Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Le politiche pubbliche devono fare gli interessi di tutti i cittadini italiani”
Roma - All’indomani della Conferenza nazionale della famiglia, tenutasi a Milano, si aprono le polemiche sulle dichiarazioni espresse dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. Al centro del dibattito vi è l’atteggiamento discriminatorio del governo che mira a tutelare la famiglia naturale, a scapito della convivenza more uxorio, mediante la rivisitazione dell’Isee e la creazione di un “casellario delle famiglie”. Per chi ha scelto di non legittimare formalmente la propria unione, il ministro si limita a osservare che “le politiche pubbliche si occupano della famiglia naturale basata sul matrimonio e della natalità più in generale, anche di quella fuori dal matrimonio”. Non è chiaro, però, quali sia l’impegno pragmatico che il governo vuole predisporre per queste relazioni affettive inquadrate attualmente sotto una dimensione privatistica, a fronte di una maggiore chiarezza d’intenti per i nuclei con figli a carico o appartenenti alle fasce più deboli, che vedranno ridotta la pressione fiscale e verranno agevolati nell’accesso ai servizi.
Decisamente contrario è il punto di vista di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, il quale afferma: “Sacconi è il ministro di tutti e nelle sue dichiarazioni dovrebbe tener presente che le politiche pubbliche devono fare gli interessi di tutti i cittadini italiani. Non si può discriminare tra i figli di una famiglia naturale e quelli di una di fatto – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – perché tutti hanno gli stessi diritti che devono essere considerati in egual misura”.