Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Chiediamo un’adeguata rappresentanza del nostro movimento con la presenza di un esponente candidato nelle liste dell’Italia dei Valori in ogni collegio elettorale, a garanzia dei nostri sostenitori ed elettori, che avrebbero la possibilità di esprimere in tutta libertà il delegato più idoneo alle loro esigenze. Poi l’assicurazione di avere compagni di avventura privi di ogni possibile dubbio da parte di chicchessia sull’impeccabilità assoluta della loro condotta, con l’impegno da parte di Di Pietro di allontanare ogni eventuale mela marcia che potrebbe avvicinarsi al partito, evento possibile e fisiologico per una formazione politica cresciuta così in fretta”
Roma - Terminati i lavori della kermesse di Vasto, ormai storico appuntamento annuale per l’Italia dei Valori, il presidente dell’Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, insieme ai maggiori esponenti del movimento extraparlamentare, ne ha tracciato il bilancio finale e si è espresso in merito alle decisioni prese in relazione alle scelte politiche da fare nei mesi a venire, in vista delle numerose e ardue consultazioni elettorali, che attendono alle urne una popolazione ormai politicamente disorientata e scevra di ogni certezza, tra vistose venature e profondi solchi di disillusione, nei confronti delle formazioni partitiche, che a loro volta cercano di correre ai ripari per recuperare risicate manciate di consensi e guadagnare qualche spazio prezioso sul terreno di una vacillante credibilità.
In questo scenario nebbioso e confuso, adagiato su una vacillante piattaforma di desolante indeterminatezza, si infilano e si muovono, con fermenti speranzosi e valori coriacei, le convinzioni decisionali dell’Italia dei Diritti, che dopo avvedute disamine e riflessioni valutative, ha affidato alle parole del suo leader Antonello De Pierro la linea politica da adottare: “Abbiamo seguito con attenzione i lavori della convention di Vasto e, alla luce delle estrinsecazioni concettuali e ideali espresse dalle numerose esplicitazioni dialettiche, abbiamo convenuto che quanto propugnato dall’Italia dei Valori e dal suo presidente Antonio Di Pietro, è perfettamente condivisibile e assimilabile rispetto ai principi più pregnanti e fondanti del nostro movimento.
Il solco ideologico nel quale ci muoviamo può tranquillamente farci coesistere con l’Idv, a cui possiamo fornire una salutare iniezione di linfa vitale e di energia pulita prodotta da una forza non trascurabile di rappresentanti della società civile, che possono garantire certezze assolute di concentrati di onestà e di candore morale. Però il nostro sostegno non è incondizionato, ma si basa su due richieste ben precise.
Innanzitutto un’adeguata rappresentanza del nostro movimento con la presenza di un esponente candidato nelle liste dell’Italia dei Valori in ogni collegio elettorale, a garanzia dei nostri sostenitori ed elettori, che avrebbero la possibilità di esprimere in tutta libertà il delegato più idoneo alle loro esigenze. Poi l’assicurazione di avere compagni di avventura privi di ogni possibile dubbio da parte di chicchessia sull’impeccabilità assoluta della loro condotta, con l’impegno da parte di Di Pietro di allontanare ogni eventuale mela marcia che potrebbe avvicinarsi al partito, evento possibile e fisiologico per una formazione politica cresciuta così in fretta. E per mela marcia non intendo solo chi ha problemi con la giustizia, anzi fino al terzo grado di giudizio siamo fin troppo tolleranti e assolutamente non giustizialisti, considerando sacrosanta la presunzione di innocenza nella nostra cultura giuridica.
Ci sono condotte invece decisamente censurabili, pur non essendo riconducibili a esplicite fattispecie di rilevanza penale, e sto parlando di tutte quelle manifestazioni comportamentali che vanno a porsi in contrasto con i principi dell’etica politica, peculiarità a nostro avviso imprescindibile per chi ha avuto in custodia dai cittadini la gestione della cosa pubblica, la cui violazione determina di fatto una grave incrinatura nel rapporto fiduciario tra l’eletto e l’elettore, che si traduce in un abbassamento del livello di fiducia riposta nella rappresentanza politica di riferimento, che nel tempo va a rendere instabile tutto il sistema.
Se il presidente Di Pietro e l’Italia dei Valori accoglieranno le nostre condizioni, che tra l’altro ci sembrano semplicemente dettate dal buon senso di chi ha a cuore realmente la cosa pubblica, da parte nostra ci sono lunghe autostrade destinate al dialogo. In caso contrario, nostro malgrado, dovremo dirottare altrove i nostri consensi, sempre fermi sulla nostra indipendenza nell’offerta politica”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti e candidato a sindaco di Roma Capitale: “Cerchiamo conferme in merito alla linea ideale dettata da Di Pietro, per far convergere sull’Italia dei Valori il nostro bacino di consensi, chiedendo la candidatura di un esponente del nostro movimento in ogni collegio elettorale”
Roma - Anche quest’anno, dal 21 al 23 settembre, avrà luogo a Vasto (CH) il canonico incontro dell’Italia dei Valori, giunto ormai alla 7^ edizione. Il motto con cui la compagine partitica capeggiata da Antonio Di Pietro si accinge ad affrontare l’appuntamento è “Il cambiamento utile”. Un’occasione per fare il punto sulla situazione e cercare di individuare la giusta strategia per giungere preparati alle consultazioni elettorali politiche della prossima primavera.
Anche il movimento Italia dei Diritti guarda con attenzione al rendez–vous politico primaverile, che dovrà designare il destino dell’Italia in un momento notoriamente molto arduo.
Ed è per questo che l’organizzazione extraparlamentare presieduta da Antonello De Pierro, candidato a sindaco di Roma Capitale, sarà presente nella cittadina abruzzese con una folta rappresentanza di dirigenti e sostenitori.
