Main menu

Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

Dure condanne in primo grado a Casalesi, la soddisfazione di Barbato

Il responsabile per le Mafie e la Criminalità Organizzata dell’Italia dei Diritti: “Quando arrestarono Setola non c’era personale sufficiente e nemmeno era possibile fare straordinari. In procura decisero di continuare a lavorare gratis pur di catturare un pericoloso latitante della Camorra”

 

 

Roma – I giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere hanno emesso la condanna di primo grado per trentacinque imputati appartenenti all’ala stragista del clan dei Casalesi e capeggiati da Giuseppe Setola. Quest’ultimo è stato condannato a ventinove anni di reclusione, mentre nove anni sono stati dati all’altro boss Francesco Bidognetti.

 

Francesco Barbato, responsabile per le Mafie e la Criminalità Organizzata dell’Italia dei Diritti, ha dichiarato: “Si riesce a fare giustizia grazie al sacrificio e al volontariato della magistratura e delle Forze dell’ordine campane. Quando arrestarono Setola non c’era personale sufficiente e nemmeno era possibile fare straordinari. Il boss viaggiava sulla tangenziale di Napoli e, per seguirlo, in procura decisero di continuare a lavorare gratis pur di raggiungere il prezioso obiettivo e catturare un pericoloso latitante della Camorra.

Atteso che ad oggi – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – i magistrati del pool anticamorra dalle ore 18 non hanno più la scorta e che dopo le ore 15 non sia più possibile fare straordinari, di fatto significa paralizzare la procura di Napoli.

L’aiuto che il governo Berlusconi dà è quello di mettere in ginocchio gli uffici giudiziari del capoluogo partenopeo non facendoli funzionare dopo le ore 15, meno male che abbiamo quei magistrati e quelle Forze dell’ordine! E dire che questo governo, per anni, ha sbandierato e ha preso il merito degli arresti dei capiclan e delle confische dei beni alle mafie.

Un grazie infinite, quindi – conclude Barbato – , ai magistrati, agli uffici amministrativi, alla polizia giudiziaria e a tutte le Forze dell’ordine campane che, malgrado il lavoro contrario dell’esecutivo conclusosi, tra l’altro, con l’invio degli ispettori nelle procure di Napoli e di Bari, restano il vero presidio a tutela della legalità”. 

 

 

Ancora ingenti tagli a forze di Polizia, lo sdegno di De Pierro

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Tagliare i fondi al comparto sicurezza significa penalizzare onesti lavoratori che quotidianamente affrontano enormi sacrifici, a rischio della propria incolumità, per salvaguardare la tutela dei cittadini”

 

Roma – Si è svolta a Roma e nelle principali città italiane la protesta delle forze dell’ordine insieme ai vigili del fuoco, contro i tagli del governo. Significativi i fusti vuoti portati in piazza per lamentare il fatto che non ci sono più fondi nemmeno per pagare la benzina e per sensibilizzare al riguardo i cittadini. Proprio a loro è stato chiesto un piccolo contributo per il carburante necessario alle volanti e agli automezzi. L’iniziativa è stata lanciata dai principali sindacati della Polizia di Stato, della polizia penitenziaria, del corpo forestale dello Stato e dei vigili del fuoco che, unanimemente, hanno spiegato la necessità della mobilitazione causata dai numerosi tagli subiti dai comparti di sicurezza e di ordine pubblico negli ultimi tre anni e non più in grado di tutelare la sicurezza. Altra pecca riguarda l’età media della Polizia di Stato che è di 42 anni. Questo perché l’ultimo concorso pubblico per entrare nel Corpo risale al 1997, inoltre fino al 2005 (anno di abolizione della leva obbligatoria) si poteva chiedere di essere arruolati nella Polizia o nei Carabinieri. Oggi vi si accede solo con concorsi interni riservati alle forze armate, dove si deve prima prestare servizio per alcuni anni. Si è abbassato anche il livello culturale e la percentuale delle donne.

