Il viceresponsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti: “La stampa deve poter documentare quanto avviene nei Cie, rappresentando in tal modo una garanzia per la salvaguardia dei diritti dei detenuti”
Roma - La circolare interna 1350 emanata il 1 aprile
“A monte della violazione del diritto di informazione, sta la trasgressione della libertà personale attraverso la detenzione prolungata degli immigrati – osserva Antonino Lo Verde, viceresponsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti –. Le condizioni nei Cie sono sconcertanti, all’interno di quelle strutture si verificano sistematicamente violazioni di qualsiasi genere. Finanza, Polizia e Carabinieri, che interagiscono nei Centri, operano attraverso una stretta e soggettiva commistione di ruoli, per la quale il singolo diventa determinante. Alcune ragazze – continua Lo Verde – si prostituiscono per essere protette”.
Secondo la circolare del ministro Maroni, giornalisti, sindacati ed esponenti di associazioni rappresentano un intralcio all’operato degli enti e gestori dei Centri, per questo non sarebbe consentito loro l’accesso: “Piuttosto sono un intralcio alle ingiustizie compiute in quelle strutture – commenta l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro –. La stampa deve poter documentare quanto avviene nei Cie, rappresentando in tal modo una garanzia per la salvaguardia dei diritti dei detenuti. Il Governo farebbe bene a precisare il vero fine della circolare, ossia di permettere di agire senza controllo alcuno agli enti gestori dei Centri. Chiediamo pertanto lo stralcio di tale circolare”.