A capeggiare la delegazione che parteciperà alla tre giorni vastese sarà lo stesso De Pierro, il quale estrinseca le motivazioni decisionali di tale presenza affidandole ad una dichiarazione di intenti di esplicita matrice: “Dopo aver assistito alla deriva politico-istituzionale del Paese, ridotto socialmente a un cumulo di macerie da una partitocrazia con vocazione elitaria sempre più avida di privilegi e di esclusive prerogative, a danno di un tessuto collettivo sempre più schiacciato, calpestato e mortificato da un cinico ed egoistico menefreghismo e da una disarmante e vergognosa indolenza, siamo costretti a registrare il fallimento inesorabile di una certa politica e a pretendere, a nome di una società appiattita sul presente e proiettata verso l’incertezza fatale di un futuro tremolante, sbiadito e orfano di ogni barlume di speranza, un’inversione di rotta determinata e risolutiva.
Saremo a Vasto proprio per cercare le conferme che finora ci fanno prediligere l’Italia dei Valori rispetto alle altre formazioni politiche, per incanalare il nostro patrimonio di consensi e farlo convergere verso l’Idv, con l’auspicio che la linea ideale finora condivisa in larga parte non esca ritoccata dall’appuntamento a cui stiamo guardando con notevole interesse. Qualora, come crediamo, i valori e le idee propugnate rimarranno inalterati, saremo ben lieti di corroborare la nostra determinazione decisionale e suggellarla con la candidatura di un esponente del nostro movimento in ogni collegio elettorale e far confluire su di loro la manifestazione di suffragio espressa dal nostro bacino elettorale nel segreto della cabina.
Non ci resta che attendere quanto emergerà al termine della chiusura dei lavori e, nell’eventualità già argomentata, ci auguriamo che Di Pietro raccolga la nostra sollecitazione, afferrando lesto la nostra mano tesa, che potrebbe fornire all’Italia dei Valori un apporto decisivo per l’esito finale e un’iniezione di valori sani e genuini da parte di elementi accuratamente selezionati, prima di essere ammessi a occupare ruoli predominanti nel nostro movimento.
Le sirene di altre realtà politiche stanno cercando di incantarci con il loro richiamo, ma noi la decisione per il momento l’abbiamo presa e speriamo di confermarla dopo Vasto, salvo un rifiuto da parte dell’Idv, che ci porterebbe, nostro malgrado, verso risoluzioni diverse per non disperdere quella quota di consensi che abbiamo faticosamente edificato sulla scia di un’infinità di battaglie sociali”.
Per concludere il numero uno dell’Italia dei Diritti, che sarà presente a Vasto sabato 22, chiosa: “Un accordo del partito di Di Pietro con la nostra entità associativa, che sarebbe in linea con l’apertura annunciata verso società civile e movimenti, lo doterebbe inoltre di una potenza comunicativa esponenziale rispetto a quella espressa finora, sicuramente accettabile, ma assai carente rispetto al potenziale mediatico che, dati i mezzi tecnici ed economici a disposizione, risulta a nostro avviso altamente penalizzato e soffocato. Il raggiungimento della massima forza possibile di divulgazione informativa sarebbe ottenuto grazie al lavoro dei grandi esperti di comunicazione che operano attualmente nell’Italia dei Diritti, che hanno innalzato il nostro movimento a standard di visibilità enormi con l’impiego di risorse economiche pressoché nulle”.
Al presidente dell’Italia dei Diritti è stato consegnato a Piglio, in provincia di Frosinone, l’importante riconoscimento alla professionalità, che vede il suo ideatore in Giancarlo Flavi
Roma - Si è svolta come da copione, con una meravigliosa serata da incorniciare, nel suggestivo borgo ciociaro di Piglio, la consegna del premio internazionale “Rocca d’oro”, edizione 2012. L’evento, partorito dall’estro creativo dell’infaticabile giornalista Giancarlo Flavi e giunto alla XXIII edizione, ha visto sfilare sul palco, dove lo stesso Flavi e la bella e brava Cristiana Ciacci, figlia del grande Little Tony, hanno condotto magistralmente, numerose personalità della cultura e delle istituzioni. Tra questi, come già annunciato, ha ritirato l’ambito riconoscimento il giornalista Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti e direttore di Italymedia.it, già direttore responsabile e voce storica di Radio Roma, tra gli applausi scroscianti di una platea immensa, che ha riempito la bella piazza di Piglio e che vedeva tra le prime file, oltre agli autorevoli premiati, anche altri personaggi emblematici del panorama istituzionale, ad iniziare dal prefetto di Frosinone Eugenio Soldà che, come ha ricordato lo stesso De Pierro, per un’incredibile coincidenza, è il fratello del vice presidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà. A consegnare la prestigiosa scultura al leader dell’Italia dei Diritti è stato il generale dei Carabinieri Carlo Felice Corsetti, presidente della giuria per l’assegnazione delle nomination, sotto i flash a raffica dell’esercito di fotografi presenti di fronte al palco, che hanno immortalato ogni piccolo frangente della serata con un’attività pressoché ininterrotta. E’ doveroso ricordare tra i professionisti delle immagini all’opera in piazza Roma di Piglio il quasi novantenne Carlo Riccardi, che ha praticamente scritto la storia della fotografia del jet-set internazionale.