 

Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti, ha commentato: “Come Italia dei Diritti esprimiamo piena solidarietà a tutti gli operatori di polizia che sono stati fortemente penalizzati dagli sconsiderati provvedimenti finanziari dell’attuale esecutivo, così come tantissimi altri settori. Questo governo è impegnato soltanto a salvaguardare gli interessi del Premier e per farlo ricorre, spessissimo, all’arma di ricatto della fiducia, calpestando e mortificando le esigenze della collettività, tagliando enormemente anche i fondi per il comparto sicurezza. Ciò a cui stiamo assistendo si può definire con una sola parola: vergognoso. Tra l’altro parliamo di una maggioranza che ha fondato la sua campagna elettorale, o meglio elettoralistica, proprio incutendo alla gente il timore di non essere sicuri e promettendo fantastiche misure, ma di fatto irrealizzabili, per tutelare l’incolumità personale.

Abbiamo assistito – continua De Pierro – alle carnevalate dei militari per strada che vanno a succhiare ingenti somme di denaro alla mammella delle finanze statali, cosa che ha sminuito, tra l’altro, la professionalità delle forze dell’ordine. Dall’altra parte abbiamo visto un’opposizione miope e distratta che ha lasciato fare tranquillamente senza impegnarsi più di tanto, salvo alcune eccezioni, ed è per questo nelle ultime settimane abbiamo deciso di candidarci alle elezioni, per iniziare a dire la nostra anche nelle istituzioni. E’ giunto il momento di strappare la pagina politico-istituzionale più brutta e dannosa della storia della Repubblica.

 

Tagliare i fondi al comparto sicurezza – spiega il leader del movimento – significa penalizzare onesti lavoratori che quotidianamente affrontano enormi sacrifici, a rischio della propria incolumità, per salvaguardare la tutela dei cittadini. E mentre le volanti e gli automezzi della Polizia e dei corpi di soccorso sono rimasti, ormai, anche senza benzina, vengono spese ingenti somme per continuare a finanziare i contingenti all’estero e per il carburante delle auto blu e quelle di scorte dei politici. Ma lo Stato ora li ha lasciati da soli e, purtroppo, in queste condizioni si possono commettere anche degli errori, si possono avere problemi di natura psicologica che vanno ad incidere notevolmente sulla sicurezza e a volte possono sfociare in episodi purtroppo tristi, in cui qualcuno dei fermati paga con la vita.

La nostra proposta è quella di cambiare immediatamente il sistema di arruolamento, in quanto un lavoro così usurante non può essere svolto da persone ultra quarantenni che rischiano di soccombere nei confronti di delinquenti più giovani e più allenati. Si è abolito il servizio di leva obbligatorio, e questo non può farci che piacere, ma per garantire ugualmente la presenza di un esercito è stata giocata la carta dell’obbligo di servizio nelle forze armate per accedere alle forze di polizia. Questo è semplicemente assurdo ed è necessario intervenire immediatamente bandendo nuovi concorsi e, soprattutto, fornendo la possibilità di svolgere il servizio di leva volontario anche nei corpi di polizia per sopperire a quella carenza, ormai cronica e consolidata, di forze giovani che prima venivano assicurate dalla possibilità di svolgere il servizio militare obbligatorio in questi corpi.

 

Tra l’altro – continua De Pierro – ciò garantirebbe anche una maggiore professionalità e preparazione, sempre più necessaria per affrontare i compiti gravosi che presenta quotidianamente una società in continua evoluzione, per salvaguardare anche il livello culturale degli agenti, che va inesorabilmente abbassandosi, visto che chi, con un grado cognitivo e con titoli professionali superiori, se prima sceglieva di partecipare al concorso, ora non accetta di sprecare le proprie competenze in alcuni anni di servizio nelle forze armate, senza avere poi la certezza di poter transitare nelle forze dell’ordine, affidando il proprio destino a una pesante incognita.

Per chiudere, auspicherei che il governo prendesse seriamente in esame le sacrosante richieste e lamentele del personale di polizia, anche perché presto il grado di sicurezza garantito potrebbe essere assolutamente insufficiente e porre il suggello a un fallimento completo dell’azione politica dell’esecutivo Berlusconi. Ormai – conclude il presidente dell’IDD – se ne sono accorte anche le pietre e la maggior parte della gente comincia a svegliarsi dal lungo torpore indotto da un bombardamento mediatico ad hoc, non è più disposta ad accettare prese in giro da politicanti assolutamente incompetenti”.

