Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti:
“Si è chiusa una delle pagine peggiori dello sport italiano, il mondo del
pallone è uno specchio del paese e riflette una corruzione dilagante”
Roma – Anche l’ex capitano della Lazio Beppe Signori sarebbe coinvolto nell’indagine sul calcio scommesse condotta dalla squadra mobile della Questura di Cremona e coordinata dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato. Sedici gli arrestati, tra cui ex giocatori di serie A, calciatori di serie minori ancora in attività e dirigenti di società. L’accusa è di aver influenzato, negli ultimi mesi, il risultato di alcuni incontri dei campionati di serie B e di Lega Pro. Tra le persone arrestate ci sarebbe anche l’ex campione biancoceleste Beppe Signori, per il quale sarebbero stati disposti gli arresti domiciliari. Coinvolto anche Stefano Bettarini, ex marito di Simona Ventura e Cristiano Doni, capitano dell’Atalanta. Unanime lo sdegno dell’opinione pubblica verso una retata che ha fatto tremare il mondo del calcio. Rammarico è stato espresso da Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “Si è chiusa con questa condanna una delle pagine peggiori dello sport italiano, in particolare del calcio”.
“Una vicenda – incalza l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - che qualcuno ha cercato di affossare, tentando di incrinare la validità dell’inchiesta attaccando l’operato della magistratura. Troppo comodo”.
“Purtroppo – continua Girlando – il mondo del pallone è uno specchio dell’Italia, e riflette una corruzione dilagante. Ne risentono anche quelle discipline che, in realtà, non dovrebbero avere nulla che vedere con la corruzione morale del paese, come appunto il calcio”.