Martino

  La responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti: “Si favorisce la scuola privata a discapito di quella statale, mettendo così in discussione tutta l’efficienza del servizio pubblico”

 

 

Roma –  La nuova norma regionale che ha innalzato il rapporto educatrici/bambini 1 a 7 e ridotto a 6 metri quadrati lo spazio per alunno è al centro di numerose polemiche, prima tra tutti la voce dei genitori dei bambini.

 

“Ci sono problematiche, nel Lazio come nel resto d’Italia, che andrebbero affrontate con riforme ed interventi strutturali piuttosto che con provvedimenti di questo tipo – sottolinea Annalisa Martino, responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti -. La radice del problema dei ‘nidi-pollaio’ è imputabile alla questione irrisolta dell’edilizia scolastica, per esempio”.

 

Contro la linea politica intrapresa dal governo verso il mondo della scuola pubblica, le proteste di genitori, insegnanti, personale Ata non si placano, anzi si intensificano all’avvicinarsi della nuova stagione scolastica.

 

“Si favorisce la scuola privata a discapito di quella statale, mettendo così in discussione tutta l’efficienza del servizio pubblico – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -. Tra l’altro sono stati tagliati ingenti fondi per le scuole pubbliche mentre venivano finanziati istituti privati, per i quali non c’è neanche una minima sovvenzione per chi decide di iscriversi. Basti pensare ad una recente circolare ministeriale che prevede l’obbligo di sorveglianza dell’alunno quando deve andare in bagno, qualora non ci siano bidelli disponibili, cosa molto probabile dopo la drastica riduzione di personale Ata voluta dal governo. L’insegnante si ritrova sempre più caricato di responsabilità e compiti, con un numero maggiore di bambini da custodire in spazi limitati” conclude la Martino.

Celardo eletto segretario organizzativo per il Lazio dell’Italia dei Diritti

  Il neosegretario, già viceresponsabile regionale del movimento: “Il mio ruolo è di rappresentanza politica sul territorio, proponendo candidati di trasparente onestà che sappiano apportare un valido contributo alla gestione della cosa pubblica”

 

Roma – Il movimento Italia dei Diritti ha inaugurato una nuova fase per la diffusione capillare sul territorio. Si è tenuta un’assemblea programmatica degli esponenti del Lazio ed è stata sentenziata all’unanimità l’elezione di Carmine Celardo a segretario organizzativo per il Lazio. Il presidente Antonello De Pierro, che ha partecipato all’incontro, si è congratulato con il neosegretario, riponendo in lui la massima fiducia. 

 

“L’Italia dei diritti – sottolinea il neoeletto segretario regionale - è un movimento che si pone come difensore dei diritti dei cittadini, italiani e non, che risiedono nel nostro Paese. Un’associazione di persone aperta a tutte le culture ed etnie, in virtù di un superiore ideale di uguaglianza e giustizia. Tengo a ringraziare tutti i rappresentanti che, con fiducia, mi hanno conferito quest’incarico. Il mio ruolo – continua Celardo – non è quello di fondare un partito politico schierato ideologicamente, ma di rappresentanza politica sul territorio, proponendo candidati di trasparente onestà, persone serie, attive nel sociale che sappiano apportare un valido contributo alla gestione della cosa pubblica.

 

“Ci proponiamo – continua Celardo -  come movimento che, benché contestatore e all’occorrenza censore della amministrazione pubblica, propone soluzioni politiche e tecniche alla gestione statale. Vogliamo essere sempre più vicini ai cittadini, radicandoci sul territorio. Siamo disponibili a serie proposte da parte dei partiti politici, i quali dovranno affrontare serie difficoltà nel prossimo biennio. Aperti a progetti che non siano specchio di bassa politica o mirino a favorire amici di amici, ma che il cui scopo sia portare una ventata di freschezza nella vita politica nazionale. Non siamo un apparato di potere ma un movimento che mira a garantire i diritti per tutti, lavorando quotidianamente al fianco dei cittadini nella massima onestà. Garantisco il massimo impegno e  dedizione – conclude l’esponente del movimento extraparlamentare presieduto da Antonello De Pierro - nello svolgimento di questo delicato compito affinché tutto si svolga nella massima trasparenza e correttezza”.       