 

Governo sconfitto su rendiconto bilancio 2010, la critica di Tortosa

Il responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti: “La bocciatura sul rendiconto del bilancio 2010 è di una gravità estrema. Con il voto di fiducia richiesto per la nuova approvazione, poi, si dimostra che questa maggioranza non è capace di governare”

 

Roma – L’attuale esecutivo guidato da Berlusconi è stato ieri battuto alla Camera riguardo all’approvazione dell’assestamento del bilancio 2010. L’articolo 1 del rendiconto necessitava di 291 “SI” ma, con sorpresa dello stesso premier, non è passato per un solo voto. Erano assenti dall’aula i ministri Giulio Tremonti e Umberto Bossi, oltre ad altri deputati di destra e dello stesso Pdl, tra cui Claudio Scajola. Questa sarebbe la prima volta, dall’inizio della storia della repubblica, che il governo viene battuto in aula su un provvedimento del genere. In serata si è svolto un summit tra i rappresentanti della maggioranza per discutere sulla presentazione di un nuovo rendiconto del bilancio sul quale chiedere la fiducia.

 

Oscar Tortosa, responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti, ha così commentato: “La bocciatura sul rendiconto del bilancio 2010 è di una gravità estrema perché, anche se la maggioranza tende a minimizzare parlando di incidente, si tratta di una materia delicata. Dovremmo rispettare un voto così delicato, in quanto di fronte alla popolazione testimonia l’incapacità di questa gestione governativa. Questa mattina leggevo sul Corriere alcune dichiarazioni della Mussolini la quale, parlando del fatto che Scilipoti ieri non abbia votato afferma che lo prenderebbe a calci e che gli chiederà di restituire quanto ha avuto. Non so cosa intendesse con queste ultime parole, ma l’impressione generale è quella della degenerazione del sistema politico e certo non aiuta la maggioranza.

Dobbiamo porci un problema serio sia come cittadini sia come politici e anche il presidente della Repubblica dovrebbe farlo.

Non diamo una buona immagine né a livello nazionale né internazionale – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – , c’è interesse di parte politica e non volontà di risolvere i problemi degli italiani, soprattutto riguardo al lavoro.

Con il voto di fiducia richiesto per la nuova approvazione del resoconto di bilancio – conclude Tortosa – si dimostra che questa maggioranza non è capace di governare. Auspichiamo un risveglio delle coscienze su questo esecutivo, che ha interessi differenti da quelli del Paese, e che riemerga il rispetto per se stessi e per le istituzioni, cosa che è venuta a mancare”.

Associazioni in rivolta per fondi cultura bloccati, la Nieddu commenta

La responsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti: “Nel Lazio si erano offerte garanzie e aperti degli spiragli, ma poi c’è stato un blocco per l’erogazione dei finanziamenti speciali che si è esteso anche ai fondi stanziati prima dell’estate”

 

Roma – Venti di rivolta nel mondo degli artisti capitolini che annunciano di mobilitarsi in manifestazioni e sit in, poiché la Regione non sblocca i fondi a loro destinati in primavera dalla Provincia. Molte associazioni ed enti culturali rischiano il fallimento, soprattutto quelli che per organizzare eventi si son resi debitori verso terzi. Lo scorso 14 settembre l’assessorato regionale alla Cultura aveva presentato la proposta di delibera per i fondi alle associazioni, ma la giunta l’ha respinta. E’ stata nuovamente presentata il 14 ottobre ma ancora non è stata discussa, tuttavia le associazioni sono al collasso.

 

Anna Nieddu, responsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti, ha detto in merito: “Dal punto di vista della cultura questa situazione non colpisce solo Roma, la Provincia e la regione Lazio, ma riguarda anche altre regioni e settori. Il problema è che nel Lazio si erano offerte garanzie e aperti degli spiragli, ma poi c’è stato un blocco per l’erogazione dei finanziamenti speciali che si è esteso anche ai fondi stanziati prima dell’estate.

La questione si rivela ancora più problematica per la cultura, ritenuta meno importante di altri ambiti. Questo ha messo in ginocchio tutto il settore, dalle associazioni ai teatri, come il Valle di Roma. Per quelle compagnie che sono piccole realtà diventa ancora più problematico.

E’ questa una situazione – spiega l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che fa sentire impotenti e demotivati, perché si sa fin dall’inizio che non se ne caverà nulla.

