Il vice responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti:
“La tutela dell’ambiente dovrebbe essere il cavallo di battaglia dell’amministrazione comunale che invece sta distruggendo il paesaggio”
Roma – I cittadini di Marino lo chiamano l’Ecomostro: un enorme casermone che sorge nel cuore dei Castelli, brutto, privo di standard urbanistici, inquietante emblema di una logica del profitto che si impone scevra di distruggere un paesaggio mitico.
L’Italia dei Diritti ha raccolto lo sdegno di numerosi cittadini marinesi, stanchi dei grossi interessi e dei troppi abusi perpetuati alle loro spalle. Lo spazio in cui sorgerà il casermone infatti era destinato ad una piscina, aree di verde pubblico e a strutture primarie e secondarie, secondo quanto imponeva l’atto d’obbligo che, altresì, vincola i costruttori a “risarcire” l’ambiente, stravolto da tali azioni.
Gli abitanti della zona ritengono l’Amministrazione pubblica e gli uffici tecnici competenti colpevoli di aver commesso un errore gravissimo, dettato da superficialità. “La città di Marino infatti è nell’occhio della speculazione edilizia romana sin dal 1995, si tratta di una storia datata nel tempo – afferma Carmine Celardo, vice responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti – una vecchia storia di cementificazione selvaggia”.
Il referente territoriale del movimento extraparlamentare fondato da Antonello De Pierro scruta le varie amministrazioni che si sono alternate nel centro castellano: “Da Rosa Perrone, esponente della sinistra, all’epoca vennero presentati progetti di cementificazione in metri cubi che non sono stati portati avanti. Tutto ciò è passato in mano a Desideri e Palozzi, forze di destra tuttora in carica, a dimostrazione che la città è governata da un gruppo di politici che si rimpallano la lottizzazione, e questo consociativismo tra destra e sinistra è nocivo”. Celardo si serve del mito del passato per individuare una metafora esplicativa dell’attuale situazione di Marino: “Questa città ricorda quei banchetti medievali in cui i signori fuori dal castello si scannavano mentre all’interno delle mura fortificate si abbuffavano di maiali e fagiani, sulla pelle della povera gente che moriva di fame. Ne è passata di acqua sotto i ponti, eppure Marino vive oggi nelle stesse condizioni, son passati migliaia di anni eppure continua a dimostrarsi un castello feudale”.
L’ecomostro che sta per nascere in territorio marinese sarebbe frutto di un progetto carente, privo dei requisiti previsti dalle norme del PRG, quali una rappresentazione grafica volta a tratteggiare le volumetrie esistenti, una documentazione fotografica e l’assenza di sezioni, piante e prospetti inadeguati a capire i reali svolgimenti in planimetria. Sarebbe avvenuta, tra l’altro, la cancellazione del piano di lottizzazione con conseguente aumento di superficie privata fondiaria edificabile, il che configurerebbe un intervento contro legge a livello pubblicistico e un’appropriazione indebita come aumento di cubatura a livello privatistico. Pieno appoggio dell’Italia dei Diritti alla battaglia di legalità intrapresa dai cittadini di Marino che si sono organizzati in movimenti e associazioni anti speculazione edilizia. “Siamo completamente solidali e vicini – sottolinea Celardo – ai gruppi di tutela ambientale che sostengono la difesa di questo territorio. Marino è un comune di pregio, dotato di un centro storico medievale e di innumerevoli ricchezze naturali, la tutela dell’ambiente dovrebbe essere il cavallo di battaglia di questi signori che invece lo stanno distruggendo”.
Il referente regionale chiude la sua arringa ponendo degli interrogativi: “Chi è stato in grado di condizionare giunte di colore opposto, e per un arco di tempo così vasto, e come mai questi sindaci sono così arroganti da esporsi a così gravi violazioni di legge?”
“Questa faccenda – conclude - molto probabilmente diventerà argomento di cronaca giudiziaria, tali e tante violazioni di legge non possono finire nel silenzio. Come Italia dei Diritti ci batteremo fin in fondo per capire di chi sono le responsabilità di tale scempio, e sosterremo la lotta dei cittadini che chiedono solo un posto salutare in cui far crescere i propri figli”.