 

A Napoli 11mila dipendenti comunali senza stipendio, l’analisi della Palmentieri

 La viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Oggi il neosindaco si è recato a Roma per chiedere lo svincolo dei fondi, ma è intollerabile che a fare le spese di questa sottile guerra tra Governo e amministrazione comunale siano i cittadini”

 

Napoli -  Per undicimila dipendenti del Comune di Napoli, questo mese non ci sarà lo stipendio. L’ammanco di circa venti milioni delle casse comunali ha costretto il tesoriere a bloccare i pagamenti a vigili urbani, cancellieri, dipendenti, tecnici e impiegati. Causa del deficit, oltre ad un ritardo del Governo nel trasferimento di fondi, è la pessima situazione lasciata dalla giunta precedente, benché i sindacati abbiano puntato il dito anche contro il neosindaco de Magistris per non aver considerato il problema in maniera adeguata.

 

“Credo – dichiara Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti – che l’amministrazione de Magistris non abbia ancora raggiunto il pieno regime organizzativo. Ci si guarda ancora intorno tentando di liberarsi dai cumuli di spazzatura senza l’aiuto del Governo e proprio oggi il neosindaco si è recato a Roma per chiedere lo svincolo dei fondi, bloccati dal patto di stabilità”.

 

La Palmentieri tiene a precisare l’importanza di non confondere l’allarme rosso di Palazzo San Giacomo con la campagna denigratoria a discapito dell’amministrazione che si è appena insediata: “Non posso fare a meno di ipotizzare questa situazione come l’ennesimo tentativo di boicottaggio ai danni della nuova giunta comunale, onde dimostrarne ai cittadini l’inaffidabilità. Se così fosse si tratterebbe di un segnale piuttosto grave. È comunque intollerabile – sottolinea l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che a fare le spese di questa sottile guerra tra Governo e amministrazione comunale siano i cittadini. Sono certa che i napoletani conserveranno il ricordo dei disagi sofferti da chi ha proclamato miracoli che si sono poi trasformati in una via crucis di disagio. Attendo di verificare se questi primi cinquecento milioni di euro richiesti da de Magistris alle casse governative riusciranno a risolvere in tempo anche il problema degli stipendi  comunali, inoltre mi aspetto che venga fornita una corretta e pronta informazione sulle responsabilità di tale grave mancanza”.

Stop a controlli dei permessi di soggiorno sui mezzi di Milano, Lo Verde soddisfatto

 Il viceresponsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti: “Con piacere accogliamo questi nuovi provvedimenti che non significano riduzione di controlli, bensì fare accertamenti in maniera ragionevole”

 

Roma –  Il nuovo assessore milanese alla sicurezza, Marco Granelli, ridefinendo i compiti dei nuclei specialistici dei vigili, ha stabilito che gli operatori per la tutela del trasporto pubblico non potranno più controllare, su tram e autobus, i permessi di soggiorno agli stranieri.

 

“Finalmente un segnale positivo da parte di una Sinistra che è rimasta sempre un po’ a guardare – osserva Antonino Lo Verde, viceresponsabile per l’immigrazione dell’Italia dei Diritti –. Quanto stabilito rappresenta una svolta nei confronti di tutte quelle nefandezze che hanno contraddistinto l’amministrazione di centro-destra”.

 

La giunta Moratti aveva permesso il controllo di biglietti e documenti sui mezzi pubblici, servendosi per un periodo dei cosiddetti “bus della vergogna”, mezzi blindati per portare i presunti clandestini in questura.

 

“A Milano sono trascorsi anni segnati da una politica evidentemente avversa agli extra-comunitari – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, con la scusa della Sicurezza hanno dimostrato un atteggiamento sfavorevole verso la tutela dei diritti ed il rispetto di norme nazionali e comunitarie. Con piacere accogliamo questi nuovi provvedimenti che non significano riduzione di controlli, bensì fare accertamenti in maniera ragionevole. Non era necessario – conclude Lo Verde - terrorizzare cittadini, stranieri ed italiani, spettatori di fenomeni di retaggio e di ricerca forsennata allo straniero senza permesso di soggiorno”.