L’unica cosa sarebbe quella di riuscire ad aggregarsi e creare un fronte unico con gli altri settore per avanzare delle richieste, anche se è difficile, poi, mantenere l’attenzione sul lungo periodo”.   

Ispettori a procura di Napoli dopo accuse di Papa, il commento di Girlando

Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “Noi auspichiamo che ci sia un intervento del CSM a tutela della procura di Napoli e dei tre magistrati coinvolti”

 

Roma – Ieri il parlamentare del Pdl Alfonso Papa, detenuto nell’ambito dell’inchiesta della P4, ha fatto pervenire ai giornalisti una lettera-denuncia in cui accusa i magistrati di Napoli di avergli fatto pressioni per indurlo ad accusare il premier Silvio Berlusconi in cambio della scarcerazione. Della questione si occuperà la procura di Perugia, ma l’arrivo della missiva ha fatto sì che il ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma disponesse l’invio degli ispettori nella procura partenopea. Giovandomenico Lepore, procuratore capo di Napoli, non esclude una eventuale querela per diffamazione nei confronti di Papa.

 

Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, ha così commentato l’accaduto: “Diamo piena solidarietà al procuratore capo Lepore e ai pm Francesco Curcio e Hanry J. Woodcock che in queste ore sono sotto un attacco ai danni delle procure.

Si tratta dello stesso metodo utilizzato contro i giudici Clementina Forleo e Luigi De Magistris. Alfonso Papa sta, di fatto, dimostrando la validità delle accuse usando un sistema intimidatorio basato su ricatti e minacce.

Noi auspichiamo – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che ci sia un intervento del CSM a tutela della procura di Napoli e dei tre procuratori, in modo che possano svolgere le loro inchieste senza essere sotto minacce e intimidazioni criminali”.

All’ospedale di Lipari chiude reparto di pediatria, l’Aprile indignata

La vice responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Tutto ciò contravviene a quanto sancito dalla Carta dei diritti del bambino dove è specificato che questi siano ricoverati in locali specifici e con personale a loro dedicato”

 

Roma – Nell’ospedale di Lipari è stato soppresso il reparto di pediatria e i bambini vengono ricoverati in quello di ‘medicina generale’. Duecentoventi genitori, coadiuvati da un pool di avvocati, hanno inviato una lettera al dirigente sanitario della struttura ospedaliera, Maria Rigoli, all'assessore regionale della sanità Massimo Russo, al commissario dell'Asp 5 Francesco Poli e al sindaco Mariano Bruno. In essa si legge che, considerato il pericolo per i piccoli pazienti di essere contagiati dagli altri malati e di non essere in un ambiente a loro consono, l’ospedale sarà ritenuto responsabile di infezioni o qualsiasi altro danno loro arrecato dalla situazione di degenza, riscontrando anche eventuali responsabilità penali.

Antonella Aprile, vice responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, ha così commentato: “Quanto attivato fa parte di una politica scellerata di tagli che non tiene conto delle singole realtà, in questo caso parliamo di un’isola. Condivido a pieno la protesta degli abitanti e invito l’assessore regionale alla sanità Massimo Russo a rivalutare quanto disposto. Tutto ciò, infatti, contravviene a quanto sancito dalla Carta dei diritti del bambino dove è specificato che questi siano ricoverati in locali specifici, con spazi per giocare, e con personale a loro dedicato e adeguatamente formato.

Non va tralasciato – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – l’aspetto importantissimo della promiscuità che si viene a creare tra adulti e bambini e che può comportare dei rischi di infezioni per questi ultimi. Non avendo personale dedicato non si può passare dal catetere al biberon. Invitiamo, quindi, a rivedere questa decisione perché danneggia gli abitanti di Lipari”.

Allarme rettore Alma Mater di Bologna su fondi università, la Cinti commenta

La vice responsabile per l’Emilia Romagna dell’Italia dei Diritti: “Per chi ha vissuto da vicino i cambiamenti, in ambito scolastico, ha ben chiaro il quadro di una progressiva involuzione a discapito della didattica e dei servizi in generale”

 

 

Bologna – Ivano Dionigi, rettore dell’Alma Mater università di Bologna, lancia l’allarme sui tagli effettuati sul Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) a livello nazionale. In base alle cifre odierne, mancherebbero c.a. trecento milioni di euro e già dal prossimo anno non si riuscirà più a coprire il costo di tutti gli stipendi del personale delle Università. In questo modo, si dovranno tagliare corsi e ricerca, facendo diventate gli atenei degli enti inutili.