Dopo che
A ricevere il riconoscimento alla professionalità, oltre al numero uno del movimento Italia dei Diritti, tra gli altri sono stati Carlo Mirabella, direttore generale della Asl FR, l’avv. Mario Di Sora, direttore dell’Osservatorio Campo Catino, Carlo Tosti, amministratore delegato dell’Atac), il professor Josè Luis Gotor, vice Rettore dell’Università di Tor Vergata, il professor Francesco Romeo, direttore della Cattedra di Cardiologia dell’Università di Tor Vergata , Antun Sbutega, ambasciatore della Repubblica del Montenegro presso la Santa Sede ed il Sovrano Militare Ordine di Malta, Gino Falleri, vice presidente dell’Ordine dei Giornalisti), Daniela Miniucchi, giornalista inviata Rai, Romano Dalla Chiesa di Unindustria Lazio, Mario Cappelli, direttore della rivista Golf Eventi), Radio Luiss, il generale Massimo Fogari, direttore dell’Ufficio della Pubblica Informazione dello Stato Maggiore della Difesa, il colonnello Antonio Menga comandante provinciale dei Carabinieri di Frosinone, il colonnello Rosario Castello, comandante del Gruppo Carabinieri di Frascati, il regista Luca Verdone, l’attrice Virginia Barrett, e la stessa presentatrice della manifestazione Cristiana Ciacci.
Il presidente dell’Italia dei Diritti ha sciolto ogni riserva e parteciperà alle eventuali primarie del centrosinistra contando sui voti dell’Italia dei Valori e di Sel
Roma - Ormai è ufficiale: Antonello De Pierro, presidente del movimento extraparlamentare Italia dei Diritti, si candiderà alla carica di sindaco di Roma Capitale in occasione delle prossime elezioni amministrative del 2013.
La notizia era già nell’aria da tempo, ma De Pierro non aveva ancora sciolto le numerose riserve personali, nonostante da più parti gli giungessero, sempre più numerose, manifestazioni incoraggianti di sostegno in tal senso, da cittadini ormai esasperati dallo strapotere di politicanti e gerontocrati che hanno occupato gli apparati istituzionali, diventati il più delle volte meta per spregiudicati affaristi, che coltivano all’ombra della politica i loro interessi personali, piuttosto che centri di servizio sociale per la collettività.
E’ lo stesso leader dell’Idd a spiegare le motivazioni che hanno portato a questa svolta decisionale: “Abbiamo assistito impotenti, in questi ultimi anni, alla disastrosa gestione amministrativa della giunta (o meglio delle giunte) Alemanno, con una città che sta pagando un duro prezzo all’insipienza politica di queste persone. Ma nonostante i numerosi scandali che hanno bersagliato implacabilmente il povero, e credo incolpevole, Sindaco, vogliamo concedere l’alibi a questi amministratori dell’errore e non della dolosità, che tra l’altro non spetta a noi giudicare, e attribuire loro un’incapacità operativa disarmante.
Per quanto riguarda Alemanno, la non colpevolezza diretta che sentiamo di riconoscergli in afferenza agli scandali, non lo assolve certo dalla piena responsabilità politica di aver operato delle scelte collaborative dilettantistiche, che dovrebbero suggerirgli di dedicarsi, magari con successo, ad altra attività, liberando i cittadini dalla sua pressoché inutile presenza nel panorama politico.
Sono molti mesi che ricevo da ogni parte sollecitazioni e inviti a candidarmi alla carica di sindaco a Roma, e di trascinare in campo quel concentrato di onestà, legalità e trasparenza, che contraddistingue le coscienze soggettive di tutti gli esponenti dell’Italia dei Diritti. Ebbene non potevo deludere siffatte aspettative e ho preso la decisione, per portare nella competizione, ed eventualmente alla guida della città, un forte vento di rinnovamento, stavolta reale e non solo nascosto nella retorica dei proclami elettoralistici di gran parte della nomenclatura che ha rappresentato finora la vita politica nella Capitale.
La nostra sfida inizia dalla legalità, soprattutto negli stessi apparati comunali, che in alcuni comparti le corruttele e le connivenze hanno ridotto al lumicino. Non si può parlare di sicurezza se non si educa verso il rispetto delle regole chi dovrebbe farle rispettare. E’ chiaro, in questo caso, che mi riferisco alle battaglie portate avanti con decisione dal nostro movimento contro i numerosi comportamenti omissivi e i favoritismi da parte di alcune cellule deviate dei vigili urbani e dei dipendenti degli uffici tecnici comunali, con concrete proposte per arginare il fenomeno, che il sindaco Alemanno ha finto di recepire e di condividere, lasciando poi tutto invariato.
I cittadini romani, e soprattutto chi delinque sfruttando a proprio e altrui vantaggio posizioni professionali favorevoli, devono sapere che con noi, in tal senso, vigerebbe la tolleranza zero, con vigorosa attività preventiva e, se necessario, repressiva all’insegna dell’esemplarità.
La gente comune, i più deboli, sarebbero altamente tutelati dall’arroganza di pochi eletti, che con sprezzo della legalità, agitano impunemente lo scettro del potere.
La nostra sfida si sostanzia inoltre nella promozione culturale, soprattutto nelle periferie, settore che è stato mortificato da persone incapaci di valorizzarlo.
Soprattutto l’obiettivo da perseguire è quello di una città che risponda totalmente alle esigenze dei cittadini e combatta i privilegi di pochi.
Sappiamo che la nostra linea non farà piacere ad una certa classe politica ancorata saldamente ai benefici, che cercherà di boicottarci in ogni modo.
A noi poco importa, a noi interessa il benessere dei corpi collettivi e non certo di un manipolo di politicanti che deve aver scambiato gli scranni istituzionali come la meta di spregiudicati affaristi.
Perciò, se i cittadini riusciranno, nonostante i boicottaggi, a sintonizzare le loro coscienze sulle nostre frequenze innovative, potranno assistere ad una vera e propria rivoluzione nella gestione della cosa pubblica, che darà ossigeno vitale a tutte le attività quotidiane, che spesso ora si trasformano in odissee per chi è costretto ad affrontarle.