 

 

 

A Roma studenti in lista d’attesa per iscrizioni ai licei, il commento della Battaglia

La viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti: “Il numero di insegnanti è stato ridotto, di conseguenza sono diminuite le sezioni nelle scuole”

 

Roma –  La situazione delle scuole romane è critica. Decine di ragazzi che vogliono iscriversi ai licei sono stati messi in lista d’attesa o respinti. Le scuole elementari scarseggiano di risorse finanziarie e umane, riuscendo a garantire sempre meno il regolare svolgimento dell’attività didattica. Si parla di “classi-pollaio” per il numero eccessivo di alunni che ogni aula dovrà contenere. La macchina della scuola pubblica sembrerebbe al collasso e non solo nella Capitale, ma anche in tutto il resto del Paese.

“Prima che l’intero apparato scolastico venisse stravolto – spiega Ivetta Battaglia, viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti – la normativa prevedeva che in presenza di un bambino o ragazzo portatore di handicap, una classe non poteva essere composta da più di venti alunni. Non solo è stata eliminata questa soglia, ma è stata concessa la presenza di più ragazzi disabili nella stessa aula, affollata da trenta studenti”.

Centinaia di ragazzi non sanno se a settembre riusciranno ad iniziare l’anno scolastico, costretti altrimenti a rivolgersi ad istituti privati.

“Il numero di insegnanti è stato ridotto – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, di conseguenza sono diminuite le sezioni nelle scuole. Tra l’altro, per quanto riguarda la scuola dell’obbligo, si è costretti ad iscriversi laddove ci siano posti liberi. Il Governo ha attuato una politica mirata a favorire le scuole private, lautamente sovvenzionate. Occorre inoltre sottolineare – conclude la Battaglia – la disattenzione e la disinformazione, da parte di tutte le forze politiche, che gravita attorno al mondo dell’istruzione pubblica, Università compresa”.

Berlusconi indagato per abuso d’ufficio, il commento di Girlando

 Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “Il nostro timore era che l’inchiesta, in principio seguita dalla procura di Trani, fosse archiviata”

 

Roma –  La Procura di Roma indagherà sul presunto abuso di ufficio da parte di Silvio Berlusconi in merito alle pressioni esercitate nel 2009 per sospendere la trasmissione “Annozero” di Michele Santoro. Sono iscritti nel registro degli indagati, con la stessa accusa del premier, l’ex commissario Agcom Giancarlo Innocenzi e l’ex direttore generale della Rai Mauro Masi.

 

“Apprendiamo con soddisfazione la decisione del tribunale di Roma – dichiara Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti -. Il nostro timore era che l’inchiesta, in principio seguita dalla procura di Trani, fosse archiviata per la questione d’attribuzione delle procure. Auspichiamo pertanto che sia fatta luce sulla vicenda, chiarendo i comportamenti di tutte le parti coinvolte”.

 

Fulcro del caso “Berlusconi-Santoro”, sono le diciotto telefonate “informali” del Premier a Innocenzi e Masi nelle quali traspariva un netto disappunto verso la trasmissione di Raidue del mercoledì sera.

 

“Finalmente il fascicolo è nelle mani della magistratura – osserva l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -. Aspettiamo il lavoro dei giudici, a cui va tutto il nostro sostegno e rispetto”.

  

 

 

Folli dichiarazioni di Borghezio su strage Norvegia, lo sdegno di Tortosa

 Il responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti: “Parole che sono comprova di odio e razzismo. Ci sono milioni di islamici innocenti uccisi da manifestazioni estremiste come quella di Utoya”

 

 

Roma -  Le dichiarazioni dell’europarlamentare leghista Mario Borghezio, secondo cui l’autore del massacro sull’isola norvegese di Utoya avrebbe soltanto sbagliato le modalità di protesta, ma che condurre la crociata contro gli islamici sarebbe sacrosanto, hanno suscitato l’indignazione da parte dell’intero mondo politico.

