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No di Autostrade a targa per Sandri, l’opinione di Celardo

Il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti:Comprendo le motivazioni che spingono la famiglia di Gabriele a commemorare la sua tragica morte, ma non posso fare a meno di pensare che sia necessario separare l’emotività da quello che spetta di diritto ad ogni cittadino”


Roma – “Comprendo le motivazioni che spingono i familiari di Gabriele a commemorare la sua tragica morte, ma non posso fare a meno di pensare che sia necessario separare l’emotività da quello che spetta di diritto ad ogni cittadino ”. Con questa dichiarazione il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, Carmine Celardo, accoglie il no arrivato da Autostrade per L’Italia SpA, relativamente alla richiesta di collocare una targa in ricordo di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso dall’agente di polizia Luigi Spaccarotella, dopo una rissa all'autogrill di Badia al Pino, in provincia di Arezzo. La petizione è arrivata dal fratello Cristiano, e da 25mila firme raccolte dal comitato ‘Mai più 11 novembre’. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il quale si dice pronto ad appoggiare tale iniziativa per lanciare un messaggio forte affinché simili atti di violenza non si ripetano più.

 

Il responsabile del movimento presieduto da Antonello De Pierro esprime il suo cordoglio alla famiglia Sandri, ribadendo la gravità del crimine avvenuto, ma prende atto delle motivazioni espresse dalla società Autostrade: “Purtroppo le strade d’Italia sono diventante una via crucis: solo negli ultimi vent’anni si contano più di 30mila persone morte in incidenti legati a risvolti giudiziari. Penso ad esempio ad episodi di mancato soccorso o alla rapine finite in tragedia. L’onore di una targa commemorativa non spetterebbe forse anche a queste vittime? Credo sarebbe più onorevole per tutti portare ogni giorno un fiore alla tomba di Gabriele – conclude Celardo –, e il sindaco farebbe meglio a impiegare le sua energia combattendo concretamente i problemi che dilagano nella Capitale”.

 

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