 

Luana Cinti, vice responsabile per l’Emilia Romagna dell’Italia dei Diritti, ha così commentato: “La situazione che il settore della cultura, a livello nazionale, sta vivendo e si appresta a dover sostenere per via della progressiva attuazione della manovra 2011 è tutt'altro che rosea. Per chi ha vissuto da vicino i cambiamenti, in questi ultimi anni in ambito scolastico, ha ben chiaro il quadro di una progressiva involuzione a discapito, necessariamente, della didattica e dei servizi in generale all'interno della struttura in cui si offre la propria professionalità.

Si tratta, ancora una volta, del tentativo di salvare il salvabile rincorrendo quei pochi fondi rimasti e non ancora prosciugati dai deliri del governo che vanno a colpire, come sempre in Italia, i settori portanti di una moderna società civile e sui quali si fonda il nostro futuro, pur di non intaccare gli antichi e sedimentati privilegi. Le contraddizioni non si contano più. Come si può tenere in piedi  l'idea di un premio per le Università virtuose se a stento, con i tagli, riusciamo a coprire l'ammontare degli stipendi?

Il discorso di Dionigi riguardo al Fondo Finanziario Ordinario è allarmante – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, ma inascoltato perché sconveniente. In fondo la gara è potersi vantare della conferma dei premi nonostante tutto. Poco importa se il buco di bilancio, ancor più affossato dai tagli, andrà a discapito della ricerca e degli strumenti necessari alla didattica, e queste non si possono semplicemente accantonare come un oggetto superfluo o marginale. Senza contare – conclude la Cinti – che a livello di immagine l'Ateneo perderà progressivamente di credibilità, anche perché i retroscena e i risvolti di tali manovre resteranno sconosciuti ai più”.

 

Sdegno di Soldà su ordinanza Alemanno che vieta cortei nella Capitale

Il vice presidente dell’Italia dei Diritti:“Il sindaco Alemanno ha strumentalizzato quanto è successo sabato per disporre questa ordinanza, in quanto già da tempo voleva vietare i cortei nel centro di Roma”

 

 

Roma – Dopo gli scontri avvenuti sabato scorso nella Capitale a causa dei black bloc, durante la manifestazione pacifica degli ‘indignados’ d’Italia, il sindaco Gianni Alemanno ha emesso un’ordinanza che vieta per un mese i cortei in tutto il centro storico. Chi vorrà manifestare potrà farlo solo stazionando in una delle sette piazze indicate nel documento. Contemporaneamente monta la polemica sul corteo della Fiom previsto a Roma per il prossimo 21 ottobre. Proteste sull’ordinanza da parte del segretario nazionale della Fiom, della Cgil del Lazio, del Pd e da parte del capogruppo di Sel alla Regione Lazio.

 

Roberto Soldà, vice presidente dell’Italia dei Diritti, ha detto in merito: “Indubbiamente il sindaco Alemanno ha strumentalizzato quanto è successo sabato per disporre questa ordinanza, in quanto già da tempo voleva vietare i cortei nel centro di Roma. Non si può impedire alle persone di protestare, ma bisogna fermare in tempo i violenti in quanto vengono danneggiati solo i cittadini che vogliono manifestare pacificamente.

Alemanno – continua il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – deve rivedere l’ordinanza e non utilizzare quanto accaduto per risolvere il problema della regolamentazione dei cortei nel centro storico che da due anni non riesce a mettere in atto. Deve perseguire i responsabili delle violenze e fare prevenzione, non può ledere il diritto di manifestare democraticamente”.

Riforma fiscale penalizza anche i disabili, lo sdegno di Tortosa

Il responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti:“L’egoismo dei politici continua a far mettere le mani nelle tasche dei cittadini”

 

Roma – La nuova manovra finanziaria prevede il taglio di un miliardo per i servizi sociali gestiti dai Comuni. Il Fondo Nazionale per le Politiche sociali è ai minimi storici mentre il fondo per la non autosufficienza è stato cancellato. Una riforma fiscale ed assistenziale, quindi, che si abbatte pesantemente sulle famiglie e sui disabili. Il risultato, afferma la Federazione Italiana Superamento Handicap (Fish), sarà la diminuzione o sospensione di molti servizi che andranno a incidere su 10milioni di famiglie.

