Il responsabile per Genova dell’Italia dei Diritti :“ La situazione è preoccupante soprattutto a causa dei tagli effettuati dal Governo che è intervenuto indistintamente anche sulle necessità e sui bisogni primari delle famiglie”
Genova – Numerosi bambini genovesi dai 3 ai 6 anni, rischiano di non trovare accoglienza nella scuole materne cittadine. Le graduatorie uscite in questi giorni evidenziano le gravi difficoltà delle famiglie nel reperire un posto per i loro piccoli nelle scuole dell’infanzia pubbliche, le diecimila richieste appaiano impossibili da soddisfare, i posti disponibili infatti sono molti meno. “Riscontro anche personalmente come le famiglie siano in difficoltà. – interviene Edoardo Buganza, responsabile per Genova dell’Italia dei diritti - . In tutte le coppie oggi anche a causa della crisi economica lavorano entrambi i genitori c’è quindi un forte bisogno di lasciare i piccoli negli asili nido che diventano socialmente sempre più importanti. La situazione è preoccupante soprattutto a causa dei tagli effettuati dal Governo che è intervenuto indistintamente, e questo ne è l’esempio, anche sulle necessità e sui bisogni primari delle famiglie”.
Mamme e papà sono pronti a dare battaglia e per ora, l’unico conforto che arriva dalle amministrazioni locali è la possibilità che i piccoli rimasti fuori lista vengano dirottati in altre scuole. Soluzione certamente di poco aiuto nello svolgersi della quotidianità familiare.
“La Liguria e Genova – analizza Buganza - sono luoghi con un basso livello di natalità ed è preoccupante che in territori con così pochi bambini non ci sia una grossa accoglienza, significa che le scuole materne sono davvero poche. Ritengo necessario – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - investire nella costruzione di nuove realtà scolastiche oppure come accade all’estero cercare di costruire delle strutture all’interno delle aziende per favorire i genitori che vi sono occupati. Le colpe – conclude - sono da spartire a livello governativo a causa dei tagli indiscriminati e a livello locale perché non vengono incentivate le costruzioni di nuovi asili che risultano fondamentali per i cittadini”.