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Il Premier e lo strano rituale del “Bunga Bunga”, la condanna di Soldà

Il  vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Chi detiene un fondamentale ruolo istituzionale non può accostare il suo nome, nemmeno in modo ipotetico, a comportamenti dallo scarso valore etico”



Roma, 29 ottobre 2010 –  “Al di là dei successivi e necessari accertamenti giudiziari che verranno, non possiamo tollerare l’ennesima illazione sulla strana vita privata del Premier” questo è il commento di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, all’indomani della  scoperta del cosiddetto Bunga Bunga, strano rituale raccontato da una minorenne marocchina che vedrebbe coinvolto Silvio Berlusconi. “Chi detiene un fondamentale ruolo istituzionale – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - non può accostare il suo nome, nemmeno in modo ipotetico, a comportamenti dallo scarso valore etico. Condanno anche la compartecipazione, in questa ancora non ben delineata vicenda, di personaggi della ribalta televisiva, che emergerebbero come fiancheggiatori di uno stile di vita che appare sicuramente poco edificante”.

La fiducia nella giustizia è uno dei presupposti da cui parte Soldà: “Attendiamo le indagini con la certezza che gli eventuali illeciti saranno giustamente puniti”.

 

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