 

Oscar Tortosa, responsabile per la Politica Interna  dell’Italia dei Diritti, ha così commentato: “Ormai i tagli mortificano non solo le amministrazioni comunali e regionali, ma anche molte famiglie. Queste, infatti, già in una condizione di disagio per la presenza di portatori di handicap, dovranno anche sopperire ai tagli ai Comuni per le assistenze.

Mi domando se i nostri governanti non avrebbero fatto meglio a togliere tutti i vitalizi, tra l’altro esentasse, di cui beneficiano loro. Non parlo di indennità, ma di rendite di cui usufruiscono dopo tre anni di mandato elettorale: si tratta di miliardi. Di fronte ai tagli e risparmi ai quali sono chiamati i cittadini, alla mortificazione subita dai portatori di handicap, loro continuano ad avere privilegi. Un segnale dalla politica si sarebbe dovuto dare proprio togliendo queste rendite.

Se il Primo ministro, anche dopo i molteplici scandali, non si dimette – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – non si troveranno mai soluzioni a tutti questi problemi. L’egoismo dei politici continua a far mettere le mani nelle tasche dei cittadini e ci si aspetta ancora di peggio”. 

De Pierro lancia la candidatura di Leporati come sindaco di Parma

Il presidente del movimento dell’Italia dei Diritti: Paolo Leporati lo crediamo persona dotata di quella onestà intellettuale e integrità morale che gli attribuisce la giusta connotazione per tale ruolo, in virtù anche dell’impegno profuso negli ultimi anni, sempre in prima linea per salvaguardare i diritti dei cittadini”

 

 

Roma – Come già annunciato qualche settimana fa, l’Italia dei Diritti parteciperà come movimento extraparlamentare alla vita politica del nostro Paese, proponendo le candidature di suoi rappresentanti non in liste autonome, ma in quelle dei partiti ritenuti più vicini alla sua sfera ideale. Presenterà, invece liste autonome nel caso di elezioni amministrative comunali laddove non sussisteranno le condizioni con gli altri gruppi politici. L’IDD ha deciso di candidare Paolo Leporati come sindaco di Parma alle prossime elezioni e proprio per mancanza delle suddette condizioni il candidato verrà presentato con lista autonoma.

 

E’ lo stesso Antonello De Pierro, presidente del movimento, a lanciare la candidatura di Leporati: “Alla luce di quanto abbiamo visto nel corso del mandato amministrativo della giunta capeggiata dal sindaco Pietro Vignali, siamo costretti a prendere atto dell’inadeguatezza nel gestire la macchina amministrativa e, soprattutto, tutelare l’interesse della collettività. Siamo giunti a questa conclusione considerando diverse esternazioni verbali pronunciate spesso, inopportunamente, dallo stesso sindaco e da alcuni componenti della squadra di governo e, soprattutto, in virtù delle varie vicende, anche giudiziarie, che hanno costellato il percorso amministrativo di taluni rappresentanti di  questo gruppo che non esiterei a definire politicanti, alla guida della città di Parma.

E’ chiaro, e lo ribadiamo se ce ne fosse ancora bisogno, che la nostra convinzione è che Vignali deve andarsene, ma non certo per un fatto personale nei suoi confronti, piuttosto per l’incapacità di gestire le persone che per motivi politico-istituzionali fanno capo a lui. Parma ha già pagato un caro prezzo per questa gestione scriteriata e fallimentare e i suoi abitanti meritano certamente altro per riacquistare quella dignità, naturale e genetica, che posseggono e che più volte è stata mortificata e calpestata.

Oggi – continua De Pierro – l’Italia dei Diritti lancia ufficialmente la candidatura a sindaco di Parma di Paolo Leporati, già vice responsabile provinciale del nostro movimento, che crediamo persona dotata di quella onestà intellettuale e integrità morale che gli attribuisce la giusta connotazione per tale ruolo, in virtù anche dell’impegno profuso negli ultimi anni, sempre in prima linea per salvaguardare i diritti dei cittadini.