Si preparino, i signori dei privilegi, a rinunciare a ciò che credono un diritto, ma che è solo una concessione di un potere gestito sui percorsi clientelari.
Si apprestino ad affidare a sbiaditi ricordi l’uso e l’abuso di auto blu.
La politica dei trombati inseriti ad ogni costo si abitui a rinunciare a incarichi e consulenze faraoniche: se i compensi proposti non fossero di gradimento esiste un esercito di giovani disoccupati che li accetterebbe volentieri e magari raggiungendo risultati più proficui”.
De Pierro ha poi concluso: “Se ci saranno le condizioni e i margini necessari per esplicitare e concretizzare in ambito coalizzativo la nostra linea ideale è molto probabile che parteciperò alle eventuali primarie del centrosinistra, per le quali conto sull’appoggio dell’Italia dei Valori, della Federazione della Sinistra, di Sinistra Ecologia e Libertà e dei Verdi Ecologisti, da dove intendo iniziare a edificare la struttura portante per la realizzazione del progetto propugnato. In caso contrario valuteremo il da farsi, cercando di maturare le scelte migliori per trarre i maggiori benefici per la cittadinanza, che a quel punto diventerà decisiva e parte integrante di un progetto ambizioso per consegnare a Roma l’efficienza che le compete di diritto”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti figura tra gli autorevoli esponenti delle istituzioni e della cultura che saranno insigniti del prestigioso riconoscimento alla professionalità, ideato da Giancarlo Flavi e giunto alla 23^ edizione, che sarà consegnato a Piglio
Roma – Domenica prossima, esattamente l’8 luglio, avrà luogo a Piglio, suggestivo borgo in provincia di Frosinone, la 23^ edizione del prestigioso Premio “Rocca d’Oro”, che, organizzato dall’indefesso giornalista Giancarlo Flavi, ormai da anni campeggia nella lista degli eventi più importanti del panorama laziale. La manifestazione internazionale, che premia la professionalità, quest’anno sarà dedicata all’invecchiamento attivo e alla solidarietà tra le generazioni, prendendo spunto dal fatto che l’anno che stiamo vivendo è proprio dedicato a livello europeo a questi due temi di enorme rilevanza sociale.
Tra i nomi di coloro i quali saranno insigniti del riconoscimento, campeggia quello del presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro, che nell’edizione dello scorso anno, a cui ha partecipato come ospite, ebbe l’onore di consegnarlo alla principessa India d’Afghanistan, personaggio emblematico nel panorama mondiale per le battaglie in difesa dei diritti umani. Il leader del movimento extraparlamentare, da sempre in prima linea per difendere i diritti delle cellule più deboli del nostro tessuto sociale, con all’attivo numerose battaglie anche in veste di giornalista, con alcune inchieste che sono diventate storiche, in particolar modo sulle frequenze di Radio Roma, di cui è stato direttore responsabile per dieci anni, si è dichiarato “onorato di ricevere l’ambito riconoscimento, fiore all’occhiello delle attività culturali estive in Ciociaria”. Ha poi aggiunto che “in un contesto peninsulare dove le istituzioni perdono quotidianamente di credibilità e la tv trash trasmette ignoranza a reti unificate, eventi del genere aiutano a richiamare l’attenzione dei cittadini verso quei contesti istituzionali sani, che per fortuna sono ancora la maggioranza, e a generare e diffondere nuovi fermenti culturali, e che di questo bisogna rendere merito all’organizzazione”.
Infatti l’elenco dei premiati offre nomi di tutto rispetto e prestigio, a cominciare dal questore di Frosinone Giuseppe De Matteis e dal colonnello Antonio Menga, comandante provinciale dei Carabinieri del capoluogo ciociaro, per continuare con Ciro Attaniese, Magnifico Rettore dell’Università di Cassino, Carlo Mirabella, direttore generale della Asl di Frosinone, Marcello Pigliacelli, presiedente di Unindustria Frosinone, l’inviata dell’Italia sul Due Daniela Miniucchi, il generale Massimo Fogari, direttore dell’Ufficio della Pubblica Informazione dello Stato Maggiore della Difesa, il professor Francesco Romeo, direttore della Cattedra di Cardiologia dell’Università di Tor Vergata, il professor Giancarlo Isacchi, primario di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, il vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti Gino Falleri, il colonnello Rosario Castello, comandante del Gruppo Carabinieri di Frascati, l’amministratore delegato dell’Atac Carlo Tosti, il giornalista Aldo De Luca, il regista Luca Verdone e l’attrice Virginia Barrett.
Il presidente dell’Italia dei Diritti ha partecipato alla tradizionale festa del raccolto organizzata dal leader dell’Italia dei Valori presso la sua masseria di Montenero di Bisaccia
Roma - Com’è ormai tradizione consolidata e di successo anche quest’anno, presso la masseria Di Pietro, di proprietà del leader del partito Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, a Montenero di Bisaccia in Molise, si è svolta la festa del raccolto. E come da copione ha richiamato migliaia di iscritti e sostenitori da ogni parte d’Italia, per un bagno di folla che ha riempito al limite della capienza il vasto prato che abbraccia la casa ed è andato oltre ogni previsione della vigilia, superando di gran lunga il numero di presenti registrato negli anni scorsi.
Un record di affluenza a cui ha contribuito indubbiamente il movimento extraparlamentare Italia dei Diritti, presente all’evento con un nutrito gruppo di sostenitori, capeggiati dal presidente Antonello De Pierro, che ha sposato quasi del tutto la linea tracciata da Di Pietro negli ultimi mesi, annunciando il sostegno al partito del gabbiano e la volontà di candidare i propri esponenti nelle sue liste alle prossime competizioni elettorali.