 

“Borghezio non si smentisce mai – osserva Oscar Tortosa, responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti –, neanche davanti a una vicenda così dolorosa e drammatica. Sia le vittime dirette che indirette devono fare i conti con il sistema giuridico norvegese, che prevede per un simile reato una pena di soli ventuno anni. È sconcertante per i cittadini sapere che una personalità così pericolosa sia di nuovo in circolazione dopo qualche tempo. Auspichiamo che la magistratura invochi una nuova disposizione del codice penale, applicando la condanna di crimini contro l’umanità, che prevede trent’anni di reclusione”.

 

Secondo l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, il comportamento assunto dall’on. Borghezio è l’ennesimo esempio della linea d’azione promulgata dalla Lega Nord: “Parole che sono comprova di odio e razzismo. Ci sono milioni di islamici innocenti uccisi da manifestazioni estremiste come quella di Utoya e l’imperativo è operare affinché tali atti terroristici non si verifichino. Mi auguro – conclude Tortosa – che Bossi si renda conto delle persone che compongono il suo partito. Per quanto riguarda Borghezio, parlasse prima con sé stesso e poi pubblicamente”.  

Decennale del G8 di Genova, le parole di Oscar Tortosa

 

Il responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti: “Ci auguriamo che partecipazione e rispetto imperino qualsiasi manifestazione e che l’Italia non debba più essere teatro di fenomeni degenerativi come quello di dieci anni fa

 

Roma –  Dopo dieci anni, lo spettro del G8 di Genova tormenta ancora il nostro Paese. La morte di Carlo Giuliani, le violenze dei black bloc, la ferocia degli agenti di polizia coinvolti nell’agguato alla scuola Diaz, i maltrattamenti nel carcere provvisorio di Bolzaneto.  

Amnesty International punta il dito contro l’Italia, sottolineando la mancanza del reato di tortura nel nostro codice civile, che ha scaturito la prescrizione per alcuni processi e l’impunità per molti responsabili.

 

“Premesso che Amnesty  è un’organizzazione che, per sua natura, vigila lodevolmente per il rispetto dei diritti umani – osserva Oscar Tortosa, responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti -, sulla questione del G8 di Genova mi sento di dire che le osservazioni sulla cattiva gestione giudiziaria dei fatti del 2001 siano un po’ esagerate. Intendo dire che la magistratura italiana ha compiuto un arduo lavoro al fine di scovare i responsabili di quanto è accaduto, incriminandoli quando necessario. Senza dubbio, d’altra parte, la prescrizione ha intaccato il corretto cammino giudiziario di alcuni procedimenti”.

 

Secondo l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, sono da condannare gli atti di violenza da entrambe le parti, tanto per le forze di polizia quanto per i gesti vandalici di gruppi  che non vanno confusi con i manifestanti pacifici: “Ci auguriamo che partecipazione e rispetto imperino qualsiasi manifestazione  - conclude Tortosa - e che l’Italia non debba più essere teatro di fenomeni degenerativi come quello di dieci anni fa”.  

 

 

Mobilitazione nazionale contro censura su Cie, il sostegno di Lo Verde

Il viceresponsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti: “La stampa deve poter documentare quanto avviene nei Cie, rappresentando in tal modo una garanzia per la salvaguardia dei diritti dei detenuti”

 

Roma -  La circolare interna 1350 emanata il 1 aprile 2011 ha vietato ai giornalisti l’ingresso nei Centri di Identificazione e nei Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo di tutta Italia. Nonostante il sollecito per aprire un tavolo di discussione da parte di giornalisti e opinione pubblica, il ministro dell’Interno non ha mostrato alcun cenno di marcia indietro sul provvedimento. Per questo è stata indetta la mobilitazione “LasciateCIEntrare”, lo scorso lunedì.

