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Monitoraggio dei siti archeologici romani, le osservazioni della Nieddu

La responsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti: “L’errore è rispondere solo in caso di emergenza”

 

Roma - Mentre prosegue la bufera sul ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, in seguito al crollo a Pompei della Domus dei Gladiatori, nella Capitale 32 siti di valore storico-artistico, tra cui il Colosseo e gli scavi di Ostia, vengono posti sotto l’osservazione del commissario delegato per le aree archeologiche, Roberto Cecchi, e della Soprintendenza speciale per i beni archeologici.

 

“Alcuni di questi siti – commenta Anna Nieddu, responsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti – come la Domus Aurea, presentano dei rischi da anni. Parlare di emergenza adesso, dopo il caso di Pompei, risulta essere tardivo. L’errore è rispondere solo quando l’urgenza è già in atto, mentre bisognerebbe stanziare costantemente dei fondi per i beni culturali. Oltre a una costante tutela – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – si dovrebbe garantire la trasparenza del percorso compiuto da queste risorse, ovvero le destinazioni d’uso. Infine, gli interventi dovrebbero essere rapidi e non soggetti ad una burocrazia che ne rallenta i tempi”.

 

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