Oltre a De Pierro sono intervenuti alla serata molti dirigenti del movimento a sostegno dei diritti dei cittadini, tra cui il deputato Francesco Barbato, responsabile per le Mafie e
E’ stato proprio De Pierro a esplicare il significato della sua presenza a Montenero, non rinunciando a una frecciata polemica verso una piccola componente del partito: “La mia partecipazione vuole testimoniare la vicinanza e la condivisione del movimento Italia dei Diritti in afferenza al percorso ideale segnato da Di Pietro nel panorama politico-istituzionale del nostro paese, proprio quel percorso, pregno di valori sociali a beneficio della popolazione, che ha fatto vibrare le corde emozionali di tanti cittadini onesti e che ha prodotto l’enorme flusso di massa che abbiamo avuto il grande e suggestivo piacere di registrare questa sera. Ed è in virtù di questa condivisione che auspichiamo la presenza nelle liste dell’Idv di esponenti del nostro movimento alle prossime consultazioni elettorali, cosa che sporadicamente è già avvenuta in passato, ma che ora aneliamo realizzare con una formula decisionale e organizzativa dai contorni ben definiti. Questo anche alla luce della nostra esponenziale crescita di consensi, che ci ha fatto acquisire e consolidare la presa di coscienza di non poter disperdere questo patrimonio, nell’interesse dei corpi collettivi e sotto l’impulso di un alto senso di responsabilità che ci impone di dover contribuire ad evitare la riduzione dei già ristretti varchi dell’esercizio della democrazia nel paese. E’ probabilmente quel patrimonio che da qualche tempo ha fatto avanzare da più parti proposte di intese che abbiamo puntualmente rispedito senza indugi ai mittenti, in quanto, pur se in qualche caso le convergenze di pensiero potevano suggerire qualche apertura, avevamo già individuato altrove un’affinità di espressione concettuale indubbiamente più compiuta. Questa scelta politica, e questo per essere chiari con i nostri sostenitori, non ci fa ignorare che è esistita ed esiste nell’Italia dei Valori una marginale componente, che definirei fisiologica in un partito cresciuto così in fretta, formata da politicanti che non sempre hanno onorato od onorano la nobile ragione sociale propugnata dal partito, o che probabilmente hanno scambiato quest’ultimo come un treno per raggiungere scranni istituzionali, con manifestazioni comportamentali votate a un affarismo e a un clientelismo da Prima Repubblica. Ma non ignoriamo neanche che la stragrande maggioranza di questo partito affonda le radici in un terreno ideologico disseminato di valori e ideali sani e granitici, ed è questa la parte che ambiamo a corroborare con il nostro contributo di impeccabile onestà intellettuale e profonda sensibilità sociale, quella parte che rappresenta degnamente la folla intervenuta a Montenero, armata di uno spirito ideale ancorato a una moralità autentica, limpida e genuina, che sentiamo di interpretare con marcato coinvolgimento emotivo, e che non possiamo permettere, che venga tradito da quella, pur se esigua, percentuale deviata”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti è in corsa simbolicamente nella lista civica “Incontro Democratico” per testimoniare il sostegno del movimento alla necessaria spinta di rinnovamento propugnata in termini di legalità e trasparenza per la cittadina pontina
Roma – Come già noto, le prossime elezioni amministrative, che si terranno i prossimi 6 e 7 maggio, vedranno la partecipazione del movimento extraparlamentare Italia dei Diritti, fondato e presieduto dal giornalista Antonello De Pierro.
In quasi tutti i comuni chiamati al voto infatti, pur non presentando liste autonome come più volte ribadito, salvo eccezioni, saranno presenti in liste ospitanti numerosi rappresentanti dell’organizzazione per i diritti dei cittadini, come per esempio nei capoluoghi di provincia
Per il Comune di Ardea, cittadina della provincia sud di Roma, l’Italia dei Diritti sarà rappresentata proprio dal suo presidente De Pierro, candidato nella lista civica “Incontro Democratico” a sostegno della candidata a sindaco Cristina Capraro. E’ una candidatura simbolica quella del leader del movimento, per testimoniare la vicinanza al progetto di rinnovamento propugnato dalla lista nella quale ha scelto di essere inserito.
De Pierro, che in questi giorni è in giro per l’Italia a sostenere i vari candidati dell’Idd, ha spiegato così la sua presenza nel centro pontino: “Ardea sta vivendo ormai una situazione ai limiti della tollerabilità, con un’emergenza sicurezza e legalità che non può più aspettare e reclama l’urgenza di un’inversione di rotta in termini di rinnovamento del tessuto amministrativo, che attualmente, alla luce dei fatti, è apoditticamente incapace per far fronte a tale indifferibile esigenza. Chi non sa amministrare deve andare a casa e passare il testimone, se vuole realmente il bene della collettività, anche se ciò purtroppo resta aggrappato ad una mera illusione chimerica. L’immobilismo politico degli ultimi anni ha portato ad una condizione di estremo e devastante degrado del contesto socio – culturale del territorio, che appare ormai sfibrato nei suoi fermenti creativi e innovativi, affogando in un inesorabile appiattimento. L’illegalità e i conflitti di interessi dilagano senza freni e remore, l’impasse in termini occupazionali, infrastrutturali, sociali è disarmante, e solo un intervento immediato e deciso potrebbe portare ad arginare una deriva apocalittica. Il futuro di Ardea è ora nelle mani degli elettori, che dovranno scegliere se restare avvinghiati e stritolati nelle spire delle politiche clientelari e degli interessi di pochi eletti, oppure affidare il controllo del territorio a persone capaci e con l’unico interesse di salvaguardare le esigenze della collettività. L’Italia dei Diritti ha sempre dimostrato di schierarsi dalla parte dei cittadini contro le logiche partitiche della Casta e contro le lobby. Siamo pronti a farlo anche qui. Se i cittadini ci daranno fiducia ci saranno tempi duri ad attendere chi è allergico al rispetto delle regole, che dovrà fare i conti con noi”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti alla canonica festa annuale per il compleanno di Oscar Tortosa, responsabile per la Politica Interna del movimento, annuncia ufficialmente la candidatura di quest’ultimo al consiglio di Roma Capitale
Roma – L’Oscar Day, il tradizionale incontro che ogni anno Oscar Tortosa, responsabile per
Una candidatura che già era nell’aria da tempo, ma che non era stata ancora mai ufficializzata.