Purtroppo – spiega il leader del movimento – per il momento a Parma non sembrano esserci i margini per un accordo politico che ci soddisfi quindi, salvo sviluppi successivi, correremo da soli con lista autonoma recante, probabilmente, il doppio simbolo in associazione al movimento locale ‘Libera politica’. In ogni caso, il nostro candidato del centro-sinistra è Leporati e qualora si decidesse di andare alle primarie non esiteremo, valutandone la convenienza, a confrontarci in quella competizione per assicurare alla città di Parma una guida amministrativa degna del suo spessore politico e culturale, che cancelli definitivamente la brutta pagina della gestione Vignali”.

 

Italia dei Diritti parteciperà a elezioni, ma mai con liste autonome

Antonello De Pierro, presidente del movimento ha reso nota la nuova linea, precisando che potrebbero esserci eccezioni solo in caso di consultazioni amministrative comunali qualora non ci fossero i margini per un accordo  

 

Roma – Il momento dell’ascesa politica per l’Italia dei Diritti, movimento volto alla tutela e alla difesa dei diritti dei cittadini, è arrivato. Alle prossime elezioni saranno candidati numerosi membri dell’IDD, che manterrà l’identità di movimento extraparlamentare, fuorché per

le elezioni amministrative comunali, qualora non sussista un’armonica collaborazione con le liste di partito nelle quali i rappresentanti dovrebbero figurare, caso in cui il movimento presenterà liste autonome.

 

Queste le parole di Antonello De Pierro, presidente del movimento: “Di fronte a quanto stiamo assistendo nel panorama politico attuale, credo che sia giunto il momento di prendere la decisione netta di partecipare attivamente alle vicende politiche del nostro Paese da un punto di vista istituzionale, e non solo come denuncia extraparlamentare. Tale scelta – spiega De Pierro – scaturisce dalla necessità di dare delle risposte concrete a quanti si rivolgono a noi chiedendo di impegnarci più a fondo per cercare di cambiare questo stato di cose. Le nostre peculiarità genetiche ci impongono ciò nell’interesse supremo della cosa pubblica e dei cittadini letteralmente vessati e mortificati nei loro diritti da parte di una gestione politica che tutela più le logiche degli interessi partitici che la naturale espressione del bene per la collettività. Stiamo assistendo ad un’opera demolitrice da parte di un manipolo di politicanti che guida il Paese con la complicità di un’opposizione vacanziera che fa finta di contrastare gli scempi messi in atto, ma di fatto fa prevalere la politica dell’inciucio. Naturalmente, con le dovute eccezioni di pochi coraggiosi che cercano in tutti i modi di contrastare questi barbari comportamenti; ed è proprio a questi ultimi che ci appelliamo per candidare agli scranni istituzionali gli elementi migliori del nostro movimento”.

 

La nuova linea d’intervento intrapresa dall’Italia dei Diritti è stata deliberata dai vertici del movimento, in seguito ad un’attenta analisi.

 

“Di fronte ad una classe politica che sta demolendo lo stato sociale e lo stato di diritto – seguita il leader del movimento -, che imbavaglia l’informazione e di fronte al fallimento totale della ‘nave Italia’ cerca di salvaguardare i propri interessi e soprattutto s’adopera per sottrarre il Premier all’infinità di vicende giudiziarie in cui è coinvolto, non possiamo più restare a guardare impassibili o denunciare senza gli strumenti istituzionali necessari per opporsi politicamente. Quindi, la nostra linea è stata tracciata con decisione. Ci candideremo alle consultazioni elettorali, ma mai come entità autonoma, chiedendo ospitalità per i nostri membri nelle liste dei partiti che riteniamo vicini alla nostra sfera ideale. Occorre però precisare fin d’ora una cosa – sottolinea De Pierro -: ai nostri sostenitori, che da diverso tempo ormai ci chiedono questa svolta, non chiederemo di votare per il partito che ci ospita in lista, bensì per il nostro candidato che proporremo come rappresentante indipendente del nostro movimento. Chiaramente, laddove non sussisteranno i margini per un accordo di questo tipo presenteremo liste indipendenti, ma solo limitatamente a consultazioni amministrative di tipo comunale”.

FacebookTwitter