 

“A monte della violazione del diritto di informazione, sta la trasgressione della libertà personale attraverso la detenzione prolungata degli immigrati – osserva Antonino Lo Verde, viceresponsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti –. Le condizioni nei Cie sono sconcertanti, all’interno di quelle strutture si verificano sistematicamente violazioni di qualsiasi genere. Finanza, Polizia e Carabinieri, che interagiscono nei Centri, operano attraverso una stretta e soggettiva commistione  di ruoli, per la quale il singolo diventa determinante. Alcune ragazze – continua Lo Verde – si prostituiscono per essere protette”.

 

Secondo la circolare del ministro Maroni, giornalisti, sindacati ed esponenti di associazioni rappresentano un intralcio all’operato degli enti e gestori dei Centri, per questo non sarebbe consentito loro l’accesso: “Piuttosto sono un intralcio alle ingiustizie compiute in quelle strutture – commenta l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro –. La stampa deve poter documentare quanto avviene nei Cie, rappresentando in tal modo una garanzia per la salvaguardia dei diritti dei detenuti. Il Governo farebbe bene a precisare il vero fine della circolare, ossia di permettere di agire senza controllo alcuno agli enti gestori dei Centri. Chiediamo pertanto lo stralcio di tale circolare”. 

 

 

Tar accoglie denuncia Italia dei Diritti, stop a trasferimento Pronto Soccorso Frascati

Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento: “La sentenza del tribunale amministrativo regionale difende anche la sopravvivenza di molti reparti d’eccellenza presenti nella struttura del San Sebastiano”

 

 

Roma –  In merito alla decisione del Tar di bloccare il trasferimento, previsto dal piano di riassetto della sanità regionale, del Pronto Soccorso dell’ospedale di San Sebastiano Martire di Frascati, l’Italia dei Diritti, prima sentinella di denuncia dell’accaduto, esprime la sua soddisfazione nella persona di Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento extra parlamentare, portavoce della protesta lanciata nell’autunno scorso: “Un plauso alla decisione del Tar che riconosce la fondatezza della denuncia che abbiamo avanzato già dal 7 ottobre 2010”.

 

Celardo condivide la decisione della magistratura, sottolineando grande gratitudine anche verso il sindaco di Frascati che ha presentato il ricorso: “Il tribunale amministrativo del Lazio ha sentenziato contro il trasferimento del Pronto Soccorso, difendendo la sopravvivenza di molti reparti d’eccellenza presenti nella struttura del San Sebastiano. I magistrati hanno tenuto conto dei notevoli investimenti effettuati di recente, come da noi segnalato, di circa 580 mila euro che hanno permesso al centro ospedaliero di Frascati, di acquisire efficienza e qualità. La scelta di sospendere l’applicazione del Decreto 80 – spiega l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - rappresenta una vittoria per i cittadini, dei quali Stefano Di Tommaso, primo cittadino di Frascati, insieme con numerosi rappresentati del Partito Democratico, si è reso portavoce sostenendo la nostra denuncia”.

 

“Ribadiamo – continua Celardo - che la giunta Polverini che tanto tuona e strombazza per una Sanità adeguata ed efficiente, ha dato l’ennesima testimonianza del suo fare contradditorio, favorendo un mercato delle vacche per il quale si buttano soldi dalla finestra. Il San Sebastiano è una struttura da difendere da qui fino a quando sarà pronto il nucleo ospedaliero dei Castelli di via Nettunense, giacché fino a quel momento i cittadini di Frascati hanno il diritto all’assistenza sanitaria, non possono certo morire perché il Pronto Soccorso è stato spostato a Marino, tra l’altro  per fare un favore al sindaco. Sarebbe stato gradito un passo indietro dall’amministrazione Polverini – precisa il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti -, invece si è dovuto ricorrere alla magistratura, che come al solito deve farsi carico di compiti che spetterebbero alla classe politica. Come Italia dei Diritti continueremo ad essere attenti osservatori della situazione, impegnandoci a denunciare di nuovo qualsiasi provvedimento inadeguato al benessere della cittadinanza”.



 

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