Il leader del movimento, circondato da tanti sostenitori, ha poi aggiunto: “La scelta di Tortosa è stata dettata dalla sua grande esperienza politica, con una conoscenza totale delle problematiche legate al territorio capitolino e quindi una garanzia da offrire ai cittadini. Per il momento, fedeli al nostro modus operandi di non presentare liste autonome, ma di far ospitare i nostri candidati da liste che riteniamo idealmente vicine a noi, questa designazione è orientata verso le liste dell’Italia dei Valori, ma auspico che non subentrino elementi ostativi o di pressione psicologica nei confronti della persona prescelta, come un recente passato ci tramanda, altrimenti non avremo alcun problema ad orientare il nostro vasto elettorato di cittadini onesti verso un’altra lista in cui riconosciamo delle affinità di orientamento politico, sempre come indipendenti, oppure se necessario a presentare una lista autonoma. Noi siamo pronti e chiamiamo, ci auguriamo che gli altri rispondano con la medesima onestà intellettuale che ci pregiamo di possedere, sempre nell’interesse supremo del parenchima sociale”.
Però, anche se invitato, il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro non si è fatto vedere.
E Tortosa non si è lasciato sfuggire l’occasione per lanciare al suo indirizzo, dal palco, un dardo piuttosto avvelenato: “Di Pietro aveva assicurato la sua presenza qui stasera, ma forse un po’ d’acqua gli ha fatto cambiare idea. Mi dispiace perché ha sbagliato a non venire, vista la grande affluenza che abbiamo registrato. Questo glielo dirò di persona, perché spesso è presente in inaugurazioni di circoli con cinquanta persone, e qui avrebbe dovuto esserci”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Ora il sindaco sembra essersi svegliato da un lungo torpore e lancia l’ipotesi di trasferimenti funzionali e territoriali. Peccato che la proposta l’avevamo lanciata noi quattro anni or sono e ci sono voluti ben diciotto miei incatenamenti di protesta e alcuni scioperi della fame per convincerlo a comunicarci che la condivideva. Ma perché poi non ha dato seguito a quanto aveva detto di approvare?”
Roma – “Quelle di Alemanno sono lacrime di coccodrillo. Non serve piangere sul latte versato. L’unica cosa certa è che se avesse provveduto a dare seguito a quanto da noi chiesto da quattro anni, ora, probabilmente non saremmo qui a parlare della corruzione nel corpo della Polizia Roma Capitale”.
E’ quanto dichiarato da Antonello De Pierro, presidente del movimento extraparlamentare Italia dei Diritti, in risposta alle ultime dichiarazioni del sindaco di Roma Gianni Alemanno dopo l’arresto di due vigili urbani e un geometra, nell’ambito dell’inchiesta su un presunto giro di tangenti nell’ambito del corpo, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci, sotto la direzione dei pubblici ministeri Ilaria Calò e Laura Condemi.
Il leader del movimento ha poi proseguito: “Ora il sindaco sembra essersi svegliato da un lungo torpore e lancia l’ipotesi di trasferimenti funzionali e territoriali. L’idea l’avevamo lanciata quattro anni or sono e ci sono voluti ben diciotto miei incatenamenti di protesta e alcuni scioperi della fame per convincerlo a comunicarci che condivideva la nostra proposta, pur essendosi sempre sottratto a un incontro diretto con i nostri rappresentanti. Purtroppo sono passati già due anni e solo ora Alemanno sembra accorgersi realmente di questa sacrosanta priorità. La nostra impressione è che la sua condivisione sia stata un atto di circostanza per indorarci la pillola e tenerci buoni per un po’. Anche ora dubitiamo seriamente del fatto che il Campidoglio proceda con azioni tangibili in merito e che di fatto ci si trovi di fronte a proclami per attenuare l’impatto della vicenda sull’opinione pubblica, chiamata a esprimersi elettoralmente tra circa un anno. Se la lotta alla corruzione per alcuni è solo propaganda per noi è una cosa molto seria da cui non si può prescindere. Tra l’altro Alemanno minimizza l’accaduto, quasi a volerlo far passare come un caso isolato. Purtroppo, pur concedendo il beneficio della presunzione di innocenza ai vigili coinvolti, in base alle nostre acquisizioni informative il fenomeno è più diffuso di quanto si cerchi di farlo apparire, e le mele marce possono contare su una fitta rete di coperture e complicità istituzionali, che producono un atteggiamento manifestamente tronfio e trasudante un fastidioso senso di impunità. Per noi era solo una questione di tempo, prima o poi qualcosa sarebbe emerso e il caso sarebbe scoppiato, ce lo aspettavamo. Auspichiamo che altri episodi, della cui esistenza, prove alla mano, siamo certi, vengano alla luce. Sono personalmente sempre disponibile a essere sentito dagli organi inquirenti su vari atti illeciti da parte di dipendenti del comparto lavorativo de quo e sui molti esposti rimasti incredibilmente inevasi negli anni”.
Alemanno ha ribadito il fatto di non infangare e criminalizzare l’intero corpo formato da circa 6500 agenti.
