Il responsabile per il Veneto dell’Italia dei Diritti: “Non è da biasimare il fatto che il primo cittadino voglia tutelare la sicurezza del suo piccolo paese”
Roma, – A Gallio, piccolo paese in provincia di Vicenza, il primo cittadino Pino Rossi, ha espresso le sue preferenze in merito alle caratteristiche del profugo che dovrebbe arrivare, a giorni, nel suo comune. Il sindaco ha infatti dichiarato che desidererebbe ospitare una persona giovane e di religione cristiana. La sua rimane comunque una proposta preferenziale, la scelta e la decisione ultima spetta alla prefettura di Vicenza. Il responsabile per il Veneto dell’Italia dei Diritti, Emmanuel Zagbla, è intervenuto sulla questione con queste parole: “Ad un’attenta valutazione dei fatti, lungi dal tacciare il sindaco di atteggiamento razzista, non condivido appieno il suo provvedimento. La Costituzione italiana, attraverso il principio di uguaglianza, recita chiaramente che ‘tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’. Di primo acchito si potrebbe dunque ritenere anticostituzionale l’azione del sindaco Rossi”.
Questo suo atteggiamento è stato aspramente criticato da altri sindaci che hanno accusato Rossi di essere razzista e pieno di pregiudizi. Lui ha voluto mettere a tacere le polemiche chiarendo che, la sua scelta, è frutto di una serie di ragionamenti atti a favorire la più serena integrazione del profugo all’interno della comunità, inserendolo inoltre nel mondo del lavoro. Questo spiegherebbe la preferenza di una persona giovane.
“Alla luce di tanti episodi di violenza e vandalismo che, purtroppo, hanno visto coinvolti negli ultimi anni tanti immigrati - prosegue Zagbla -, non è da biasimare il fatto che il primo cittadino voglia tutelare la sicurezza del suo piccolo paese, conoscendo in anteprima il profugo e esprimendo la sua preferenza riguardo la religione di quest’ultimo. Non penso infatti che la sua richiesta fosse una pretesa - conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello de Pierro -, anche perché la parola finale spetta alla prefettura di Vicenza. Semplicemente ha manifestato la sua predilezione per una determinata tipologia caratteriale”.