“Questo è l’unico punto su cui concordiamo col sindaco – ha risposto De Pierro - , infatti abbiamo sempre ripetuto che i trasferimenti intermunicipali da noi proposti mirano, oltre che ad assicurare la trasparenza e l’imparzialità nell’espletamento delle funzioni d’istituto, garanzia costituzionalmente codificata dall’art. 97 della legge fondamentale dello Stato, altresì a salvaguardare l’immagine e l’onorabilità di coloro i quali, la maggioranza, svolgono il loro dovere con abnegazione e irreprensibilità”.
Il leader dell’Italia dei Diritti ha poi concluso: “Dopo aver atteso inutilmente per quattro anni, non crediamo che il primo cittadino capitolino ponga in essere proprio ora quanto sembra aver recepito, anche se si è guardato bene dal citare la paternità riconducibile all’Italia dei Diritti di tale proposta,.ma questo poco importa se procede in tal senso. Il problema è che purtroppo riteniamo che Alemanno e la sua giunta, che finora hanno amministrato malissimo
Il presidente dell’Italia dei Diritti si è recato nel piccolo paese in provincia di Roma accompagnato da Luana Cinti, vice responsabile per l’Emilia Romagna e per
Roma – L’ormai canonica “Sagra del cinghiale” di Castel San Pietro Romano, giunta alla III edizione, ha chiuso i battenti registrando ancora una volta l’esplosivo successo degli scorsi anni. Quello che è ormai diventato un appuntamento fisso del piccolo paese che si arrampica sui monti Prenestini, da cui domina l’immensa vallata sottostante che giunge fino alle propaggini estreme della Capitale, alle spalle della graziosa cittadina di Palestrina, ha visto un’affluenza sensazionale di gente proveniente da tutta la provincia e oltre.
Presente quest’anno anche il presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro, invitato da alcuni sostenitori locali del movimento, che ha voluto “testimoniare il sostegno dell’organizzazione da me capeggiata alla difesa delle tradizioni locali dei piccoli centri urbani”. Ad accompagnarlo Luana Cinti, vice responsabile dell’Italia dei Diritti per l’Emilia Romagna e per
Parlando con molti degli intervenuti, mentre gustava le specialità offerte dall’organizzazione, pappardelle al cinghiale e cinghiale alla cacciatora, ha poi dichiarato: “Vengo sempre volentieri da queste parti, in quanto i valori umani prodotti dalla semplicità e dalla genuinità della gente sono pressoché incontaminati, e la bontà d’animo, non sacrificata sugli altari di grandi interessi, offre sentimenti indubbiamente più limpidi e sinceri. Il nostro impegno a tutela delle usanze tipiche di questi luoghi è totale”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Se il sindaco Alemanno avesse dato seguito a quanto aveva dichiarato di aver recepito e condiviso, probabilmente le cronache ci avrebbero risparmiato l’ennesimo scandalo corruttivo
Roma – Esplode a Roma lo scandalo tangenti nel Corpo della Polizia Roma Capitale. Dopo numerose denunce presentate da alcuni imprenditori, in particolar modo da Silvio e Paolo Bernabei, noti commercianti trasteverini attivi nel campo enologico, è scattata un’inchiesta divisa in più filoni, a seguito della quale sono finiti sul registro degli indagati numerosi vigili per aver preteso mazzette. Sembrerebbe che la storia di pretese pecuniarie di tipo estorsivo da parte degli agenti si sia trascinata per molti anni con vessazioni che avrebbero turbato pesantemente la serenità lavorativa degli esercenti in questione penalizzandone i profitti.
Sulla vicenda, una volta delineatisi meglio i contorni, all’inizio apparsi un po’ confusi, soprattutto con le ultime notizie che parlano dell’arresto di due dei vigili indagati e di un geometra, si è pronunciato Antonello De Pierro, presidente del movimento extraparlamentare Italia dei Diritti, da sempre in prima linea nel combattere la corruzione dilagante in alcuni settori del corpo ad opera di cellule deviate, contro la quale propone da tempo immemore una rotazione intermunicipale degli agenti e dei dipendenti degli uffici tecnici comunali ogni tre anni. La battaglia di De Pierro è culminata in numerose azioni estreme di protesta consistenti in incatenamenti e scioperi della fame.
Dopo aver incassato il parere favorevole proprio del comandante Angelo Giuliani, per bocca del vicecomandante Diego Porta, con cui il leader dell’Italia dei Diritti aveva avuto un incontro, la questione si è trascinata per lungo tempo in attesa della decisione del sindaco Gianni Alemanno, che alla fine, dopo che lo stesso De Pierro aveva più volte dichiarato che l’avrebbe considerato politicamente responsabile di qualsiasi comportamento illecito accertato da parte delle figure professionali in questione, ha capitolato dichiarandosi favorevole alla proposta. Ma alle promesse non sono seguiti fatti concreti e dopo circa due anni da quella affermazione, a parte qualche normale avvicendamento fisiologico, non sembra si sia mosso nulla in tal senso.
Il numero uno del movimento non usa mezzi termini e si rivolge direttamente al primo cittadino capitolino: “Tenendo conto del beneficio afferente alla presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, baluardo fondamentale della nostra civiltà giuridica, nella congiuntura specifica di quest’ultima vicenda, di fatto la corruzione nel settore in questione ha raggiunto livelli spaventosi, perfettamente in linea col degrado etico-morale generale delle istituzioni del nostro paese. Purtroppo, nostro malgrado, non è possibile negare che, se il sindaco Gianni Alemanno avesse dato seguito a quanto aveva dichiarato di aver recepito e condiviso, anche se con imperdonabile ritardo e solo dopo le nostre ripetute proteste, probabilmente le cronache ci avrebbero risparmiato l’ennesimo scandalo corruttivo. Ci auguriamo che ora proceda nel verso da noi indicato, cosa che dovrebbe essere naturale per chi ha a cuore la trasparenza e la legalità nella nell’apparato istituzionale, altrimenti non avrà più scusanti”.
De Pierro, che è a conoscenza di elementi probatori schiaccianti, raccolti nel tempo, ha poi aggiunto: “La misura è ormai colma, soprattutto nel campo dell’edilizia e in quello degli esercizi commerciali. Bisogna intervenire con urgenza tramite misure straordinarie. Abbiamo ormai poca fiducia nell’efficacia dell’azione di Alemanno e siamo pronti a scendere in campo direttamente alle prossime amministrative con un nostro candidato sindaco, ma purtroppo c’è ancora molto tempo e il ripristino della legalità non può attendere. Ho parlato personalmente con alcuni esercenti che lamentano una vera e propria estorsione istituzionale da parte di alcuni appartenenti alla Polizia Roma Capitale, in perfetto stile mafioso. Ciò è profondamente ingiusto nei confronti dei cittadini e della maggior parte dei dipendenti del corpo, che al contrario svolgono il loro lavoro con abnegazione e nel rispetto della legalità. Bisogna isolare le mele marce e assicurarle alla giustizia.
Poi il leader dell’Italia dei Diritti si sofferma sul settore dell’edilizia, in particolar modo sul XIII Municipio che comprende il territorio di Ostia e dintorni: “Sul litorale avevo da tempo denunciato la presenza di una cricca ben organizzata, con un’azione delinquenziale assai collaudata. Purtroppo le conseguenze di tali comportamenti sono devastanti. Problemi che potrebbero risolversi in breve tempo con un intervento efficace da parte degli organi accertatori, Vigili Urbani e Ufficio Tecnico, a seguito delle collusioni e delle deviazioni illecite di alcuni componenti di questi uffici, finiscono col trascinarsi per anni, con grave disagio morale ed economico per i soggetti colpiti ingiustamente, e per la giurisdizione che si trova nelle condizioni di venir gravata da oneri di lavoro aggiuntivi, che vanno a intasare la già debordante mole di controversie da evadere. E’una triste realtà fatta di omissioni, ritorsioni, denunce penali per reati inventati, sentenze quantomeno discutibili, il tutto per fiaccare e indurre quei pochi cittadini che hanno il coraggio e soprattutto la forza economica per difendersi, a desistere e lasciare campo libero alle scorribande di questi personaggi. E chi prova a denunciare lo stato di cose come il sottoscritto e il nostro movimento, si ritrova a subire atti intimidatori di ogni genere, tentati investimenti, aggressioni da parte di noti esponenti della malavita locale, ecc. Ciò nonostante la nostra lotta continua e non ci saranno intimidazioni che fermeranno la nostra voglia di giustizia, a tutela delle persone che purtroppo subiscono ingiustamente tali atti criminali. Sono disponibile a rendere la mia testimonianza ai pubblici ministeri Ilaria Calò e Laura Condemi e ai carabinieri di via In Selci, che stanno svolgendo il loro dovere con grande abnegazione, a dispetto di tanti esposti che spesso restano incredibilmente inevasi, nonché a qualsiasi altro organo inquirente che la ritenga opportuna.
Poi De Pierro passa a raccontare una circostanza che forse può contribuire a fotografare la situazione reale: “Siamo in possesso della lettera scritta circa 5 anni or sono da una cittadina stremata, dirigente statale in pensione, dove avanza esplicite accuse parlando di ‘angherie per aver denunciato e contrastato evidenti abusi edilizi perpetrati ai miei danni’. La missiva è indirizzata all’allora presidente del XIII Municipio Paolo Orneli, e per conoscenza all’allora sindaco di Roma Walter Veltroni e ai capigruppo dei partiti del XIII Municipio. Ancorché la stessa contenga accuse ben precise, con addirittura nomi e cognomi di persone che sarebbero coinvolte nel mistificare la realtà di evidenti illeciti, ad oggi, a quanto è dato sapere, non pare sia stato fatto nulla rispetto alla denuncia se non l’opposizione di una inammissibile indifferenza, fatta eccezione per l’allora capogruppo dell’Udc Francesco Nelli che sembra abbia fatto pervenire il documento ai vertici della Polizia Municipale del XIII Gruppo, dove si sarebbe incredibilmente arenata senza avere seguito. Eppure la signora, riferendosi a soggetti nominativi ben individuati, dice che ‘le istituzioni nelle quali ho creduto e nelle quali vorrei continuare a credere, anziché bloccare l’abuso lo hanno appoggiato e coperto’, ‘l’Ufficio Edilizia del XIII gruppo vigili urbani, al quale mi sono rivolta più volte ricevendo risposte ambigue fino a verbalizzare a firma di (omissis) e (omissis) che tutto era conforme alla D.I.A, continuando che “quando è stata presentata
De Pierro chiude con una considerazione e un appello: “Un episodio del genere, in un paese normale, si sarebbe concluso con un’inchiesta e con delle pene severe, oppure con una denuncia e con una esemplare azione giudiziaria conseguente a carico della signora, ma, a quanto pare non è successo nulla di tutto questo. Probabilmente la signora aveva ragione. Invitiamo tutti i cittadini che abbiano subito soprusi del genere e che si siano imbattuti successivamente nel muro di gomma delle istituzioni colluse o quantomeno distratte, a comunicarci la loro vicenda. E’ tutti insieme che abbiamo il dovere di debellare l’odioso fenomeno della corruzione, contro cui in effetti ci sono gli strumenti giuridici per difendersi, ma che spesso purtroppo si vanno a infrangere contro l’indifferenza di chi dovrebbe procedere ma non comprende o non vuole comprendere”.